Provincia di Novara

Briona (NO) : Chiesa parrocchiale di Santa Maria della Neve o ad Nives

Storia e descrizione del sito:
Al centro dell’abitato di Briona si trova chiesa gotica, molto rimaneggiata. L’antico soffitto, grazie ai lavori di restauro, è stato ripristinato ed è formato da tavelle di cotto a vista.
L’edificio, ad aula unica, con sobria facciata tardo settecentesca, si caratterizza per la struttura architettonica dominata da vaste arcate a sesto acuto e da cappelle laterali. Solo alcuni dei numerosi affreschi dei secoli XV, XVI e forse anche del XIV, che decoravano le pareti interne sono tuttora visibili, recentemente restaurati. Molti sono di Tommaso Cagnola o della sua bottega.

Sul lato sud della navata, ultima campata a est, distrutta dall’apertura di una nicchia, era presente una composizione con la Madonna in trono (visibile solo pedana e basamento del seggio), San Giobbe e un santo a cavallo, in abito da soldato, forse Sant’Alessandro opera probabilmente di Tommaso Cagnola.
Nella penultima campata vi è la “Teoria dei dodici Apostoli” (quattro sui pilastri e otto sulla parete), con al di sotto tre Madonne in trono col Bambino; anch’essi sembrerebbero ricondursi alla bottega del Cagnola o di loro seguaci. Su un pilastro la figura di San Giuseppe, e, su quello meridionale dell’arcata centrale, San Rocco e Sant’Agata, che assieme ad un Santo Vescovo incorniciano la Cappella della Concezione. Proseguendo verso l’ingresso vi è San Nicola, di epoca più recente, al di sopra di una Madonna col Bambino, probabilmente ascrivibile al ciclo pittorico del tardo Quattrocento, e San Giacomo. Su questo lato il ciclo pittorico si interrompe, lasciando posto alla Cappella della Madonna di Lourdes e la Cappella dove sono conservate le reliquie di Sant’Alessandro (queste ultime costruite nella prima metà del 1900).
Anche il lato nord della navata è riccamente affrescato, probabilmente in origine dalle stesse mani della campata meridionale. Partendo sempre dal lato absidale, dove c’è l’altare della Madonna del Rosario, si vede, molto rovinato nella parte centrale, un “Trittico di Santi”.
Sulla parete a lato dell’altare, altri santi sempre affrescati nel Quattrocento; Santa Liberata e Sant’Agata”. In pieno ‘500 questa parete fu ricoperta con un nuovo affresco, del quale dopo i restauri rimane visibile un Santo martire soldato, probabilmente Alessandro, e una piccola parte di un Santo con un Bambino che probabilmente è San Cristoforo.
Spostandosi verso l’ingresso, sul pilastro c’è una Madonna con Bambino, con la particolarità dell’aureola rappresentata prospetticamente come un disco fissato alla parte posteriore del capo; di fianco troviamo una altra immagine non più identificabile.
La terzultima campata, che termina verso l’abside presenta affreschi quattrocenteschi: Sant’Antonio abate sul pilastro, e una “Teoria di Santi”, tra cui si riconosce (da sinistra) forse un altro Sant’Antonio abate (col bastone a tau), un santo vescovo e San Giovanni Battista (ultimo a destra).
Al di sopra emerge un affresco seicentesco, ora restaurato, che rappresenta un “Bambino Gesù in grembo a Maria”, in cielo, con due personaggi sotto. A lato vi è la Cappella del S.S. Crocifisso, con Santa Lucia del ciclo originario su un pilastro. Termina il ciclo pittorico, rovinato dall’inserimento nella parete della balaustra dell’organo, un affresco probabilmente del XVI o XVII secolo, rappresentante il Battesimo di Gesù.

Informazioni:
La Chiesa è nel centro storico, in Piazza Solaroli.

Link:
https://www.comune.briona.no.it/it-it/vivere-il-comune/cosa-vedere/chiesa-parrocchiale-madonna-della-neve-sec-xiii-17317-1-975c5c651328d5ff0a4e12b97b7b7f53

https://www.chieseromaniche.it/Schede/564-Briona-Santa-Maria-ad-Nives.htm

Fonti:
Notizie e fotografie tratte dai siti sopra citati.

Data compilazione scheda:
11 maggio 2025

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – Gruppo Archeologico Torinese

Massino Visconti (NO) : Castello visconteo

Storia e descrizione del sito:
È un vasto complesso nelle adiacenze della chiesa parrocchiale, ma situato a un livello leggermente inferiore. Una curtis figura tra le proprietà attribuite da Lotario II alla moglie Angelberga  che, nell’anno 877, fu data dalla regina al monastero di San Sisto di Piacenza; nell’anno 883 essa figura insieme all’abbazia come in mano a Liutvardo vescovo di Vercelli e cancelliere reale; egli la donò quindi al monastero di San Gallo, nonostante che negli stessi momenti (882, 888, 889) il possesso venisse riconfermato nella regina. Ma già dal 890 Massino figura stabilmente nei beni goduti dal monastero di San Gallo. Nel 1134 si inserì nelle vicende un Visconti: Guido di Ottone viene investito dei diritti temporali su Massino e pertinenze; ancora, in una conferma dell’investitura del 1142 da parte di Corrado III si accenna all’esistenza di un castrum a Massino.
Nel 1358, Galeazzo Visconti, Duca di Milano, durante la guerra con il Marchese del Monferrato, riuscì a penetrare in territorio novarese e fece distruggere tutti i castelli del Vergante, ad esclusione di quello di Massino, per evitare che i suoi nemici se ne servissero contro di lui.
Si sa tuttavia che non era l’unico castello di questa antica corte o “massa” longobarda, da cui trae anche l’origine nel toponimo di Massino Visconti, ritenuta da alcuni anche il luogo di origine dei Visconti e sede del ramo “di Massino”: vi sorgeva un altro castello, chiamato il “Castellaccio o Caslasc”, fatto poi distruggere, sempre nel 1358, da Galeazzo Visconti.
Le strutture furono modificate dai Visconti nei secoli XVI-XVIII per trasformare la fortificazione in residenza signorile di campagna.
Nel 2008  furono eseguite opere di manutenzione.

 Quanto è rimasto oggi delle strutture fortificate è il castello di tipo residenziale, collocato a fianco del nucleo antico del paese, nella parte rivolta al lago e in posizione inferiore rispetto ai rilievi su cui giacevano la curtis fortificata altomedioevale e il Caslàsc. Esso nacque con una struttura a mezza strada tra il quadrilatero turrito (restano tre torri, due angolari e il mastio centrale, che – pur ridimensionato nell’altezza, ha preminenza su tutto il complesso) e la rocchetta semiaperta. La presenza di due date scolpite nella pietra (1548 e 1555) del torrione  lasciano aperte interpretazioni sull’epoca di innalzamento – o ricostruzione – del corpo centrale del castello, che potrebbe quindi non risalire molto indietro rispetto al sec. XVI.
Attraversato il portone di un fabbricato addossato al mastio si accede a un cortile con loggiato, meglio conosciuto come “cortiletto dei signori”, intorno a cui si affacciano edifici dei sec. XIII-XIV che costituiscono quindi il nucleo più antico dell’abitato.
Oggi, proprietà degli eredi dei Visconti di San Vito, il castello ospita eventi e ricevimenti.

Informazioni:
email: prolocomassinov@libero.it, tel. 0322 219713

Links:

https://www.comune.massinovisconti.no.it

https://www.distrettolaghi.it/it/luoghi/castello-di-massino-visconti-dei-visconti-di-san-vito

http://www.100castellinovara.it/castle?id=42

Bibliografia:

Fonti:
Foto in alto dal sito del Comune.

Data compilazione scheda:
23 maggio 2020

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G.A.Torinese

Vinzaglio (NO) : necropoli gallica – Castello

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Descrizione del sito e dei ritrovamenti:
Rinvenimento casuale di due tombe galliche a cremazione scoperte in occasione di lavori agricoli sul confine tra i comuni di Vinzaglio e Borgo Vercelli a Sud della statale Novara-Vercelli. Le due tombe erano collocate al centro di un semicerchio di altre tombe a cremazione, prive di corredo. Due tombe di cui una con cuspide di lancia, frammento di coltello, spada ed elmo in ferro con paranuca applicato e paragnatidi. Sull’elmo sono riscontrabili riparazioni occasionali probabilmente dovute all’uso in combattimento, come nel caso del fissaggio di una paragnatide rotta, mediante un chiodo, alla superficie esterna dell’elmo. Nell’altra tomba è documentata un’altra spada frammentaria in ferro. Seconda età del Ferro (fine II – inizi I sec. a.C.).

Luogo di custodia dei materiali:
I reperti sono conservati a Torino nel Museo di Antichità ( archeologico).

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Descrizione del sito:
CASTELLO SELLA (Sec. XI) Proprietà Privata – visibile solo dall’esterno. Notizie documentate della località denominata “Viguciallum” e del Castello posto all’interno del “castrum” risalgono al 1011. Vari, nel corso dei secoli, furono i feudatari di questa piccola ma interessante località dal punto di vista strategico perché posta sulla riva sinistra del fiume Sesia e sul confine tra le terre pavesi e novaresi.
Il Castello Sella sorge su un dosso alluvionale del fiume Sesia, ai margini dell’abitato. Ora dell’antico fortilizio del XIII secolo rimangono soltanto i resti di tre torri e parte di murature, nei pressi dell’attuale castello rinascimentale. Nel corso del XIX secolo l’edificio divenne proprietà della famiglia Sella che lo restaurò e modificò secondo i canoni e la funzionalità di una residenza aristocratica di campagna. Attualmente la maestosa dimora, privata, si presenta in stato di degrado.

Informazioni:
Comune tel. 0161 317127

Links:
http://www.comune.vinzaglio.no.it/

Bibliografia:
MANDOLESI A., Paesaggi archeologici del Piemonte e della Valle d’Aosta, Editurist, Torino 2007
SPAGNOLO GARZOLI G.; GAMBARI F.M., Tra terra e acque. Carta archeologica della Provincia di Novara, Novara 2004

Fonti:
Fotografia tratta nel 2014 da pagine, non più esistenti nel 2020, del sito www.sitbiella.it.

Data compilazione scheda:
30 novembre 20011 – aggiornamento maggio 2014

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta -G.A.Torinese

Vicolungo (NO) : Oratorio di San Sebastiano

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Storia del sito:
Non si hanno notizie certe circa l’origine dell’edificio. Il primo documento risale al 1723 e più esattamente al “Catasto Teresiano” ove viene riferita la presenza della “chiesetta di San Sebastiano”. Successivamente, nel catasto Rabbini del 1869, viene classificata come “casa rurale” di proprietà dei Conti di Barbavara. All’inizio del XX secolo l’edificio diventa di proprietà della famiglia Caffino che ancora oggi si occupa della sua conservazione.
Recentemente i proprietari si sono impegnati in grandi opere di restauro che hanno riportato alla luce affreschi all’interno e sulla facciata.

Descrizione del sito:
Sulla parte superiore della facciata a capanna sono stati restaurati una delicata Annunciazione e un san Rocco.
La cappelletta, a pianta rettangolare, originariamente era composta da due ambienti separati da un arco e con diverso tipo di soffittatura. Il soffitto posto a sud è coperto da un’orditura lignea a vista mentre quello a nord è con volta a crociera. I due affreschi parietali interni raffigurano san Giovanni Battista e, forse, san Defendente che regge un castello. Gli affreschi dell’oratorio, secondo il giudizio di alcuni critici, sono di epoca tardo quattrocentesca e assegnabili a Tommaso Cagnola.

Informazioni:
La cappella è di proprietà privata. Info Comune tel. 0321 835126

Links:
http://www.turismonovara.it/ArteStoria.asp

http://www.provincia.novara.it/Editoria/EditoriaDoc/oratori/vicolungo_seb.htm

https://www.comune.vicolungo.no.it

https://novartestoria.wordpress.com/2013/06/22/vicolungo/

Bibliografia:
FAGNONI M.R., (a cura di) Alla scoperta di antichi Oratori campestri, Provincia di Novara, Novara,2003

Fonti:
Notizie e fotografie dai siti sopra indicati.

Data compilazione scheda:
07/06/2007 – aggiornamento maggio 2014

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – Gruppo Archeologico Torinese

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Vicolungo (NO) : Oratorio di San Martino

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Storia del sito:
L’oratorio sorge ove un tempo vi era l’antico abitato di San Martino di Zuxiana o Zusianga. È una costruzione romanica risalente al XII secolo, ad aula unica che termina con abside semicircolare, coperta da tetto a capanna. L’edificio presenta una evidente sopraelevazione dei muri perimetrali e del tetto.
AFFRESCHI del XV secolo sono visibili nella zona absidale e nei suoi lati, unici sopravvissuti al parziale crollo della chiesa avvenuto nel 1895 in seguito a una nevicata.
Nel 1995 il Comune provvide ai restauri.

Descrizione del sito:
Sono rimasti dell’originaria costruzione romanica parte dei muri perimetrali e l’abside semicircolare che presenta due finestrelle centinate a feritoie e archetti pensili in gruppi di tre.
Nella volta dell’abside vi è l’affresco che rappresenta il Cristo Pantocratore nella mandorla iridata con a fianco gli evangelisti e i loro simboli. Nel cilindro absidale vi è una doppia fascia con sopra i busti dei profeti e sotto gli Apostoli. Ai lati dell’abside sono raffigurati a sinistra l’Arcangelo Michele che toglie le anime al demonio e a destra una Madonna in trono con Bambino.
L’attribuzione degli affreschi è incerta: alcuni studiosi riconoscono gli autori in Giovanni e Luca De Campo, attivi nella seconda metà del XV secolo.

Informazioni:
Nel cimitero, a sud dell’abitato, Via IV Novembre. Info Parrocchia tel. 0321 835139

Links:
http://www.provincia.novara.it/Editoria/EditoriaDoc/oratori/vicolungo.htm

novartestoria.wordpress.com

www.comune.vicolungo.no.it/it-it

Bibliografia:
M.R. FAGNONI (a cura di), Alla scoperta di antichi Oratori campestri, Provincia di Novara, Novara. 2003

Fonti:
Notizie e immagini dai siti sopra indicati.

Data compilazione scheda:
28/6/2007 – aggiornamento maggio 2014

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – Gruppo Archeologico Torinese

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Vicolungo (NO) : Chiese di San Giorgio e Santa Maria delle Grazie

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Storia dei siti:
La chiesa parrocchiale dedicata a San Giorgio, posta su un rialzo con gradini rispetto alla strada, risale al XII secolo, ma fu rimaneggiata nel XVII.
La chiesa di Santa Maria risale al XV secolo e conserva affreschi coevi; all’interno, a destra, una piccola porta immette nell’Oratorio dei Palazzi, che è un ambiente quadrato ricchissimo di affreschi e stucchi del sec. XVII.

Descrizione dei siti:
LA PARROCCHIALE DEDICATA A S. GIORGIO è un edificio che presenta sul lato sud elementi architettonici romanici: decorazioni ad archetti in cotto e nella navata centrale finestrelle monofore parzialmente coperte. Il muro della navata destra presenta grossi contrafforti e ampi finestroni seicenteschi; la bassa fila di archetti denota la sopraelevazione del tetto. Su quel muro, ormai piuttosto danneggiati dal tempo e dall’incuria, vi sono due affreschi quattrocenteschi di scuola locale: un san Giorgio che salva la donzella dal drago e un san Cristoforo con Gesù bambino sulle spalle.
L’edificio presenta una facciata semplice, seicentesca, tripartita da lunghe lesene verticali e sopraelevata nella parte centrale con al colmo due statue in cotto e la croce. Sul portale centrale un affresco con Madonna e Santi. Sul fianco sinistro un basso edificio fa corpo con la chiesa (probabilmente un precedente antico ossario). Un bel campanile quadrato con orologio e campane termina con una cuspide conica.
L’interno della chiesa si presenta a quattro navate asimmetriche: due a sinistra della navata centrale e una a destra. Prevale un aspetto barocco parzialmente rimaneggiato nel tardo ottocento specie nelle decorazioni pittoriche. Le pareti della navata centrale poggiano su pilastri circolari. Il soffitto a volta ha nicchie triangolari sui fianchi. Gli affreschi sono opera tardo ottocentesca con raffigurazioni di santi in grossi tondi. Altari e arredi sono di epoca barocca.

CHIESA DI SANTA MARIA DELLE GRAZIE E ORATORIO DEI PALAZZI
L’intero complesso è stato recentemente restaurato. All’esterno il lato sulla strada presenta la facciata, intonacata di bianco, con una porticina d’entrata e in alto due ampie finestre rettangolari e sul cornicione del tetto due pinnacoli. Sul retro la navata della chiesetta e l’abside sono in mattoni a vista; a lato un piccolo campanile.
L’interno è diviso in due ambienti distinti: la chiesa vera e propria e, sulla destra, l’ambiente detto “Oratorio dei Palazzi”. La chiesa è ad aula unica con soffitti a crociera. Fregi in cotto ornano le pareti e gli altari laterali. L’altare maggiore e l’abside ospitano gli affreschi più antichi che risalgono al XV sec. Nel catino absidale il Cristo Pantocratore nella mandorla con a lato i simboli degli Evangelisti. La volta a tutto sesto ospita riquadri con scene sulla vita della Madonna disposti a fasce, mentre l’intradosso dell’arco ospita i Profeti.
Sulla parete destra a fianco dell’altare vi è un dipinto quattrocentesco raffigurante: una Madonna con Bambino, san Rocco, san Bartolomeo (rappresentato senza pelle), a lato altri due Santi.
Il cilindro absidale ospita una Madonna in trono con Bambino circondata da vescovi e santi con sopra le teste degli angeli oranti. Si tratta di affreschi di epoca successiva con influenze di Gaudenzio Ferrari e del Bergognone. Sui lati sono rappresentati, a destra san Giorgio e il drago, a sinistra san Martino. Gli altari e gli affreschi delle crociere sono del XVI secolo o posteriori.
L’ORATORIO DEI PALAZZI. Entrando, sulla parete destra, vi è l’AFFRESCO della “Vergine delle Grazie”, risalente al XIV secolo, incastonato in una cornice ricca di stucchi con putti, fregi e grottesche del XVII secolo. La Madonna accoglie sotto il suo manto i supplici oranti.

Informazioni:
La Chiesa di San Giorgio è sita vicino al Castello e al Municipio.

La chiesa di Santa Maria con l’oratorio dei Palazzi si trova sulla strada in direzione di Landiona, a ovest del paese,  poco oltre una rotonda. Info Comune tel. 0321 835126

Links:
http://novartestoria.wordpress.com/2013/06/22/vicolungo/

http://www.provincia.novara.it/comuni/vicolungo.php

Fonti:
Notizie e immagini dai siti sopra citati.

Data compilazione scheda:
29/06/2007 – aggiornamento maggio 2014

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G. A. Torinese

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Vicolungo (NO) : Castello

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Storia del sito:
La rocca venne eretta da Antonio Rabozio – fido sostenitore degli Sforza negli anni di guerra per la conquista del Ducato di Milano – tra il 1455 e il 1464 al fine di assicurare una difesa maggiore alla propria residenza. I Rabozio furono già “milites” vassalli dei conti di Biandrate e grazie a questo titolo abitavano gli edifici del castrum già da molto tempo. Nel 1491 Bernardina e Maria, figlie del Rabozio, si divisero la rocca, che passò nel 1539 ai Gritta.
Nel 1559 gli uomini di Vicolungo espressero il desiderio di poter avere una piazza davanti alla parrocchiale di San Giorgio, così da avere l’accesso diretto al luogo di culto senza più transitare nel castello. I Gritta acconsentirono a rinunciare al loro orto a favore del Comune e a costruire una nuova porta sempre aperta, ove ancora oggi vi è l’affresco di san Giorgio e il drago. Sotto la famiglia Gritta, venne restaurato parte del fortilizio, si aggiunsero tre sale e una loggetta (dipinta tra il 1624 e il 1647). All’estinzione della nobile famiglia la proprietà venne rivendicata dai Caccia da Mandello, per poi passare definitivamente nel 1687 all’Ospedale della Carità di Novara. La residenza da allora fu trasformata in cascina e ancora oggi ha queste caratteristiche.

Descrizione del sito:
Il castello di Vicolungo si sviluppa con gli annessi corpi di fabbrica e le due corti lungo un asse nord-sud. Risulta molto difficile risalire a una datazionhe certa del nucleo più antico, come pure conoscere la forma originaria dell’intero complesso, non essendoci documentazioni antecedenti il XV secolo. La muratura a ciottoli di fiume disposti a spina di pesce, di cui si trovano tracce, risale ai secoli XI -XIV.
Nonostante alcune demolizioni avvenute alla metà dell’Ottocento, sono ancora ben conservate alcune parti della rocca: sull’angolo sud-est il torrione quadrato provvisto di caditoie; sul lato est traccia della postierla (murata), la cui planca scavalca la roggia Molinara. Vi sono finestre a sesto acuto in corrispondenza dei vari piani del torrione.

Informazioni:
L’edifico è di proprietà privata. Info Comune, tel. 0321 835126

Links:
http://novartestoria.wordpress.com/2013/06/22/vicolungo/

http://www.comune.vicolungo.no.it/ComStoria.asp

Fonti:
Notizie e fotografie dai siti sopra indicati.

Data compilazione scheda:
08/06/2007 – aggiornamento maggio 2014

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – Gruppo Archeologico Torinese

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Vespolate (NO) : Pieve di San Giovanni Battista

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Storia del sito:
Le prime notizie della Pieve si hanno nei documenti del 1024, quando fu donata al monastero cittadino di San Lorenzo dal longobardo Pietro III, vescovo di Novara dal 993 al 1032, figlio di Leone detto Teuzo, vicino alla corte di Enrico II di Svevia. Edificata forse nel sito di una necropoli o di un tempio, nel corso del XIV secolo subì un progressivo degrado e abbandono. La Pieve di San Giovanni, allora a tre navate, nell’anno 1361, durante la guerra tra Galeazzo Visconti ed il marchese del Monferrato, Giovanni II, venne gravemente danneggiata dal fuoco e venne distrutto il battistero. Nel ‘400 fu restaurata e l’abside e il lato meridionale esterno furono affrescati.
Successivamente, negli anni 1728 e 1849, vennero attuate modifiche che non tennero conto dello stile romanico della chiesa: le due pareti laterali oramai pericolanti furono abbattute e s’innalzò il campanile con l’ossario. La chiesa assunse l’aspetto attuale nel 1956, con l’abbattimento della casa dell’eremita, addossata all’abside; vennero rifatti il soffitto, il pavimento in cotto e tolta la cancellata antica alta due metri, sostituita da una balaustrata in marmo.
La chiesa, dichiarata nel 1908 Monumento Nazionale, conserva al suo interno affreschi quattrocenteschi.

Descrizione del sito:
La chiesa conserva l’abside semicircolare romanica, ornata di archetti pensili a coppie e arcate cieche sui fianchi, rimessi in luce con l’abbattimento della retrostante casa dell’eremita. Purtroppo sono ormai quasi invisibili gli affreschi all’esterno dell’edificio, sul fianco sud, tra i quali una crocifissione opera di Gio Antonio Merli.
All’interno, superbo è l’affresco della pala quattrocentesca dell’altare, che raffigura la Vergine in trono col Bambino, tra i santi Agostino, Giovanni Battista, Giovanni Evangelista e Francesco d’Assisi, sormontata nel timpano dalla scena dell’Annunciazione e da alcuni stemmi nobiliari. Ai piedi della Vergine è raffigurato un uomo prostrato, col cappello in mano, probabilmente il nobile committente del dipinto, Giovanni Cavallazzi, che non è stato completato dall’ignoto pittore ma solamente abbozzato. Nella zona absidale vi sono una Madonna del Latte e un’Adorazione dei Magi.
Tra gli altri affreschi, oltre a quello di sant’Andrea, dipinto presso la porta della sacrestia, ve ne è uno attribuibile a Tommaso Cagnola, famoso artista legato alla corte dei duchi di Milano, e datato 1479, che raffigura la Madonna col Bambino tra Santi.
Sull’altare un’ancona quattrocentesca in terracotta. Gli affreschi che decorano le pareti presentano interessanti graffiti eseguiti dai fedeli nel corso dei secoli riportanti notizie sugli avvenimenti della comunità, un vero e proprio diario di Vespolate e dei suoi dintorni, una rara antologia popolare.

Informazioni:
Al di fuori dell’abitato, sulla strada per Tornaco. Parrocchia tel. 0321 882119 o  Comune tel. 0321 882131

Links:
http://www.comune.vespolate.no.it/ComSchedaTem.asp?Id=23264

http://vespolate.altervista.org/paese.php?page=pieve#.U2uapaLWPXQ

https://www.chieseromaniche.it/Schede/562-Vespolate-San-Giovanni.htm

Bibliografia:
L. CASSANI, E. COLLI, Vespolate nella sua storia, Tip. Provera, Novara, 1956, vol. I
E. COLLI, G. LONGHI, Vespolate nella sua storia, Tip. S.Gaudenzio, Novara, 1988, vol. II

Fonti:
Notizie e fotografie tratte dal sito del Comune. Per approfondire e per altre fotografie vedi sito indicato al n° 2.

Data compilazione scheda:
4/12/2006 – aggiornamenti maggio 2014 e 2025

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G.A.Torinese

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Vespolate (NO) : Castello e resti del ricetto

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Storia del sito:
Notizie dell’esistenza di un castello, in Vespolate, si hanno già a partire dal 1053, quando Adelasia, vedova del Conte Alberto, cede a Rodolfo da Besate, rappresentante di una nobile famiglia milanese, buona parte degli immobili della zona, fra i quali anche il fortilizio. Dell’antica struttura ora si conserva ben poco, perché nel corso dei secoli subì numerosi cambiamenti strutturali: in particolar modo fra il Trecento e il Quattrocento, quando l’antico “castrum” medievale perse le sue funzioni fino a diventare un ricetto, cioè un centro di raccolta di scorte alimentari.
Diversi furono i signori che si alternarono alla guida del borgo, finché esso venne diviso: la rocca diventò un bene dei vescovi novaresi, mentre il feudo passò definitivamente al potere civile. I vescovi, fra i quali il Bascapè, Giovanni Battista Visconti e Marco Aurelio Balbis Bertone, fecero ristrutturare il castello e innalzare la torretta. Nel 1767 il bene passò definitivamente alla Chiesa, ma nel 1868, in seguito alla confisca dei beni ecclesiastici, l’immobile venne ceduto al conte Borgogna. Si succedettero quindi vari proprietari e ancora oggi il castello è residenza privata.
RICETTO: nell’antica piazza grande, quella del castello, vi erano circa 80 cellule edilizie censite come cantine, di proprietari diversi. L’insieme aveva forma quadrangolare ed era difeso da un corso d’acqua lungo tutto il perimetro.

Descrizione del sito:
Il castello, ampiamente restaurato, si presenta a pianta quadrata, di fattura poco raffinata e ornato solo da una serie di archetti sulla sommità. Collegato all’edificio è un alto torrione, forse sopraelevato, arricchito da due serie di archetti pensili, da finestrelle e feritoie. La corona di merli a coda di rondine è stata tamponata e inserita in una soprelevazione per reggere la copertura del tetto.
Le costruzioni che formavano il ricetto sono ormai a livello di rudere, oppure rimaneggiate in modo da renderle praticamente illeggibili.

Informazioni:
Vicino al Palazzo Municipale. Tel. 0321 882131

Link:
http://www.comune.vespolate.no.it

Bibliografia:
M. VIGLINO DAVICO, I ricetti, difese collettive per gli uomini del contado nel Piemonte medioevale, Edialbra, Torino, 1978
AA.VV., Il basso novarese: Borgolavezzaro, Garbagna, Nibbiola, Terdobbiate, Tornaco, Vespolate; ed. Provincia di Novara, Novara, 1993
L. CASSANI, E. COLLI, Vespolate nella sua storia, Tip. Provera, Novara, 1956, vol. I
E. COLLI, G. LONGHI, Vespolate nella sua storia, Tip. S.Gaudenzio, Novara, 1988, vol. II

Fonti:
Fotografie dal sito del Comune.

Data compilazione scheda:
4/12/2006 – aggiornamento maggio 2014

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G.A.Torinese

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Gattico – Veruno (NO) : reperti preistorici e di età romana a Veruno

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Descrizione del sito e dei ritrovamenti a Veruno:
I ritrovamenti più importanti sono stati quelli di Cascina Reina, avvenuti durante i lavori di sbancamento connessi alla realizzazione dell’Autostrada dei Trafori, nel tratto noto come Interconnessione di Gattico. Gli scavi condotti dalla SAP hanno dimostrato essere pertinenti a un esteso complesso di costruzioni, la cui parte meridionale è risultata irrimediabilmente compromessa, a causa di smottamenti e opere di disboscamento.
Gli edifici, che si estendono in senso EW per una lunghezza totale di ca m 60, si articolano in due complessi a più vani, prevalentemente sviluppatisi in lunghezza, l’uno ad W, l’altro ad E di un’area lastricata, probabilmente a cielo aperto, con funzione di cortile. Il complesso occidentale, costruito su un terrazzamento contenuto da un lungo muro (m 23 in senso W-E) rinforzato da contrafforti a pilastro quadrangolare, comprendeva due ambienti di vaste proporzioni costruiti con fondazioni in ciottoli e frammenti laterizi, mentre l’elevato, conservato per un breve tratto, era in una specie di opera listata (filari di ciottoli alternati ad altri di tegole); un vano è risultato pavimentato; presenti resti di infrastrutture (focolare, vasca di raccolta per l’acqua piovana). Anche il complesso orientale, privo di muro di contenimento, conservava parzialmente due ambienti, di cui uno pavimentato in ciottoli; la tecnica muraria non sembra prevedere l’utilizzo di laterizi.
Risalenti all’età romana imperiale e tardo imperiale. I reperti sono conservati a Torino, Museo Archeologico.

Descrizione dei ritrovamenti:
In località Revislate sono stati trovati vasi in ceramica e oggetti di ornamento personale in bronzo: fibule a sanguisuga; ad arco serpeggiante; armilla con pendagli a secchiello; anelli a nastro con impressioni a cerchietti puntati; anelli a globetti; vasellame ceramico e oggetti in bronzo riferibili al corredo di una o più tombe golasecchiane. Risalenti alla media e seconda età del Ferro. Conservati a Novara nelle civiche raccolte.

Nel teritorio di Veruno è stata rinvenuta un’ara di serizzo con iscrizione votiva a Giove da parte di VERINUS e della sua famiglia (=CIL, V, 6566) e un’ara scorniciata di serizzo con zoccolo e coronamento modanati: iscrizione votiva a Mercurio da parte di VERINUS e della sua famiglia (=CIL, V, 6567). Entrambe giò conservate nel castello fin dall’inizio del sec. XVII; attualmente collocate a Novara nel lapidario della canonica.

Altri reperti del territorio sono dell’età del Bronzo.

Informazioni:
Il Comune di Gattico-Veruno fu istituito il 1º gennaio 2019 con la Legge Regionale n. 26 – 2018  mediante fusione dei comuni di Gattico e Veruno.

Link:
www.comune.gattico-veruno.no.it/it-it/vivere-il-comune/territorio

Fonti:
Informazioni e fotografie tratte nel 2014 da pagine, non più esistenti nel 2020, del sito www.sitbiella.it.

Data compilazione scheda:
1 dicembre 2011 – aggiornamento maggio 2014 – maggio 2020

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G.A.Torinese

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