Cuorgnè (TO) : Museo Archeologico del Canavese
Storia del Museo:
Fondato nel 2004, il museo occupa un piano dell’ala sud dell’antica manifattura di Cuorgnè, restaurata per l’occasione. Il percorso museale presenta al pubblico la storia del Canavese dalle origini tardopaleolitiche al Medioevo.
Descrizione del materiale esposto:
L’esposizione si articola in una serie di sale disposte attorno a uno spazio centrale riservato alle mostre temporanee.
La prima sala presenta un plastico del Canavese riprodotto in scala 1:25.000 e raffigurante quello che doveva essere il territorio nella tarda età romana.
Segue la sezione dedicata al Mesolitico: in un’unica vetrina sono esposti un nucleo di materiali in selce grigia e alcuni microliti lavorati da cacciatori del Tardoglaciale (12.000-10.000 a.C.) provenienti dalla Boira Fusca. Significativi i resti di orsi probabilmente cacciati e macellati nella grotta.
Dell’epoca neolitica rimangono i resti di alcune collane in pietra, i resti di una sepoltura dell’età del Rame, un’ascia levigata e una fusaiola finemente decorata.
Tre vetrine conservano inoltre i reperti provenienti dai tre grandi siti di Montalto, Santa Maria di Pont e San Martino, più qualche materiale rinvenuto a Filia di Castellamonte e all’imbocco della valle Orco.
Spicca il bicchiere ritrovato intatto in una tomba del lago di Montalto, oltre alle ceramiche con excisioni meandro-spiraliche da Santa Maria, la testa femminile di una statuetta fittile e la lama di un pugnale in selce da San Martino. Meritano ancora di essere menzionate una pintadera per pitture su pelle e stoffa, i resti di una tomba ad inumazione e un discreto numero d’asce in pietra verde levigata.
La quarta sala, posta a raccordo tra le due maniche del museo, presenta i materiali dell’età del Bronzo, dai resti di ceramica provenienti da Boire (Pont) ai materiali di Uvera (Cuorgnè), tra i quali si riconosce uno stampo in pietra per la produzione di un pettine.
Sono conservati in questa sezione vasi decorati a coppelle e linee incise, grandi ciotole ad ansa lievemente carenate, una lastra incisa proveniente da Navetta (Cuorgnè) e due statue usate come steli in un complesso funerario rinvenuto a Tina (Vestignè).
Una saletta a parte contiene la ricostruzione della tomba del cimitero ad incinerazione del Bronzo finale di Santa Apollonia, a Valperga.
Si entra quindi in una grande sala d’angolo. In cinque vetrine sono raccolti i materiali del Bronzo finale e dell’età del Ferro rinvenuti nel Canavese. Si spazia dalle urne cinerarie di Santa Apollonia all’urna fittile di Santa Maria, dalla copia delle spade in bronzo ricavate dallo stampo scoperto nell’Ottocento a Piverone alle terrecotte transalpine riferibili alla cultura di Hallstatt, dai vasi decorati del Bronzo finale alle terrecotte della seconda età del Ferro.
Con la sala successiva si passa alla prima età romana.
Il visitatore può ammirare le ceramiche grezze di produzione locale, risalenti alla tarda età del Ferro, e le più raffinate ceramiche a vernice nera, diffuse nei primi ambienti urbanizzati.
Una vetrina è dedicata alle attività domestiche e raccoglie diverse fusaiole, i pesi di un grande telaio verticale e alcune macine manuali. Altre due vetrine sono riservate ai materiali provenienti dall’area di Valperga e dalla grande necropoli di strada Borelli. Un’altra, infine, contiene i reperti derivanti dallo scavo dell’abitato di strada Borelli, oltre ad un’anfora vinaria di provenienza incerta, ma sicuramente norditalica.
La sala successiva è riservata alla collezione di lapidi funerarie romane, ventuno delle quali relative ad un’unica necropoli, divise in tre nuclei e presentate in forma analoga alla loro sistemazione originale. Una vetrina centrale presenta le usanze legate al culto e contiene la daga sacrificale rinvenuta nel 1951 al cimitero di Cuorgnè.
L’ultima sala del museo presenta i materiali del tardo Impero e d’epoca ormai barbarica. Dalle fattezze più raffinate di piena epoca romana si passa via via a forme più grezze. Numerosi i vasi in pietra ollare provenienti da Vauda, Belmonte e Cuorgnè.
Di pregio, poi, i grandi bracieri fittili e i resti di uno scarico di fornace per ceramica scoperto negli anni Settanta in località Ronchi di Torre Canavese, che attesta l’origine dell’artigianato ceramico nell’area castellamontese.
La visita al museo si conclude con una vetrina in cui è conservato un tegolone con ogni probabilità proveniente da una tomba, recante inciso il nome del defunto Ursicinus, scoperto a Belmonte nel XIX secolo. La stessa sala espone alcuni capitelli altomedievali provenienti ancora da Belmonte e da Valperga.
In una sala del Museo è conservato il “ CICLO DEI PRODI DI VILLA CASTELNUOVO”, un’opera affrescata databile verso la metà del XV secolo, venuta alla luce nel 1980 nei ruderi di quella che doveva essere la sala di rappresentanza del castello di Villa Castelnuovo nel comune di Castelnuovo Nigra. I dipinti che compongono il ciclo sono stati staccati, trasportati su pannello e restaurati. Per la descrizione dell’opera vedi scheda su Castelnuovo Nigra.
Informazioni:
Tel. 0124 651799 ; email: info@cesmaonline.org
Link:
http://www.cesmaonline.org
http://it.wikipedia.org/wiki/Museo_archeologico_del_Canavese
Bibliografia:
SAPELLI RAGNI M. (a cura di), 2004, Tesori del Piemonte. Il Piemonte degli scavi. Siti e musei di antichità
MERCANDO L. (a cura di), 1998, Archeologia in Piemonte, Allemandi
Fonti:
Fotografia in alto da Wikipedia.
Data compilazione scheda:
02/07/2007 – aggiornamento giugno 2014
Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Simona Vigo – G. A. Torinese