Serravalle Scrivia (AL) : area archeologica e museale di “Libarna”

Area_Archeologica_di_Libarna

Descrizione del sito e dei ritrovamenti:
I resti della città romana di Libarna, già ricordata da Plinio, furono scoperti tra il 1820 ed il 1825, durante i lavori per la costruzione della “strada regia”, che da Genova portava a Novi Ligure, e da allora gli scavi ne hanno portato alla luce ampie parti.
Il sito vede intensi transiti fin dall’età del Ferro ed acquista importanza in età romana con il tracciato della via Postumia (148 a.C.) che, partendo da Genova, valica l’Appennino e procede verso Aquileia. Già in un periodo compreso tra la fine del III sec. e l’inizio del II sec. a.C. nell’area di Serravalle, sulla collina del Castello, è documentata la presenza di un nucleo di popolazione ligure, confermata anche da resti murari di possibile età repubblicana. La città sorge agli inizi del I sec. a.C.; tra l’89 a.C. (data della concessione del diritto latino alle popolazioni della Cisalpina) ed il 49 a.C. (data della concessione del diritto romano) si costituisce in municipium ed in età augustea viene compresa nella IX Regio ed ascritta alla tribù Maecia.
Il suo territorio confinava a sud con quello di Genova, a nord con Tortona, ad est con Veleia e ad ovest con Acqui Terme. Era organizzata secondo una rete urbanistica regolare, divisa in insulae (isolati) ed era centrata sul foro, posto all’incrocio delle due vie principali lastricate: il cardine massimo, costituito dal tratto urbano della via Postumia, ed il decumano massimo, che collegava il foro all’anfiteatro. Altre vie ad esse parallele suddividevano gli isolati di abitazione. Delle circa 40 insulae, 8 erano occupate da edifici pubblici.
L’area attualmente visitabile (solo un decimo dell’antica Libarna, la cui superficie era di ca. 23 ettari) occupa l’angolo nord-orientale: qui sono oggi visibili i resti di due isolati residenziali, l’anfiteatro ed il teatro.
Quest’ultimo, costruito tra la fine del I sec. e l’inizio del II sec. d.C., si trova attualmente in posizione infelice, tra due tratte ferroviarie, cosa che non permette di apprezzarne appieno la monumentalità e l’inserimento urbanistico di notevole impatto. L’ingresso principale era quello centrale, cui si affiancavano altri sei ingressi secondari ed era chiuso da un ambulacro colonnato. Il monumentale spazio quadrangolare ad esso collegato, verosimilmente tenuto a giardino e circondato da un ampio porticato, svolgeva la funzione di foyer, come si riscontra in altri esempi piemontesi (Torino, Benevagienna…). Della ricca decorazione architettonica restano solo poche notizie e alcuni frammenti, essendo stata quasi completamente asportata nel periodo in cui il teatro fu usato come cava di materiali edilizi.
L’anfiteatro, collocato in posizione scenografica, fu costruito nella seconda metà del I sec. d.C., all’estremità del decumano. Contrariamente alle consuetudini, non si trovava all’esterno del perimetro cittadino ma era inserito nell’impianto urbano, dove occupava lo spazio di due interi isolati, delimitato da portici. All’ingresso principale, al centro di uno dei due lati brevi in corrispondenza del decumano massimo, si affiancavano 12 corridoi secondari che consentivano un agevole accesso degli spettatori. Si può ipotizzare che, come per il teatro, l’elevato comprendesse due ordini, di cui il primo ospitava le gradinate per i posti a sedere, il secondo il loggiato per i posti in piedi. Per quanto concerne le abitazioni private, si ritiene che Libarna offra l’esempio più interessante e completo della regione.
I due isolati adiacenti l’anfiteatro sono probabilmente databili alla fine del I sec. a.C. e ristrutturati dopo la costruzione dell’anfiteatro stesso. Ciascuno è diviso in diverse domus che presentano il tipico schema della casa romana, con ambienti articolati intorno ad uno o più cortili, talvolta porticati e dotati di pozzi e fontane.
L’approvvigionamento idrico era assicurato da un acquedotto che partiva dalla valle del rio Borlasca. La prosperità dell’insediamento è comprovata dai notevoli mosaici che decoravano gli ambienti, tra i quali uno ancora visibile in situ, con la raffigurazione del mito di Licurgo e Ambrosia. Tra gli oggetti rinvenuti si segnalano piccole sculture in ambra (un giovinetto, un personaggio con cesto, un anello con testa dionisiaca), forse in parte provenienti da Aquileia, ed alcuni oggetti in bronzo (una statuina di Vittoria, collegabile alla produzione di Veleia, una di Minerva, un modellino di faro). Questi manufatti, così come altri frammentari in ceramica e vetro, sembrano suggerire un’ampia circolazione delle maestranze nel periodo di massima fioritura della città, tra il I e il II sec. d.C. ma, già a partire dal III sec. d.C., la prevalenza di altri percorsi viari determina la rapida crisi, quindi l’abbandono, dell’abitato.

Luogo di custodia dei materiali:
Un’ AREA MUSEALE è ospitata nel Palazzo Comunale di Serravalle Scrivia (Via Berthoud, 49), visitabile negli orari di apertura degli Uffici Comunali; info, tel. 0143 633627 ; ingresso gratuito.
L’Area accoglie una selezione di reperti dell’apparato decorativo di edifici della città romana di Libarna , provenienti da una collezione privata ottocentesca. Vi sono frammenti di capitelli, cornici, fregi, l’epigrafe dello scrivano Caius Catius Martialis (II sec. d. C.), parte di una lastra marmorea con le teste a rilievo di Pan e di Gorgone. Reperti di più recente acquisizione sono una fontana, due erme, vasellame da mensa, lucerne fittili ed un emblema in opus sectile che era la decorazione centrale di un pavimento del II secolo d. C.
Altri reperti sono conservati al Museo di Antichità di Torino e ai Musei Civici di Genova.

Informazioni:
Rivolgersi alla Biblioteca Comunale di Serravalle Scrivia, Piazza Carducci 4, Tel. 0143.633627, 0143.634166, Fax. 0143.686472

Links:
http://archeo.piemonte.beniculturali.it/index.php/it/musei/musei-del-piemonte/53-musei-provincia-di-alessandria/275-area-museale-di-libarna

https://www.comune.serravalle-scrivia.al.it/index.php/turismo/area-archeologica-ed-esposivitiva-di-libarna/

Bibliografia:
Elisa PANERO, La città romana in Piemonte, Cavallermaggiore 2000,  pp. 115-131
Emanuela ZANDA, Libarna, Torino 2004
Brochure_Libarna edita dal Comune di Serravalle S.

Fonti:
Informazioni tratte dal depliant illustrativo realizzato a cura del Museo di Antichità di Torino e del Comune di Serravalle Scrivia e da “Il Piemonte degli Scavi”, supplemento a La Stampa, Torino, 2004, pp. 109-114. Fotografia dal sito del Comune di Serravalle S.

Data compilazione scheda:
08/11/2007 – aggiornamento febbraio 2014

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Marina Luongo – G.A. Torinese