Provincia di Alessandria
Acqui Terme (AL) : Duomo di Santa Maria Assunta
Storia del Sito:
Fu consacrato nel 1067 dal Vescovo San Guido, ma la costruzione era iniziata una quarantina di anni prima.
Dopo essere stata rimaneggiata nel secolo XVII, della fabbrica romanica oggi si conservano il transetto, il campanile e le tre belle absidi semicircolari liberate dal restauro del 1971/72. Durante questi lavori è stato scoperto un sarcofago in pietra del sec. XI.
Descrizione del Sito:
Il campanile in cotto a bifore e trifore del sec. XIII, posto in facciata, venne completato nel 1479.
Le tre absidi (vedi fotografia) sono tripartite da lesene rettangolari e da una serie di archetti pensili a coronamento delle monofore. Costruite con conci di pietra arenaria locale non perfettamente squadrati, alternati lunghi e medi, disposti a corsi orizzontali abbastanza regolari.
La facciata è preceduta da un atrio del 1600, ma conserva il portale marmoreo che Giovanni Antonio Pilacorte scolpì nel 1481: la lunetta a bassorilievo rappresenta l’Assunta e gli Apostoli; negli stipiti vi sono statue di Santi.
L’interno è a cinque navate divise da pilastri con rilievi rinascimentali, con un ampio transetto.
Sotto il presbiterio si trova la cripta dell’XI sec., con un corpo longitudinale triabsidato e uno trasversale monoabsidato ciascuno suddiviso in tre navatelle da una selva di colonnine. Nel braccio destro il sarcofago del Vescovo Guido morto nel 1070.
Dalla parte destra del presbiterio si accede al chiostro della canonica, ultimato nel 1495, ma con resti romanici, cinto su tre lati da un portico, e su due da una loggia. Dal coro proviene un mosaico che un’iscrizione data al 1067, nel quale, tra animali che sembrano ispirati ai repertori favolistici dell’antichità, compare la storia del volo di Icaro. Formato da tessere nere su fondo bianco, ora è conservato nel Museo d’Arte Antica di Torino.
Informazioni:
Link:
https://it.wikipedia.org/wiki/Cattedrale_di_Santa_Maria_Assunta_(Acqui_Terme)
Bibliografia:
FRANZONI C., PAGELLA E., Arte in Piemonte. Antichità e Medioevo, Priuli e Verlucca ed., Ivrea, 2002
PAGELLA E., Il mosaico pavimentale del duomo di Acqui : elementi per un riesame, in: “Palazzo Madama. Studi e notizie”, Torino, 2.2011(2012), pp. 82-95
Fonti:
Fotografia tratta dall’articolo Wikipedia Acqui Terme
Data compilazione scheda:
10 giugno 2005 – aggiornamento giugno 2014
Nome del Rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G.A.Torinese
Acqui Terme (AL) : Chiesa dell’Addolorata (già Abbazia o Basilica di San Pietro)
Storia del Sito:
Tra il 989 e il 1018 il Vescovo Primo fece radicalmente rinnovare una precedente chiesa cimiteriale paleocristiana, edificando una chiesa a tre navate in stile romanico, che fu la cattedrale di Acqui sino alla consacrazione della nuova chiesa di Santa Maria Assunta.
Negli anni immediatamente seguenti l’edificio divenne la chiesa del convento dei Benedettini. La vita monastica proseguì sino agli ultimi decenni del secolo XV: poi iniziò la decadenza dell’edificio. Nel 1720 venne divisa la navata centrale e si eresse la chiesa dedicata alla Vergine Addolorata, trasformandola in stile barocco.
Tra il 1927 e il 1930 furono eseguiti forti interventi di restauro per riportare l’edificio alle presunte antiche linee romaniche, tra cui la rimozione di stucchi e affreschi all’interno.
La Chiesa che oggi vediamo è frutto di un restauro integrale del 1960.
Descrizione del Sito:
Originale romanico resta il bel CAMPANILE ottagonale, raro esempio in Piemonte, dell’inizio del secolo XI appoggiato sull’abside sud, aperto in alto da un giro di bifore.
L’interno della Chiesa contiene un affresco, staccato, della metà del XV secolo con una “Deposizione” di scuola lombarda; tele seicentesche e una statua lignea dell’Addolorata del 1720.
La parte absidale, originale, rivela una tecnica costruttiva più antica e meno raffinata di quella delle absidi del duomo, con ciottoli di fiume, mattoni di recupero e blocchi di pietra rozzamente spaccati in corsi orizzontali molto irregolari.
La decorazione consta di semplici lesene ritmicamente ripetute.
Informazioni:
Link:
https://www.cittaecattedrali.it/it/bces/165-chiesa-dell-addolorata-acqui-terme-al
http://www.medioevo.org/ – La cattedrale e San Pietro ad Acqui Terme
Bibliografia:
FRANZONI C., PAGELLA E., Arte in Piemonte. Antichità e Medioevo, Priuli e Verlucca ed., Ivrea, 2002.
Fonti:
Foto tratte dall’articolo Wikipedia: Acqui Terme
Data compilazione scheda:
10 giugno 2005 – aggiornamento giugno 2014
Nome del Rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G.A.Torinese
Acqui Terme (AL) : Acquedotto romano
Storia del sito:
Acqui Terme è posta sulla riva sinistra del fiume Bormida, in quella parte di territorio popolata già in età protostorica dalla tribù ligure degli Statielli; la città più importante di questa tribù, Carystum, fu poi conquistata nel II secolo a.C. dalle milizie romane del Console Marco Popilio Lenate. Data la sua favorevole posizione, divenne punto strategico di collegamento tra la zona mediterranea ed il nord, ruolo potenziato dalla realizzazione della via Aemilia Scauri, che collegava Tortona a Vado Ligure. Inoltre, grazie alle sue sorgenti di acqua calda, divenne un importante centro termale. Intorno al secolo I a.C. sorse così la città romana che fu nominata AQUAE STATIELLAE, alludendo al popolo che precedentemente vi era insediato e all’acqua termale proveniente dal suolo in gran quantità. Il periodo di maggior splendore della città fu tra il I ed il II secolo d.C.; citata nei testi di Plinio, Strabone, Seneca e Tacito.
Della città romana ci sono pervenute molte testimonianze, in parte conservate ora al Museo Archeologico (vedi scheda). Esistevano almeno due impianti balneari termali nell’abitato romano: il primo e forse il più importante era situato nell’attuale piazza della Bollente e fu rinvenuto il secolo scorso durante gli scavi sotto il tempietto neoclassico, realizzato dal Cerruti nel 1879, a coronamento della fonte da cui sgorga l’acqua termale a 75°C. A testimonianza di ciò rimangono parte di un pavimento a mosaico della piscina termale visibile sotto i portici di via Saracco, contenente una scritta dedicatoria riportante il nome di chi aveva rinnovato tali struttu-re e i sedili in marmo conservati presso il Museo Archeologico. Il secondo complesso era costituito da un’altra piscina termale rinvenuta all’inizio di corso Bagni. Degli impianti idrici destinati all’uso pubblico è stata rinvenuta, poco prima della piazza del Comune, una fontana a zampillo con annessa vasca rettangolare lapidea che fungeva da abbeveratoio servita da una conduttura in piombo ancora visibile.
Le rovine più importanti sono quelle dell’ imponente ACQUEDOTTO databile intorno al I secolo d.C., che riforniva il centro della città attingendo l’acqua dal torrente Erro, nei pressi del paese di Cartosio, e valicando la valle del fiume Bormida. Arrivata in città l’acqua veniva raccolta in una grande cisterna in un punto elevato, non individuato, da cui le condutture in piombo distribuivano l’acqua che alimentava le fontane e le vasche pubbliche e private e che, secondo alcuni studi, era utilizzata anche per ridurre la temperatura dell’acqua delle piscine termali.
Descrizione del sito:
L’acquedotto era lungo circa 13 km, su un percorso in gran parte sotterraneo e in parte fuori terra, con il tratto terminale sospeso, mantenendo una pendenza costante. Attraversava il fiume Bormida su grandi archi retti da pilastri, sette dei quali oggi sono ancora visibili e ben rendono l’idea dell’originaria struttura; altri otto pilastri si trovano nei pressi della strada per Cartosio.
I pilastri, alti circa quindici metri, sono costruiti con la tecnica dell’”opera a sacco”, caratteristica dell’edilizia romana, con nucleo interno di conglomerato cementizio e paramento esterno in blocchi di arenaria. Rimangono quattro arcate intere larghe circa 7 m.
Informazioni:
Fonti:
Foto tratte dall’articolo Wikipedia Acqui Terme
Data compilazione scheda:
14 settembre 2008 – aggiornamento agosto 2014
Nome del Rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G.A.Torinese
Acqui Terme – Ovrano (AL) : Chiesa dei SS. Nazario e Celso
Storia del Sito:
La costruzione della pieve di Ovrano probabilmente fa seguito alla fase di evangelizzazione dell’area iniziata dal vescovo Guido attorno al 1000 e perseguita poi, nel XII secolo, dai monaci benedettini. Il lugo è citato nell’atto di fondazione dell’Abbazia di San Quintino di Spigno, dell’anno 991. I benedettini furono i primi proprietari dell’edificio, eretto nella prima metà del secolo XII e la cui dedicazione, ai santi Nazario e Celso, fa supporre degli stretti legami con l’arcivescovato di Milano. Tali rapporti sono confermati dalla frequenza in zona di altre cappelle dedicate ai due martiri, unitamente a più antichi titoli provenienti dall’oriente e dal sud d’Italia.
Descrizione del Sito:
La chiesa rispetta l’orientamento est-ovest, ed ha pianta rettangolare ad aula unica, con un basso campanile addossato sul lato meridionale. L’abside semicircolare è priva dei tipici archetti pensili di coronamento, ma presenta le tre classiche campiture ripartire da lesene, caratterizzate dalla stessa alternanza di conci lunghi ad altri più corti che si riscontra nelle vicine pievi di Morsasco e di Visone. La conformazione delle lesene e delle monofore absidali di queste due piccole chiese ha spinto alcuni autori a integrare idealmente l’abside di Ovrano sul modello dell’abside con triplice serie di archetti e muratura (Rebora, 1991). Un’ulteriore analogia con la pieve di Morsasco è data dalle due finestrelle quadre che affiancano il portale ad arco della facciata.
La tessitura muraria presenta conci di pietra arenaria locale di grandi dimensioni, abbastanza ben squadrati e con spigoli puliti, alternati negli stipiti ad altri più piccoli con funzione ammorsante. La tecnica di taglio del materiale ed il gusto decorativo e il confronto con edifici di età tardo-romanica non consente di spostare la data di fondazione oltre la metà del Millecento.
Informazioni:
A nord della frazione Ovrano. Pro Loco Ovrano, tel. 0144 323496. La pieve di Ovrano appartiene al Comune di Acqui Terme.
Link:
http://www.inforestauro.org – Pieve di S. Vito (confronto con Ovrano)
Fonti:
Testo e fotografie tratti dalla pagina internet sopra indicata.
Data compilazione scheda:
31 dicembre 2011 – aggiornamento giugno 2014
Nome del Rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G.A.Torinese
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