Giaveno (TO): cappella di San Sebastiano


Storia del sito:
Si hanno poche notizie sulla storia della cappella. La sua posizione ai confini del borgo, addossata al muro perimetrale del cimitero, potrebbe far ipotizzare un suo utilizzo come riparo per i pellegrini diretti verso la via Francigena oppure come lazzaretto.
Solo nel 1689 si ha la prima testimonianza documentaria sulla cappella, il recente ritrovamento degli affreschi quattro-cinquecenteschi posti nell’area presbiteriale rende San Sebastiano l’edificio religioso esistente più antico di Giaveno e permette di datare la costruzione della cappella tra il XV e il XVI secolo.
L’occasione della scoperta del ciclo si deve alla volontà della comunità locale di far restaurare la pala d’altare settecentesca. Rimossa la tela è fortunosamente emersa la Madonna col Bambino, risparmiata alle imbiancature seicentesche. Successivi interventi di restauro nel 2007 hanno recuperato gli affreschi sulla parete di fondo. Nel 2010 è stata eseguita una manutenzione ordinaria delle pareti esterne.

Descrizione del sito:
La cappella, a pianta rettangolare ad aula unica, è suddivisa in tre campate voltate a vela; sul lato destro della seconda campata vi è la sacrestia. L’edificio presenta struttura in muratura portante mista, in pietrame e mattoni; il tetto è a falde con copertura in tegole portoghesi. La facciata è riquadrata da lesene e cornice, conclusa con timpano triangolare; al centro si apre la porta d’ingresso, affiancata da due finestre rettangolari, e sormontata da rosone ovale.
Il campanile si eleva sul lato destro dell’edificio, in corrispondenza dell’angolo creato tra la sacrestia e la terza campata e ha base a pianta quadrata; è suddiviso in cinque registri da cornici in mattoni: il basamento è intonacato, il secondo e terzo registro presentano muratura mista di pietra e mattoni a vista, il quarto e la cella campanaria hanno struttura in mattoni, anch’essa a vista. Il quarto registro presenta, su tutti i lati, sfondati ad intonaco grezzo, le sedi dei vecchi quadranti dell’orologio, non più presente. La cella campanaria è aperta su tutti i lati con monofore ad arco. Il campanile si conclude con copertura a quattro falde in coppi.
All’interno, sul lato sinistro della seconda campata è collocata l’ex pala d’altare, raffigurante la Madonna col Bambino, san Sebastiano, san Grato, san Filippo Neri e san Biagio.
Le volte della prima e seconda campata sono dipinte a tinta unita, nella tonalità rosata, con riquadrature di tonalità grigia; la volta della terza campata è decorata a finto cielo, con raffigurati i quattro Evangelisti negli angoli.
La parete di fondo, che presumibilmente apparteneva al più antico edificio, presenta gli affreschi quattro-cinquecenteschi recuperati: al centro, sotto il rosone, è raffigurata una Madonna col Bambino; la restante parete è affrescata, in alto, con scene del Martirio di Marco e Marcellino e la decollazione di Tiburzio; san Sebastiano tradotto davanti all’imperatore Diocleziano; in basso, san Sebastiano ucciso a colpi di bastone e, a destra della Madonna, san Sebastiano appare alla nobile romana Lucina.
Per approfondire vedi  RESTALDI_Le-campagne-decorative-della-chiesa-riscoperte-dai-restauri.pdf

Informazioni:
via San Sebastiano angolo via Ruata Fasella.
La storica e corretta intitolazione è “San Sebastiano”. 
Visitabile installando l’app: https://play.google.com/store/apps/details?id=it.cittaecattedrali.chieseaporteaperte&hl=it

Links:
http://www.bonvivre.ch/2018/02/cultura/cappella-di-san-sebastiano-a-giaveno.html

http://www.doneuxesoci.it/

Fonti:
Informazioni e fotografie dai siti sopra citati.

Data compilazione scheda:
11 giugno 2019

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G.A.Torinese