Mazzè (TO) : Castello

castello_mazze_g

Storia del sito:
L’origine di Mazzè è antichissima, probabilmente risale ai primi stanziamenti Liguri. Nel 141 a.C. il console romano Appio Claudio Pulcro, di stanza a Quadrata, sconfisse i Salassi (popolazione creatasi dalla fusione tra gli autoctoni Liguri ed i Celti) che erano acquartierati sulla rocca di Mazzé e vi edificò un castrum a difesa del sottostante ponte sulla Dora Baltea. In epoca romana nel territorio di Mazzè esistevano due insediamenti: in Regione San Pietro ed in Regione San Lorenzo.
Con le invasioni barbariche tutto il tessuto sociale venne sconvolto. La gente, per cercare riparo, abbandonò i siti romani per trasferirsi sul cucuzzolo della collina più alta, facilmente difendibile, dove venne costruita, utilizzando parte delle strutture romane, una struttura fortificata ed un ricetto per la popolazione. Nel 1100 l’imperatore Enrico IV investì del feudo di Mazzè un membro della famiglia Valperga; tale famiglia abiterà il castello fino all’estinzione del casato, per circa 740 anni. Nel sito vennero costruiti due edifici: il “castello piccolo” (poi detto anche manica est, collocato a destra rispetto all’ingresso), del 1313, era la struttura residenziale dei conti di Valperga; il “castello grande” (manica ovest), del 1430, era la tipica casaforte medievale, ricovero della servitù, magazzino delle riserve agricole, deposito di armi. Nel Medioevo i signori di Mazzè ed il suo popolo furono prima guelfi e poi ghibellini ma, in ogni caso, sempre contrari ai Savoia. Nei secoli seguenti, invece, Mazzè partecipò alle vicende del ducato di Savoia prima, del Regno di Sardegna poi.
Nel XVI–XVII secolo il castello grande venne abbellito, alcune sale rimaneggiate e trasformate in suntuosa dimora per gli ospiti dei conti (da Luigi XII di Francia, sino a Vittorio Emanuele II e allo zar Nicola II). Nel 1641 il castello fu sede del comando territoriale francese durante la guerra dei Trent’anni, nel 1859 sede del comando territoriale durante la seconda guerra d’indipendenza, nel 1945 i Tedeschi vi firmarono la resa agli Alleati.
Nel XVIII secolo, per venire incontro all’aumento della popolazione, la comunità di Mazzè decise di captare, a sue spese, una roggia dal canale di Caluso allo scopo di irrigare i territori della pianura Questo fatto provocò un parziale abbandono del ricetto esistente attorno al Castello a favore di uno sviluppo della zona sul piano e della frazione di Tonengo. Nel XIX secolo il ricetto fortificato viene quasi interamente distrutto per far posto ai Palazzi nobiliari attualmente ancora visibili.
Nel 1840, con la morte del conte Carlo Francesco, si estinse il casato dei Valperga di Mazzè. Il castello, dopo varie vicende, in stato di abbandono, venne poi acquistato dalla famiglia dei conti Brunetta d’Usseaux all’inizio del 1900. Il conte Eugenio Brunetta d’Usseaux (fondatore del Movimento Olimpico in Italia) procedette al riattamento e alla trasformazione del complesso in stile neogotico e affidò i lavori all’architetto Giuseppe Velati Bellini (1867-1926), che fu tra i promotori dell’Esposizione del 1902 e apparteneva alla cerchia del D’Andrade.
Il “castello piccolo” venne reso più funzionale come abitazione dei nuovi castellani; un terrazzo coperto chiuse le merlature, le finestre vennero ampliate per dare maggior luce agli ambienti, fu restaurata la torre quadrata con funzione di mastio che domina la costruzione.
Il “castello grande” subì maggiori modifiche e ne venne alterata la fisionomia: fu sopraelevata la cortina merlata e la torre quadrata; una nuova ala Est venne ricostruita sul porticato esistente per creare nuovi servizi ai piani superiori. Sul terrazzo degli alabardieri a Ovest venne elevata la foresteria, incorporando i merli. Le sale del castello vennero modificate, impreziosite e riarredate.
Dopo la morte del conte Eugenio, nel 1919, il castello iniziò un periodo di decadenza e dopo vari passaggi di proprietà, furti di arredi, danneggiamenti e degrado, passò alla famiglia Salino di Cavaglià, la quale provvide a ingenti opere di restauro. Nel 1981 il Ministero per i Beni Culturali e Ambientali decretò l’intero complesso Monumento Nazionale. Nel 1986 il Castello venne aperto al pubblico, l’anno seguente il castello grande venne adibito a Centro Incontri per congressi, cerimonie e manifestazioni.
Nel 1999, in collaborazione con Amnesty International, venne realizzato nei sotterranei un “museo delle torture”.

Descrizione del sito:
Il “castello piccolo” è visibile solo esternamente perché abitazione dei proprietari. Un giardino, da cui si ha uno splendido panorama, separa i due castelli; su un angolo si alza una torretta in tipico stile gotico castellano, fatta costruire dal conte Eugenio.
Il “castello grande” ha due piani con 12 sale visitabili, di epoca diversa, dal XV al XIX secolo. La “Sala d’armi” è un grande ambiente con soffitto ligneo originale del XV secolo e arredata con armi e armature dell’epoca. Altri ambienti (sala del trono ecc.) hanno subito rifacimenti più o meno estesi. Al piano superiore si può accedere anche attraverso la scala situata nella torre quattrocentesca all’ingresso, unica parte che non è stata modificata.
MUSEO DELLE TORTURE e SOTTERRANEI. Sono visibili le prigioni e la ghiacciaia del XIV sec.; una zona di epoca romana con una cisterna d’assedio del II sec. a.C.; una cripta celtica del X sec. a.C.; una cappella funeraria del XV sec. L’esposizione si sviluppa su circa 500 mq e presenta numerosi strumenti provenienti dalla Spagna e da varie collezioni europee, utilizzate dai tribunali dell’Inquisizione.
Al castello è annesso un grande parco (Oasi del Bosco Parco, riconosciuto monumento ambientale paesaggistico) aperto con visite guidate.

Informazioni:
Nella parte più elevata dell’abitato, Via Castello 10; tel. 011 9830765 ; e-mail: info@castellodimazze.it

Links:
http://www.castellodimazze.it

Bibliografia:
VENESIA P., Il Medio Evo in Canavese, Vol. 1°, Ivrea 1985
BERTOTTI M., Documenti di Storia Canavesana, Ivrea, 1979

Fonti:
Fotografia in alto http://www.provincia.torino.gov.it/speciali/venerdi_dal_sindaco/incontri/2007/071012.htm; foto n° 2 da http://unmondoaccanto.blogfree.net/?t=3679787

Data compilazione scheda:
13/3/2006 – aggiorn. giugno 2014

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G.A.Torinese

Mazzè_museo