Provincia di Alessandria

Vignale Monferrato (AL) : Chiesa della Beata Vergine Addolorata

Storia del sito:
La costruzione fu preceduta dalla donazione nel 1465, da parte dei signori Cornaglia, di una precedente chiesetta di Santa Maria di Monterotondo ai padri Serviti, i quali avrebbero in quel luogo costruito la chiesa attuale. Il Convento fu edificato fra il 1470 e il 1490.
La Chiesa, danneggiata nel 1556 dai Francesi e nel 1691 dagli Alemanni, funzionò da parrocchia dal 1771 al 1841, durante la demolizione della vecchia parrocchiale dei SS. Bartolomeo e Maurizio la successiva ricostruzione e consacrazione. Restò chiusa nel periodo napoleonico, mentre nel 1907 il governo francese la cedette a privati.
Intorno al 1885 il Comune acquistò il Convento, lo demolì e, fra il 1886 e il 1888, costruì un edificio scolastico.
Molti interventi di ristrutturazione sono stati eseguiti nel Novecento e nei primi anni Duemila sulla Chiesa. Nel 2006 è stato riportato alla luce, sulla parete di destra, un affresco forse eseguito tra 1505 e 1510 raffigurante una Madonna in trono con Bambino , meglio conosciuta come Madonna del latte.

Descrizione del sito:
La chiesa, misura esternamente 46 x 22 m. La facciata, che in epoca imprecisata è stata privata del rosone, è tripartita da quattro paraste. Decorata da archetti pensili incrociati, è sovrastata da cinque pinnacoli tipicamente gotici. L’elemento decorativo ad archetti incrociati prosegue anche lungo le fiancate e l’abside mentre il campanile, massiccio ma di altezza non elevata, è decorato con motivi a dente di sega. Sul fianco della chiesa che dà su via Manzoni, oltre ad un breve tratto di muro che potrebbe appartenere alla precedente chiesa, presentando l’alternanza di pietra calcarea e mattoni tipica dell’architettura romanica monferrina, si può scorgere un portale tamponato con arco a tutto sesto probabilmente coevo alla costruzione dell’edificio e una porta più recente.
Il portale sulla facciata, risalente alla prima metà del ‘700, è affiancato da due lesene che sorreggono un timpano triangolare coevo. L’abside, supportato all’esterno da quattro paraste, pare ottagonale ma in realtà è costituito da tre absidi affiancate.

L’interno è a tre navate con volte a vela, divise da sei colonne con capitelli cubici sgusciati. Addossate alle prime due ci sono due acquasantiere a colonna in pietra del XVI secolo. Distribuiti sul pavimento si trovano gli accessi ai sepolcreti sotterranei dei Frati e di alcune eminenti famiglie locali. Alle pareti, sono appese dodici tele con gli Apostoli della seconda metà del Settecento,
Le navate laterali rialzate di un gradino terminano con due cappelle baroccheggianti, riccamente decorate a stucchi, con balaustre in legno e a lato una finestra rettangolare.
Nell’abside il coro, forse realizzato fra il 1512 e il 1528, è costituito da venti stalli lignei intarsiati.

Informazioni:
Via Besso Per visite contattare l’associazione Antipodes odv, tel. 392.9388505 oppure e-mail: antipodescasale@gmail.com

Links:
https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_della_Beata_Vergine_Addolorata_(Vignale_Monferrato)

https://www.cittaecattedrali.it/it/bces/323-chiesa-dell-addolorata-vignale

Fonti:
Immagini da Wikimedia

Data compilazione scheda:
4 aprile 2024

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G.A.Torinese

Tortona (AL) : Museo Archeologico Dertona “MaDe”

Storia del Museo:
Riaperto nel 2023 nella sede storica di Palazzo Guidobono, il nuovo percorso museale intende raccontare la storia di Tortona secondo una duplice lettura, cronologica e tematica. Sono visitabili le prime tre sale che narrano le origini dell’insediamento ligure, la fondazione della prima colonia in età romana repubblicana, fino al completo riassetto urbano nel corso dell’età augustea, ben testimoniato da elementi architettonici e mosaici che rivelano la monumentalità degli edifici pubblici e il prestigio delle domus private.
Quando sarà completato, il MaDe occuperà tutto il piano terra e interrato del quattrocentesco Palazzo Guidobono, comprendendo inoltre il “giardino archeologico” (già in parte allestito) e il sito archeologico individuato negli anni ‘90 del secolo scorso, durante i lavori di restauro dell’edificio, che include resti murari di domus di età imperiale e di un edificio pubblico tardoantico, nonché una neviera sei-settecentesca.

Descrizione delle collezioni:
La prima sala, ospitata nel portico, è dedicata al “Lapidario vescovile” e al collezionismo antiquario a Tortona.
La seconda sala presenta la nascita della colonia di Dertona alla fine del II secolo a.C. e la successiva monumentalizzazione di età augustea.
Nella terza sala sono presentati alcuni corredi funerari dall’area urbana (corso Repubblica) o dal suburbio (strada Viola).

Informazioni:
Palazzo Guidobono, piazza Piazza Aristide Arzano. Tel. 0131.864441; e-mail: iat@comune.tortona.al.it

Link:
https://www.sabap-al.beniculturali.it/index.php/news/item/184-chiedilo-all-archeologo
https://www.sabap-al.beniculturali.it/index.php/news/item/172-presentazione-percorso-espositivo-made-museo-archeologico-dertona
https://www.ilmoscone.it/2023/07/riapre-il-museo-archeologico-di-tortona-si-chiamera-ma-de-grazie-paola-comba/
https://www.oggicronaca.it/2023/07/tortona-inaugura-un-altro-pezzo-del-museo-archeologico-e-lo-chiama-ma-de/

Fonti:
Immagini e testo tratti dai siti sopra indicati.

Data compilazione scheda:
14 marzo 2024

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – Gruppo Archeologico Torinese

Pozzol Groppo – frazione Biagasco (AL) : Campanile della chiesa di Santa Maria Assunta

Storia e descrizione del sito:
È la chiesa più antica, nominata per la prima volta in una lite con la Chiesa maggiore di Tortona. La costruzione della prima chiesa si pone tra 1050-1150. Nel sito era già presente una torre d’avvistamento tra due castelli, forse utilizzata per costituire il campanile.
Per tradizione questa Chiesa era chiamata S. Maria di Piano del Groppo ed è citata in due documenti del XII secolo.
È chiaramente visibile che la chiesa, internamente, subì un intervento di “ammodernamento” in epoca tardo barocca, XVII – XVIII secolo, denunciato dalla conformazione dello spazio, dalle volte e dall’apparato decorativo pittorico, oltre che dall’altare tridentino. Nel 1900-10 la chiesa fu ampliata con l’aggiunta di una campata. La chiesa fu restaurata nel 1985-95

Fortunatamente si è conservato intatto il bel campanile romanico del XII secolo che presenta quattro piani ornati da con fregi a dente di sega e archetti pensili.
L’ultimo è costituito dalla cella campanaria; nei primi due piani sono presenti feritoie. Il tetto è a quattro falde con manto in coppi di cotto.

Informazioni:
In frazione Biagasco, Strada Provinciale 105

Links:
https://www.comune.pozzolgroppo.al.it/it-it/vivere-il-comune/cosa-vedere/chiesa-di-groppo-biagasco-30713-1-a714aa72285f894c4e356170e6bb491e

https://www.chieseromaniche.it/Schede/1230-Pozzol-Groppo-Santa-Maria-Assunta.htm

https://www.beweb.chiesacattolica.it/edificidiculto/edificio/43264/Chiesa+dell%27Assunzione+di+Maria+Vergine

Fonti:
Immagini dal sito https://www.chieseromaniche.it/Schede/1230-Pozzol-Groppo-Santa-Maria-Assunta.htm

Data compilazione scheda:
30 marzo 2023

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G.A.Torinese

Montegioco – frazione Palazzo (AL) : resti dell’oratorio di San Fortunato

Storia del sito:
Dell’edificio del XII -XIII secolo intitolato a San Fortunato o Fortunago, rimane solo l’abside romanica, parte superstite di quella che doveva essere la navata destra.
L’edificio attuale  della chiesa si può datare al secolo XVII e ha subito notevoli restauri nel XX secolo (rifacimento campanile, 1980) e XXI secolo (consolidamento dell’abside).
Fino al 1965-70 l’abside era nascosta all’interno della casa canonica, che poi fu demolita. Fu costruita una tettoia a protezione della muratura residua.

Descrizione del sito:
Attigua alla chiesa, sorge la notevole abside romanica che esternamente si presenta in blocchi rettangolari di pietra arenaria grigia, ad eccezione della fascia bassa dello zoccolo più in aggetto, in conci di pietra più piccoli, misto cotto e arenaria.
Sotto gli archetti pensili della parte alta sono ancora visibili due eleganti monofore, una delle quali in parte sigillata da pietre e materiale di riempimento.
La parte interna riporta gli stessi conci in arenaria grigia, ma limitatamente ad una fascia centrale in cui è visibile la tamponatura di un’altra apertura.
Il catino absidale è prevalentemente in mattoni, mentre la parte bassa è mista sassi e mattoni.

Informazioni:
In frazione Palazzo, accanto alla chiesa  di Santa Maria Assunta.

Links:
https://www.beweb.chiesacattolica.it/edificidiculto/edificio/71553/Oratorio+di+San+Fortunato
https://www.chieseromaniche.it/Schede/154-Montegioco-San-Fortunato.htm

Fonti:
Immagini da https://www.chieseromaniche.it/Schede/154-Montegioco-San-Fortunato.htm

Data compilazione scheda:
28 marzo 2023

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G.A.Torinese

Grondona (AL): Torre di San Colombano, Chiesa dell’Annunziata

Storia e descrizione dei siti:
TORRE CAMPANARIA DI SAN COLOMBANO, in frazione Variana
Scendendo lungo la Valle Spinti, quasi al termine della conca, in prossimità di Variana e Chiapparolo, si nota una torre che si innalza all’interno del cimitero della frazione, unico resto dell’antica chiesa romanica di San Colombano.
Le proporzioni del saliente, sovradimensionate rispetto a quelle di una normale torre campanaria, fa presupporre la doppia funzione di campanile, per la presenza di ampie aperture e della seicentesca cella campanaria in laterizio, e di torre di avvistamento con funzioni belliche.
La torre romanica è stata restaurata nella parte sommitale nel 2005.

CHIESA DELL’ANNUNZIATA
Le informazioni storiche sulla chiesa, che si trova nell’abitato di Grondona, sono scarse, si pensa a una origine gotica per la presenza di volte a crociera, anche se l’impianto dell’edificio e il portale fanno pensare a un’epoca precedente.
Un interessante studio fu svolto dalla professoressa N. Gabrielli sugli affreschi e sull’edificio, di cui risulta una sopraelevazione dei setti murari e della pavimentazione eseguita nel 1638.
Conserva affreschi del XV-XVI secolo, scoperti nel 1933 e attribuiti a Franceschino Boxilio e probabilmente eseguiti nel 1519. Nella parete sinistra Giudizio Universale e sotto santo Stefano, sant’Antonio abate, san Sebastiano. Nella seconda campata: Madonna col Bambino e sotto i santi Francesco e Rocco. Nella terza campata: Pietà, Madonna in trono e Madonna col Bambino e san Fortunato. Sotto vi sono le figure di santa Chiara e dei santi Luigi, Domenico e Bernardo.
Parete destra, seconda campata: Madonna col Bambino, san Giovanni Battista. Nella terza campata: rara raffigurazione della casa di Loreto sorretta dagli angeli, visitazione di santa Elisabetta, natività frammentaria.

Informazioni
Torre di San Colombano proseguendo sulla Statale, oltre la chiesa di S. Maria Assunta, in frazione Variana.

Chiesa dell’ Annunziata. Rivolgersi al Comune tel. 0143632821

Links:
www.comune.grondona.al.it
http://www.studiombim.eu

Bibliografia:
Gabrielli N., Monumenti della pittura nella provincia di Alessandria dal secolo X alla fine del secolo XV. Contributo alla Storia dell’arte piemontese, Stab. Tip. di Miglietta, Milano & C., Alessandria (Casale Monferrato), 1935

Fonti:
Notizie e fotografie dai siti sopra indicati.

Data compilazione scheda:
1 ottobre 2020

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G.A.Torinese

Grondona- chiesa dell’ Annunziata

Grondona (AL): Chiesa cimiteriale di S. Maria Assunta, Torre del Castello

Storia e descrizione dei siti:
CHIESA CIMITERIALE DI SANTA MARIA ASSUNTA
L’edificio sorge entro il cimitero che ne ingloba un fianco e parte dell’abside. Era questa la primitiva chiesa, che sorgeva, come, oggi, fuori dell’abitato, nella giurisdizione, insieme a Sasso e a Lemmi, della pieve di San Vittore di Borghetto di Borbèra. Ristrutturata e ampliata nel 1645-1647, utilizzando anche materiali proveniente dall’abbattimento dei fianchi, conserva alcuni parti della chiesa primitiva risalente ai secoli XII-XIII: una sezione di parete nord in prossimità dell’abside, caratterizzata da una cornice con peducci alle falde della copertura; il portale e la muratura di facciata fino all’attacco della serliana, il campanile almeno fino alla risega del primo piano, alcuni conci scolpiti inseriti nella successiva tessitura muraria.
Nel 2007-2011 fu eseguito un intervento di messa in sicurezza in seguito al sisma del 2003 e il successivo restauro sia sulla muratura esterna che interna. L’esterno è stato pulito per asportare i muschi ed è stato consolidato con appositi prodotti, mentre nell’interno sono stati consolidati l’apparato murario e le volte, sono stati realizzati nuovi intonaci, una nuova pavimentazione, il restauro degli affreschi e l’esecuzione dell’impianto elettrico.

L’edificio ha il portale con arco a tutto sesto, decorato da una lunetta scolpita con l’immagine di una Croce, tre gigli e una mano benedicente.
Il campanile si eleva su quattro piani segnati esternamente da cornici a denti di sega con specchiature ad archetti pensili ciechi. La cella campanaria è aperta da bifore con pilastrino concluso da un capitello a stampella.
Lungo le pareti interne e sui pilastri si trovano diversi affreschi: sul presbiterio  si è conservato un lacerto di affresco della prima metà del secolo XV con la Madonna con il Bambino tra i Santi Pietro e Paolo contornato da cortine rette da angioletti frutto di un successivo intervento. Sulla sinistra, un affresco raffigura la Vergine nell’atto di bastonare il diavolo, firmato Antonio Barbe 1649. A destra un altro affresco del secolo XVII con l’effigie della Madonna di Loreto affiancata dai santi Carlo e Giovanni Battista, Bartolomeo e Agata a dal committente. Nella navata destra, al centro, è addossato il grandioso altare tardobarocco che doveva contenere il gruppo ligneo della Madonna del Rosario, oggi nella Parrocchiale.

TORRE DEL CASTELLO DI GRONDONA
La torre si erge isolata su un rilievo a nord dell’abitato. È quanto resta del castello di Grondona, che il 23 aprile 1934 franò con il monte Asserello sul paese, causando morti, feriti e la distruzione di molte abitazioni.
Questo unico frammento di architettura militare è una torre cilindrica con uno splendido portale in pietra e ancora visibili tracce di un bordo ad aggetto sulla sua parte sommatale, coronamento che un tempo probabilmente sorreggeva il tavolato ligneo del cammino di ronda.

Informazioni:
Chiesa di S. Maria Assunta: strada provinciale 144, Cimitero. Rivolgersi al Comune tel. 0143632821

Torre del Castello di Grondona

Links:
www.comune.grondona.al.it
http://www.studiombim.eu/index.php?fl=4&op=mcs&id_cont=158&eng=Restauro&idm=202
http://unitrearquata-grondona.it/

Fonti:
Notizie e fotografie dai siti sopra indicati.

Data compilazione scheda:
1 ottobre 2020

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G.A.Torinese

Grondona S.Maria Assunta-campanile
Grondona -torre del Castello

Ovada (AL): Loggia di San Sebastiano

Storia del sito:
La Loggia di San Sebastiano, oggi adibita a sede di eventi culturali, è stata per molti secoli la Parrocchiale di Ovada intitolata a Santa Maria.
La chiesa era anche luogo per le manifestazioni della vita civile della città: al suo interno si tenevano i consigli ed i parlamenti di Ovada ed i giuramenti di fedeltà a Genova. Questo ruolo è confermato anche dalla presenza dalle misure di raffronto (la giusta misura di Ovada) che sono scolpite nella pietra, in corrispondenza degli spigoli e al centro, sull’esterno della parete laterale sinistra.
La chiesa, documentata a partire dal XIII secolo, risale probabilmente a quello precedente. Di forma romanica semplice, navata unica e copertura a capanna, subì nel secolo XIV un ampliamento con l’aggiunta di due navate laterali e la costruzione di un campanile.
Nel 1791, avvicinandosi la consacrazione della nuova Parrocchiale e versando in condizioni precarie, venne venduta e successivamente smembrata. Il campanile di proprietà comunale venne utilizzato come prigione; la navata centrale e quella sinistra divennero l’Oratorio di San Sebastiano, sede dell’omonima Confraternita (oggi non più esistente dei Bianchi); la Confraternita di San Giovanni (detta dei Rossi) acquistò la navata destra per poter avere un ingresso indipendente al proprio oratorio, al quale si accedeva dall’interno della chiesa stessa.
La chiesa era ricca di lapidi e sepolcreti che vennero rimossi agli inizi dell’Ottocento quanto fu soppressa la Confraternita di San Sebastiano e l’edificio trasformato in Loggia (da qui il suo nome odierno) coperta per il Mercato sostituendo quella più antica posta in Piazza Mazzini.

Descrizione del sito:
L’edificio conserva al suo interno alcune tracce di affreschi sia nella parete della navata minore di sinistra sia nei pilastri di fondo di quella maggiore e nella cella campanaria. Di fattura più antica sono i frammenti alla base del campanile, i cui muri facevano parte di una cappella preesistente ai vari rimaneggiamenti.
Gli affreschi, lungo la navata minore di sinistra, eseguiti dopo l’ampliamento della chiesa, sono figure di Santi inseriti per la maggior parte in nicchie trilobate con il fondo decorato. Da sinistra verso destra: Beatus Vicecius (San Vincenzo?), un frammento di Santo e Madonna con Bambino (deturpati per l’apertura di una porta laterale), santa Lucia, Cristo di Passione, san Giacomo Minore e la Maddalena, san Giorgio che uccide il drago tenuto dalla principessa con una corda, Madonna con Bambino, san Martino lacunoso nella parte sinistra e in basso. Molto probabilmente appartenente alla stessa serie anche la frammentaria decollazione di san Giovanni Battista. L’analisi stilistica di queste figure indurrebbe a ritenerle opere del XIV secolo anche se la loro posizione lungo la parete costruita nell’ampliamento del XIV secolo suggerisce una datazione verso la prima metà del XV secolo.
Ad altra mano appartengono invece le figure di sant’Antonio Abate, di sant’Ambrogio dipinti sui pilastri di fondo e di san Pietro Martire con orante ai piedi, posto nell’arcone in fondo alla parete destra. Il loro stile presenta molte affinità con la “Madonna con il Bambino tra i Santi Pietro e Paolo” che si trova sulla parete sinistra del presbiterio della chiesa dedicata a Maria Assunta a Grondona (AL), vedi scheda.

Informazioni:
Via San Sebastiano, tel. 0142 821043

Links:
https://www.comune.ovada.al.it

Bibliografia:
Ovada.pdf  vedi pp. 59-62

Fonti:
Notizie e fotografia in basso dal testo sopra indicato. Foto in alto da Wikimedia Commons.

Data compilazione scheda:
29 settembre 2020

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G.A.Torinese

 

 

 

 

 

 

 

 

Ozzano Monferrato (AL) : Chiesa di San Salvatore ed edifici medievali

Storia e descrizione dei siti:
CHIESA DI SAN SALVATORE
Sorge nella parte alta del paese, poco sotto il castello. Notevole costruzione tardogotica, probabilmente risalente alla prima metà del sec. XV. L’Ecclesia sancti salvatoris è elencata negli estimi vercellesi del 1299 (pieve di S. Cassiano); nel 1348 e nel 1359 compare unita alla chiesa di S. Giovanni, ed è ancora citata nel 1440, unita a una chiesa e a una cappella di Ozzano senza titolo. Nel 1384 c’è notizia di un parroco.

Il campanile alto 20 metri, è staccato dalla chiesa e non in asse con la stessa (ma verosimilmente non derivato da una torre del castello), restaurato nel 1999. Presenta due fregi a dentelli scalari in laterizi, delimitanti una fascia in cui si apre una finestrella con arco a sesto acuto esternamente e a sesto ribassato all’interno.
La chiesa presenta una facciata in mattoni a vista in cui è inserito un timpano neoclassico sul portone settecentesco; è a salienti e divisa in tre settori da quattro contrafforti; al culmine si alzano cinque pinnacoli a sezione ottagonale. Nella tessitura della facciata risultano evidenti le linee di due profili superiori a capanna più bassi rispetto all’attuale profilo a salienti e le tracce di una grande finestra centrale a lunetta tripartita da due pilastrini, di tipo termale, tamponata nel 1904 per l’installazione dell’organo. Attualmente sono presenti solo due strette finestre ai lati del portale. Sono presenti contrafforti anche sul fianco destro e in corrispondenza dell’abside, dove i mattoni differiscono per forma e colore dal resto della muratura; tutta la superficie posteriore della chiesa al di sotto del piano di calpestio interno mostra discontinuità di tessitura. Alla fiancata sinistra sono addossate una cappella con pareti in cemento e la sacrestia.

L’ interno ha pianta rettangolare, suddiviso in tre navate scandite da massicci pilastri tondi, la navata centrale ha volta a botte costruita nel 1573, quelle laterali, suddivise in campate hanno volte a crociera con costoloni in cotto.
Le pareti laterali recano altri interessanti frammenti d’affresco; i migliori si trovano nell’ultima campata di sinistra: in alto una grande lunetta con l’Annunciazione, Dio Padre con la colomba dello Spirito Santo e a destra san Giorgio, a sinistra santa Radegonda (effigiata anche a Camino nella chiesa di San Gottardo vedi scheda Camino).
Sotto la lunetta è affrescata un’architettura con fastigi e decorazioni (che ricorda l’estrosa cornice lignea del polittico del maestro di Crea, ora nella pinacoteca di Varallo): in alto tre tondi con putti e il Cristo in Pietà; sotto un trittico con al centro san Sebastiano nelle vesti di cavaliere, a sinistra san Rocco, mentre a destra la figura è scomparsa. L’affresco è attribuibile a un pittore della bottega di Martino Spanzotti, a conoscenza della cappella di S. Margherita a Crea (forse Aimo Volpi), e databile attorno al 1485 [Romano 2001, pp. 377, 379].
Altri frammenti d’affresco di diversa mano (ultimo quarto del sec. XV) si trovano sulla parete destra; furono in parte distrutti dall’apertura di finestre effettuata nel 1904: nella prima campata san Martino, martirio di sant’Agata, Madonna in trono col Bambino e una Santa non identificata, di altra mano.
La seconda campata presenta una porzione di affresco dove viene raffigurato san Giovanni Battista con l’agnello tra le figure di san Francesco e di un Santo monaco (reggente la palma del martirio e un libro aperto col versetto 54.3 dei Salmi); nella volta il Tetramorfo, su fondo rosso.
All’inizio della navata sinistra sono le notevoli statue lignee dell’Addolorata e del Cristo morto con braccia semoventi, attribuita a scultore ligure-piemontese operante negli anni 1440-60.
Sopra i pilastri, a reggere le sorti della Chiesa sono raffigurati in monocromo sei Profeti molto probabilmente legati alla committenza della famiglia Gattinara nel XVI secolo. La volta della navata centrale, interamente affrescata (mq. 240) alla fine del Cinquecento, costituisce per lo stile rinascimentale delle raffigurazioni un unicum a livello regionale. Le cappelle recano arredi e dipinti settecenteschi: quella che chiude la navata di sinistra, presenta un altare con paliotto settecentesco del Guazzone e tela di scuola Moncalvesca raffigurante san Bovone e san Carlo Borromeo in adorazione della Vergine; dalla cappella barocca della Vergine del Rosario  si accede all’abside pentagonale.

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CASTELLO E MURA
La struttura del maniero, di proprietà privata, è frutto di rimaneggiamenti effettuati nel XVI e XVII secolo, su un nucleo originario del XII secolo, in cui erano presenti le strutture murarie di difesa. La parte visibile più antica è del XV secolo, caratterizzata da un muro in laterizio con al vertice tre merli bifidi.
Integrata nel tessuto edilizio residenziale, vi è una torre di cortina a pianta quadrata in laterizio, contigua ad un’abitazione del XVI-XVII secolo, con doppio loggiato e con le caratteristiche decorazioni di mattoni a scaletta, presenti anche sulla torre, che vanno ad individuare, nella parte sottostante quello che fu l’antico tratto murario.

CASA BONARIA SIMONETTI
raro esempio di architettura civile abitativa, risalente al XV secolo. Si tratta dell’edificio privato più antico del paese, con finestre ad arco acuto.

 

Informazioni:
Chiesa parrocchiale S Salvatore. Info Comune, tel. 366.6454128 / 338.5288567 mail: segreteria@comune.ozzanomonferrato.al.it

Links:
http://www.artestoria.net/book_0_1.php?loc=59&alfa=O

https://it.wikipedia.org/wiki/Ozzano_Monferrato

https://www.comune.ozzanomonferrato.al.it/it/page/da-vedere

Bibliografia:
G. Romano, Il polittico di Marco Scarognino alla pinacoteca di Varallo e il maestro della cappella di Santa Margherita a Crea, in Opere e giorni. Studi su mille anni di arte europea dedicati a Max Seidel, a cura di K. Bergdolt, G. Bonsanti, Venezia 2001, pp. 377-384.
Ozzano Monferrato.pdf

Fonti:
Notizie e foto dai siti sopra citati.

Data compilazione scheda:
3 luglio 2020

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G.A.Torinese

 

 

 

 

Ozzano Monf. – Castello

Castelletto d’Orba (AL) : Chiesa di Sant’Innocenzo

Storia e descrizione del sito:
Edificio romanico, forse edificato su resti romani. La chiesa fu elevata a parrocchia e intitolata a sant’Innocenzo durante il pontificato di Alessandro III (1159-1181).
Nel XIX secolo la struttura della chiesa venne incorporata nelle mura del cimitero.

La chiesa ha facciata a capanna; il portale è decorato con motivi vegetali e ai lati alcune formelle con animali e decorazioni geometriche. Le murature rivelano una buona tecnica costruttiva.
La copertura a due spioventi è sorretta da belle capriate lignee decorate, visibili all’interno dell’aula. La pianta della chiesa è a croce latina, senza abside.
I cicli di affreschi dei secoli XV-XVI raffigurano molti Santi sia sulla parete di fondo che sulle laterali.
Sulla parete di fondo, in alto, l’Annunciazione; nel riquadro sottostante è raffigurata la Crocifissione con dietro al Cristo le mura di Gerusalemme; nel riquadro inferiore, entro edicole, le figure: a sinistra di san Giovanni Battista e san Giovanni Evangelista; al centro, più grande, il titolare della chiesa sant’Innocenzo; a destra san Bernardo e san Sebastiano. Sulla destra una serie di Santi.
Nella parete di destra, tra le varie raffigurazioni, spicca un’affresco con sant’Andrea, sant’Innocenzo e santa Caterina d’Alessandria che ha sopra, in piccoli riquadri, l’Annunciazione e la Crocifissione.

Informazioni:
La chiesa è nel cimitero, a nord est dell’abitato, lungo la strada provinciale 176. Comune tel. 0143 830032

Links:
https://giringiro.eu/2019/04/la-chiesa-di-santinnocenzo-a-castelletto-dorba-esempio-di-monferrato-autentico

https://www.visitovada.com/castelletto-dorba/

https://www.fondoambiente.it/luoghi/chiesa-di-sant-innocenzo-castelletto-d-orba-83247?ldc

Bibliografia:
Tacchella L.: Insediamenti monastici delle valli Scrivia, Borbera, Lemme, Orba e Stura, Soc. Storica Novarese, Novi Ligure 1985. p. 60

Fumagalli A.; Mulazzani G.; Cuttica di Revigliasco G., La pittura delle pievi nel territorio di Alessandria dal 12. al 15. secolo / Rapporti tra spazio figurativo pittorico e architettura, [di Alberto Fumagalli ; Da Cassine a Crea : due secoli di pittura lombarda, di Germano Mulazzani ; Per un repertorio della pittura murale fino al 1500, di Gianfranco Cuttica di Revigliasco ; fotografie di Francesco Fumagalli], Cassa di Risparmio di Alessandria, Alessandria 1983

Pistarino G.; Fumagalli A., Dalla Pieve alla Cattedrale nel territorio alessandrino, Cassa di Risparmio di Alessandria, Alessandria 1978

Fonti:
Notizie tratte dai siti sopra indicati. Fotografia in alto dal sito del FAI.
Le fotografie in basso sono di proprietà del blog https://giringiro.eu, per gentile autorizzazione.

Data compilazione scheda:
1 luglio 2020

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G.A.Torinese

 

 

 

 

 

 

 

Sale (AL): Chiesa di Santa Maria e San Siro

Storia del sito:
Preesistente alla struttura attuale, la Chiesa di San Siro era una delle tre chiese “fuori le mura”. Ricostruita entro la cerchia muraria, forse verso il 1000, e probabilmente ampliata e rimaneggiata in epoca non precisabile, porta alcune date sicure, inerenti ad affreschi e altre opere e a fatti storici come il Trattato di pace tra Pavia e Tortona, stipulato alla presenza del Barbarossa in Santa Maria nel 1165, che indica una dipendenza della chiesa dalla diocesi di Pavia; il documento che sigla la composizione avvenuta nel 1223 in Santa Maria di una lite fra il Comune di Tortona e i Conti di Langosco e di Sparvara.
Nel 1425 compare dipendente dalla pieve di S. Siro, mentre nella visita pastorale del 24 settembre 1460 è citata come Santa Maria “in villario”. Altre due date sicure sono il 1452 ed il 1456, riferite ad affreschi e tutt’oggi visibili.
Il legame della Chiesa con le principali famiglie del luogo si riconosce, come di consueto, in alcuni episodi di committenza artistica. Ben visibili risultano i nomi delle famiglie Boveri, Calcaprina, Cantoni, Maggi, Ricci. E’ probabilmente in seguito al “beneficio” della Cappella Maggiore, ottenuto col titolo di “Santa Maria” dal nobile salese Teobaldo Maggi nel 1456, che la Chiesa ha assunto l’attuale doppia dedicazione; a tale epoca risalgono pure gli affreschi della volta, realizzati per committenza dal Maggi.

Il campanile gotico originario formava un corpo unico con la chiesa: crollò nel 1704 rovinando anche parte della facciata. Venne riedificato nello stesso anno, esternamente all’edificio e secondo lo stile tardo barocco dell’epoca, la facciata attuale invece fu restaurata e parzialmente ricostruita.

La nuova parrocchia nella diocesi tortonese nel 1936 fu traslata per volere del vescovo Melchiorri che la trasferì nella frazione di Gerbidi, mentre S. Maria divenne santuario della Madonna della Guardia.
Nel 1938 fu attuato un restauro interno con la demolizione del vecchio pavimento e l’eliminazione dell’intonaco biancastro che ricopriva le volte e le pareti della chiesa. Vennero anche alla luce undici Profeti dipinti sull’arcone del presbiterio e i quattro Evangelisti della volta dell’abside. A partire dal 1984 un gruppo di cittadini ha dato vita a un comitato che è riuscito in pochi anni a recuperare la chiesa rifacendo il tetto e restaurando gli affreschi delle navate laterali.

Descrizione del sito:
A testimoniare i rimaneggiamenti della struttura originaria sono evidenti numerosi elementi gotici che furono inseriti nell’impianto romanico, ad esempio, gli alti portali contornati da costoloni e da una fascia decorata con formelle in cotto, posta nella prima metà del XV secolo. La tipologia dei portali e della chiesa è riferibile all’architettura del gotico novarese-lomellino che ha nel duomo di Mortara e nell’abbazia di SS. Nazario e Celso di S. Nazzaro Sesia due esempi.

La chiesa presenta l’interno a tre navate e cinque arcate con poderose colonne.
L’abside è a forma quadrata con parete di fondo rettilinea, caratteristica di tante chiese cistercensi.
Gli affreschi che coprono la volta absidale sono ampi oltre 100 mq. Nelle quattro vele, in raffinate edicole tardo gotiche, vi sono le figure dei quattro Evangelisti. Negli angoli è riprodotto lo stemma della famiglia Maggi, un leone rampante in campo rosso. L’autore resta sconosciuto, ma si tratta senza dubbio di un artista di ottimo livello qualitativo, la cui cultura è legata all’ambito pavese.
Sulla parete di fondo dello stesso presbiterio è rappresentata l’Annunciazione, con l’Arcangelo Gabriele e la Vergine. Sulla parete sinistra si conservano i resti di un’altra decorazione affrescata: entro una cornice a motivi floreali appaiono una coppia di angeli turibolanti ed un’altra di angeli inginocchiati, che facevano originariamente da cortina alla tomba di Jacobino Maggi.
Nel sottarco dell’arco trionfale sono affrescati, entro cornici mistilinee, dodici Patriarchi e Profeti a mezzo busto, recanti i cartigli con i nomi. Tra questi appare singolare la figura di  Abacuc con un paio di occhiali a piece-nez .
Altri cicli di affreschi ornano le pareti della navata sinistra, tutti databili al Quattrocento.
Il più chiaramente leggibile è un ciclo della Passione di Cristo: vi sono rappresentate la Crocifissione e la Deposizione, mentre nell’intradosso della finestra compaiono due figure di Cavalieri o Santi. Compare lo stemma della famiglia Ricci: il ciclo è ascrivibile ad un pittore di formazione locale attivo nella prima metà del XV secolo.
Non appartenente a questo ciclo, vi è la rara raffigurazione, della la Vergine e sant’Elisabetta con i rispettivi bambini, Gesù e san Giovannino all’interno di una stanza; l’affresco presenta particolari caratteri stilistici che rivelano legami con la cultura nordica dell’epoca e che costituiscono un esempio unico in tutta la zona circostante.
Nella Cappella terminale della navata sinistra ci sono altri affreschi: una Madonna con Bambino tra san Sebastiano e sant’Antonio Abate alla presenza della famiglia dei committenti, con manto d’ermellino. L’affresco è datato 1452.

Interessante è poi un frammento di difficile lettura che rappresenta un Santo artigiano, intento nel suo lavoro, con un curioso copricapo di foggia orientale. Con ogni probabilità si tratta di sant’Eligio, protettore degli orafi, per la presenza di un forno, sopra al quale si intravede una collana. Su un tavolo è visibile un calice. Il Santo reca in mano una coppa e la sta martellinando.
Tra questa Cappella e il Presbiterio appare un bel san Francesco su fondo rosso, in stile tardo gotico, purtoppo un po’ rovinato. Sono inoltre rappresentati san Cristoforo, di fattura più grossolana, una Madonna con Bambino, la figura probabilmente di sant’Agata ed poi santo Stefano recante in mano un libro chiuso ed un sasso sulla spalla. Questi ultimi sono affreschi Cinquecenteschi di carattere votivo simili ad altri presenti nell’Abbazia di Rivalta Scrivia e sono riconducibili alla cultura della zona.
L’area della navata destra è ancora da indagare: affiora sotto lo scialbo il volto di un Santo, traccia di un ciclo di affreschi forse simile a quelli descritti. La decorazione sulla volta della cappella terminale della navata destra è invece di epoca più tarda: rappresenta storie mariane di scuola lombarda e risale al Seicento.

Informazioni:
Via Roma, tel. 340.9264712

Links:
https://santamariaesansiro.it/

https://www.chieseromaniche.it/Schede/205-SALE-S-MARIA-E-S-SIRO–SANTUARIO-MADONNA-D-GUARDIA.htm

https://www.cittaecattedrali.it/it/bces/142-chiesa-di-santa-maria-e-san-siro-santuario-della-madonna-della-guardia-sale

https://www.comune.sale.al.it/it-it/vivere-il-comune/cosa-vedere

Fonti:
Notizie e fotografie dai siti sopra indicati.

Data compilazione scheda:
29 giugno 2020

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G.A.Torinese