Provincia di Novara

Arona (NO) : Resti della Rocca Borromea

Arona rocca0

Storia del sito:
Per la millenaria storia del sito, dal neolitico alla costruzione della fortificazione, dalle vicende della Rocca sotto la famiglia Borromeo sino alla quasi distruzione napoleonica, al restauro dei resti e alla sua attuale valorizzazione, rimandiamo alle molte pagine del sito del comune di Arona.

Descrizione del sito:
Oggi tutto quel che rimane della Rocca sono i resti de: i tre recinti fortificati con 12 torri di cui sono visibili le basi, il mastio (o Rocchetta), l’oratorio romanico di S. Ambrogio (sec. XI), il Salone delle Armi e il luogo in cui, nel 1538, nacque San Carlo Borromeo.

Informazioni:
I resti della rocca, di proprietà della famiglia Borromeo, con il parco annesso, sono stati ceduti in comodato d’uso al Comune e riaperti al pubblico nel 2011. IAT tel. 0322 243601; email: arona@distrettolaghi.it oppure turismo.arona@comune.arona.no.it. altre info e orari su www.parcoroccaarona.com

Link:
http://www.comune.arona.no.it/la-rocca-di-arona.html Vedi anche le pagine successive.

Bibliografia:
Gruppo Archeologico Storico Mineralogico Aronese, La rocca di Arona: mostra storico-ambientale: Arona, ex monastero della Purificazione, 19 giugno – 30 ottobre 1994, Alberti ed. Verbania, 1994
Tamborini C., La rocca di Arona, AAST, Arona, 1975 – Alberti, Arona, 2000

Fonti:
Altre info nel sito del Comune. Foto in altro da www.lagomaggioreonline.it

Data compilazione scheda:
04/02/2008 – aggiornamento marzo 2014

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G.A.Torinese

Armeno (NO) : Chiesa di Santa Maria Assunta

Armeno chiesa -comune

Storia del sito:
La Chiesa risale alla seconda metà del secolo XII.
Il campanile invece, per il tipo di muratura di qualità inferiore e la fattura irregolare degli archetti, si pensa sia stato costruito un secolo prima dell’attuale edificio. Probabilmente apparteneva ad una preesistente chiesa.
Una radicale trasformazione ottocentesca ha purtroppo eliminato la metà orientale dell’edificio, distruggendo l’integrità di una delle più belle chiese romaniche del Novarese, di cui sono rimaste originali le prime quattro campate. Accurati restauri nel 1960-63 hanno restituito, per quanto possibile, l’aspetto originario.
Conserva resti di affreschi di vari artisti ed epoche.

Descrizione del sito:
La Chiesa ha un ampio sagrato, un tempo adibito a cimitero, come testimonia la cappella-ossario risalente al XVIII secolo. Tutt’intorno all’edificio vi sono le cappelle della Via Crucis, in stato di forte degrado.
La Chiesa, interamente costruita con blocchi di pietra squadrati e disposti in corsi regolari con poca malta, è armoniosamente integrata con il campanile.
La facciata è a salienti interrotti, tripartita da pilastri a sezione quadrata sporgenti dalla parete. Nella zona centrale si apre il portale ad arco con lunetta, gli stipiti sono formati da un pilastrino e una colonna affiancati che terminano con un capitello a fogliami, di probabile recupero. Sopra il portale vi è una monofora a strombo con la ghiera dell’arco formata da conci in pietra chiari e scuri alternati. Al di sopra, due aperture ad occhio il cui profilo è dato da due archetti contrapposti. Sulla facciata, su ciascun lato del portale, vi è una stretta monofora. Il profilo del tetto è segnato da una fila di archetti in pietra che poggiano su mensole tutte scolpite con teste animali e umane, fiori e figure geometriche.
I fianchi presentano quattro contrafforti sporgenti all’altezza dei pilastri interni; sulla navata a sud un portale con lunetta più semplice di quello centrale. Ad ogni campata si apre una piccola monofora.
L’interno ha pianta a croce latina a tre navate coperte a volta e si presenta con pareti di pietra nuda che rispecchiano il vigore e la semplicità esterna. I pilastri, con addossate semicolonne, reggono gli archi longitudinali; lesene doppie reggono gli archi trasversali e tutta la struttura regge volte a crociera. I capitelli sono di tipo cubico con angoli smussati.
La Chiesa custodisce pregevoli affreschi cinquecenteschi tra cui la celebre Trinità tricefala, raro esempio di rappresentazione antropomorfa del mistero della Trinità. Nella parte più recente dell’abside laterale sinistra vi è il grande dipinto della Deposizione dalla Croce di Fermo Stella da Caravaggio, del 1548.
Il CAMPANILE sorge sul fianco nord della chiesa, all’altezza della terza campata ed è a base quadrata. In origine era formato da sei piani divisi da una cornice di archetti su lesene angolari; gli ultimi due piani sono stati alterati dall’installazione di un orologio e sono visibili solo più una bifora al quinto piano ed una monofora al sesto.

Informazioni:
Casa Parrocchiale, tel. 0322 900128

Link:
http://www.comune.armeno.no.it/ComSchedaTem.asp?Id=1223

https://www.chieseromaniche.it/Schede/26-Armeno-Assunta-o-di-Santa-Maria.htm

Bibliografia:
MATTIOLI CARCANO F. (a cura di ), La chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta di Armeno, Carattere Mobile, Borgomanero 2012
CHIERICI S., CITI D., Italia romanica. Il Piemonte, la Valle d’Aosta, la Liguria, Jaca Book ed., Milano, 1978
VERDINA R., Armeno e la sua chiesa antica, Ed. D. Bonomi, Treviglio (MI), 1956

Fonti:
Foto 1 dal sito del Comune, foto 2 dal sito http://illagodeimisteri.blogspot.it/

Data compilazione scheda:
24/10/2005 – aggiornamenti marzo 2014 e giugno 2024

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G. A. Torinese

Tricefalo

Agrate Conturbia (NO) : chiese di San Giorgio e di Santa Maria in Valle

Agrate Cont. – San Giorgio

Storia e descrizione del sito:
CHIESA DI SAN GIORGIO
L’attuale Parrocchiale di Conturbia, si trova all’ingresso del paese, in corrispondenza del percorso viario proveniente da Agrate. E collocata su un piccolo poggio che prospetta su uno spiazzo (corrispondente all’antico cimitero). Le strutture posteriori si affacciano su una piccola piazza. La chiesa venne consacrata sotto il vescovado di Litifredo, tra il 1122 e il 1151. Solo all’inizio del XVI secolo (all’incirca nel 1513) essa venne eretta a parrocchia. Agli inizi del secolo XVII venne riplasmata, su impulso della vista del vescovo Bascapè, che a quell’epoca la definì “antiqua”, riferendosi evidentemente al suo aspetto romanico, di cui conserva ancora alcuni elementi, riconoscibili nel fronte a capanna e nell’impianto planimetrico generale. Esso è costituito da una navata coperta da un manto laterizio su struttura lignea, terminante con abside semicircolare; alla facciata è addossato un portale con archivolto in pietra e portico, realizzato nel XVII secolo. Nella parte alta della facciata è ancora evidente una piccola finestra cruciforme. Sul lato sud è presente una porta laterale murata, che reca una lunetta ornata da un AFFRESCO riconducibile alla metà del XII secolo. Esso raffigura tre personaggi: l’immagine centrale, del Redentore, è ormai scomparsa. Non leggibile neppure la figura del Santo sul lato destro, mentre quella di sinistra è identificabile con san Pietro. Sul medesimo lato sono presenti anche due piccole aperture a feritoia, con archivolto lavorato. Tutta la parte posteriore è stata completamente riplasmata da interventi successivi: la medesima cosa è avvenuta all’interno, ove la navata è stata ricoperta da struttura voltata a botte.
Il perimetro murario esterno ha conservano l’originario parametro murario in blocchi di serizzo squadrati e disposti con grande regolarità, riconducibili alle costruzioni del secolo XII. All’interno sono evidenti gli interventi e gli arredi di età barocca.
Sulla parete di sinistra, accedendo dalla portale principale della chiesa, si può osservare un AFFRESCO, riconducibile al XV secolo, che, in seguito a restauro, risulta staccato dalla parete originale. Esso raffigura il Crocifisso con alla propria destra la Madonna Addolorata ed alla sinistra san Giovanni Evangelista. Ad di sotto di tale affresco, ora spostato appunto in altro luogo nella medesima chiesa, era presente un affresco di epoca precedente, molto più antico, relativo al periodo tra la fine del secolo XIII e l’inizio del XIV.

CHIESA DI SANTA MARIA IN VALLE
Forse la più antica chiesa del paese, dedicata alla Beata Vergine dell’Annunciazione, fu costruita secondo la tradizione, su un tempio di Minerva. A suffragio di tale ipotesi vi sarebbero tracce della locale toponomastica, che denominerebbero la zona con il toponimo di “Minerva”. Nel 1595 l’oratorio aveva una sola navata, i cui muri presentavano un aspetto rustico. Due erano gli ingressi che introducevano alla struttura, una delle quali (quella laterale) venne in seguito murata. La chiesa presentava però alcuni difetti, tra cui il pavimento in pessime condizioni, l’altare privo di pietra sacra e una serie di fori praticati nelle pareti. Fu il vescovo Bescapè il primo ad impartire ordini per una ristrutturazione, anche se emersero difficoltà ad attuarli. Successivamente venne collocato un secondo vaso per l’acqua benedetta, si provvide alle suppellettili necessarie, il tetto fu riparato e le finestre furono munite di inferriate.
In seguito all’interdetto emanato dalla Chiesa nel 1834, con la proibizione di officiarvi e di recarsi in processione, a causa di disordini, l’oratorio cadde in rovina. Nonostante ciò, la devozione del popolo per questo oratorio era ancora molto sentita. Grazie ai restauri del 1883, all’inizio del XX secolo la chiesa si trovava in buono stato di conservazione. Allo stato attuale, gli apparati decorativi interni necessiterebbero di interventi conservativi: gli affreschi presentano problematiche imputabili alla presenza di risalita capillare di umidità, e conseguenti muffe ed efflorescenze.
La costruzione è in ciottoli disposti a spina di pesce e blocchi squadrati in pietra. Ad aula unica con abside semicircolare, ha subito vari mutamenti; la volta è ora a botte e nel sottotetto formatesi è ancora visibile parte di un affresco precedente.
Attualmente conserva AFFRESCHI della fine del XV, inizio del XVI secolo: Cristo nella mandorla, circondato dai simboli degli Evangelisti e una teoria di santi con cartiglio. Nella fascia inferiore si sussegue una teoria di profeti e di patriarchi con un cartiglio in mano, dipinti a mezzo busto e inseriti in una cornice circolare. Sotto il Cristo, gli Apostoli affrescati stanno ad indicare le colonne portanti della Chiesa ed al centro è posta l’immagine della “Madonna del latte con Bambino in braccio”.

CASTELLO DI CONTURBIA
Risalente al secolo XI, ne sono rimaste solo tracce. In origine era un edificio a struttura quadrangolare e, per la sua posizione strategica, fortificato. Dopo successive trasformazioni in villa gentilizia non è possibile dare una chiara identificazione della struttura originaria.

Descrizione dei ritrovamenti:
Già il Bescapè (1612) segnalava la presenza nella casa parrocchiale di un grosso “cippo anepigrafe” e di una piccola ara dedicata a Diana. Il primo, ritrovato nel 1922 rimuovendo in un luogo vicino un vecchio cumulo di terreno, è ancora oggi visibile murato nella Chiesa di S. Maria. Si tratta di un’ara in serizzo, tagliata per essere inserita nella muratura (cm. 83 x 45); le modanature sono quasi scomparse. Probabilmente non iscritta, presenta una doppia fascia ed un incasso quadrangolare.
La seconda ara (CIL 6614), vista intorno alla metà del secolo scorso dal Ravizza nell’orto della canonica della chiesa di S. Vittore (chiesa di S.Maria), murata (1950) sul fianco destro della chiesa, è attualmente conservata in canonica. Tronca della parte superiore, presenta, su tre righe, una dedica a Diana. È probabile che le are provengano da un luogo non lontano dall’antica Pieve.
Un terzo reperto è un cippo opistografo in granito, già murato nella facciata della chiesa, e che il Cassani dice donato dal Municipio nel 1935. E’ in pessimo stato di conservazione, riutilizzato anche come perno di una porta. Presenta sul lato A la lettura “Fines Agamin(um)”, mentre quella sul lato B rimane incerta; questo cippo confinario doveva segnare i limiti di una proprietà tra due aree, da una parte forse il territorio degli Agamini e dall’altra una realtà fondiaria per ora sconosciuta.
I reperti risalgono all’età romana imperiale.

Informazioni:
Chiesa di San Giorgio in località Conturbia, Via Giovanni XXIII n.1

Chiesa di Santa Maria in località Santa Maria, tra Agrate e Bogogno (in direzione sud-ovest).
Parrocchia telef. 0322 832309.  Il castello è di proprietà privata.

 

Links:
http://www.comune.agrateconturbia.no.it/ComSchedaTem.asp?Id=1194

http://www.comune.agrateconturbia.no.it/ComSchedaTem.asp?Id=19501

Bibliografia:
Storia e Documenti Artistici del Novarese Le Terre fra le Colline – Vol.17 Provincia di Novara, Novara 1998
Gambari F.M, Agrate Conturbia. Rinvenimenti di superficie di materiale mesolitico, neolitico ed eneolitico, Quaderni della Soprintendenza archeologica del Piemonte n° 8-1989, pp. 190-191

Fonti:
Notizie e immagini dal sito del Comune. Notizie sui reperti tratte nel 2014 da pagina, non più esistente nel 2020, del sito  www.sitbiella.it.

Data compilazione scheda:
4 gennaio 2012 – aggiorn. marzo 2014 – maggio 2020

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G.A.Torinese

Agrate Cont. – S. Maria in Valle

 

 

 

 

 

 

 

Agrate Cont. – S. Maria in Valle affreschi

Agrate Conturbia (NO) : Battistero di San Giovanni, parrocchiale di San Vittore e castello di Agrate

AGRATEbattistero1

Storia e descrizione del sito:
Il BATTISTERO DEDICATO DI SAN GIOVANNI BATTISTA è un rarissimo esemplare di battistero romanico. L’edificio venne consacrato durante il vescovato di Litifredo, tra il 1122 e il 1151. Secondo alcuni autori è verosimile ipotizzare la preesistenza nel luogo di un sacello romano.
Sarebbero necessari lavori per limitare i danni dovuti alla risalita di umidità dal terreno.
Le strutture murarie inferiori sono di forma circolare irregolare e costituite da pietre più rozzamente squadrate e ciottoli disposti a spina di pesce, che potrebbero risalire all’incirca all’anno 930. Ad esse risulta sovrapposta una struttura ottagonale, costituita da pietre meglio squadrate, relative verosimilmente ai secoli XI-XII. Nel tempo l’edificio ha subito diversi interventi, ed in particolare nel secolo XVII: in quest’epoca venne aperta la prima arcata per addossarvi una cappella e fu realizzato un pronao antistante. All’inizio del secolo XX l’impianto planimetrico della struttura è stato riportato alla primitiva conformazione; tuttavia, nel corso di tali interventi, con ogni probabilità, venne deteriorato l’affresco posto in corrispondenza dell’arcata rimossa.
L’apparato decorativo esterno è costituito da archetti pensili, prevalentemente realizzati in laterizio, che corrono lungo ampia parte del perimetro superiore della struttura circolare e del tiburio sopra di essa. Quest’ultimo è inoltre impreziosito su ciascun lato da trifore cieche formate da colonnine in pietra con capitelli a gruccia. Il linguaggio architettonico è quello tipico del romanico in area lombarda. Sono presenti anche due monofore alte e strette a doppia strombatura.
L’interno del battistero si presenta con nicchioni sormontati da arcate cieche. Si accede al fonte battesimale, al centro dell’edificio, scendendo tre scalini in un’area ribassata, cosa che fa pensare che originariamente vi fosse collocata una vasca per il battesimo ad immersione. Le pareti dell’interno si presentano molto spoglie. Sulla parete nord si trova un affresco raffigurante un Battesimo dovuto alla mano di un anonimo frescante novarese del XV secolo. Un altro Battesimo d’ispirazione rinascimentale è posto in corrispondenza all’arcata frontale. Al culmine della cupola si trova l’immagine di un sole fiammato a dodici raggi, con al centro un’icona ormai scarsamente leggibile, nella quale sembra di poter riconoscere il biscione visconteo.

CHIESA PARROCCHIALE DI SAN VITTORE
La fondazione religiosa risultava già citata nell’anno 976 ed indicata come “basilica” situata nel castrum di Agrate. Venne ricostruito in età romanica e fu nei secoli più volte rimaneggiato. Conserva ancora in corrispondenza della facciata una lunetta con un dipinto del XII secolo.
L’impianto distributivo è a tre navate. Lo schema planimetrico si rispecchia nello schema compositivo di facciata, che risulta tripartito con navata principale più alta e laterali più basse. Le strutture murarie sono coperte da uno strato di intonaco fortemente deteriorato, con presenza di efflorescenze e macchie di umidità. Le sezioni basamentali delle murature perimetrali sono state, in tempi non recenti, oggetto di interventi di risanamento: in alcune sezioni, tuttavia, lo strato superficiale è già parzialmente decoeso, con distacchi e perdita di materiale, a causa dell’azione dell’umidità di risalita, dell’azione di dilavamento delle acque meteoriche e della gelività.

CASTELLO e TORRE-PORTA DI AGRATE
Del Castello di Agrate sono rimaste poche parti originarie. Rimane intatto lo stemma dei Conti di Castello, signori di Agrate nel XI secolo. A seguito di una parziale distruzione avvenuta nel 1400 ha subito diverse trasformazioni che non consentono di stabilirne la forma originaria. Allo stato attuale, l’elemento visivamente più significativo è costituito dalla torre-porta di ingresso posta al fondo di Vicolo Castello, che consente l’accesso ad una corte interna. La torre-porta presenta tre livelli, che ricevono luce da poche aperture finestrate centrali. Significativa la presenza, in corrispondenza dell’ultimo piano, di piccolissime feritoie dal profilo superiore ad arco. In corrispondenza del piano terreno vi è un ingresso con portale laterizio ad arco acuto, che introduce a un androne, le cui murature perimetrali hanno tessitura muraria a vista, realizzata con l’impiego prevalente di ciottoli di fiume disposti a spina di pesce, congiunti a frammenti laterizi. L’orizzontamento è costituito da un impalcato ligneo. In opera anche il serramento ligneo a doppio battente, risalente, con ogni probabilità, all’inizio del secolo XX.

Descrizione dei ritrovamenti:
Nell’area di Agrate sono venuti alla luce reperti di varie epoche. Vedi bibliografia.

Informazioni:
In località Agrate, piazza Roma. I due edifici si fronteggiano.
Chiesa aperta per le funzioni, visite al battistero su richiesta, tel. parrocchia 0322 832314 . Il castello con la torre-porta è di proprietà privata, sempre visibile esternamente.

Links:
http://www.comune.agrateconturbia.no.it/ComSchedaTem.asp?Id=1186

http://www.comune.agrateconturbia.no.it/ComSchedaTem.asp?Id=1185

Bibliografia:
Novara e la sua terra nei secoli XI e XII. Storia, documenti, architettura, catalogo della mostra a cura di M.L. Gavazzoli Tomea, Novara 1990, pp. 177 – 178
Storia e Documenti Artistici del Novarese Le Terre fra le Colline – Vol.17 Provincia di Novara, Novara 1998
Gambari F.M, Agrate Conturbia. Rinvenimenti di superficie di materiale mesolitico, neolitico ed eneolitico, Quaderni della Soprintendenza archeologica del Piemonte n° 8-1989, pp. 190-191

Fonti:
Notizie e immagini dal sito del Comune.

Data compilazione scheda:
4 gennaio 2012 – agg. marzo 2014

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G.A.Torinese

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