Provincia di Novara

Gozzano (NO) : Torre di Buccione

200px-Buccione-wiki

Storia del sito:
Sulla sommità del colle si erge un sito fortificato, comunemente noto col nome di “Torre (o Castello) di Buccione”, dal suo elemento maggiormente visibile. Controverse sono le ipotesi sulle sue origini, forse vi era una costruzione dei IV-VI secolo che controllava la Via Settimia (chiamata in seguito Via Francisca). Nella sua veste attuale il complesso fu probabilmente costruito nel terzo quarto del XII secolo, datazione avanzata sulla base di confronti tipologici. Era un “castrum” e come tale è citato in vari documenti a partire dal XIII secolo. All’epoca apparteneva forse ai conti Da Castello che vi firmarono la pace con il comune di Novara, presente il Vescovo-conte. Dal 1235 fu saldamente in possesso dei vescovi di Novara, con funzione di vedetta e segnalazione.
Gli statuti della comunità della Riviera di San Giulio ordinavano che tutti gli uomini validi accorressero in armi al suono della campana della torre. Essa venne comunque aggiunta in un secondo momento, forse poco dopo la costruzione del tetto, che avvenne nel XIV-XV secolo.

Descrizione del sito:
Del “castrum” rimane la torre e parte della cortina muraria. Alla fortificazione si accede tramite una spianata, descritta in passato come una “piazza muragliata”, capace di cinquecento uomini. La torre, alta 23,20 metri, è realizzata in conci squadrati di varie dimensioni di granito e serizzo, circondata da una cortina muraria a pianta rettangolare con camminamenti, arciere, feritoie e merli ancora visibili nel Settecento. All’esterno sorgeva un piccolo edificio destinato al corpo di guardia.
La torre è suddivisa internamente in quattro piani da tre impalcati di legno, che ne permettevano l’abitazione da parte della guarnigione. Il piano inferiore, dove si apre l’attuale ingresso ottocentesco (l’ingresso antico si trovava a 7 metri da terra), aveva funzioni di magazzino viveri. Al secondo e al terzo piano erano situate due latrine con condotti convogliati nel cortile. Più sopra si trovava la cella, con volta a crociera, munita di bertesca su mensole, da cui veniva difeso l’ingresso, mediante il lancio di sassi. La torre termina con merli quadrati e con un tetto a quattro falde.

Casa (palazzo) del Vescovo in Buccione. Era un  luogo di sosta del clero che attendeva di imbarcarsi per l’isola di San Giulio. Le pareti esterne dell’edificio sono affrescate con stemmi dei vescovi e una Madonna in trono.

Descrizione dei ritrovamenti:
In località Buccione sono stati trovati materiali golasecchiani e del periodo romano-imperiale. Dal cimitero della chiesa di San Lorenzo proviene una stele in lingua leponzia con la raffigurazione di due ruote che probabilmente richiamano un carro.

Informazioni:
Nella frazione di Buccione, su un colle che domina la parte meridionale del lago d’Orta. Info Riserva naturale speciale Colle della Torre di Buccione, Tel. 0322 911960; e-mail: parco.monteorta@ruparpiemonte.it (http://www.parks.it/riserva.torre.buccione/contatti.php)

Links:
http://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Buccione

https://www.academia.edu/1425988/La_torre_di_Buccione_e_il_sistema_dincastellamento_del_Cusio

Fonti:
Fotografia da wikipedia.

Data compilazione scheda:
02/05/2007 – aggiornam. marzo 2014

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – Gruppo Archeologico Torinese

Gozzano (NO) : Oratorio di Santa Maria di Luzzara

gozzano_est Luzzara

Storia del sito:
Non è nota la datazione dell’edificio. Secondo gli studiosi risalgono all’XI secolo le tre absidi, mentre la rimanente costruzione potrebbe essere datata intorno al XII secolo. La chiesa anticamente veniva denominata “Santa Maria delle Cappelle” forse in riferimento alle tre absidi.
Sia all’interno che all’esterno dell’edificio si possono ammirare parecchi affreschi risalenti al XV-XVI secolo, alcuni dei quali recentemente restaurati.

Descrizione del sito:
La chiesa è ad aula unica scandita da due arconi trasversali, un ampio presbiterio e tre absidi orientate di cui una maggiore e due minori. La facciata è a capanna e sul tetto si erge un campanile a vela.
Esternamente, sulla facciata , sono parzialmente visibili affreschi che raffigurano un maestoso san Cristoforo, san Giuliano, sant’Antonio Abate, san Rocco, un “Ecce Homo” e, nella lunetta sovrastante il portoncino d’ingresso, un’Annunciazione e una Madonna in trono con Bambino.
Il più suggestivo degli affreschi interni è forse quello che ricopre l’arco trionfale, una grande Crocifissione riportata alla luce dopo i recenti restauri.

Informazioni:
Sorge a circa due chilometri a nord-ovest da Gozzano, lungo la strada SP 46  che conduce a San Maurizio d’Opaglio.  Info Parrocchia tel. 0322 94763

Links:
http://www.provincia.novara.it/Editoria/EditoriaDoc/oratori/gozzano.htm

http://www.verbanensia.org/monumenta_details.asp?locID=40854

http://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_Santa_Maria_di_Luzzara

Bibliografia:
FAGNONI M.R., (a cura di) Alla scoperta di antichi Oratori campestri, Provincia di Novara, Novara. 2003

Fonti:
Fotografie dal sito al n° 1.

Data compilazione scheda:
03/05/2007 – aggiornam. marzo 2014

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – Gruppo Archeologico Torinese

gozzano3 Luzzara

gozzano2 Luzzara

gozzano1 Luzzara

Gozzano (NO) : Basilica di San Giuliano, Palazzo Vescovile, Chiesa di San Lorenzo

Gozzano-campanile S. Giuliano

Storia e descrizione del sito:
Il centro storico di Gozzano si raggruppa intorno all’altura della rocca del Castello, come viene indicato ancora oggi dagli abitanti, là dove tra il X e l’XI secolo sorgeva l’antico “castrum” (nominato per la prima volta nel 1015) e dove attualmente si elevano la Basilica di San Giuliano, Patrono del paese, ed il Palazzo Vescovile.

BASILICA DI S. GIULIANO. E’ l’attuale chiesa parrocchiale, edificata tra il 1712 e il 1721 sul sito dell’antica pieve romanica, di cui rimane il campanile in pietra dell’XI secolo.
La chiesa è ad una navata, con abside semicircolare e cappelle. All’esterno vi sono evidenti tracce della precedente costruzione romanica: capitelli, alcune colonnine, il portale. All’interno affreschi quattrocenteschi e dipinti settecenteschi .

PALAZZO VESCOVILE. Sorge a destra della parrocchiale, al n° 11 della via; è un palazzo fatto costruire dai vescovi di Novara nel 1206 come residenza estiva. Riedificato nel XVII secolo, fu successivamente rimaneggiato. La facciata è adorna di stemmi affrescati.

CHIESA DI SAN LORENZO. Edificio di origine romanica, parzialmente riedificato. Dell’originaria costruzione si conserva l’abside semicircolare; invece la parte anteriore, preceduta da un portichetto, è un rifacimento barocco.
La diffusione del cristianesimo in quest’area risale alla fine del IV secolo risale ad opera di due santi evangelizzatori, i fratelli Giulio e Giuliano. Nel luogo dell’attuale chiesa di San Lorenzo, secondo la tradizione, essi costruirono la loro novantanovesima chiesa dedicata a Santa Maria, nella quale fu sepolto il corpo di San Giuliano. La chiesa di San Lorenzo fu la prima parrocchiale del paese; in seguito, nel 1360, dopo la costruzione nella nuova chiesa di Gozzano a lui dedicata sulla rocca, le spoglie dal Santo vi furono trasferite e deposte sotto l’altare maggiore. All’interno della chiesa di San Lorenzo si conservano il rozzo sarcofago di san Giuliano, una vasca marmorea romana e affreschi quattrocenteschi.

Informazioni:
Parrocchia San Giuliano tel. 0322 913981. Il Palazzo Vescovile è sede di un Istituto religioso e non è visitabile.

La Chiesa di San Lorenzo sorge in regione San Lorenzo, a sud-est dell’abitato. Info Parrocchia tel. 0322 94763.

Links:
http://it.wikipedia.org/wiki/Basilica_di_San_Giuliano
http://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_San_Lorenzo_%28Gozzano%29

Fonti:
Fotografia da wikipedia.

Data compilazione scheda:
03/05/2007 – aggiornamento marzo 2014

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – Gruppo Archeologico Torinese

Gozzano – Chiesa di S. Lorenzo

Ghemme (NO) : ricetto e oratorio di San Fabiano

800px-Ghemme_Ricetto_04WIKI

Storia del sito:
Il sito fu abitato sin dal Neolitico e ancora in età romana; nel Medioevo fu un centro importante, dipendenza dei vescovi di Novara fin dall’XI secolo, nel 1221 passò al Comune di Novara. Il nucleo fortificato è stato molto studiato, ma permangono difficoltà nel classificarlo e non si hanno date certe sulla sua edificazione. Si ritiene che il primo impianto possa risalire al X secolo, che successivi interventi architettonici siano avvenuti intorno al XII secolo ed altre trasformazioni sino agli inizi del XV. Una pergamena del 1128 cita un “castrum”, ma non è chiaro a quale elemento si riferisca, in quanto esisteva sulla vicina collina il castello dei feudatari del luogo. Si sa che il borgo fu soggetto a distruzioni nel XIII e XIV secolo.
Quello che oggi viene chiamato “ricetto” di Ghemme sorse per iniziativa popolare come BORGO FORTIFICATO, circondato da un muro difensivo e dal fossato, per proteggere se stessi, il bestiame e le derrate alimentari da saccheggi e distruzioni all’epoca delle lotte fra Guelfi e Ghibellini. Il complesso edilizio, a nord-ovest dell’antico abitato, è di forma quadrilatera, con una superficie totale di 12.000 mq, aGhemme planimetria maglie rettangolari con una strada centrale di spina. Le dimensioni, l’irregolarità dello schema viario e l’articolazione in nuclei disomogenei rafforzano l’ipotesi che non si trattasse di un ricetto, ma di un borgo nuovo che si munì di cinta difensiva.
Alla zona abitata si accedeva per mezzo di un torrione con ponte levatoio, difeso da un “rivellino”, posto sul lato est verso il fiume Sesia, mentre agli angoli Nord-Ovest e Sud-Ovest si innalzavano due torrette cilindriche. Nell’interno le cellule edilizie erano raggruppate in isole e articolate intorno a piccoli cortili.
La torre rotonda nell’angolo occidentale venne distrutta nel XIX secolo.
Oggi le cellule, in parte modificate nel tempo, sono state ristrutturate, come l’acciottolato delle vie.

Descrizione del sito:
Delle fortificazioni rimangono la torre angolare di sud-ovest, qualche traccia delle merlature a coda di rondine (ghibelline) murate sul lato settentrionale. Le mura di cinta sono ancora ben visibili su almeno tre lati e hanno un’altezza di circa tre-quattro metri dal fondo stradale che, col tempo, ha occupato il posto del fossato. Sono formate da due cortine di ciottoli posti a spina di pesce con uno spessore superiore a m. 1,10: in alcuni tratti sono stati inseriti successivamente corsi di mattoni.
All’interno si trovano numerosi edifici costruiti con ciottoli di fiume disposti a spina di pesce e intervallati da corsi di mattoni. Raggruppate in piccoli agglomerati attorno a cortiletti, le case hanno un aspetto aggraziato: il piano terreno, cui spesso si accede tramite una porta con arco a tutto sesto, serviva principalmente da magazzino in cui conservare le derrate alimentari, soprattutto il vino; il primo piano, servito da una scala esterna e illuminato da finestre a sesto acuto esternamente decorate con modanature o formelle in cotto, era invece destinato all’abitazione, dotato di camino sporgente verso l’esterno. Su alcune pareti sono stati trovati pregevoli affreschi, tra cui una Deposizione del sec. XV ora conservata al Museo Civico di Novara. Quasi tutte le case hanno un mezzanino o solaio sotto il tetto, un tempo utilizzato come deposito per il grano. Le soprelevazioni sono databili al XIV-XV secolo.

L’ORATORIO DI SAN FABIANO si trova lungo la strada che dal centro di Ghemme conduce a Cavaglio d’Agogna ed  era costituito da una semplice cappella votiva aperta. Risale al XV secolo e fu ampliata, costruendo una volta a botte, nel 168l-82 dalla Comunità di Ghemme. All’interno, sulla parete di fondo, i restauri di qualche anno fa hanno permesso di recuperare la Crocifissione, databile alla fine del ‘400 o inizi del ‘500 ed attribuita al pittore Bartolonus. Essa raffigura il Crocifisso con due angeli che raccolgono il sangue che esce dalle ferite delle mani. A destra vi è s. Giovanni Evangelista e a sinistra la Madonna. Ai loro lati, rispettivamente, s. Fabiano e s. Cristoforo col Bambino che reca un cartiglio: “Ego sum lux mundi. Via veritas et vita”.

Informazioni:
Comune tel. 0163 840101

Links:
https://www.comune.ghemme.novara.it

http://it.wikipedia.org/wiki/Castello-ricetto_di_Ghemme

Storia_di_Ghemme_www.centrocasalis.it

Bibliografia:
VIGLINO DAVICO M., I ricetti, difese collettive per gli uomini del contado nel Piemonte medioevale, Edialbra, Torino, 1978
PEROTTI M., Il ricetto di Gemme, in “Piemonte vivo” n° 6, 1975

Fonti:
Fotografie da Wikipedia.

Data compilazione scheda:
29/10/2006 – aggiorn. marzo 2014

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – Gruppo Archeologico Torinese

400px-Ghemme_torre_ricetto-wiki

Ghemme (NO) : Siti preistorici e di età romana

pag101img48

Storia e descrizione del sito:
Le origini di Ghemme risalgono al periodo Neolitico, come dimostrano numerosi ritrovamenti avvenuti sulla collina che si affaccia di fronte al paese. Nel sito di Poncioni sono state trovate due strutture a pianta ellittica semicircolare, ceramiche d’impasto decorate, reperti litici della cosiddetta “Cultura del Vaso a bocca quadrata” risalenti alla seconda metà del V millennio a.C. e asce in pietra verde levigata. Localmente si fabbricavano strumenti in pietra, di cui sono stati trovati scarti di lavorazione.
Un abitato della tarda età del ferro è stato ritrovato sulla collina di Cavenago, cui si riferisce una necropoli situata in via Bianchi a Ghemme, con una tomba del I sec. a.C.

Un “vicus” di età romana-imperiale, frequentato sino all’epoca tardo-antica, è attestato nell’area dell’odierno abitato con asse principale nord-sud che corrisponde alle attuali vie Monte Rosa, Novara e Pralini. In via Novara, largo Gianoli, vicolo s. Marta, via Monte Grappa, via Pralini e in località Fontanelle sono stati trovati resti di strade pavimentate, abitazioni con ambienti riscaldati e pavimentati, un luogo di culto con un’ara votiva e, per il ritrovamento di una maschera di mimo, si è ipotizzata la presenza di un edificio per spettacoli.
In località Orioli è stato evidenziato un insediamento rurale–manufatturiero.
Una iscrizione romana sulla lapide di Vibia Earina, di proprietà di Vibio Crispo, senatore romano ai tempi di Tiberio, è la prova della coltivazione nella zona della vite. Il paese viene ripetutamente citato con il nome “Pagus Agaminus” (nome da cui deriverà l’antico nome Agamium), ad esempio nella lettera di Sant’Eusebio agli “Agamini ad palatium” del 356 d.C.

Informazioni:


Link:

Bibliografia:
POLETTI E., Lo scavo stratigrafico di via Novara nell’abitato romano di Ghemme (NO) rel. G.M. Facchini; tesi dattil, Milano Università degli studi, 1993
MANDOLESI A., Paesaggi archeologici del Piemonte e della Valle d’Aosta, Editurist – Fondazione CRT – Assoc. Antichità Arti Subalpine, Torino, 2007

Fonti:
Notizie e immagine tratte nel 2014 da pagine, non più esistenti nel 2020, del sito www.sitbiella.it.

Data compilazione scheda:
11/02/2008 – aggiorn. marzo 2014 – maggio 2020

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta -G.A.Torinese

 

Gattico – Veruno (NO) : resti della chiesa di San Martino e altre chiese romaniche a Gattico

gattico7_10_00_0novartestoria.

Storia e descrizione dei siti:
CHIESA DI SAN MARTINO
L’edificio più importante è la chiesa plebana, che decadde a causa di un evento distruttivo (forse un incendio) che nel XV secolo causò ingenti danni; parte delle pietre servirono, nel 1630, per la costruzione del campanile della chiesa di San Cosma e Damiano, che assunse il titolo di sede plebana e poi parrocchia. I resti sono oggi ben conservati, dopo i restauri degli anni Ottanta-Novanta che hanno ripristinato un pilastro crollato e il paramento murario esterno degli absidi.
Era una basilica a tre navate coperte dal solo tetto e terminate da altrettante absidi semicircolari: le arcate di divisione fra le tre navate erano sei per parte sostenute da pilastri di sezione rettangolare. La muratura è di qualità discreta con paramenti in pietra squadrata; eccezionalmente nei pilastri (sotto all’imposta degli archi) negli archivolti absidali e nelle finestre vi sono tratti di paramento laterizio di effetto policromo: gli archi hanno apparecchio lunato. La decorazione esterna è limitata alle cornici di archetti pensili: se ne riconoscono ancora nella facciata, nei tratti corrispondenti alle navatelle, e nell’absidiola: gli archetti sono monolitici. La porta principale ha un architrave di forma particolare; invece le due porte laterali sono più semplici. Le finestre sono a feritoia con strombatura.

CHIESA (oratorio) DI SANT’IGINO
A breve distanza da San Martino sorge l’oratorio, ormai ridotto a rustico dell’omonima cascina e in pessime condizioni. Nel cortile vi è un bel pozzo antico, con una limpida vena d’acqua. L’edificio è datato al 1125 – 1150 e la corretta dedicazione è a S. Eugenio, secondo la citazione più antica dei documenti (1387). Essa era una della dieci cappelle della pieve di Gattico. Nel 1595 il vescovo Bascapè ne decretò l’abbandono.
Nonostante l’allungamento in facciata e l’apertura di una porta nell’abside, trasformata in cantina, sono visibili le murature perimetrali con i contrafforti, in alcuni punti i corsi a “spina di pesce” e una bella monofora absidale, composta da tre pietre magistralmente sbozzate.

CHIESA (oratorio) DI SANT’ANDREA
Venne eretto nei pressi della fortificazione detta “castellaccio”, a nord-ovest del paese: oggi è usata come abitazione e rustico, ma conserva perfettamente leggibili le tre fasi costruttive (X-XII secolo) e il pregevole abside con fornici. Abbandonata nel XVII secolo.

Altre due cappelle romaniche sono testimoniate nel territorio comunale. Sant’Ambrogio, oggi completamente scomparsa, sorgeva nei pressi del castello al centro dell’odierno abitato e fu demolita nel 1595 per ordine del vescovo Bascapè.
Di SANTA MARIA DI MUGGIANO sopravvivono scarsi resti, coperti dalla vegetazione, presso l’omonimo cascinale sulla strada verso Oleggio Castello. L’edificio è del X secolo, con resti di un affresco mariano degli inizi del ‘400.

 Altri resti medievali
Il primo documento in cui si parla di Gattico è legato alla storia della pieve ed è datato 25 giugno 1132, poi feudo dei signori di Castello, la cui fortezza fu distrutta nel 1410 e ne resta solo un torrione.
Anche Maggiate Superiore, frazione di Gattico-Veruno, possedeva un castello come risulta dalla “Cronaca” dello storico trecentesco Pietro Azario. Questo venne distrutto dapprima nel 1311 per mano dei ghibellini e, successivamente, nel 1358 per volontà di Galeazzo II Visconti affinchè non cadesse nelle mani nemiche del Marchese del Monferrato. Ora dell’antico maniero si possono ammirare solo alcuni resti inglobati in edifici recenti. L’origine di un’alta torre a pianta quadrata potrebbe risalire alla metà del XII secolo, mentre la sua parte superiore è decorata da una cornice in cotto del XV secolo. In un altro edificio posto accanto alla torre sono visibili due finestre tardo-gotiche circondate da decorazioni in cotto.

Informazioni:
Il Comune di Gattico-Veruno fu istituito il 1º gennaio 2019 con la Legge Regionale n. 26 – 2018  mediante fusione dei comuni di Gattico e Veruno.
Chiesa di San Martino a circa 1 km a nord della frazione Gattico vicino alla strada per Arona.

Chiesa di Sant’Igino: è alla periferia della frazione Gattico, in località Sant’Igino.
Sant’Andrea  è inglobata nella cascina omonima, Via Cascina Sant’Andrea.
Info comune, tel 0322 838988

Links:
https://www.comune.gattico-veruno.no.it/it-it/vivere-il-comune/cosa-vedere

http://www.medioevo.org/artemedievale/Pages/Piemonte/Gattico.html

https://www.flickr.com/photos/bigcamera/27307431683
https://www.flickr.com/photos/bigcamera/27885796156 Foto di Sant’Igino

Fonti:
Vedi anche novartestoria.wordpress.com da cui è stata tratta la foto in alto.
Vedi anche per San Martino: http://www.ssno.it/html/arno/aromnov37.htm e per Sant’Igino: http://www.ssno.it/html/arno/aromnov38.htm

Data compilazione scheda:
1 dicembre 2011 – aggiorn. marzo 2014 – maggio 2020

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta -G.A.Torinese

s_martino_2

gattico SANT IGINO1

s_martino_1-Comune

abside_di_s_andrea

castello_di_gattico

Gattico – Veruno (NO) : reperti preistorici e di età romana a Gattico

gattico_fotolapide hermadio

Descrizione del sito e dei ritrovamenti a Gattico:
Molti sono i ritrovamenti avvenuti nella zona: un’iscrizione in caratteri leponzi presso la cascina Pibbia di Gattico; iscrizioni funerarie romane presso la chiesa parrocchiale, nella frazione Motti di Muggiano e, nel territorio, la lapide di Veturio. Una tomba romana venne scoperta in località Grandina presso l’oratorio di Sant’Andrea. Tombe a cremazione dell’epoca della romanizzazione e della prima età imperiale in frazione Maggiate Inferiore. Da Cascina Muggiano materiali che testimoniano un insediamento rustico a partire dal I secolo d.C.
Nel 2018 fu ritrovata a Gattico un’ara romana da parte del Gasma (gruppo archeologico storico mineralogico di Arona). La pietra era stata usata come gradino di una scala.

Per approfondimenti leggi  il PDF archeologia_gattico, dal sito del Comune nel 2011.

Luogo di custodia dei materiali:
Per la maggior parte nei musei novaresi.

Informazioni:
Il Comune di Gattico-Veruno fu istituito il 1º gennaio 2019 con la Legge Regionale n. 26 – 2018  mediante fusione dei comuni di Gattico e Veruno.

Links:
https://www.comune.gattico-veruno.no.it/it-it/vivere-il-comune/territorio

Fonti:
Informazioni e fotografie (lapide in altro dalla scheda sulla chiesa parrocchiale), (reperti in basso dalla scheda su Maggiate Inferiore) tratte nel 2014 da pagine, non più esistenti nel 2020, del sito www.sitbiella.it.

Data compilazione scheda:
1 dicembre 2011 – aggiornamento marzo 2014 – maggio 2020

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G.A.Torinese

gattico_foto_10bis1

Garbagna Novarese (NO) : Oratorio di Santa Maria

garbagna_est

Storia del sito:
Secondo gli studiosi la sua origine è riconducibile all’ultimo quarto dell’XI secolo. Già documentato una prima volta nel 1077 e successivamente nel 1181. Nel corso dei secoli vari furono gli interventi di restauro e le manomissioni che il piccolo oratorio subì, senza però compromettere la struttura originaria. La chiesa subì un rifacimento in età gotica: a tale periodo si possono infatti far risalire gli archetti che dovevano decorare anche il lato nord e che sono ancora visibili nell’interno del locale costruito a ridosso della chiesa nel secolo XIX ed ora utilizzato come sacrestia.
L’odierna facciata è un rifacimento in stile neoclassico del 1908 e successivamente modificata. Preziosi AFFRESCHI risalenti al XV secolo, recentemente restaurati, ricoprono interamente la zona absidale e la parete a sinistra.

Descrizione del sito:
L’oratorio si presenta ad aula unica con abside semicircolare e con copertura lignea a capanna. La muratura dell’abside della chiesa è costituita da mattoni di buona fattura disposti orizzontalmente ed uniti fra loro da abbondante malta; la muratura dei lati e della facciata è invece composta da materiale non omogeneo, di riutilizzo, come i frammenti di tegoloni romani posati a lisca di pesce, intervallati da corsi orizzontali di mattoni posati di piatto. Esternamente la superficie dell’abside è scandita in cinque specchiature da paraste che partono da un basamento dal modico aggetto ed alto circa 80 centimetri. Le specchiature sono decorate in alto da archetti ciechi disposti a gruppi di tre. La luce era, originariamente, assicurata da quattro finestre monofore strombate: due collocate sull’abside e due aperte sul lato meridionale. Le finestre furono tamponate nel secolo XV, quando l’interno della chiesa fu affrescato.
Gli AFFRESCHI. Nel catino dell’abside si trova una Pietà, densa di grande tensione drammatica, ancora ricca di echi romanici, risalente ai primi anni del Quattrocento; della stessa epoca sono una Madonna con Bambino e una piccola sant’Elena, poste accanto all’affresco citato.
Più tarda, del 1481, è la Madonna in trono con il Bambino in braccio, ai lati due angeli musicanti e il committente presentato da san Francesco; interessante è il lungo cartiglio che presenta, in caratteri gotici, il committente, la data e l’autore, Tommaso Cagnola, legato alla corte dei duchi di Milano. I personaggi sono disposti nello spazio senza sovrapposizioni; le influenze derivate dalla ricca pittura di corte sono riconoscibili nella preziosità dei tessuti decorati con i motivi della pigna, nella levigata raffinatezza dei volti, dolci e rosati, nella delicata variazione dei colori.
La decorazione dell’abside è completata dagli affreschi di san Bernardo e di san Bovo da un lato e di Pier Lombardo e di san Nicola di Tolentino dall’altro.
Lungo la parete di sinistra sono affrescate Madonne con Bambino (di cui una con il committente in adorazione) e un riquadro che raffigura il Miracolo di san Eustachio-Uberto, che è riconosciuto dagli esperti come opera di grande valore sia per la particolarità dell’episodio narrato, sia per le qualità artistiche. Anche in questo dipinto la cultura di corte filtra attraverso la struttura dell’immagine nel recupero della leggenda di Uberto che si identifica con sant’Eustachio e la scena religiosa si trasforma in una scena di caccia e di vita signorile: l’evento sacro è affidato al solo Crocifisso che, miracolosamente, appare fra le corna del cervo. Anche questo affresco è attribuito al Cagnola e alla sua bottega.

Informazioni:
L’oratorio, conosciuto localmente anche come “Madonna di Campagna”, è situato fuori dall’abitato, a nordest, in prossimità della linea ferroviaria Novara-Mortara. Via De Cagnoli intersezione con via Verdi. Info: Parrocchia tel. 0321 845115

Links:
http://www.comune.garbagna.no.it/ComSchedaTem.asp?Id=1282

http://www.provincia.novara.it/Editoria/EditoriaDoc/oratori/garbagna.htm

Bibliografia:
FAGNONI M.R., (a cura di) Alla scoperta di antichi Oratori campestri, Provincia di Novara, Novara. 2003

Fonti:
Vedi anche Wikipedia e il sito novartestoria.wordpress.com
Notizie tratte dai siti sopra indicati. Foto in alto dal sito n°2. Foto n° 2 da http://www.progarbagna.it/index.php/dove-siamo/il-territorio/arte-e-cultura/oratorio-di-santa-maria. Foto in basso da Wikipedia. Ultima foto in basso da https://novartestoria.files.

Data compilazione scheda:
30/04/2007 – aggiornamento marzo 2014

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – Gruppo Archeologico Torinese

Garbagna chiesetta_back

Garbagna_SantaMaria_int2Wikipedia

Galliate (NO) : reperti preistorici

galliate_urna

Descrizione del sito e dei ritrovamenti:
Sulla strada preromana che collegava Vercelli a Como è stata ritrovata una grande necropoli con tombe a tumulo del IV secolo a.C. Il sito permette di capire meglio come fu riorganizzato il territorio novarese dopo la rovina della società golasecchiana a causa delle invasioni galliche.

Descrizione del sito e dei ritrovamenti:
Sulla strada preromana che collegava Vercelli a Como è stata ritrovata una grande necropoli con tombe a tumulo del IV secolo a.C. Il sito permette di capire meglio come fu riorganizzato il territorio novarese dopo la rovina della società golasecchiana a causa delle invasioni galliche.
Per approfondimenti vedi il PDF:  Archeologia GALLIATE tratto dal sito del Comune.

Informazioni:
Siti non visitabili.

Links:
http://www.comune.galliate.no.it/

Fonti:
Notizie dal sito del Comune.  Foto (reperto da Costa Dritta) tratto nel 2014 da pagine, non più esistenti nel 2020, del sito www.sitbiella.it.

Data compilazione scheda:
2 dicembre 2011 – aggiornam. marzo 2014 – maggio 2020

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta -G.A.Torinese

Galliate (NO) : Castello Sforzesco

GALLIATE-Castello

Storia del sito:
Il castello sorse per volere di Galeazzo Maria Sforza dal 1476 sulle basi di una precedente fortezza viscontea e venne realizzato su progetto degli architetti militari Ambrogio Ferrari e Danesio Mainerio. Dopo la morte del duca i lavori di costruzione si fermarono e furono ripresi solo nel 1496 da Ludovico il Moro che si avvalse nuovamente del Ferrari per rendere la fortezza una comoda residenza per le cacce ducali. Nel 1532 divenne feudo del ramo Caravaggio degli Sforza, subendo nel corso del Seicento diverse trasformazioni, che però non mutarono le strutture fondamentali. Dopo essere rimasto da fine Settecento in uno stato di degrado, nel 1878 venne frazionato tra più proprietari ed iniziarono gli interventi di restauro.
Il muro di cortina del lato di ponente venne distrutto nel secolo XVII da una mina ed ora è sostituito da un altro muro e da fabbricati moderni, tra cui spicca l’edificio in forme neogotiche con annessa torretta, costruito all’inizio del Novecento.
Oggi il castello appartiene in buona parte al Comune che ha già intrapreso un organico piano di restauro conservativo per restituire il castello all’antico splendore, destinando parte degli spazi a museo e a mostre.

Descrizione del sito:
Malgrado le vicende storiche e i diversi passaggi di proprietà, il castello ha conservato le sue caratteristiche essenziali e tutta la sua imponenza: l’ampio fossato in origine era largo più di 20 metri e lo stesso edificio fu costruito in forma di vasto quadrilatero (108 m x 80) con mura merlate di oltre 3 metri di spessore. Agli angoli della rocca si elevano quattro torri che superano di soli cinque metri e mezzo i muri di cortina, accentuando l’aspetto orizzontale dell’edificio. Vi sono inoltre altre due torri sui lati maggiori a sud e a nord, contenenti le porte principali d’ingresso con le loro posterle, già munite di ponti levatoi e dei rivellini che servivano da battiponte. Queste due torri presentano beccatelli formati da tre mensole in pietra sporgenti l’una sull’altra, caratteristica molto rara nel Novarese, mentre merli ghibellini sono posti a coronamento del muro sopra beccatelli lunghissimi.
L’interno del castello invece mostra i cambiamenti avvenuti durante l’Ottocento; in particolare nella parte orientale sono situati il porticato in stile neorinascimentale e la sala ottocentesca che attualmente è adibita ad Aula Consiliare, e dove si svolgono durante l’anno varie manifestazioni culturali. Nell’ala sud-occidentale, adibita a Biblioteca, sono visibili eleganti decorazioni pittoriche, ornamenti ed affreschi dei secoli XVII-XIX che abbelliscono la “Sala Rosa”, la “Sala degli Stucchi” e la “Sala degli Stemmi”. Rimangono altri esempi di pitture nelle torri: in quella castellana a nord-est una vasta sala del primo piano conserva una bella volta rinascimentale ad ombrello decorata da affreschi riproducenti gli stemmi dei Visconti e degli Sforza.

Informazioni:
nella parte nord dell’abitato più antico. Comune tel. 0321 800 700 oppure 0321 800 763

Links:
http://www.comune.galliate.no.it/Aree-Tematiche/Turismo/Cosa-vedere/Il-Castello

http://it.wikipedia.org/wiki/Castello_Sforzesco_di_Galliate

Bibliografia:
ANDENNA G., Il castello di Galliate nella storia del borgo, Comune Galliate, Galliate NO, 1997 (2à ediz.)

Fonti:
Notizie e foto dal sito del Comune.

Data compilazione scheda:
2 dicembre 2011 – aggiornam. marzo 2014

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta -G.A.Torinese