Valle di Susa
Giaglione (TO) : Cappella di Santo Stefano
Storia del sito:
La cappella venne costruita nel XIII secolo; è costituita da un semplice vano rettangolare con facciata a capanna, sormontata da un campanile moderno in mattoni mentre la porta d’ingresso è sovrastata da un arco a pieno sesto.
All’esterno, sul fianco nord prospiciente la strada, a monito dei viandanti sulla via Francigena, si sviluppano su tre fasce orizzontali le pitture murali databili tra il 1483-84 e il 1490. In base ai confronti stilistici con altri cicli è possibile attribuire questi affreschi alla seconda generazione della bottega dei Serra, che in questo ciclo dimostra stretti legami con la miniatura savoiarda.
Descrizione del sito:
La cappella di Santo Stefano è ricca di sculture e oggetti di oreficeria, ma senza dubbio la sua parte più interessante sono gli affreschi esterni.
Sulla fascia superiore, a sinistra, è rappresentata la Gerusalemme Celeste, dove, oltre il muro merlato, è racchiuso in una mandorla l’Eterno, affiancato da otto serafini, a cui si rivolgono Maria e Giovanni Battista, che intercedono presso Dio per la salvezza delle anime. In piedi, davanti alla torre di ingresso della Gerusalemme, vi è Pietro, a cui si presentano le sette Virtù: umiltà, generosità, castità, pazienza, temperanza, carità e diligenza. Sono raffigurate come donne accompagnate ciascuna dal proprio angelo custode.
Il registro mediano raffigura una testa mostruosa che rappresenta l’inferno, davanti a cui si presentano i Vizi (figure umane, ciascuna a cavallo di un animale diverso ed accompagnata da un demonietto, legate tra loro da un’unica catena) collocati in perfetta opposizione alle Virtù.
Nel terzo registro sono dipinte le pene dell’inferno, precedute da un’iscrizione in caratteri gotici, in cui si ricorda che le scene descrivono la visione avuta da Lazzaro nel periodo intercorso tra la sua morte e resurrezione.
Informazioni:
Nella frazione Santo Stefano di Giaglione. Comune, tel. 0122 622386 , email: info@comune.giaglione.to.it
Link:
http://www.comune.giaglione.to.it/ComSchedaTem.asp?Id=6325
Fonti:
Notizie tratte da materiale fornito dal Centro Culturale Diocesano di Susa.
Fotografie archivio GAT
Data compilazione scheda:
26/09/2006 – aggiornam. giugno 2014
Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – Gruppo Archeologico Torinese
Exilles (TO) : Chiesa parrocchiale di San Pietro Apostolo
Storia del sito:
Exilles è sempre stato considerato un punto strategico per il controllo della valle e della strada da e per la Francia. Il paese può vantare origini molto antiche. Il suo nome deriva da “Excingomagus”, forse dal celtico “Excing” che vuol dire capo militare e “Magus” che significa Borgo.
La Chiesa sorge al centro del paese, tra due piazze (piazza Vittorio Emanuele e piazza Cavour), ed è all’esterno del Ricetto tardo medievale (XIII sec.), oggi non più visibile anche se si può immaginarne la forma guardando le case e le vie che ne tradiscono la passata esistenza.
Non sono conosciuti documenti che rivelino l’epoca di erezione della chiesa parrocchiale di San Pietro Apostolo. Si può ipotizzare la costruzione con il suo campanile della fine del sec. XII o inizio del sec. XIII, quando nell’Alta Valsusa sorgevano i primi castelli medioevali e si stava affermando il dominio dei Delfini.
La chiesa fu interamente ricostruita verso il XV secolo a causa dei danni provocati nel 1453 per mano delle truppe del Duca Ludovico di Savoia; è probabile che la Comunità in relazione a questi saccheggi – durante i quali avvenne il furto dell’Ostensorio del Miracolo di Torino – abbia proposto un rimaneggiamento dell’edificio.
Un sostanziale ampliamento fu realizzato nel periodo barocco, con un prolungamento della navata centrale atto ad ospitare un’abside poligonale, e con il rifacimento delle navate laterali.
Anche la sacrestia, ubicata sul lato sud-est, venne edificata intorno al 1644 con accesso da una porta interna al lato destro dell’abside.
Descrizione del sito:
È un chiaro esempio di un insieme di stili diversi, a partire dal Campanile che è tardo Romanico, per proseguire con il Portale tardo Gotico. La parte restante dell’edificio è di stile Rinascimentale e Barocco. All’esterno, sulla piazza Vittorio Emanuele, si può osservare la bella fontana del Bachà du pin, che risale al XV-XVI secolo.
Interessante è il portale della chiesa, eseguito tra la fine del ‘400 e l’inizio del ‘500.
Il CAMPANILE ha conservato sostanzialmente il suo aspetto originario nella struttura della torre campanaria data dalla pianta quadrata irrobustita dalle sporgenze angolari. Ubicato nella navata laterale di sinistra, interrompendola a metà, si erge per m. 18 circa compresa la cuspide. I sei piani di cui è costituito vengono segnati all’esterno da quattro fasce marcapiano arricchite da archetti pensili.
Il campanile presenta elementi caratterizzanti, tipici solo della sua costruzione, non riscontrabili in altri modelli della Valsusa, quali ad esempio la bicromia fra intonaco chiaro delle pareti e i conci delle cornici, o ancora un maggior sviluppo, in altezza, dei due piani inferiori e delle relative aperture.
Informazioni:
Tel. 0122 58312
Fonti:
Fotografie archivio GAT.
Data compilazione scheda:
11/10/2006 – aggiornam. giugno 2014
Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Valter Bonello – Gruppo Archeologico Torinese
Exilles (TO) : Cappella di San Rocco e san Sebastiano
Storia del sito:
Nel 1660 Pierre Odiard, Console di Exilles, fece edificare a valle del Borgo una Cappella votiva per sé e per la propria famiglia. La piccola Chiesa fu dedicata a San Rocco e San Sebastiano e nei primi tempi ospitò anche le attività della confraternita dei Penitenti Bianchi, detti i “Batù”, che si raccolsero nel nuovo edificio sacro. Questo durò per poco, fino a quando alcune divergenze con Pierre Odiard li ricondussero alla Chiesa principale del comune.
Pierre Odiard fece testamento ai figli Jaques Louis e Jean Baptiste il 25 maggio del 1669 con l’obbligo di tutelare la fabbrica, conservarla in buono stato con operazioni di manutenzione a proprio carico e di celebrare ogni anno la Santa Messa il giorno della festa di Sant’Anna. In seguito però la Chiesa fu abbandonata rischiando di finire in rovina. Questo finché un discendente della famiglia, Louis Odiard fu Simon, si fece carico di alcuni interventi di consolidamento e ristrutturazione, diventandone l’unico proprietario il 30 marzo 1753 mediante un decreto ufficiale redatto nel palazzo episcopale di Pinerolo.
La Cappella votiva si susseguì di padre in figlio, di norma il primo figlio maschio, e rimase un bene della famiglia Odiard sino ai primi anni del XX secolo.
Un ulteriore documento ufficiale che è stato conservato riguardante la cappella di San Rocco e San Sebastiano risale al 1910, quando il Ministero della Pubblica Istruzione che all’epoca dirigeva le operazioni di cernita e tutela dei beni culturali, certificò al proprietario dell’epoca Carlo Odiard che tale edificio era “Monumento pregevole di arte e di storia”.
L’anno seguente, 1911, Carlo Odiard morì ed i suoi successori all’eredità divisero i suoi beni ma nessuno di essi volle occuparsi degli oneri della Chiesetta exillese. La fabbrica quindi passo al nipote, figlio della sorella Dauphine Odiard, Alessandro Reymond.
Da qui la famiglia Reymond si è occupata sino ad oggi della manutenzione dell’edificio e delle celebrazioni eucaristiche organizzate ogni 16 agosto, ricorrenza di San Rocco.
Descrizione del sito:
La Chiesetta presenta un volume contenuto, un unico locale costruito in muratura portante. I muri hanno uno spessore di circa 60 centimetri e la facciata principale dalla quale si accede all’interno è rivolta ad est. Sul lato opposto, quello a ovest, un abside appena pronunciato sporge di circa 35 centimetri. Il manto di copertura in lose irregolari a spacco naturale è dominato da una piccola torretta campanaria alta circa 1,60 metri e viene sorretto da un sistema ligneo alla piemontese.
In principio, l’edificio è stato assemblato nelle sue parti con materiale lapideo di riuso eterogeneo in parte già inciso di bassorilievi paleocristiani e forse alcuni ancor più antichi. Le stesse pietre sono poi state incise nel momento in cui veniva costruita la chiesetta (come quelle in facciata principale riportanti la data e il nome del costruttore Pierre Odiard).
La facciata est è la principale dell’edificio, dalla quale si accede al suo interno attraverso il portoncino che, certamente, è opera di un intervento di ristrutturazione avvenuto nel corso degli anni. Si può notare che sotto la trave lapidea che corre orizzontale in facciata, sulla quale sono presenti la data di costruzione, la rappresentazione del Golgota con le tre croci e alcune scritte poco chiare, vi è una porzione di parete intonacata nella quale si distingue chiaramente un arco. Potrebbe essere un arco di rinforzo strutturale per scaricare meglio i carichi in corrispondenza del colmo, oppure, ipotesi più remota, il segno dell’antica apertura della cappella. Appena sopra, al centro della facciata, spicca una figura antropomorfa: un viso. Altri elementi decorativi in bassorilievo sono evidenti alla base delle due cornici lapidee laterali: a sinistra si trovano dei pesci, il termine ichthys (nella grafia greca del tempo ΙΧΘΥƩ oppure nella grafia bizantina ΙΧΘΥϹ) è la traslitterazione in caratteri latini della parola in greco antico: ἰχθύς, ichthýs («pesce»), ed è un acronimo usato dai primi cristiani che significa “Gesù Cristo, di Dio Figlio, Salvatore”. A fianco è incisa una piccola croce latina, probabilmente opera di un pellegrino di passaggio. Sulla cornice lapidea di destra, in alto, si legge invece il nome del committente Pierre Odiard. Più in basso si trovano alcuni cerchi, uno dei quali ricorda in particolare un nodo celtico. Appena sotto i cerchi vi è la buca per l’acqua santa, comunicante con l’interno, che poteva essere utilizzata dai fedeli anche quando la cappella era chiusa.
La facciata nord dell’edificio è caratterizzata da alcuni interessanti bassorilievi e dalla finestra ad arco strombato. A sinistra, in alto, vi è una pietra sulla quale è raffigurata la santa famiglia cristiana: Maria, Gesù Bambino con l’aureola e Giuseppe con i calzoni e gli attrezzi da lavoro in spalla. Sembrano essere scolpiti su di un vaso sul quale poggia un pane, simbolo di Eucarestia. A destra invece vi è una serie di bassorilievi che sembrano essere connessi tra loro nel raccontare il martirio di San Sebastiano sul colle Palatino ad opera dell’Imperatore Diocleziano. In basso si nota un cavallo, al di sopra una lancia che a sua volta è sormontata da un arco e da una freccia. In alto un bassorilievo raffigurante un uomo trafitto da sette frecce. La finestra è decorata in sommità dal giglio di Francia con ai lati due delfini, simbolo dei Conti d’Albon poi Delfini di Vienne. Più all’interno è raffigurato un angelo.
La facciata ovest, il retro della chiesetta, risulta essere il lato più spoglio di decorazioni. In passato, il terreno a ridosso di quel lato era molto più elevato rispetto ad oggi. Solo nel XX secolo fu scavato il passaggio retrostante l’edificio. Sulle due cornici lapidee sono comunque presenti alcuni bassorilievi, tra i quali si riconoscono la fiaschetta dei pellegrini e la conchiglia. Quest’ultima è simbolo di fecondità per i pagani, e di nascita, intesa come purificazione dello spirito, per i cristiani.
La facciata sud invece è caratterizzata dall’edicola ed ospitò un bassorilievo di San Rocco, trafugato dopo la Seconda guerra mondiale. Sulle pietre che la incorniciano vi sono alcuni bassorilievi: sopra, una composizione floreale, a destra la serie riguardante San Pietro Apostolo che comprende le chiavi del paradiso, la crocifissione del santo a testa in giù e, alla base, una daga romana. Sempre sulla facciata sud, inoltre, è presente sulla cornice lapidea di sinistra un bassorilievo raffigurante un’arma antica. In alto, una formella sulla quale è incisa una figura antropomorfa che potrebbe simboleggiare San Rocco con il suo bastone.
All’interno il soffitto è composto da un’unica volta a crociera intonacata di bianco con costoloni giallo canarino che raggiunge i 4,60 metri in chiave di volta. Il lato ovest è dominato dall’altare lapideo, sormontato da un antico dipinto del XVIII secolo di 1,40 x 2 metri incassato nella sporgenza dell’abside. Il dipinto raffigura in primo piano sulla destra San Rocco accompagnato da un cane e sulla sinistra San Sebastiano mutilato e trafitto dalle frecce. Dietro, ai lati, due penitenti bianchi, i Batù, intenti a pregare Sant’Anna che mostra le sacre scritture alla Vergine Maria ancora fanciulla.
Informazioni:
Entrando all’inizio dell’abitato, a sinistra. La cappella è di proprietà privata. Parrocchia tel. 0122 58312
Bibliografia:
M. Cibonfa Ceresetti, San Rocco e San Sebastiano a Exilles, Politecnico di Torino, 2021
L. Bernard, Exilles tra storia, mito e leggenda, Il Bannie, Exilles 1991
A. Fenoglio, Il Forte di Exilles, un monumento di architettura militare da salvare, Tip. 3C, Torino 1975
E. Patria, Notizie su un antico borgo romano-medievale: Exilles, in «Segusium » n. 8, Susa 1971.
Fonti:
Fotografie di Marco Cibonfa Ceresetti
Data compilazione scheda:
20 ottobre 2021 – aggiornam. 25 ottobre 2022
Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Marco Cibonfa Ceresetti
Condove – Lajetto (TO): Cappella di San Bernardo
Storia del sito:
Probabilmente il nucleo più antico risale al periodo tra XI e XIII secolo; vi fu quindi una seconda fase costruttiva tra il XIV e la prima metà del XVI secolo.
L’edificio è stato oggetto di accurati interventi nel corso degli anni novanta, che hanno riguardato sia la sua componente architettonica che quella artistica con il ciclo di AFFRESCHI del XV secolo.
Descrizione del sito:
L´edificio è costituito da un corpo principale a forma di parallelepipedo, cui si affianca un altro volume, di dimensioni più piccole e di forma quadrata, che ospita l´abside. La pianta è rettangolare, costituita da due campate rispettivamente coperte da una volta a crociera e da una volta lunettata, l´abside è coperta da una piccola volta a botte. La copertura ha una struttura lignea con manto di lose a spacco naturale.
Il campanile presenta cinque piani con monofore e bifore.
Le superfici interne dell’aula sono intonacate e tinteggiate, mentre l´area absidale, presenta un interessante ciclo di affreschi di un pittore non ancora identificato, che opera alla maniera tipica dell’arte tardogotica con modelli ancora trecenteschi. Un’iscrizione in gotico porta la data del 1436 e il nome del committente, Antonio de Lectis.
Il ciclo affrescato è composto da riquadri autonomi: sulla parete nord san Michele e san Bernardo di Aosta; sulla parete frontale, dopo un vistoso vuoto che genera uno squilibrio percettivo, al centro la Madonna in trono con il Bambino ed alla sua sinistra santa Caterina. Di seguito, sul muro destro contiguo, compaiono santa Margherita e sant’Antonio abate; subito dopo l’arco trionfale, a sinistra, compare una figura di difficile identificazione, probabilmente santa Maddalena o santa Barbara. Sulla volta, in quattro riquadri, i simboli degli Evangelisti.
Informazioni:
In frazione Lajetto, posta a valle dell’abitato, occupa l’angolo sud est del cimitero. Parrocchia di Condove, tel. 011 9643224
Links:
http://www.comune.condove.to.it/ComSchedaTem.asp?Id=2381
https://www.chieseromaniche.it/Schede/849-Condove-San-Bernardo-d-Aosta.htm
Bibliografia:
Calvinato F., San Bernardo a Laietto: chiesa, cappelle e oratori frescati nella Valle di Susa tardogotica a cura del Lions Club Susa, Tip. Melli, Borgone TO, 1992
Massa G., L’indagine archeologica, in “San Bernardo al Laietto”, Ed. Melli, 1991
Fonti:
Fotografia tratta nel 2014 dal sito, non più esistente: www.provincia.torino.gov.it
Data compilazione scheda:
3/11/2008 – aggiornam. giugno 2014 e settembre 2024
Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G.A.Torinese
Condove (TO) : Chiesa di San Rocco
Storia e descrizione del sito:
CHIESA DI SAN ROCCO.
L’antica chiesa parrocchiale, dedicata a Santa Maria del Prato, poi a San Pietro e infine a San Rocco, con l’annesso antico cimitero, venne costruita probabilmente verso il XII secolo in base alle strutture murarie più antiche dell’aula e del campanile dalle forme architettoniche romaniche. Le prime notizie scritte sulla sua storia risalgono invece al 1290, anno in cui la Certosa di Montebenedetto autorizza il trasporto di legname “pro ecclesia de Condovis reficienda”. La chiesa ha subito nei secoli diversi rimaneggiamenti dovuti, fra i tanti motivi, anche alle frequenti inondazioni provenienti dal vicino Rio della Rossa; è chiaramente leggibile una sopraelevazione della chiesa mentre il campanile ha il primo piano completamente sottoterra.
L’orientamento dell’edificio è stato invertito prima del 1643 con l’abbattimento dell’abside originario, il tamponamento dell’arco trionfale e la realizzazione della porta di accesso. Ad ovest – dove originariamente si trovava la facciata e l’ingresso – è stata costruita una nuova abside poligonale e due cappelle laterali che delimitano un transetto mai esistito. Originariamente appartenente alla Chiesa di Santa Maria del prato è un pregevole dipinto del Seicento raffigurante la Vergine del Suffragio, ora conservato nella chiesa parrocchiale di San Pietro in Vincoli.
Durante i lavori di restauro, nella fase di scavo dell’abside antica, è stato ritrovato un pezzo di oreficeria, in bronzo e smalto, una Pace raffigurante la Crocifissione, ora al Museo Diocesano di Susa.
Gli scavi hanno hanno messo in luce frammenti di AFFRESCO dell’arco trionfale e dell’antica abside, considerato dagli esperti forse il più antico esistente in valle.
Per ulteriori notizie e fotografie vedi allegato Condove SAN ROCCO – 2010.
CHIESA DI SAN PIETRO IN VINCOLI. È la chiesa parrocchiale di Condove, edificata nel 1939, in sostituzione della vecchia chiesa. All’interno del battistero è conservato un RILIEVO MARMOREO DI EPOCA PALEOCRISTIANA, raffigurante due cervi e un tralcio di vite.
Informazioni:
La chiesa di San Rocco è in Via Cesare Battisti.
La chiesa parrocchiale è sita in Via Roma 4. Parrocchia, tel. 011 9643224
Links:
http://www.comune.condove.to.it/ComSchedaTem.asp?Id=2377
Fonti:
Fotografia da http://www.condove.com/
Data compilazione scheda:
01/09/2006 – aggiornam. 2010 e giugno 2014
Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – Gruppo Archeologico Torinese
Condove (TO) : Castello del Conte Verde
Storia del sito:
Il castello sorge in posizione strategica, forse sul sito di una fortificazione longobarda. Un castello viene menzionato fin dal 1260, dipendeva dall’Abbazia di San Giusto di Susa ed era denominato “Castrum Capriarum” o Castello di Caprie.
L’edificio venne riattivato da Amedeo VI di Savoia chiamato il Conte Verde (1334-1383) e per questo alle rovine è rimasto legato il suo nome.
Descrizione del sito:
Il Castello doveva essere un imponente complesso fortificato, con due grossi edifici, torri, stalle e una cinta che seguiva il ciglio dello strapiombo.
Oggi rimangono rovine degli spessi muri perimetrali, recentemente restaurati, costruiti in ciottoli e scarsi laterizi.
All’interno sorge la chiesetta della Madonna del Castello edificata tra XVII e XVIII secolo; di fronte si trova il masso erratico su cui una scritta ricorda il passaggio di Carlo Magno e del suo esercito nel 773 d.C., in occasione della “battaglia delle Chiuse” contro i Longobardi.
Descrizione dei ritrovamenti:
L’attività di scavo del 2006 ha fatto emergere nell’angolo nord-ovest un locale quadrangolare, un secondo addossato al primo e non con esso comunicante e traccia di una struttura più ampia di forma allungata e caratterizzata forse da una serie di pilastri. Sul lato sud, quasi di fronte all’area presumibilmente occupata da magazzini, sono emersi, a profondità circa m 0,50, i resti di un muro interno che forse apparteneva al “maschio”. Nel lato sud, nell’area centrale del perimetro fortificato, in una porzione elevata del complesso, sono stati ritrovati il perimetro murario di una cappella ad aula unica con tratti di pavimentazione in cocciopesto e lacerti di intonaco fine e chiaro. Era una costruzione in pietre e malta con abside orientata ed ingresso sul lato ovest, di cui sono visibili il rialzo del presbiterio e la traccia lasciata dall’altare.
Scarica allegato scheda-castello-Conte-Verde-2010
Informazioni:
I resti del castello si trovano isolati su uno sperone di roccia a lato della strada statale 24, proprio di fronte al monte Pirchiriano tra Caprie e Condove, ma amministrativamente le rovine sono nel comune di Condove. Comune tel. 011 9643102 ; Uff. tecnico 011 9642265
Bibliografia:
Castelli della bassa valle di Susa tra IX e XV secolo: S. Mauro di Almese, Villardora, Avigliana, S. Ambrogio, Caprie, [coordinamento del progetto e revisione dei testi Paolo Denicolai, Ugo Gherner, Piero Del Vecchio] Realizzato dagli alunni e dagli insegnanti delle scuole elementari e medie, anno scolastico 1996-97, Editrice Morra, Condove, p. 63, 1998
ALETTO, Scoperti i segreti della fortezza del Conte Verde, “Voci di Condove”, Condove TO, Ottobre 2006
Fonti:
Fotografia 1 dal sito del Comune, le altre tratte nel 2014 dal sito, non più esistente dal 2015, www.provincia.torino.gov.it.
Data compilazione scheda:
31/05/2006 – aggiornam. 2008 e giugno 2014
Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – Gruppo Archeologico Torinese
Chiomonte – Ramats (TO) : Cappella di Sant’Andrea
Storia del sito:
La cappella, che sorge su un sito di culto celtico e romano, presenta una parte più antica, cioè la zona absidale, risalente al XIV-XV secolo, ed una parte più recente, costruita nel XVI-XVII secolo, corrispondente all’intero corpo dell’edificio terminante nell’arco trionfale, che permette l’accesso alla zona absidale.
L’abside è decorata da un ciclo di affreschi che raccontano la vita di sant’Andrea. Risalenti alla fine del XV secolo, i dipinti sono opera di un pittore chiamato “maestro della Ramats”. Lo splendore dell’affresco durò per molti anni fino a quando uno smottamento di terreno o una valanga colpì la chiesa lesionandola gravemente.
Sono stati eseguiti lavori di restauro alla chiesa nel 1996-98 e ai dipinti nel 2001.
Descrizione del sito:
A destra sulla colonna d’imposta dell’arco trionfale della cappella è dipinta Sant’Agata, mentre l’intera abside è affrescata con i tredici riquadri – otto nella volta a botte, quattro sulla parete di fondo e uno sulla parete destra – raffiguranti la vita, la passione e la morte dell’apostolo Andrea.
Per primo venne dipinto l’affresco dell’arco che raffigura l’Annunciazione e che è stato riscoperto nei recenti restauri, poi venne eseguito il ciclo di sant’Andrea. Il legame con gli affreschi d’oltralpe e, particolarmente, con quelli della chiesa dei Cordeliers (Francescani) di Briançon è evidente.
Indice di una certa importanza che era attribuita alla cappella sono le numerose bolle di indulgenza, la bellezza dei paramenti e del reliquiario di sant’Andrea.
Informazioni:
La Chiesa sorge, in direzione Ramats, quasi isolata sulle pendici coperte di vigneti che fronteggiano Chiomonte, arroccata su un’altura a dominare la vallata, frazione Maison – Baccon. ( Tel. 0122 54570 oppure 0122 54380)
Visitabile installando l’app: https://play.google.com/store/apps/details?id=it.cittaecattedrali.chieseaporteaperte&hl=it
Links:
http://www.comune.chiomonte.to.it/arte-e-cultura/le-chiese/#immacolata
http://www.vallesusa-tesori.it/it/luoghi/chiomonte/cappella-di-santandrea-delle-ramats
http://peintures.murales.free.fr
Bibliografia:
STANO E.; PEROL R., Sant’Andrea delle Ramats, Chiomonte: cronaca di un restauro, Alzani, Pinerolo TO, 2001
Fonti:
Fotografie tratte dal sito www.vallesusa-tesori.it
Data compilazione scheda:
25/01/2006 – aggiornamento giugno 2014
Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G. A. Torinese
Chiomonte – La Maddalena (TO) : Museo Archeologico
Storia del Museo:
Nel 1984, durante la costruzione dell’Autostrada del Frejus, venne scoperto un importante sito della preistoria alpina in località La Maddalena presso Chiomonte (vd. scheda).
Il sito era dislocato, per buona parte, su un’area destinata a sbancamento per la costruzione della galleria Ramat. Venne così eseguito uno scavo integrale del deposito tra il 1984 e il 1986.
Il Museo nasce nel 1987 nella sede di Palazzo Paleologo-Levis, nel centro di Chiomonte, con lo scopo di rappresentare l’archeologia in chiave didattica ed evidenziare i risultati degli scavi inquadrati nella problematica della colonizzazione preistorica delle Alpi.
Dal 2004 viene trasferito alla Cascina della Maddalena, primo passo per l’apertura dell’intero complesso dell’area archeologica demaniale che copre 12.000 mq.
Descrizione del materiale esposto:
Oltre alla sezione didattica, con un linguaggio semplice e un allestimento di agevole fruizione, il Museo consente di visitare il sito neolitico con i resti della necropoli e il grande abitato rupestre insediato fino al Medioevo. La possibilità di osservare alcuni reperti direttamente sul luogo del ritrovamento e la ricostruzione dell’ambiente antico offrono una prospettiva unica.
L’area archeologica si inserisce in un complesso di ripari sotto roccia ricavati tra grandi massi in un antico deposito di frana frequentati almeno dal Neolitico medio (4500 a.C. circa). Gli scavi hanno messo in luce depositi relativi alla frequentazione nel Neolitico recente/finale (4200-3400 a.C.), nell’età del rame (3400-200 a.C.) e nella media età del Ferro (600-375 a.C.).
Notevole una necropoli di inumati in ciste di lastre di pietra, databile intorno al 3900 a.C. ed una tomba femminile celtica (la cosiddetta “tomba della principessa”) che testimonia la fase di mobilità dei gruppi gallici nella zona alpina nei primi decenni del IV secolo a.C.
Particolari informazioni derivano dalla tecnologia dei manufatti in pietra levigata e dalla circolazione di gruppi e materie prime sin dalla remota preistoria parallelamente alla circolazione stagionale per la transumanza, dall’area provenzale e rodaniana sino al Piemonte.
Informazioni:
Località La Maddalena. Comune tel. 0122 54104 ; email: info@comune.chiomonte.to.it TEMPORANEAMENTE CHIUSO
Link:
http://www.museo-lamaddalena.it/
Fonti:
Fotografia tratta dal sito www.museo-lamaddalena.it
Data compilazione scheda:
12/07/2005 – aggiornamento giugno 2014
Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G. A. Torinese
Chiomonte (TO) : Chiesa Parrocchiale di S. Maria Assunta
Storia del sito:
La struttura originaria della chiesa di Chiomonte risale al X secolo, ma già nel corso del XII-XIII secolo subì alcune modifiche ed ampliamenti.
La chiesa viene ingrandita tra il 1687 ed il 1692 su progetto dell’ingegnere Dieulamant, ingrandimento necessario in quanto l’edificio veniva usato promiscuamente dai cattolici, dai valdesi e dai calvinisti
Descrizione del sito:
La chiesa è a tre navate, ciascuna di tre campate, ognuna illuminata da due finestre a strombo con feritoia arcuata e davanzale interno inclinato.
L’edificio è preceduto da un porticato e ha un CAMPANILE in stile romanico del Delfinato, si presuppone datato al 1432, come si rileva dalla data incisa su un elemento lapideo. Il campanile presenta monofore, bifore e trifore e termina con una slanciata cuspide ottagonale.
L’interno della chiesa, coperta da volte a crociera, è ornata con altari, statue e decorazioni in legno del 1700. Nella cappella a destra della chiesa, oggi adibita a Battistero, vi è un FONTE BATTESIMALE in pietra di colore verde con decorazioni a rilievo. La base circolare è decorata con un semplice bordo superiore a lobi. Sopra una strozzatura posa una vasca di proporzioni molto maggiori rispetto ai fonti battesimali della Valle. La vasca presenta decorazioni a rilievo con foglie d’acanto molto stilizzate entro cornici centinate interrotte da colonnine, sopra le quali poggiano teste umane con curiosi copricapi. Questa tipologia decorativa rimanda alla scultura lapidea di molte chiese della Valle di Susa, in particolare ai capitelli con rilievi di teste umane, databili tra la fine del XV secolo e l’inizio del secolo successivo.
Informazioni:
La chiesa è situata in una zona centrale del paese chiamata “La Place”, probabilmente la zona più antica dell’abitato. Piazza della Chiesa,1 . Parrocchia tel. 0122.54109
Links:
http://www.comune.chiomonte.to.it/arte-e-cultura/le-chiese/#santamaria
Fonti:
Fotografia dal sito del Comune.
Data compilazione scheda:
28/11/2005 – aggiornamento giugno 2014
Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G. A. Torinese
Chiomonte (TO) : Cappella di Santa Caterina
Storia e descrizione del sito:
La chiesa fu edificata dai Gerosolimitani e faceva parte di un complesso ospedaliero, anche questo opera degli Ospitalieri di San Giovanni, finalizzato all’assistenza dei bisognosi, dei derelitti e dei pellegrini.
La costruzione dell’edificio sacro avvenne dopo il 1208, cioè dopo la composizione di una controversia aperta con la Prevostura di Oulx.
Il portale è datato 1220 circa.
Recentemente restaurata sia negli splendidi affreschi trecenteschi, sia nell’architettura romanica, essendo state eliminate le sovrapposizioni barocche in gesso, escluso l’altare, perchè profondamente degradate e a rischio crollo a causa dell’azione dell’umidità.
Informazioni:
La cappella si trova nella parte antica antica dell’abitato di Chiomonte. Comune tel. 012254104 – 54633 ; email: info@comune.chiomonte.to.it
Link:
http://www.comune.chiomonte.to.it/arte-e-cultura/la-cappella-oratorio-di-santa-caterina/
Fonti:
Immagini dal sito del Comune.
Data compilazione scheda:
25/01/2006 – aggiornamento giugno 2014
Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G. A. Torinese