San Carlo Canavese (TO) : Chiesa di S. Maria Maddalena della Piè di Liramo e “Castrum”
Storia del sito:
L’antica piè (pieve) oggi è denominata “chiesa di Santa Maria Maddalena”.
Pié di Liramo era un villaggio di poche case raggruppate intorno alla pieve ed alla domus plebis medievale; il primo documento che attesta Liramo come toponimo è del 1004.
Già nell’VIII-IX secolo nel sito vi era probabilmente una chiesa battesimale, di cui non si hanno però precise notizie, perché l’attuale costruzione romanica risale alla fine del X–inizi del secolo XI e in antico era dedicata a San Martino vescovo di Tours. L’edificio in origine era a tre navate, una maggiore e due minori, terminanti tutte con abside, come dimostrano ancora gli archi presenti e le tracce murarie esterne.
La pieve viene nominata per la prima volta in un documento del 1185, poi nel 1203, nel 1211, e ancora nel 1254, 1272, 1287 e 1308. La chiesa aveva accanto un piccolo monastero di agostiniani – chiamato prevostura – in cui abitavano i sacerdoti e da cui dipendevano altre chiese del territorio (Nole, Grosso, Caselle, Leinì, Baratonia, Varisella).
Nel XIV secolo la struttura venne conglobata nel castrum fortificato. Nel 1311 il vescovo Tedisio di Torino trasferì la parrocchiale del villaggio di Liramo da questa chiesa di San Martino a quella di Santo Stefano prope castrum, edificio di cui si è persa traccia, ma del quale si conoscono gli elenchi dei parroci dal 1380 sino alla metà del Cinquecento.
Nel 1356 Amedeo VI di Savoia concede alla famiglia Peracchi di Lanzo la “domus vocatam la pley de Lirone”; nel XIV secolo la pieve diviene sede del signore laico e del suo potere politico e cessa di esistere come centro religioso. Alla fine del Quattrocento la chiesa cambia titolo e diventa di “Santa Maria Maddalena”.
La visita pastorale del 1584 descrive la chiesa di S. Maria Maddalena priva di tetto, scrostata ed interdetta al culto e se ne ordina l’abbattimento insieme con quella di santo Stefano. Solo quest’ultima però viene demolita, mentre la prima viene restaurata e usata come cappella privata del castello. La Chiesa compare nelle successive visite pastorali del 1635, 1730, 1752 e 1771, 1840. Come ricorda un’iscrizione sulla facciata, vengono svolti restauri dalla famiglia dei conti Berlia nel 1741 e nel 1761.
Nel 1937 Cesare Bertea e Vittorio Mesturino effettuano scavi archeologici attorno alla chiesa e vengono alla luce i resti dell’antica navata sinistra: la chiesa viene restaurata.
Per quanto riguarda il CASTELLO, il castrum plebis, non si hanno notizie precise prima del catasto del 1500 nel quale viene descritto formato da “sala vegla cum sedime canapa qui nominatur canapa antiqua cum duabus cameris et duabus cameratis desuper dictam canapam…sala cum crota et camera, puteum caseamentis et heddificis”. Accanto al castello un edificio con “duabus sale et duabus cameratis cum suis corticinis, caseamentis, tecti et aira, viridarium seu jardinum”. Il castello era circondato da “muros, fortaliciis, fossatorum cum suis ripperis”; accanto vi erano la chiesa di S. Maria Maddalena e una platea; nelle vicinanze il mulino. Nel 1870 il complesso del castello e della chiesa viene trasformato in cascina. Attualmente ciò che resta del castello è una parte della casa forte e del torrione, che era stato portato a livello degli altri edifici nel 1853; appartiene ad un privato ed è in parte abbandonato.
Descrizione del sito:
L’edificio è a una navata, quella mediana originaria, conclusa da abside semicircolare con tre eleganti fornici; presenta una semplice facciata con tetto a due spioventi, i fianchi recano traccia degli archi delle navate minori. Il paramento murario più antico è in ciottoli di fiume e pochi mattoni.
La primitiva copertura in legno a cassettoni è stata sostituita nel Seicento con volta a botte. Non si hanno tracce visibili del campanile, probabilmente sostituito dal torrione medievale in mattoni.
L’interno della chiesa è arredato in stile barocco; l’altare maggiore del 1734 è sovrastato da una tela coeva con la Madonna e i santi Antonio e Stefano, dono della famiglia Grisi; ai lati due quadri secenteschi raffiguranti la Madonna e san Giovanni; un altro altare in legno di fine Settecento ha una tela dei primi del Seicento raffigurante la Madonna in trono con santa Maria Maddalena e san Giuseppe, dono della famiglia Cavalleri e Peracchio.
Nell’abside vi è un AFFRESCO del beato Amedeo di Savoia (1435–1472) che Maleto nella sua Historia del 1613 data al 1489. Il Beato indossa il collare dell’Annunziata, tiene in mano il bastone di comando e poggia il piede su una pietra con l’iscrizione delle parole di insegnamento che, secondo la tradizione, pronunciò prima di morire.
Ai piedi dell’altare vi è una lastra bianca di marmo, probabilmente recuperata dalla vecchia chiesa di Santo Stefano.
Informazioni:
La Chiesa si trova in Borgata La Piè, raggiungibile da Ciriè per la strada provinciale che porta a Lanzo oppure da San Carlo per Via Corio. Pro Loco, email: presidente@prolocosancarlo.it ; Comune tel. 011 9210193 , email: comune.sancarlo@icip.com
Links:
http://www.leterredimargherita.it/cms/index.php?option=com_content&view=article&id=52&Itemid=70
Bibliografia:
BOASSO G., Cenni storici sul comune e parrocchia di S. Carlo Canavese, Tip. G. Cappella, Ciriè TO, 1960
CASIRAGHI G., La diocesi di Torino nel Medioevo, Palazzo Carignano, Torino, 1979
DI PIERO A., VASSALLO M., Arte romanica nelle valli di Lanzo e nel basso Canavese, Torino, s.d.
OLIVERO E., Architettura religiosa preromanica e romanica nell’ Archidiocesi di Torino, Torino, 1941
Fonti:
Le notizie e le fotografie sono state fornite nel 2005 dal dr. Gianfranco Ballesio, del Comune di S. Carlo Canavese.
Fotografie archivio GAT.
Data compilazione scheda:
19/12/2005 – aggiornamento maggio 2014
Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G. A. Torinese