Caltignaga (NO) : Castello

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Storia del sito:
Il toponimo Calteniaga compare per la prima volta nelle carte novaresi per indicare il locus e il vicus nel febbraio 958 ove vivevano due gruppi parentali, discendenti da Ildeprando e da Ribaldo de Calteniaga. Esisteva un castello che, dai documenti del 1044 e 1068, apparteneva a più proprietari: la famiglia del diacono Taleso, il Vescovo di Novara e i da Caltignaga, con un ramo che aveva preso il nome di Gonfalonieri perché in battaglia reggeva il vessillo della Chiesa Novarese. Mancano documenti sino al 1347; in questi anni la famiglia dei Gonfalonieri aveva perso quasi tutta la sua potenza politica ed economica. Chi comandava allora nel villaggio e nel castello era la famiglia novarese dei Caccia, a cui spettava il patronato e l’avvocazia sulla chiesa di San Lupo (vedi scheda) entro la fortificazione e che possedeva ingenti quantità di campi sul territorio. Il castello era in quel momento in rovina, (nei documenti citato come “castellatio”); un fossato attorniava la fortificazione, mentre un’altra fossa difendeva il villaggio.
Giovanni Caccia, sotto il governo di Filippo Maria Visconti, era stato nominato castellano della rocca di Pavia e ivi si era trasferito con i suoi otto figli; ma nel 1447 la famiglia si era già schierata con Francesco Sforza che, dopo alterne vicende, nel 1449, concesse ai Caccia terre e feudi in Caltignaga e località vicine, riconfermandole nel 1452. Caltignaga era in questo modo separata da Novara e poteva reggersi con un proprio podestà, nominato dai feudatari.
A metà del XV secolo i Caccia poterono pensare di edificare una dimora “bella e onorevole” entro l’antico e rovinato castello di Caltignaga, iniziando a ricomporre il mosaico delle molte proprietà in poche mani e su di una superficie compatta costruire una rocca secondo i dettati dell’architettura militare allora in uso. Nel 1450 Azzo Caccia si sistemò nella fortezza, mentre il feudo fu tenuto da suo nipote Tommaso. La prima attestazione di presenza della rocca o arce risale al 22 maggio 1492: in essa aveva residenza Matteo Caccia da Marignano, nel vetusto castello invece continuarono ad abitare gli altri rami familiari del casato.
Negli anni di guerre violente tra Francesi e Sforzeschi, i Caccia erano schierati per ragioni politiche ed economiche con i transalpini. Nel 1513, dopo la battaglia dell’Ariotta, gli Sforzeschi presero possesso del feudo di Caltignaga, abbandonato dai Caccia che riuscirono a rientrarne in possesso nel 1515. Nel 1524, avendo i Caccia cambiato alleati, l’esercito del generale Bonnivet, assediò ed espugnò la rocca, poi, dopo averla saccheggiata, la incendiò. La ricostruzione avvenne sotto il dominio spagnolo; nei secoli seguenti il feudo e il castello vennero divisi. Un documento del 1724 descrive il castello, riattato da Giovanni Francesco Caccia, e la descrizione è simile a quella eseguita dall’ing. Nigra nel 1937. Il castello, dopo vari passaggi ereditari, è tuttora di proprietà privata.

Descrizione del sito:
La facciata presenta una torre centrale e due corpi laterali. La fronte di ponente porta ancora l’intera merlatura originale del XV secolo e in essa sono aperte due belle finestre a sesto acuto incorniciate in terracotta con davanzali e archetti trilobati.
La torre si erge maestosa a difesa della porta, che aveva imposte giranti sopra grossi cardini di ferro risvoltati verso il basso. La torre reca i segni dei bolzoni del ponte levatoio e sembra essere stata sopraelevata.
Nei due angoli opposti del cortile furono aperti nel secolo XVI due portici con archi portati da colonne di pietra, aventi capitelli dello stesso secolo. Essi sono coperti da volte a crociera. Un fossato circondava la rocca e ancora adesso, benché asciutto, lo separa verso mezzogiorno da una sua dipendenza del XV secolo.

Informazioni:
Il Castello è di proprietà privata.  Comune, tel. 0321 652114

Link:
http://www.comune.caltignaga.no.it/ComSchedaTem.asp?Id=978

Fonti:
Notizie e fotografie tratte dal sito sopra citato.

Data compilazione scheda:
24/1/2007 – aggiorn. marzo 2014

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G.A.Torinese

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