Salussola (BI) : Valletta di San Secondo – “Victimulae”

Salussola vittimulo 1

Storia del sito:
La “civitas Victimula…iuxta Eporediam”(o Ichtimulae) è menzionata in un itinerario del VII secolo; è provata la persistenza del toponimo Victimul(ae) in documenti altomedievali e medievali con riferimento ai centri di Bugella (Biella) e Salussola. La donazione dell’826 degli imperatori Ludovico il Pio e Lotario al conte Bosone menziona infatti beni collocati “in pago Victimulensi quod pertinet ad comitatum Vercellensis idest in villa qui dicitur Bugella…”; nella Vita del Beato Pietro Levita, conservata presso l’Archivio Capitolare di Vercelli, si accenna inoltre ad un “Victimul castrum” con riferimento a Salussola. Accertato che la civitas Victimula vada situata in un pagus Victimulensis che corrisponde ad un’area prossima a Biella e Ivrea, con particolare riferimento a Salussola, è molto probabile che il centro abitato in questione sia proprio da collocare nella valletta di San Secondo, la zona da cui provengono i più significativi reperti archeologici.
L’insediamento di Victimulae (o Victumulae) era legato alla presenza delle vicine miniere aurifere a cielo aperto della Bessa, da identificare con le “Ictumulorum aurifodinae” che, sfruttate con metodi idraulici dai Salassi, passarono sotto il controllo di Roma dopo la vittoriosa campagna militare di Appio Claudio Pulcro del 143-140 a.C.
In un recente contributo, L. Brecciaroli Taborelli ha avanzato l’ipotesi che il pagus rientri nella limitatio di Eporedia. Tale ipotesi si basa su dati epigrafici: due iscrizioni rinvenute a Biella e nel territorio di Zubiena (BI) riferibili a personaggi locali che risultano censiti nella tribù Pollia, la stessa a cui erano iscritti i membri della colonia eporediese.
Vista la scarsità di dati di scavo, risulta pressoché impossibile determinare un’ipotetica forma urbis del centro, fermo restando che Victimulae non nacque come città nel senso pieno del termine, ma piuttosto – sembra di poter intuire dai ritrovamenti – come centro di servizi legati all’attività estrattiva. Sulla scorta dei pochi dati disponibili è però possibile tracciare un sommario quadro d’insieme: l’abitato non era cinto da mura, al contrario di quanto ipotizzava Lebole, considerando anche la toponomastica locale (regioni “Porte” e “Murassi”), si estendeva in un’area relativamente ristretta e i principali insediamenti dovevano trovarsi nelle regioni Porte, Murassi e Mercato. Le costruzioni probabilmente erano poste ai lati di una strada di transito, ma non di grande comunicazione. Per la mancanza di dati storici e archeologici sicuri non è possibile ipotizzare una cronologia per l’inizio dell’insediamento romano nella valletta di San Secondo. I materiali più antichi databili con certezza, di cui però abbiamo notizia solo dalle fonti o dalle relazioni di scavo, sono attribuibili al primo periodo imperiale, epoca in cui l’attività estrattiva delle aurifodinae aveva già imboccato una parabola discendente. Quando lo sfruttamento su larga scala delle miniere della Bessa cessò o si ridusse notevolmente, il centro romano mantenne comunque una continuità insediativa: le principali strutture venute alla luce e la presenza di sarcofagi rimandano infatti ad una cronologia bassoimperiale. A questo proposito la recente scoperta di strutture pertinenti ad una villa o comunque ad un edificio di grandi dimensioni potrebbe offrire una nuova chiave interpretativa riguardo all’occupazione del sito, almeno per quanto riguarda il periodo tardo. La frequentazione si protrasse certamente fino all’alto medioevo, come provano l’itinerario del VII secolo e i dati degli scavi condotti nel 1953 e nel 1972 e la complessa topografia cristiana dell’area.
La Vita del Beato Pietro Levita attesta una distruzione del sito durante l’VIII-IX secolo, in seguito alla quale, secondo Lebole, Victimulae sarebbe stata abbandonata e i suoi abitanti si sarebbero trasferiti nel nuovo centro di Salussola. In realtà, se è da ubicare nell’area di San Secondo il “castellum Victimuli” menzionato da documenti d’archivio del X e XI secolo, occorre considerare seriamente l’ipotesi di una sostanziale continuità di insediamento in epoca medievale.

Descrizione del sito:
La valletta di San Secondo di Salussola ha restituito nel corso dei secoli moltissimi materiali archeologici di età romana e medievale, che in parte hanno arricchito le collezioni dei musei di Vercelli, Biella e Torino e in buona parte sono andati dispersi o distrutti.
Nonostante le lacune della documentazione, si può senza dubbio affermare che si tratti di un’area singolare dal punto di vista archeologico anche per la presenza di STRUTTURE MURARIE affioranti, che si possono presumibilmente ascrivere al periodo romano, e che doveva essere, nei secoli scorsi, una caratteristica peculiare della zona, citate dall’arcivescovo di Vercelli G. S. Ferrero nel 1609. L’accenno agli edifici trova inoltre conferma nelle numerose testimonianze otto-novecentesche di contadini che, durante i lavori di aratura nei campi, si imbatterono in resti di pavimenti e di “robuste mura”. Nella valletta sono ancora oggi molto frequenti i ritrovamenti di materiali edilizi romani (frammenti di embrici e mattoni). Le testimonianze locali rivelano d’altronde che, fino al 1950, in primavera i diversi livelli di crescita dell’erba e delle colture facevano riconoscere allineamenti murari. Oggi le tracce non sono più visibili, in quanto il mancato drenaggio del terreno, un tempo assicurato da un efficiente sistema di canali, ha fatto sì che il fondo della valletta si ricoprisse di uno strato alluvionale. Anche i sondaggi condotti nel 1953, sotto la direzione di C. Carducci, nel campo antistante la Cascina S. Giuseppe (regione Murassi) hanno messo in luce resti murari che sono stati interpretati come pertinenti ad un vero e proprio nucleo urbano. Nei sondaggi sono stati inoltre recuperati frammenti ceramici romani, intonaci, frammenti musivi a tessere bianche e nere e una moneta di Antonino Pio. Nel corso dei sondaggi del 1953 è venuto alla luce anche un tratto di CONDOTTO IDRAULICO in muratura ad una quota di 1,20 metri dal piano di campagna; perfettamente conservato, è stato interpretato inizialmente come cloaca e più recentemente come collettore delle acque che sgorgano dalla collina ad ovest dell’abitato di San Secondo. Il fatto che la quota di imposta del condotto sia inferiore a quella delle fondazioni degli edifici scavati ha fatto supporre a Scarzella che quest’opera sia stata realizzata con intenti urbanistici al momento della fondazione del centro abitato. Si tratta in ogni caso di una struttura preesistente alla fase scavata del presunto “nucleo abitato”.
Nel 1994 due sondaggi in corrispondenza dei mapp.127-128 F° 38 del catasto del comune di Salussola hanno messo in luce un tratto murario e una struttura absidata attribuibili ad un edificio di grosse dimensioni, probabilmente una VILLA DI ETÀ BASSOIMPERIALE. La vicinanza topografica farebbe ipotizzare una possibile connessione di queste strutture con quelle venute alla luce durante gli scavi del 1953, implicando forse una revisione dell’interpretazione data da Carducci a queste ultime.

Descrizione dei ritrovamenti:
Lo sfruttamento intensivo delle miniere della Bessa durò fino agli inizi del I sec. d.C. Probante è il ritrovamento avvenuto nel 1819 in regione “Porte” di San Secondo della cosiddetta “ISCRIZIONE DEL PONDERARIO”, attualmente conservata presso il Museo di Archeologia di Torino; l’iscrizione, databile al I-II secolo d.C., attesta l’edificazione di un ponderario da parte di T(itus) Sextius, cittadino iscritto alla tribù Voltinia, che aveva ricoperto ad Ivrea le maggiori cariche. Pare che l’epigrafe potesse appartenere ad un edificio esistente nel vicus di Victimulae e che quindi il centro fosse dotato di una struttura in cui venivano conservati pesi e misure e dove si eseguivano operazioni di pesatura dell’oro estratto nelle miniere e delle derrate necessarie ai lavoranti.

Il cosiddetto “RILIEVO DI DORZANO”, una delle poche sculture di età romana rinvenute nel Biellese-Vercellese e certo la più completa, si colloca cronologicamente in età traianea e, per l’utilizzo di alcune iconografie specificatamente funerarie, va interpretata come elemento originariamente inserito in un monumento sepolcrale, forse riferibile ad un magistrato locale. Presenta un’articolata scena di sacrificio cruento che, nel suo complesso, non trova riscontri nel corpus di rilievi privati di analogo soggetto rinvenuti in area cisalpina. Il rilievo di Dorzano è attualmente esposto al Museo “C. Leone” di Vercelli.

Nell’area della valletta di San Secondo sono state individuate numerose TOMBE ad inumazione a cassa di laterizi, databili fra VII ed VIII secolo d. C., ed è attestata una sepoltura ad incinerazione, il che fa supporre una continuità d’uso fra cimitero pagano e cristiano. Altre tre tombe a cassa in muratura, relative al V-VI secolo, furono rinvenute durante ulteriori scavi condotti dalla Soprintendenza Archeologica del Piemonte nel 1972. I ritrovamenti funerari nell’area appaiono numerosi, anche se è difficile studiarli in modo sistematico, per la casualità dei rinvenimenti. I numerosi sarcofagi con iscrizioni, databili al III sec.d.C, provenienti dalla zona fanno presupporre comunque l’esistenza di una o più Aree Necropolari pertinenti ad un florido abitato.

Informazioni:
L’area archeologica si trova nella valletta di San Secondo, una conca naturale divisa tra i comuni di Salussola e Dorzano. Sono sempre visibili solo i resti di murature romane (e della medievale pieve di S. Secondo nel comune di Dorzano, vedi scheda). Comune di Salussola, tel. 0161 998124

Links:
http://www.salussola.net/vittimulo_-_le_tombe_romane_.html

http://www.salussola.net/vittimulo_-_i_lapidei.html

http://digilander.iol.it/pmassara/lastra.html

http://digilander.iol.it/pmassara/porte.html

http://digilander.iol.it/pmassara/victim.html

Per approfondire, scaricare i documenti  “carta archeologica” e “carta tematica” da   http://www.comune.salussola.bi.it/on-line/Home/articolo43003384.html


Bibliografia:

BRECCIAROLI TABORELLI L., Nuovi documenti epigrafici dal circondario di Victumulae, “ZPE” 74 (1988)
BRECCIAROLI TABORELLI L., Salussola, loc. S. Secondo. Strutture pertinenti ad un edificio di età romana, in “QuadAPiem 13 (1995)
LANGE G., Note di archeologia piemontese, in “BSPABA”, n.s., 1969-70
LEBOLE D., Storia della Chiesa Biellese – Le Pievi di Vittimulo e Puliaco , Tip. E Libreria Biellese, Biella, 1979
MASSARA P., Da Victimulae a Vercelli. Il Rilievo di Dorzano al Museo C. Leone di Vercelli, in “BSV” 53 (1999)
PANTO’ G., Il Biellese tra cristianizzazione e migrazioni barbariche, in “BSPABA”, n.s., XLIV, 1991-92
VIALE, Vercelli e il Vercellese nell’antichità, Milano 1971

Fonti:
Notizie e fotografie tratte dai siti sopra citati.

Data compilazione scheda:
04/05/2007 – aggiornamento giugno 2014

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – Gruppo Archeologico Torinese

Salussola Ponderario

Salussola rilievoDorzano

Salussola s secondo map