Provincia di Alessandria

Denice (AL) : Torre medievale

Storia e descrizione del sito:
Al centro dell’abitato si erge una torre alta 29 metri, che domina la vallata.

La torre, a pianta circa quadrata (5,28 x 5,25 m), sorge sul rialzo di terreno intorno al quale si sviluppò il centro storico dell’abitato.
Fu costruita nel tardo Duecento dai Marchesi del Carretto di stirpe Aleramica.

La sommità della Torre è ornata da tre file di archetti a sesto acuto, alternati da cornici a dente di sega; l’ingresso originale è ad arco acuto con architrave.
Dalla sommità, a cui è possibile accedere mediante scala interna con cento gradini, la vista domina l’abitato e la Valle Bormida.

Informazioni:
Uscita da Roccaverano (AT), pochi chilometri dopo, si incontra Denice, inserito tra Langhe e Monferrato, in provincia di Alessandria.
Per prenotare una visita rivolgersi al Comune https://www.comune.denice.al.it/it-it/vivere-il-comune/cosa-vedere/torre-1691-1-c35858e3e8b8fdaa8d0f81f308007efe#accesso

Link:
https://www.comune.denice.al.it/it-it/vivere-il-comune/cosa-vedere/torre-1691-1-c35858e3e8b8fdaa8d0f81f308007efe#descrizione

Fonti:
Foto in alto dal sito del Comune; foto in basso da https://www.unionemontanasuoldaleramo.it/ubicazione/torre-di-denice/

Data compilazione scheda:
24 aprile 2025

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G.A.Torinese

San Salvatore Monferrato (AL) : Torre Paleologa

Storia e descrizione del sito:
Fu costruita fra il 1410 e 1413 per volere del marchese Teodoro II Paleologo del Monferrato. Alta 24 metri, sorge in cima alla collina “della torre” e si presenta come un edificio con mattoni a vista con muri esterni di circa 7 metri di lunghezza e poco meno di 2 metri di spessore.
A circa sette metri di altezza, sul lato volto verso Alessandria, quasi a forma di pera col picciuolo in alto, presenta un grande buco slabbrato di circa tre metri in basso ed uno in alto. Il grande foro non fu prodotto dalle cannonate dei nemici ma costituisce i resti del varco d’ingresso alla torre.

Ai suoi piedi, staccata di circa un metro e mezzo, è presente un’altra costruzione alta circa 5 metri con muri laterali della stessa misura, una sorta di grosso dado, originariamente interrata, che costituiva la cisterna dell’acqua per le sentinelle.

La torre faceva parte del sistema difensivo di avvistamento del Marchesato del Monferrato come punto di osservazione e di segnalazione ad altre torri.
Tra il 1° e l’11 maggio 1859, durante le fasi iniziali della seconda guerra d’indipendenza, la torre fu utilizzata dall’esercito piemontese come punto di osservazione dei movimenti delle truppe e sulla sua sommità fu posta una stazione telegrafica e di segnalazione.

La torre fu restaurata negli anni trenta del Novecento. Dalla collina della torre, alta 257 metri, si gode uno splendido panorama.

———————–

Sul colle opposto sorge la Torre civica detta Campanone. Non si conosce la data della prima costruzione, ma è noto che crollò nel 1916. L’attuale è un rifacimento piuttosto fedele dell’originale. L’altezza di questa costruzione è di 33.50 metri. Sulla sommità si trova un torrino ottagonale con grandi finestroni ad arco.


Informazioni:

La Torre Paleologa è visitabile in alcune occasioni. Comune, tel. 0131 233122; email: info@comune.sansalvatoremonferrato.al.it

Link:
https://www.comune.sansalvatoremonferrato.al.it/c006154/zf/index.php/servizi-aggiuntivi/index/index/idtesto/21

Fonti:
Immagini da Wikimedia e dal sito del Comune.

Data compilazione scheda:
21 aprile 2025

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G.A.Torinese

Masio (AL) : Torre medievale e Museo della Torre e del Fiume

Storia e descrizione del sito-museo:
La torre, monumento nazionale, subì danni durante un bombardamento tedesco nel 1944. Restaurata è tornata all’originale imponenza e nel 2013 è stato inaugurato il museo nella Torre, inserita in un più vasto progetto di museo diffuso sul territorio del comune di Masio: storia, cultura, ambiente, arte e turismo lungo il Tanaro.

Il Museo segue lo sviluppo verticale della torre: sette piani che raccontano per immagini e riproduzioni di documenti antichi la storia della torre e in generale la storia delle torri del territorio.
Finiti i piani interni, si accede alla cima dalle quale si può ammirare il panorama mozzafiato sul fiume, la pianura e le colline del Monferrato
Si conserva l’atto di acquisto del terreno per costruire la torre, che porta la data del 30 novembre 1229.
Si pensa che la torre sia stata costruita in breve tempo tra il 1229 e il 1233.

Quando la torre ebbe persa la sua funzione strategica, diventò parte del paesaggio circostante che è dominato dalla presenza del Tanaro. Di qui il nome del Museo che lega i due aspetti fondamentali del territorio.

Informazioni:
Salita Torre, 1 . Per visite, rivolgersi al sito https://www.latorreeilfiume.it/

Link:
https://www.latorreeilfiume.it/

Fonti:
Immagini in alto da Wikimedia; in basso, dal sito del Museo sopra citato e cartolina d’epoca da https://atlas.landscapefor.eu/.

Data compilazione scheda:
21 aprile 2025

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G.A.Torinese


Terzo (AL) : Torre medievale

Storia e descrizione del sito:
La torre, costruita tra Trecento e Quattrocento, è ciò che rimane delle strutture fortificate del castello le cui tracce sono riconducibili al X secolo.
Furono i Malaspina che alla fine del Trecento, insediandosi nei loro feudi, iniziarono una profonda riorganizzazione militare e a Terzo fecero ricostruire il castello e la torre secondo i criteri più moderni dell’epoca: feritoie diversamente orientate, base scarpata con angolari a bugnato.
Ad inizio Settecento venne meno il ruolo difensivo del castello che restò semplice residenza fino all’inizio dell’Ottocento quando completamente abbandonato, andò in rovina, lasciando solo la torre che è visitabile anche all’interno.

Alta 25 m, a pianta quadrata; presenta tre piani con aperture rettangolari e l’ultimo piano ha una cornice marcapiano e due finestre a tutto sesto per ogni lato.
Si accede alla cima dopo aver percorso una scalinata in ferro di oltre 100 gradini e dalla sommità si può ammirare uno splendido panorama del territorio circostante.

Informazioni:
Visitabile nelle giornate dei “Castelli aperti”. Comune tel. 0144.594264 ; email: info@comune.terzo.al.it

Link:
https://castelliaperti.it/it/beni/torri/torre-di-terzo.html

Fonti:
Immagine da https://www.alexala.it/it/risorsa/torre-di-terzo/

Data compilazione scheda:
21 aprile 2025

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G.A.Torinese

 

Montaldeo (AL) : Castello Doria

Storia e descrizione del sito:
Montaldeo, dalla metà del X secolo fino a tutto il XII secolo, appartenne all’abbazia di San Marziano di Tortona, inclusa nella marca obertenga. Fu dominio dei Marchesi di Gavi fino a che nel 1224 il castello fu attaccato e distrutto dalle fondamenta dai genovesi nelle operazioni della lunga guerra contro gli alessandrini. Montaldeo passò ai marchesi del Monferrato e nuovamente agli alessandrini che nel 1271 vi ricostruirono il maniero. Tra alterne vicende, passò agli Sforza nel 1431; poi ai Trotti; in seguito fu venduto ai Grimaldi e definitivamente ai Doria, gli attuali proprietari. La struttura castellare, eretta nel XIII secolo su precedenti opere fortificate, distrutta e nuovamente riedificata intorno alla metà del XV secolo ad opera dei Trotti, fu infine rimaneggiata ed adattata a residenza signorile nel XVII secolo.

Attualmente il castello appare come un massiccio blocco parallelepipedo a due piani sovrapposto da quello di ronda dotato integralmente di apparato a sporgere e sorge su un basamento a sua volta fortificato con garitte e antiche torri angolari, ancora circondato su tre lati dal giardino.
La tipologia a corpo unico è in certe regioni come la Valle d’Aosta canonica per la residenza signorile fortificata (Verres), ma in Piemonte settentrionale e centrale se ne trovano rari esempi, ritorna in forma matura ai confini meridionali, nella serie di castelli delle famiglie genovesi. Il castello di Montaldeo è l’esempio più rilevante.
Alla fabbrica si accede mediante una ripida salita acciottolata, che continua anche oltre l’arco acuto d’accesso, nei pressi del quale si trova il posto di guardia, e da cui si entra nel grande cortile rettangolare.
Il castello presenta interni riccamente arredati e interessanti collezioni di armi antiche; il primo piano è caratterizzato da un ampio salone, detto “degli stemmi”, con un camino tardo cinquecentesco, e dalla sala del tribunale, in cui veniva esercitata dai feudatari la bassa giustizia. Di particolare suggestione sono i sotterranei, nei quali si conservano le prigioni, a cui si accede attraverso una serie di passaggi labirintici e scalette, ricavate nello spessore dei muri, non mancano i pozzi a trabocchetto e gli strumenti di tortura.

Informazioni:
Il castello, in Via Ambrogio Doria, 4, è di proprietà privata. Visitabile nelle giornate del FAI e del circuito dei “Castelli aperti”. Info Comune tel. 0143 849121

Links:
https://cultura.gov.it/luogo/castello-di-montaldeo

Fonti:
Fotografia in alto da https://rete.comuni-italiani.it/foto/2009/379439/view
Fotografia in basso da Wikimedia
Molte fotografie si trovano sul sito https://www.preboggion.it/CastelloIT_di_AL_Montaldeo.htm

Data compilazione scheda:
18 aprile 2025

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G.A.Torinese

Castelletto d’Erro (AL) : Torre medievale

Storia e descrizione del sito:
La torre a base quadrata è del XIII secolo e apparteneva al castello, edificato per il controllo della sottostante via Emilia Scauri,  che sorse in età medioevale dopo l’esodo della popolazione del vicino Vicus Falmencianus. La popolazione si sistemò nel “castrum novum” detto poi Castelletto. Il determinante è il nome del torrente Erro.
Nel 1169 alcuni abitanti di Castelletto donarono il castello e la città con tutte le pertinenze ad Alessandria (Moriondo 1789-90, vol. 1, col. 68, n. 52); dal documento non risultano né il motivo né se gli otto donatori operino in qualità di rappresentanti della collettività.
Durante il Trecento Castelletto risulta infeudata ai marchesi di Monferrato dal vescovo, sebbene la città e il castello siano spesso occupati da altri signori locali in lotta con quest’ultimo, e nel Medioevo fu possesso dei Rocchetta Palafea, poi degli Asinari e dei Del Carretto.

Del complesso fortificato, già da tempo diroccato nel XIX secolo, oltre alla torre, si sono conservati qualche resto di mura e torrette laterali rotonde utilizzate per scopi militari. Vedi da foto aerea di Google maps, a destra.

La torre presenta un classico coronamento sommitale ad archetti ciechi, monofore all’ultimo piano e la porta di ingresso sopraelevata, cui si accede attraverso una recente scala metallica a chiocciola; all’interno vi sono scale di legno. Dal prato circostante si gode di un ampio panorama su tutto l’Acquese.


Informazioni:

Isolata su un poggio in Regione Moglie. Accesso libero.

Links:
https://comune.castellettoderro.al.it/Luoghi?ID=3204

https://www.archiviocasalis.it/localized-install/biblio/alessandria/castelletto-derro

Fonti:
Immagine in alto da https://www.settimanalelancora.it/

Data compilazione scheda:
17 aprile 2025

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G.A.Torinese

Merana (AL) : Torre di San Fermo

 

Storia e descrizione del sito:
La torre risale presumibilmente al XIII secolo ed aveva funzione di vedetta, come quella di Rocchetta Palafea.
Costruita con pietre di Langa disposte in modo irregolare, mentre negli angoli sono stati utilizzati materiali lavorati; la base è quadrata con lati di 4,50 m e uno spessore di circa cm 80 e l’altezza notevole di 25 m.
La sommità della torre era decorata da due ordini di archetti, a tutto sesto gli inferiori, a sesto acuto i superiori, poggianti su mensoline arrotondate. Con l’intervento di restauro conservativo della torre sono state ricostruite le parti pericolanti, restaurate e ripulite le giunzioni aggredite dalle erbe infestanti con consolidamento ed impermeabilizzazione del solaio, intorno al quale è stata posta una recinzione in ferro anticaduta al posto della muratura ormai irrecuperabile.
All’interno è stata costruita, fino alla sommità, una scala con gradini in legno: permette visite in sicurezza e il monitoraggio continuo delle strutture. Alla porta d’ingresso della torre, che si trova in corrispondenza di un presumibile camminamento di ronda, in accordo con la Soprintendenza, è stata collocata una scala a chiocciola di metallo.
E’ stata restaurata anche la cisterna a base quadrangolare per la raccolta dell’acqua piovana, coperta da una grande volta a botte in pietra con una piccola apertura dalla quale probabilmente si attingeva l’acqua.
Grazie al sistema di convogliamento (ancora efficace) e all’ottima impermeabilizzazione, l’acqua nella cisterna non mancava mai; oggi, grazie all’illuminazione interna, si può osservare la struttura architettonica e con il rubinetto della fontana utilizzarne l’acqua.
La muratura ai piedi della torre è stata ripulita, consolidata; con la costruzione del nuovo muro sulla strada d’accesso si è ricavato uno spazio attrezzato con gazebo che consente la sosta in un ambiente ricco di storia e di bellezza ambientale.

Informazioni:
A circa 2 km dal centro del Comune. Sul Colle di San Fermo. Sempre visibile.

Links:
https://comune.merana.al.it/Luoghi?ID=1118

Fonti:

Parte del testo e immagine in alto tratte dal sito del Comune

Data compilazione scheda:
15 aprile 2025

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G.A.Torinese

Cartosio (AL) : Torre medievale

Storia e descrizione del sito:
In epoca romana Cartosio era il luogo di partenza dell’acquedotto che, attraverso le acque dell’Erro, giungeva ad Acqui dopo circa 14 Km di punti sotterranei e costruzioni ad arco vedi scheda.
Dagli archivi storici si sa che il comune rimase di proprietà della chiesa acquese fino al XIV secolo; nel 1382 Amedeo VI di Savoia investì l’astigiano Antonio Asinari ed i suoi figli di numerosi feudi tra i quali anche Cartosio con annessi castelli ville e relative pertinenze territoriali. Gli Asinari, con l’acquisizione del feudo di Cartosio, riuscirono ad acquisire forti guadagni sia attraverso il pagamento dei dazi doganali sia per la posizione strategica tra la riviera ligure e la pianura padana (attraverso la valle dell’Erro).
L’antica Cartosio era circondata da mura difensive ed era suddiviso in due parti quella abitativa e quella comunale comprendente il castello, varie torri e la zona amministrativa. Il castello, del quale non si hanno documentazioni per stabilirne l’origine, delimitava il borgo; se ne parla per la prima volta in occasione dell’investitura degli Asinari, ai quali si deve la sua ricostruzione nel XVII secolo.

Nel Novecento gli ultimi ruderi sono stati distrutti, oggi rimane soltanto la torre di avvistamento eretta tra il XII ed il XIII secolo, costruita con arenaria locale in conci squadrati, è alta 22 metri ed ha una pianta rettangolare. È costituita da 7 piani con 3 solai in legno e con una volta a botte in pietra posta a circa 11 metri di altezza; nella parte bassa era collocata la prigione, accessibile attualmente attraverso una botola. Al di sotto di tale ambiente era ubicata una grande cisterna per la raccolta di acqua; il quarto piano era un magazzino per le scorte alimentari, il quinto era destinato a cucina e mensa ed il sesto era il dormitorio della guarnigione caratterizzato da un camino e da un lavabo in pietra. All’ultimo piano sono venuti alla luce dei fori dove con tutta probabilità era posizionata la trave che sorreggeva la carrucola per prendere l’acqua del pozzo. Alla torre si accedeva dalla parte del castello attraverso un ponte levatoio che poggiava sul castello e l’apertura posta a più di 11 metri dal suolo.

Intorno agli anni Novanta del XX secolo la torre è stata oggetto di un primo intervento di restauro a cui ha fatto seguito un secondo intervento nel 2007-13 durante il quale è stato reso accessibile il terrazzo sommitale che è stato pavimentato con pietra di langa.

Informazioni:

Piazza Umberto Terracini, 2. Sempre visibile.

Link:
https://www.unionemontanasuoldaleramo.it/ubicazione/la-torre-di-cartosio/

Fonti:
Testo e immagini tratte dal sito www.unionemontanasuoldaleramo.it

Data compilazione scheda:
14 aprile 2025

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G.A.Torinese

Vignale Monferrato (AL) : Chiesa della Beata Vergine Addolorata

Storia del sito:
La costruzione fu preceduta dalla donazione nel 1465, da parte dei signori Cornaglia, di una precedente chiesetta di Santa Maria di Monterotondo ai padri Serviti, i quali avrebbero in quel luogo costruito la chiesa attuale. Il Convento fu edificato fra il 1470 e il 1490.
La Chiesa, danneggiata nel 1556 dai Francesi e nel 1691 dagli Alemanni, funzionò da parrocchia dal 1771 al 1841, durante la demolizione della vecchia parrocchiale dei SS. Bartolomeo e Maurizio la successiva ricostruzione e consacrazione. Restò chiusa nel periodo napoleonico, mentre nel 1907 il governo francese la cedette a privati.
Intorno al 1885 il Comune acquistò il Convento, lo demolì e, fra il 1886 e il 1888, costruì un edificio scolastico.
Molti interventi di ristrutturazione sono stati eseguiti nel Novecento e nei primi anni Duemila sulla Chiesa. Nel 2006 è stato riportato alla luce, sulla parete di destra, un affresco forse eseguito tra 1505 e 1510 raffigurante una Madonna in trono con Bambino , meglio conosciuta come Madonna del latte.

Descrizione del sito:
La chiesa, misura esternamente 46 x 22 m. La facciata, che in epoca imprecisata è stata privata del rosone, è tripartita da quattro paraste. Decorata da archetti pensili incrociati, è sovrastata da cinque pinnacoli tipicamente gotici. L’elemento decorativo ad archetti incrociati prosegue anche lungo le fiancate e l’abside mentre il campanile, massiccio ma di altezza non elevata, è decorato con motivi a dente di sega. Sul fianco della chiesa che dà su via Manzoni, oltre ad un breve tratto di muro che potrebbe appartenere alla precedente chiesa, presentando l’alternanza di pietra calcarea e mattoni tipica dell’architettura romanica monferrina, si può scorgere un portale tamponato con arco a tutto sesto probabilmente coevo alla costruzione dell’edificio e una porta più recente.
Il portale sulla facciata, risalente alla prima metà del ‘700, è affiancato da due lesene che sorreggono un timpano triangolare coevo. L’abside, supportato all’esterno da quattro paraste, pare ottagonale ma in realtà è costituito da tre absidi affiancate.

L’interno è a tre navate con volte a vela, divise da sei colonne con capitelli cubici sgusciati. Addossate alle prime due ci sono due acquasantiere a colonna in pietra del XVI secolo. Distribuiti sul pavimento si trovano gli accessi ai sepolcreti sotterranei dei Frati e di alcune eminenti famiglie locali. Alle pareti, sono appese dodici tele con gli Apostoli della seconda metà del Settecento,
Le navate laterali rialzate di un gradino terminano con due cappelle baroccheggianti, riccamente decorate a stucchi, con balaustre in legno e a lato una finestra rettangolare.
Nell’abside il coro, forse realizzato fra il 1512 e il 1528, è costituito da venti stalli lignei intarsiati.

Informazioni:
Via Besso Per visite contattare l’associazione Antipodes odv, tel. 392.9388505 oppure e-mail: antipodescasale@gmail.com

Links:
https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_della_Beata_Vergine_Addolorata_(Vignale_Monferrato)

https://www.cittaecattedrali.it/it/bces/323-chiesa-dell-addolorata-vignale

Fonti:
Immagini da Wikimedia

Data compilazione scheda:
4 aprile 2024

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G.A.Torinese

Tortona (AL) : Museo Archeologico Dertona “MaDe”

Storia del Museo:
Riaperto nel 2023 nella sede storica di Palazzo Guidobono, il nuovo percorso museale intende raccontare la storia di Tortona secondo una duplice lettura, cronologica e tematica. Sono visitabili le prime tre sale che narrano le origini dell’insediamento ligure, la fondazione della prima colonia in età romana repubblicana, fino al completo riassetto urbano nel corso dell’età augustea, ben testimoniato da elementi architettonici e mosaici che rivelano la monumentalità degli edifici pubblici e il prestigio delle domus private.
Quando sarà completato, il MaDe occuperà tutto il piano terra e interrato del quattrocentesco Palazzo Guidobono, comprendendo inoltre il “giardino archeologico” (già in parte allestito) e il sito archeologico individuato negli anni ‘90 del secolo scorso, durante i lavori di restauro dell’edificio, che include resti murari di domus di età imperiale e di un edificio pubblico tardoantico, nonché una neviera sei-settecentesca.

Descrizione delle collezioni:
La prima sala, ospitata nel portico, è dedicata al “Lapidario vescovile” e al collezionismo antiquario a Tortona.
La seconda sala presenta la nascita della colonia di Dertona alla fine del II secolo a.C. e la successiva monumentalizzazione di età augustea.
Nella terza sala sono presentati alcuni corredi funerari dall’area urbana (corso Repubblica) o dal suburbio (strada Viola).

Informazioni:
Palazzo Guidobono, piazza Piazza Aristide Arzano. Tel. 0131.864441; e-mail: iat@comune.tortona.al.it

Link:
https://www.sabap-al.beniculturali.it/index.php/news/item/184-chiedilo-all-archeologo
https://www.sabap-al.beniculturali.it/index.php/news/item/172-presentazione-percorso-espositivo-made-museo-archeologico-dertona
https://www.ilmoscone.it/2023/07/riapre-il-museo-archeologico-di-tortona-si-chiamera-ma-de-grazie-paola-comba/
https://www.oggicronaca.it/2023/07/tortona-inaugura-un-altro-pezzo-del-museo-archeologico-e-lo-chiama-ma-de/

Fonti:
Immagini e testo tratti dai siti sopra indicati.

Data compilazione scheda:
14 marzo 2024

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – Gruppo Archeologico Torinese