Scarmagno (TO) : Resti della Cappella di San Giacomo

scarmagno sangiacomo

Storia del sito:
Costruita prima del 1000, dai ruderi esistenti tutt’ora si vede che furono riutilizzati materiali di un più antico edificio. Probabilmente era una chiesa plebana, anche perché era in parte circondata da un cimitero. La porta di ingresso, alla quale si accedeva per mezzo di una scala o di una rampa, si trovava sulla parete nord.

Descrizione del sito:
L’edificio, in parte crollato, si presenta a pianta rettangolare ad una sola navata, in testa alla quale era l’abside semicircolare di 2,20 m di raggio. L’orientamento della chiesa è sull’asse est-ovest. La muratura è molto rozza, con grossi blocchi di pietra squadrata e pietre disposte a spina di pesce intervallate da corsi di embrici che formano strisce orizzontali sulle pareti esterne. L’apparato murario dell’abside, su cui si aprivano probabilmente tre monofore a doppia strombatura, di cui quella nord-occidentale ancora visibile, non presenta alcun ornamento anche se, da un disegno eseguito nel 1913 da Alfredo D’Andrade, sembra che ci fosse un coronamento a cornice sostenuta da dentelli.
Essendo la chiesa situata quasi totalmente su un pendio, con il piano di calpestio a livello del terreno a occidente, ora pianeggiante, è ancora possibile notare parte dello zoccolo rinforzato di fondazione che fuoriesce consunto e sbrecciato in corrispondenza dell’abside e dei lati nord e sud. Internamente la copertura era a nude tegole.
Una particolarità di questa chiesa è la presenza all’interno, nei muri laterali, di piccole cavità quadrate rivestite di embrici. La loro funzione, confermata dalla visita pastorale di mons. Asinai del 1652, era quella di servire da supporto alle lucerne che illuminavano la chiesa. Le nicchie nel presbiterio (presenti anche in S. Pietro in castro a Pavone, S. Lorenzo a Settimo Vittone, nel Gesion di Piverone e in altre) dovevano avere anche altri utilizzi, particolarmente se poste sulla sinistra (“in cornu Evangelii”) per riporre le ampolline, il campanello e a volte anche il calice.
Un frammento di affresco, ormai illeggibile, si trova ancora sulla parete sud, a sinistra della finestrella a feritoia.

Descrizione dei ritrovamenti:
Una pietra, collocata nello stipite della porta, reca le lettere “ROMAVAV”; un piccolo frammento di cippo funerario romano con incise le lettere “L • COR///”, che il Cavaglià ha attribuito al I sec. d.C.
L’altro stipite della porta era formato anche da un frammento (menzionato dal Boggio e disegnato dal D’Andrade nei suoi appunti) su cui era incisa la scritta “RIMIGAV”. Questo reperto col tempo era scomparso dal suo posto originario a causa del crollo del muro e venne ritrovato nel 1974 tra le macerie della chiesa; subito dopo venne trasferito nel lapidario del palazzo vescovile di Ivrea. Presumibilmente risale ai secoli VIII-X.

Informazioni:
I resti dell’edificio, nascosti dalla vegetazione, sono su terreno di proprietà privata, all’ingresso sud del paese, nei pressi di via Màsero, non lontano dal Municipio. Comune, tel. 0125 739153

Link:
http://www.comune.scarmagno.to.it

Fonti:
Notizie e fotografie tratte nel 2007 dalla pagina del sito del Comune di Scarmagno.

Data compilazione scheda:
16/05/2007 – aggiornamento giugno 2014

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – Gruppo Archeologico Torinese

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