Santo Stefano Belbo (CN) : resti dell’abbazia di San Gaudenzio e di altri edifici medievali
Storia del sito:
L’area che circonda l’antica torre medievale fu quella che, con ogni probabilità, vide formarsi il primo nucleo insediativo dell’area santostefanese che fu dapprima abitata dai Liguri e, successivamente, dai Romani.
Il centro politico e religioso dell’abitato in epoca alto-medievale, fu invece l’area che si sviluppò ai piedi della collina di S. Libera, dove sorge la trecentesca chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo. Dopo il Mille, Santo Stefano Belbo faceva parte del comitato di Loreto, di ascendenza aleramica. Il feudo passò quindi ai Marchesi del Monferrato che lo cedettero nel 1311 a Manfredo IV Marchese di Saluzzo, che a sua volta ne investì nel 1337 gli Scarampi, nobili patrizi astensi. Risalgono all’incirca a questo periodo gli statuti comunali. Nel 1515 il feudo passò ai Marchesi d’Incisa e Marchesi Corti, per donazione da parte del Marchese Guglielmo IX di Monferrato, convalidata dall’Imperatore Carlo V, il 21 giugno 1536. Successivamente lo tennero, col titolo comitale i Beccaria Grattarola Incisa, per donazione del 20 giugno 1717, confermata da re Vittorio Amedeo II di Savoia nell’ottobre dello stesso anno. Dopo il trattato di Cherasco del 1631, Santo Stefano Belbo, come gran parte del Piemonte, entrò a far parte del Regno di Sardegna. Seguì le vicende dello Stato Sabaudo fino alla proclamazione della Repubblica Italiana.
Storia e descrizione dei siti:
RESTI DELL’ABBAZIA DI SAN GAUDENZIO
Tracce della presenza romana sono state rinvenute nei resti di fondazioni su cui sorse, in periodo alto-medievale, l’abbazia benedettina di S. Gaudenzio, sito dove probabilmente era esistito un tempio dedicato a Giove Capitolino. Ai monaci benedettini, tra l’altro, spetta il merito di aver introdotto la coltivazione della vite nei loro possedimenti che pare raggiungessero le duemila giornate di terreno nel solo territorio di Santo Stefano ai piedi della collina di Moncucco, il cui nome si fonda su una radice celtica che ha il significato di altura arrotondata.
Insigne monumento di architettura romanica del X secolo, presenta ancora tratti artisticamente interessanti: parti della navata sinistra, le tre absidi semicircolari in pietra arenaria, la sacrestia, resti di mosaici e sculture.
Dell’antico castello rimane il rudere della TORRE, che dall’alto domina il paese, e ricorda la sua distruzione, nel 1635, ad opera degli Spagnoli e degli Austriaci, che ne contendevano il possesso ed il dominio.
EX CHIESA DEI SS. GIACOMO E CRISTOFORO
Verso la fine del ‘200 fu sotto la cura dei canonici di Ulzio. Venne poi unita al canonicato della Cattedrale di Alba, da cui si emancipò nel 1577. Nel 1336 vi vennero ratificati gli “Statuti” della Comunità, dal Consiglio Generale che qui si era riunito. Consistenti lavori all’edificio vennero ordinati da mons. Vincenzo Marino, vescovo di Alba, che visitò la chiesa nel 1576, come anche da mons. Gerolamo Regazzoni che in particolare, nel 1577, raccomandò di chiudere con mura l’attiguo cimitero. Nel 1785 la parrocchiale risultò in “stato rovinoso”, ma per vedere conclusi i lavori di ristrutturazione e la decorazione della navata centrale, occorre giungere al 1871/1872. Nel 1886 vi fu collocato un nuovo organo, opera di Francesco Vittino e, l’anno successivo viene rifatta completamente la facciata. Nel 1926 le funzioni parrocchiali vennero trasferite alla nuova chiesa del Sacro Cuore di Gesù, mentre, con un’impegnativa campagna di restauro, l’antica chiesa divenne – negli anni ’90 – sede della Fondazione Cesare Pavese.
All’interno della chiesa indagini archeologiche hanno permesso di scoprire ceramiche tardoromane (IV – V secolo) relative a un abitato situato sulla strada tra Acqui e Alba
Informazioni:
I resti dell’abbazia di San Gaudenzio sono all’interno della Casa Vinicola Abbazia di San Gaudenzio tel. 0141 840808, oltre il Belbo a nord-ovest dell’abitato.
Gli altri edifici si trovano nel centro storico. Comune tel. 0141 841811. L’ex chiesa dei SS. Giacomo e Cristoforo è ora sede della Fondazione Cesare Pavese.
Links:
http://www.santostefanobelbo.it
http://http://www.langamedievale.it
Bibliografia:
MICHELETTO E., Un insediamento tardo romano e altomedievale nell’area della torre di S. Stefano Belbo : primi dati dello scavo, da “Alba Pompeia”, n.s., a. 13., fasc. 1.(1. sem 1992)
Fonti:
Notizie tratte nel 2011 dal sito del Comune. Fotografie in alto e n° 2 dal sito del Comune.
Data compilazione scheda:
29 novembre 2011 – aggiorn. luglio 2014
Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta -G.A.Torinese