Pecetto Torinese (TO) : Chiesa di San Sebastiano

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Storia del sito:
Nel più antico documento che ne testimonia l’esistenza (1584) è definita “ecclesiam campestrem”, ma viene anche riportato che un tempo era stata la chiesa parrocchiale del luogo, costruita presumibilmente nei primi anni del Quattrocento.
Il Comune di Pecetto, quale proprietario della chiesa, ha finanziato tra il 2003 e il 2009 un accurato intervento di restauro conservativo degli affreschi.

Descrizione del sito:
La facciata principale della chiesa è in semplici mattoni a vista, come tutto l’edificio.
La struttura interna è a pianta basilicale con tre navate lunghe una quindicina di metri coperte da volte a crociera sorretti da pilastri e un presbiterio che costituisce il prolungamento della navata centrale oltre l’arco santo. Il portale principale è a sesto acuto con cornice in cotto. La parete di fondo della navata sinistra presenta un’apertura tonda segnata da una cornice in cotto a foglie di cardo selvatico. Sulla parete sud un’apertura rettangolare con serramento in legno a due battenti immette nel cimitero. Al centro della navata maggiore due botole in pietra introducono nel sottostante ossario.
Tra il XV e il XVI secolo l’interno fu interamente affrescato, grazie all’intervento di ricche famiglie locali, i Bosio e i Vaudano, i cui stemmi sono ancora dipinti sui capitelli di due colonne all’interno. La molteplicità disorganica degli interventi, evidente nel ripetersi di alcuni temi, evidenzia che in essa operarono pittori di umile formazione accanto a maestri esperti.
L’AFFRESCO della volta del presbiterio, realizzato tra il 1440 e il 1450, è stato attribuito a Guglielmo Fantini, pittore di origine chierese, formatosi sugli esempi di Giacomo Jaquerio. Nelle quattro vele della volta del presbiterio sono raffigurati l’incoronazione della Vergine, gli Evangelisti e i due più popolari santi guaritori, sant’Antonio Abate e san Sebastiano. La Crocifissione affrescata sulla parete di fondo del presbiterio e le scene della Passione in parte sopravvissute sulle pareti, databili al terzo quarto del Quattrocento sono opera di un grande pittore per certi versi ancora misterioso, partecipe di una cultura gotico-internazionale di matrice lombarda. Il nome che compare ai piedi del Cristo crocifisso “Antonius de Manzaniis” viene interpretato come la firma dell’artista, del quale tuttavia non possediamo altre notizie.
Nelle prime tre campate della navata sinistra sono affrescati gli apostoli con il Cristo risorto (con san Tommaso che verifica la piaga del costato di Cristo e vari santi e sante (san Dario Vescovo, san Michele Arcangelo, san Giacomo maggiore, santa Scolastica e santa Pudenziana).
Sulla volta della terza cappella della navata sinistra si narra l’affascinante leggenda medievale di San Domingo de la Calzada, o “miracolo dell’impiccato”, legata al celeberrimo pellegrinaggio verso Santiago di Compostela in Galizia. Gli affreschi sono opera di un raffinato pittore convenzionalmente definito “pseudo Jacopino Longo” per l’affinità della sua arte con quella di Jacopino, dal quale però si differenzia per lo stile ormai pienamente rinascimentale. Suoi sono anche gli affreschi della sottarco della seconda destra e l’Assunta della navata centrale.
La quarta cappella della navata sinistra è dedicata ai santi Stefano e Lorenzo, i due primi martiri del cristianesimo. Il pittore, attivo a Pecetto, pur operando anch’egli fra il sesto e il settimo decennio del ‘400, mostra una cultura ancora medievale, con forti accentuazioni espressive (particolarmente evidente nel realismo con cui rappresenta l’accanimento dei persecutori). La scena sulla parete di fondo (san Lorenzo che guarisce un cieco) allude forse ad una grazia ricevuta o invocata dal committente degli affreschi, dal momento che il viso del miracolato è un vero ritratto, di grande finezza psicologica.
Di grande bellezza e importanza l’affresco posto sulla controfacciata di destra, realizzato con intensa carica emotiva nel 1508 da Jacopino Longo e raffigurante la Natività, prima opera datata pervenutaci dall’artista.

Informazioni:
La chiesa è presso il cimitero, a sud dell’abitato.
Da febbraio 2023 fa parte del circuito “Chiese a porte aperte“, scaricando l’app, registrandosi e prenotando la visita gratuita, si potrà accedere alla chiesa in autonomia.  Comune tel. 011 8609218 oppure e-mail: info@comune.pecetto.to.it

Links:
https://www.comune.pecetto.to.it/it-it/vivere-il-comune/cosa-vedere/chiesa-di-san-sebastiano-4896-1-f7d60f6c566eb898d4a76cc33326b574

Bibliografia:
Testo tratto da scheda reperibile in loco realizzata a cura di Silvia Gazzola e Claudio Bertolotto.
Benedetto V., La chiesa di San Sebastiano. Pecetto Torinese, Asti 1965
Montanari Pesando M., Villaggi nel Piemonte medievale, Due fondazioni chieresi nel XIII secolo. Villastellone e Pecetto (BSSS, 208) Torino 1991
— La collina torinese. Quattro passi tra storia, arte e archeologia. Catalogo della mostra a cura del Gruppo Archeologico Torinese
Capello C.F., Pecetto torinese, Chieri 1962

Fonti:
Fotografie GAT.

Data compilazione scheda:
11 /8/2000 – aggiorn. 15/10/2012 e luglio 2014 e febbraio 2023

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Mauro Marnetto – Gruppo Archeologico Torinese

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