Rivoli – Perosa (TO) : Strada romana e necropoli
Storia del sito:
Durante i lavori di costruzione della superstrada del Frejus, nel 1990, fu individuata una vasta area archeologica. Lo scavo ha riportato alla luce varie strutture tra loro connesse che evidenziano una complessa successione insediativa.
La prima fase fu un insediamento rustico caratterizzato da una serie di piccoli edifici tra i quali un singolare vano absidato, ascrivibile al periodo compreso tra il I secolo a.C. e la seconda metà del I secolo d.C. Alla distanza di circa 100 metri dall’abitato è stata esplorata una ricca sepoltura ad incinerazione, deposta all’interno di una piccola camera funeraria.
Successivamente, tra la fine del II e III secolo d.C., venne costruito un tratto di variante della via pubblica per le Alpi Cozie che interferì con le strutture insediative preesistenti, determinandone la demolizione per una parte consistente, senza tuttavia causarne la totale distruzione, ma piuttosto il mutamento della destinazione d’uso.
In una fase successiva, in età tardo antica, probabilmente nel V-VI secolo, si verificò una definitiva caduta in disuso di questo tratto di strada. All’abbandono fece seguito la formazione naturale di uno strato di sabbia e limo.
In seguito, intorno al VII secolo, vi fu l’impianto di un’area cimiteriale, proprio in corrispondenza del precedente sedime stradale, che comprendeva 36 sepolture, probabilmente appartenenti ad una piccola comunità, in cui si distingueva un nucleo famigliare gentilizio. Si è ipotizzato che si trattasse di un gruppo di origine germanica, probabilmente longobarda.
Descrizione del sito e dei ritrovamenti:
E’ stata trovata una notevole porzione di STRADA BASOLATA di cui si sono riconosciuti oltre 100 m di tracciato con ampie porzioni di sottofondo preparato, secondo la tecnica romana, a “rudus”, attribuibile alla metà del I secolo d.C. Le dimensioni della carreggiata (m 6,40 di larghezza) e l’accurata esecuzione dell’opera con statumen in grossi ciottoli, regolarizzato in superficie da una spessa coltre di sabbia e ghiaia, confermano l’appartenenza di questo tratto alla “strada delle Gallie”, di cui già si ipotizzava il passaggio in base al ritrovamento ottocentesco di un miliario.
La NECROPOLI si articola in due gruppi di sepolture. Il primo è costituito da sette tombe a cassa in muratura di pietre, talvolta miste a frammenti laterizi, legate da malta o anche soltanto disposte a secco. Il fondo risulta variamente realizzato con frammenti di laterizi e lastre di pietra e, in un caso, con la stesura di cocciopesto. La t. 1 conservava ancora le lastre di pietra di copertura, mentre elementi analoghi, ritrovati dislocati, possono essere anch’essi riferiti alle originarie chiusure delle altre tombe in muratura, poiché il fenomeno di erosione del deposito archeologico verificatosi in questo sito ha portato a quota affiorante dal piano di campagna non solo le strutture, ma quasi i resti scheletrici stessi. A questo fenomeno va certamente imputato in buona parte l’esiguo numero di sepolture infantili rinvenute. Una fossa terragna (t. 25) e resti molto disturbati di altre simili inumazioni (tt. 19, 21, 22), appartengono ancora a questo settore del cimitero, che appare organizzato per file in direzione nord-sud; l’orientamento delle singole sepolture è costante: ovest-est con capo a ovest. Le tombe in muratura furono tutte violate, ad eccezione della t. 3, dove forse non a caso l’ultima deposizione è risultata priva di corredo, mentre nelle t. 1 e t. 2 pochi oggetti residui indicano l’originaria presenza di ben più ricchi corredi trafugati.
Lo studio dei resti scheletrici, ha permesso di stabilire che al centro dell’allineamento principale si collocano tre tombe di individui maschili adulti. Di queste la t. 1 conteneva un coltellino in ferro, decorato presso l’impugnatura da due fili ad agemina, una piccola fibbia in bronzo riferibile alle stringhe di fissaggio delle calze ed un elemento in ferro ricurvo, per ora di incerta interpretazione.
Nel riempimento sconvolto della t. 2 si sono rinvenuti: una fibbia in bronzo di piccole dimensioni con ardiglione a scudetto e placca mobile, un puntalino di cintura a becco d’anatra in ferro con abbondanti tracce di tessuto mineralizzato, tre borchie di bronzo a testa circolare appiattita e decorata, di tipologia generalmente riferita al fodero del sax, ed infine una placchetta, che poteva far parte delle guarnizioni della cintura per la spatha, in ferro, rettangolare con bordo inferiore sagomato, quattro borchie in bronzo e occhielli di fissaggio sul retro. La decorazione, in agemina con fili di argento e di ottone su psendo-placcatura in argento, forma semplici riquadrature geometriche che incorniciano un piccolo almandino incastonato al centro. Un secondo almandino è inserito nel lobo mediano del bordo inferiore, mentre i due laterali sono decorati ad agemina a cerchio quadripartito. Si può proporre una datazione intorno alla fine del VII secolo.
La struttura delle tombe 1 e 2, a cassa rettangolare abbastanza ampia e accuratamente costruita, e i reperti avvalorano l’ipotesi che vi fossero stati inumati i personaggi eminenti della comunità. A sud si allineano una terza tomba (t. 13), meno conservata, che conteneva i resti sconvolti ma abbastanza completi di altri due individui maschili di età compresa fra i 40-45 e i 45-50 anni, ed una quarta (t. 3), più stretta, lievemente trapezoidale e meno accuratamente rifinita, destinata invece ad una sepoltura femminile e successivamente ad un individuo maschile di circa 25 anni. A pochi metri di distanza verso est si collocano due tombe femminili affiancate: t. 20, a cassa in muratura con resti molto incompleti e sconvolti di una donna di circa 25 anni, e t. 25, terragna, con scheletro in connessione di un individuo femminile di età matura. Vi sono altre poche inumazioni frammentarie in piena terra individuate nelle vicinanze del gruppo delle tombe in muratura.
Il secondo e più numeroso nucleo cimiteriale è situato ad ovest a breve distanza, ma ben separato e caratterizzato rispetto al primo. Esso comprende soltanto sepolture terragne del tutto prive di oggetti di corredo o di complemento del vestiario. Le fosse erano distinguibili in pochi casi ed avendo esse raggiunto e tagliato gli strati di crollo e abbandono degli edifici e della strada precedenti, è assai difficile stabilire se il contorno incompleto di elementi lapidei e laterizi, talvolta rilevato, sia stato intenzionale, in funzione di qualche sistemazione della fossa, oppure sia il risultato casuale dell’affioramento degli strati sottostanti, o dell’operazione di scavo della fossa stessa. L’unica sistemazione certamente intenzionale pare essere quella della t. 9, mentre la t. 29, più profonda delle altre, ha consentito di leggere con maggior precisione la forma della fossa, scavata a stretta misura dell’inumato. L’orientamento è analogo a quello delle tombe in muratura, ma con deviazioni anche marcate nelle sepolture periferiche, verosimilmente più recenti, fino all’unico caso della t. 29, quasi disposta in direzione sud-nord. Nell’organizzazione planimetrica si coglie una minore regolarità, ma è pur sempre individuabile una suddivisione interna per piccoli gruppi composti da due a quattro-cinque sepolture in fila, che a loro volta hanno rivelato la disposizione degli individui maschili affiancati al centro e a sud, mentre quelli femminili occupano prevalentemente le posizioni nord delle “file”. Anche nel settore delle sepolture terragne si può quindi osservare la tendenza a raggruppare separatamente gli individui maschili e femminili, pur all’interno di piccoli nuclei, verosimilmente familiari.
Luogo di custodia dei materiali:
Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte e del Museo Antichità Egizie
Informazioni:
Nella zona detta La Perosa; sul pianoro sommitale del rilievo del Truc Perosa, estrema propaggine dell’anfiteatro morenico di Rivoli-Avigliana, a circa un chilometro dall’attuale alveo della Dora Riparia.
Il sito è stato ricoperto.
Links:
http://www.vallesusa-tesori.it/media/attachment/11_Archeologia_VdS_11_StradaRomana_Rivoli.pdf
http://www.vallesusa-tesori.it/media/attachment/10_Archeologia_VdS_10_EtaRomana_BassaValle.pdf
Bibliografia:
MICHELETTO E.-PEJRANI BARICCO L.1997. Archeologia funeraria e insediativi in Piemonte tra V e VII secolo, in PAROLI L., a cura di, Italia Centro settentrionale in età longobarda, Atti del Convegno (Ascoli Piceno, 6-7 Ottobre 1995), Firenze, e relativa bibliografia
Fonti:
Fotografie 1 e 2 da www.vallesusa-tesori.it.
Data compilazione scheda:
28/06/2007 – aggiornam. luglio 2014
Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – Gruppo Archeologico Torinese