Ivrea (TO) : Palazzi medievali
Storia dei siti:
Fondata dai Romani e denominata Eporedia, da epo (cavallo) e da reda (carro), poiché i suoi abitanti erano abili domatori di cavalli, la città di Ivrea si sviluppò secondo i canoni dell’urbanistica romana basata sui cardi e decumani immersa tra le colline ed il fiume Dora Baltea. Nel medioevo la città era cinta da mura e divisa in terzieri; quello della città comprendeva la parte alta dove si trovavano il Palazzo del Vescovo, la Cattedrale, il Chiostro, il Palazzo del Comune e il Castello; a sua volta anche la Città alta era attorniata da mura. La zona occidentale, ossia il terziere di San Maurizio, comprendeva la zona ove si trovava il castello dei Marchesi di Monferrato, conosciuto come Castellazzo. La parte bassa verso est faceva parte del terziere di Borgo, mentre oltre il ponte Vecchio, fuori dalle mura si trovava il Borghetto di ponte. Degli edifici medievali sono rimasti alcuni palazzi, più o meno rimaneggiati in epoche successive.
Descrizione dei siti:
PALAZZO DELLA CREDENZA
Si trova nel lato sud della piazza principale ed è una modesta costruzione in stile gotico, in mattoni: al pianterreno c’è un porticato con archi ogivali e con piccole finestre a sesto acuto, presenti anche al primo e secondo piano. Una semplice decorazione di coronamento sottolinea l’ultimo piano e il sottotetto. Fu eretta, probabilmente, intorno al 1313 insieme alla piazza attigua del mercato, per dare una sede al Consiglio del Comune, che nel Medioevo era detto Credenza. Si ritiene che fin dal XVI secolo questo palazzo non sia più stato usato come sede dei Credenzieri, ma per altri scopi, di cui non si hanno notizie.
Sul lato destro del palazzo della Credenza, affacciati sulla piazza, vennero costruiti portici bui e scuri che venivano affittati nei giorni di mercato. Con soffitti formati da grossi travi in legno, vennero demoliti nel 1700 a causa del degrado e dell’abbandono. L’unica testimonianza di essi sono i resti della “PORTA TOUPE” cioè un antro piuttosto basso e buio, allo sbocco di via Marsala (nel Medioevo “rua delle ova”).
CASA DEGLI STRIA (foto 1)
L’edificio si trova in via Siccardi, poco distante dal Palazzo di Giustizia ed attualmente ospita una scuola secondaria superiore. In questa casa nel 1391, Amedeo VII, il Conte Rosso, firmò, insieme ai nobili Canavesani e ai rappresentanti dei Turchini, un accordo che pose fine al Tuchinaggio, il movimento popolare che aveva più volte combattuto contro i feudatari del Canavese. La casa era dell’importante famiglia eporediese degli Stria e presenta una interessante cornice decorativa in cotto che riproduce ornamenti tipici del periodo: archi trilobati, fogliame e fune intrecciata. Questi fregi, testimonianza di una casa signorile del medioevo, vennero riprodotti nel 1884 dal D’Andrade nel borgo medioevale del Valentino a Torino.
PALAZZO E TORRE DEI TALLIANTI (foto 2)
Il palazzo si trova in Via Bertinatti. Fu costruito tra il XII e il XIII secolo dalla famiglia Tallianti, antico casato eporediese estintosi nel 1740. Nel cortile interno è possibile vedere la possente torre a pianta quadrata che è stata denominata “Turris Alba” (torre bianca) da A. D’Andrade. Non si sa però con esattezza da dove provenga il nome; si pensa derivi dall’intonacatura di calce che un tempo la ricopriva e di cui sono state ritrovate tracce in alcuni punti. La torre si innalza di due piani rispetto al tetto dell’edificio; su ogni lato si aprono delle finestrelle ad arco ogivale. I materiali usati per la costruzione sono pietra e laterizi a vista. Una ricca fascia composta da tre file di archetti pensili abbellisce la torre e una decorazione simile è presente in alcuni punti della facciata esterna.
TORRIONE E PALAZZO VESCOVILE
Il palazzo si trova in piazza Duomo, nei pressi della Cattedrale, è un complesso di edifici di diverse altezze e dimensioni formatosi nel corso del tempo con molte aggiunte e rifacimenti. Caratteristiche architettoniche medievali originarie restano nella torre, detta il “Torrione del Vescovo”, risalente al XV secolo, che si innalza alcuni metri oltre il tetto e che conserva il coronamento con decorazioni in cotto, i merli a coda di rondine e alcune aperture basse e strette, che, insieme allo spessore dei muri, testimoniano l’origine di casaforte. All’interno del vescovado vi è un cortile dove sono conservate lapidi con iscrizioni romane e cristiane ritrovate in canavese e un giardino, l’antico “pomarium”, formato da alcuni terrazzamenti.
Informazioni:
nel centro storico.
Links:
http://digilander.libero.it/mediaivrea/medioita/monument/homemonu.htm
https://www.comune.ivrea.to.it/
Bibliografia:
BENVENUTI G., Storia di Ivrea, Ed. Enrico, Ivrrea, 1976
Fonti:
Le notizie e le fotografie sono state tratte nel 2005 dal sito sopra indicato e dal sito del Comune.
Data compilazione scheda:
05/12/2005 – aggiornamento giugno 2014
Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G. A. Torinese