San Nazzaro Sesia (NO) : Abbazia dei Santi Nazario e Celso

sannazzaro chiesa

Storia del sito:
Il piccolo centro di San Nazzaro conserva ancora l’aspetto originale dei paesi agricoli e si estende attorno alla secolare Abbazia dei Santi Nazario e Celso che venne fondata tra il 1039 e il 1053 da Riprando, vescovo di Novara appartenente alla famiglia dei conti di Pombia, signori di Biandrate. Secondo la tradizione, il complesso fu edificato sui resti di un precedente monastero. La particolare posizione geografica lungo la “via Regis” e la prossimità ad uno dei guadi del Sesia le conferì un importante ruolo strategico nei conflitti che, nel XIII e XIV secolo, impegnarono Novara e Vercelli e per questo motivo nel corso del Duecento il complesso abbaziale venne fortificato. L’abbazia riuscì a sfruttare al meglio la sua posizione e a rimanere per lungo tempo un centro di ricchezza materiale e spirituale.
Agli inizi del XV secolo, allo scopo di difendere i massari da scorrerie ed attacchi, l’abate Michele Scamozzi iniziò la costruzione di un ricetto. La sua opera fu continuata nel 1429 dall’abate Antonio Barbavara che, tentando di invertire il processo di decadenza della vita religiosa ed economica dell’abbazia, la ricostruì quasi completamente. La planimetria precedente fu conservata quasi integralmente, ma il complesso venne caratterizzato da linee tardo gotiche quattrocentesche. In stile romanico sono l’alta torre campanaria e il quadriportico che non furono intaccati dai lavori di ricostruzione. Una lapide, posta nell’abside della chiesa, ricorda le benemerenze dell’abate come costruttore delle mura, dell’edificio ecclesiastico e del chiostro. Egli migliorò l’organizzazione agricola con l’introduzione di nuove colture e la bonifica di alcuni terreni circostanti; si fece anche edificare un palazzo signorile dove riceveva illustri personaggi per soggiorni e banchetti. Fu l’ultimo a risiedere nell’abbazia: alla sua morte, nel 1467, questa fu concessa ad abati commendatari, che raramente la visitarono. Il complesso, che già ai tempi del Barbavara non ospitava più monaci, decadde gradualmente.
Il fisco cercò di incamerare i beni dell’abbazia nel 1614, senza riuscirvi. Nel 1801, in seguito alle soppressioni napoleoniche, l’abbazia fu venduta ai fratelli Isnard, che la utilizzarono come cascina. Fu nei primi anni del Novecento che si risvegliò l’interesse nei confronti del complesso monastico: gli edifici furono riscattati ad opera dei parroci e nel 1958 furono iniziati i lavori di restauro, che hanno interessato anche le fortificazioni.
Altre rilevanti testimonianze della precedente costruzione romanica sono state portate alla luce dai lavori di restauro degli anni tra il 1950 e il 1960.

Descrizione del sito:
L’antica fondazione benedettina ha conservato gli elementi caratteristici della struttura difensiva e costituisce un raro ed espressivo esempio della tipologia di abbazia fortificata.
Oltre ad una parte della cinta muraria, si è conservata la TORRE d’accesso, mozza, del XV sec. e, accanto a questa, un QUADRIPORTICO costituito da due imponenti corpi paralleli che si innestano sulla facciata della chiesa: questi erano le due fiancate superstiti del romanico nartece, quindi la parte più antica del complesso. Il quadriportico mostra una tecnica costruttiva che alterna fasce in mattoni a corsi di pietra disposti a spina di pesce, simile a quella della possente TORRE CAMPANARIA romanica, a pianta quadrata, appartenente alla primitiva chiesa del secolo XI, che si eleva a sinistra della Chiesa con sei specchiature scandite da una serie di archetti pensili.
In fondo al quadriportico, la CHIESA, che risale al XV secolo, ha la facciata con il rosone decorato da formelle in cotto che disegnano raffinati motivi. Il portale sottostante, decorato in maniera analoga, rivela un disegno che sembra integrare aspetti rinascimentali e tardo gotici. All’interno, composto da tre navate con volte a crociera costolonate, affreschi restaurati della seconda metà del 1400: nella seconda campata a destra è raffigurato san Nazzaro a cavallo su sfondo di paesaggio, fiancheggiato da santa Caterina e san Rocco a destra, e san Celso e un martire a sinistra, datato 1480, riconducibile, secondo la critica, a Giovanni Antonio Merli. In fondo alla navata destra un altro affresco raffigura la Madonna in trono con Bambino, ai lati angeli musicanti, inseriti in un’insolita struttura architettonica fra san Sebastiano a destra e sant’Agata a sinistra.
Il CHIOSTRO quadrangolare, formato da grandi arcate con volte a crociera, si estende a sinistra della Chiesa e possiede pregevoli decorazioni in cotto e, sotto il portico del lato adiacente alla Chiesa, un interessante ciclo di affreschi riguardante le “Storie della vita di San Benedetto”, commissionati dall’abate Antonio Barbavara.

Informazioni:
Via A. Barbavara n.8. Tel. 0321 834073;  email: info@abbaziasannazzarosesia.it

Link:
https://www.abbaziasannazzarosesia.it/
https://www.abbaziasannazzarosesia.it/gli-affreschi (per immagini degli affreschi)
http://www.comune.sannazzarosesia.no.it

Bibliografia:
AA.VV., L’abbazia di San Nazzaro Sesia, Soc. Storica Novarese ed., Novara, 1965
ROMANO G. (a cura di), Piemonte romanico, Banca C.R.T., Torino, 1994

Fonti:
Pagina web sopra indicata e le pagine successive, da cui sono tratte le notizie e le fotografie.

Data compilazione scheda:
11/10/2005 – aggiornamento maggio 2014

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G. A. Torinese

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