Trino (VC) : “Mansio di Rigomagus”

Storia del sito:
I primi scavi vennero iniziati nel novembre-dicembre 1969 dal Sig. Borla (museo di Trino). Dal marzo 1970 al 31 marzo 1973 proseguirono con la collaborazione di Domenico Molzino. La Soprintendenza alle Antichità del Piemonte intervenne con suoi lavori dal 19 febbraio al 12 marzo 1973. L’area di Trino corrispondeva nell’antichità, in base alle distanze fornite dalle fonti antiche, ad una tappa stradale romana sulla importante via pubblica da Ticinum (Pavia) ad Augusta Taurinorum (Torino) attraverso Laumellum (Lomello), Cuttiae (Cozzo) e Quadrata, oggi scomparsa, che si trovava nell’area della confluenza della Dora nel Po.

La tappa o mansio portava il nome di Rigomagus, di origine celtica, che era probabilmente il nome dell’insediamento civile più vicino, e le sue citazioni spaziano tra l’età imperiale (i vasi di Vicarello, che portano l’itinerario del percorso di fine I sec. a.C. – inizi I sec. d.C., dalla Spagna a Roma), il III secolo (l’Itinerario Antoniniano, elenco organizzato forse originariamente per Caracalla, ma trasformato in seguito in lista di tappe relative forse ad una ristrutturazione tetrachica dell’annona, soprattutto del grano) e il IV secolo (l’Itinerario Gerosolimitano o Burdigalense, percorso di un viaggio di pellegrinaggio dalla Gallia a Gerusalemme, datato al 333 d.C.).
Rigomagus è ancora citata in compilazioni geografiche altomedievali, la Cosmographia di un Anonimo Ravennate e la Geographia di Guido, databili tra VII e X secolo ma che utilizzavano materiali precedenti l’invasione longobarda della seconda metà del VI secolo. A questa data, però, il percorso al quale Rigomagus aveva appartenuto come mansio era in disuso, sostituito da una variante nord attraverso Vercelli, attestata da un miliario dedicato ai tetrarchi e ritrovato nell’area di Livorno e, nel Medioevo, dal toponimo strato Liburni.
In seguito il nome di Rigomagus scompare dai documenti e sembra non aver lasciato tracce neppure nella toponomastica locale, come avvenne invece in forma modificata per Quadrata. La menzione più antica di Trino sembra quella di una plebs Triclini inclusa nell’elenco più antico delle pievi vercellesi, databile al X secolo.

Descrizione del sito:
Le mansiones erano stazioni di sosta, poste a una giornata di marcia una dall’altra, lungo le vie consolari romane. Erano vaste costruzioni, atte ad accogliere, per il vitto e il pernottamento, i viaggiatori, i corrieri, le truppe in marcia e le loro cavalcature e i carriaggi, nonché il personale e i servizi annessi alla mansio. Nulla di preciso si sa sulle planimetrie delle mansiones, essendo, queste, tutte sparite.

Non ci sono elementi per una definitiva identificazione della funzione delle strutture scavate a Trino, anche se quella della mansio è stata a lungo la più diffusa. (Robino 2002)

Descrizione dei ritrovamenti:
La pianta mostra un complesso di costruzioni organicamente disposte, secondo un rigoroso senso logico e una visione ben precisa della loro funzione. Gli scavi (eseguiti dal Sig. Borla) hanno messo in luce: – un’area centrale di m 52 x 60, cintata da un muro sostenuto da contrafforti, circondata da abitazioni; – una tettoia larga m 3 circa, la quale correva lungo il perimetro interno del recinto, e che raccoglieva probabilmente laboratori, stalle, magazzini per rifornimento viveri per i viaggiatori e foraggi per gli animali; – due canalette in laterizio, di cui una per l’acqua potabile e l’altra per lo scolo delle acque del cortile; – una strada larga m 3,60 corrente attorno al recinto; – due aule basilicali con abside, contrapposte, all’esterno ovest del recinto; fra le due aule, due camere-bagno e un ambiente con varie canaletto; nel piano sopra le due aule (dalle robuste fondazioni) si presume si trovasse l’abitazione del prepositus della mansio; – altre abitazioni attorno al recinto, attribuibili ad alloggi, osterie e negozi fatti costruire da privati.

Informazioni:
Il sito, non visitabile, è in regione Le Verne che, amministrativamente, si trova a 500 metri oltre il confine del territorio trinese ed entro quello di Tricerro,  a circa 4 km a nord di Trino e a 2 a ovest di Tricerro.

Bibliografia:
ROBINO M.,Osservazioni sulla cosiddetta Mansio di Rigomagus a Le Verne, In “Campagna e Paesaggio Nell’Italia Antica” [a cura di Lorenzo Quilici e Stefania Quilici Gigli], L’Erma di Bretschneider, Roma 2002 pp. 241-50.
BORLA, S., 1980, La mansio di Rigomagus, Trino.
NEGRO PONZI MANCINI M.M. (a cura di), 1989, S. Michele di Trino Studi trinesi, n. 8.
BORLA S., 1982, Trino dalla Preistoria al Medioevo, Società di storia e archeologia Tridinum.

Fonti:
Testo tratto dalle pubblicazioni di Borla e Negro Ponzi Mancini.

Data compilazione scheda:
1 ottobre 2003 – aggiornamento febbraio 2014

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Federico Vigo – Gruppo Archeologico Torinese