Ghemme (NO) : ricetto e oratorio di San Fabiano
Storia del sito:
Il sito fu abitato sin dal Neolitico e ancora in età romana; nel Medioevo fu un centro importante, dipendenza dei vescovi di Novara fin dall’XI secolo, nel 1221 passò al Comune di Novara. Il nucleo fortificato è stato molto studiato, ma permangono difficoltà nel classificarlo e non si hanno date certe sulla sua edificazione. Si ritiene che il primo impianto possa risalire al X secolo, che successivi interventi architettonici siano avvenuti intorno al XII secolo ed altre trasformazioni sino agli inizi del XV. Una pergamena del 1128 cita un “castrum”, ma non è chiaro a quale elemento si riferisca, in quanto esisteva sulla vicina collina il castello dei feudatari del luogo. Si sa che il borgo fu soggetto a distruzioni nel XIII e XIV secolo.
Quello che oggi viene chiamato “ricetto” di Ghemme sorse per iniziativa popolare come BORGO FORTIFICATO, circondato da un muro difensivo e dal fossato, per proteggere se stessi, il bestiame e le derrate alimentari da saccheggi e distruzioni all’epoca delle lotte fra Guelfi e Ghibellini. Il complesso edilizio, a nord-ovest dell’antico abitato, è di forma quadrilatera, con una superficie totale di 12.000 mq, a maglie rettangolari con una strada centrale di spina. Le dimensioni, l’irregolarità dello schema viario e l’articolazione in nuclei disomogenei rafforzano l’ipotesi che non si trattasse di un ricetto, ma di un borgo nuovo che si munì di cinta difensiva.
Alla zona abitata si accedeva per mezzo di un torrione con ponte levatoio, difeso da un “rivellino”, posto sul lato est verso il fiume Sesia, mentre agli angoli Nord-Ovest e Sud-Ovest si innalzavano due torrette cilindriche. Nell’interno le cellule edilizie erano raggruppate in isole e articolate intorno a piccoli cortili.
La torre rotonda nell’angolo occidentale venne distrutta nel XIX secolo.
Oggi le cellule, in parte modificate nel tempo, sono state ristrutturate, come l’acciottolato delle vie.
Descrizione del sito:
Delle fortificazioni rimangono la torre angolare di sud-ovest, qualche traccia delle merlature a coda di rondine (ghibelline) murate sul lato settentrionale. Le mura di cinta sono ancora ben visibili su almeno tre lati e hanno un’altezza di circa tre-quattro metri dal fondo stradale che, col tempo, ha occupato il posto del fossato. Sono formate da due cortine di ciottoli posti a spina di pesce con uno spessore superiore a m. 1,10: in alcuni tratti sono stati inseriti successivamente corsi di mattoni.
All’interno si trovano numerosi edifici costruiti con ciottoli di fiume disposti a spina di pesce e intervallati da corsi di mattoni. Raggruppate in piccoli agglomerati attorno a cortiletti, le case hanno un aspetto aggraziato: il piano terreno, cui spesso si accede tramite una porta con arco a tutto sesto, serviva principalmente da magazzino in cui conservare le derrate alimentari, soprattutto il vino; il primo piano, servito da una scala esterna e illuminato da finestre a sesto acuto esternamente decorate con modanature o formelle in cotto, era invece destinato all’abitazione, dotato di camino sporgente verso l’esterno. Su alcune pareti sono stati trovati pregevoli affreschi, tra cui una Deposizione del sec. XV ora conservata al Museo Civico di Novara. Quasi tutte le case hanno un mezzanino o solaio sotto il tetto, un tempo utilizzato come deposito per il grano. Le soprelevazioni sono databili al XIV-XV secolo.
L’ORATORIO DI SAN FABIANO si trova lungo la strada che dal centro di Ghemme conduce a Cavaglio d’Agogna ed era costituito da una semplice cappella votiva aperta. Risale al XV secolo e fu ampliata, costruendo una volta a botte, nel 168l-82 dalla Comunità di Ghemme. All’interno, sulla parete di fondo, i restauri di qualche anno fa hanno permesso di recuperare la Crocifissione, databile alla fine del ‘400 o inizi del ‘500 ed attribuita al pittore Bartolonus. Essa raffigura il Crocifisso con due angeli che raccolgono il sangue che esce dalle ferite delle mani. A destra vi è s. Giovanni Evangelista e a sinistra la Madonna. Ai loro lati, rispettivamente, s. Fabiano e s. Cristoforo col Bambino che reca un cartiglio: “Ego sum lux mundi. Via veritas et vita”.
Informazioni:
Comune tel. 0163 840101
Links:
https://www.comune.ghemme.novara.it
http://it.wikipedia.org/wiki/Castello-ricetto_di_Ghemme
Storia_di_Ghemme_www.centrocasalis.it
Bibliografia:
VIGLINO DAVICO M., I ricetti, difese collettive per gli uomini del contado nel Piemonte medioevale, Edialbra, Torino, 1978
PEROTTI M., Il ricetto di Gemme, in “Piemonte vivo” n° 6, 1975
Fonti:
Fotografie da Wikipedia.
Data compilazione scheda:
29/10/2006 – aggiorn. marzo 2014
Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – Gruppo Archeologico Torinese