Cossato (BI) : Castello di Castellengo

Castellengo, panorama(Fab18 -13gen18)fotoGAT

Storia del sito:
Benché la tradizione attribuisca la fondazione del castello all’opera di Alberico di Monterone, nel X secolo, gli studi più recenti ritengono più probabile che le sue origini siano più antiche. Nei documenti più antichi riguardanti Castellengo si può riscontrare con frequenza il toponimo “Monte Limone” (o “Monte Livione”, “Montis Thitioni” o “Montis Timoni”) associato al termine “villa”: quindi potrebbero essere stati proprio gli abitanti della “villa di Monte Limone” ad organizzare la propria difesa in quello che probabilmente era, almeno in origine, un ricetto collettivo. Del resto il “castri Castellengij” è nominato per la prima volta solo nel documento di investitura del feudo del 26 ottobre 1392. Il castello fu di proprietà della famiglia De Bulgaro che dal XII secolo assunse il nome di “De Castellengo”.
I fatti salienti del periodo medioevale sono la dedizione a casa Savoia, avvenuta nel 1374 e l’occupazione del castello nel 1406 da parte del soldato di ventura Bando di Firenze che costò ai De Castellengo l’accusa di tradimento nei confronti dei Savoia. Pochi anni dopo, nel 1410, il fortilizio venne suddiviso e venduto a quattordici nobili biellesi e per i due secoli successivi quello di Castellengo fu a tutti gli effetti un castello di tipo consortile. Nel marzo del 1420 compaiono per la prima volta, quali acquirenti di una parte del feudo, i membri della famiglia Frichignono che conservarono il possesso del castello fino alla loro estinzione, nel 1883.
Nel 1630 Prospero Frichignono venne insignito del titolo comitale da Carlo Emanuele I. Negli anni successivi il castello dovette subire una serie di profonde modifiche, volte a trasformare il fortilizio in residenza. I documenti del 1500 testimoniano l’esistenza di strutture militari, quali il rivellino ed il ponte levatoio, oggi non più esistenti e non identificabili con certezza. La mappa più antica del castello è databile intorno al 1692 e presenta l’edificio pressoché nella situazione attuale. Per i secoli anteriori si hanno poche notizie; è da rilevare che il sistema castello-feudo di Castellengo ha continuato a funzionare attraverso i secoli fornendo le risorse necessarie al suo mantenimento ed alle sue stesse trasformazioni e producendo prodotti agricoli diversi (vino sino al secolo scorso; un mulino sorgeva ai piedi del castello).
La dissoluzione del feudo derivante dalla lottizzazione dei latifondi, che a Castellengo si conclude alla metà del 1900, ruppe definitivamente il legame castello-territorio e causò il graduale abbandono degli edifici. Con l’estinzione dei Frichignono il castello venne frazionato per passare nelle mani di diverse famiglie (nei primi anni del ‘900 una parte del castello divenne di proprietà dell’Avv. Luigi Borello, storico e studioso di araldica) e venne utilizzato come mera volumetria da sfruttare per la locazione e via via depauperato delle sue qualità nobiliari perdendo in quegli anni parte delle pitture, degli affreschi, delle tappezzerie e dei pavimenti originali.
Oggi il castello è di proprietà di diverse famiglie e sta riacquistando il passato decoro. Alcune parti, specie quella denominata “castello Ballestrero” a nord-est (1776), sono ormai irrimediabilmente compromesse, ma il restauro sul corpo sud-occidentaleha reso fruibile l’area più antica e architettonicamente più interessante. Integre sono fortunatamente rimaste le due torri angolari a nord e a sud del castello. Quest’ultima in particolare è sempre presente nelle rappresentazioni più antiche del castello: nel 1750 la torre è raffigurata con una copertura conica, probabilmente in coppi che non compare nella veduta di Enrico Gonin del 1856, in cui la torre è praticamente nello stato attuale, il che farebbe escludere che la torre sia stata oggetto di interventi nel XIX secolo.

Descrizione del sito:
Il castello, arroccato su una delle prime alture ai margini della pianura biellese, sulla riva destra del torrente Cervo, si trova nella frazione di Castellengo, che fino al 1929 fu comune autonomo ed ora fa parte del comune di Cossato. Il castello, isolato rispetto al piccolo abitato sottostante, è raggiungibile attraverso due strade. La strada più antica, detta “la Solata” almeno a partire dagli ultimi anni del ‘500, raggiunge il castello da nord-ovest. Superata la prima porta del castello, detta “del Moro”, si arriva nella “piazzetta della scuderia”. Salendo ulteriormente si giunge ai piedi del castello dove si aprono due ingressi. Attraverso la porta detta “di Ferro” si entra nel “cortile inferiore” in cui si trova il pozzo, la Cappella barocca di San Giovanni (1727 un tempo cappella gentilizia del castello e recentemente restaurata) ed il grande scalone di pietra (1780) che conduce al “cortile superiore”; attraverso l’androne di quella che veniva chiamata la “porta verde” si giunge invece nel più ampio cortile meridionale.
La seconda strada è quella che oggi è ritenuta la strada di accesso principale al castello, benché la sua realizzazione risalga alla seconda metà dell’800. Attraverso tre tornanti raggiunge il castello da sud-est, ove sono i giardini terrazzati, articolati su tre livelli e il cui impianto risale al 1900; la torre angolare merlata (1420 circa) e la manica sud-orientale con la sua facciata barocca (1759-1776).
Dell’originaria struttura medievale non restano che una torre angolare cilindrica della cinta esterna, piuttosto degradata; parte delle mura inglobate nei corpi di fabbrica; alcuni setti murari che si evidenziano soprattutto nelle cantine e, fortunatamente conservatasi in ottime condizioni, la quattrocentesca TORRE SUD. La torre é cilindrica, quasi interamente realizzata in laterizio e presenta una notevole altezza rispetto a quella raggiunta dal recinto; è coronata da merlature a coda di rondine con false caditoie.
Gli ambienti seminterrati delle cantine sono coperti con volte in laterizio a botte o a crociera, con l’unica eccezione dell’androne del pozzo. Al piano nobile si trovano alcuni ambienti coperti a volta sebbene nella maggioranza dei casi i soffitti siano in legno, talvolta a cassettoni decorati; gli interni del castello si presentano molto eterogenei: affreschi e pitture di diverse epoche più o meno conservati. Gli arredi originali, descritti in un minuzioso inventario del ‘700, sono andati completamente dispersi.

Informazioni:
In frazione Castellengo, di proprietà privata, una parte è adibita a centro per meeting, cerimonie, mostre ecc.  email: info@castellengo.it

Link:
http://www.castellengo.it

Bibliografia:
CICCIONI C., Il castello di Castellengo, in AA.VV., I Castelli del Biellese, a cura di L. SPINA, Silvana Editoriale, Milano, 2001.
RABAGLIO R., Castelli del Biellese, Ediz. Leone Griffa, Pollone BI, 2003

Fonti:
Notizie tratte in parte dal sito sopra indicato. Fotografie GAT.

Data compilazione scheda:
26/08/2006 – aggiornam. marzo 2014

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – Gruppo Archeologico Torinese

Castellengo, vista da S(Fab18 -13gen18) Foto_GAT

Castellengo, panorama(Fab18 -13gen18)fotoGAT