Elva (CN) : Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta

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Storia del sito:
Il cippo romano del I sec. d.C., murato nell’atrio della chiesa Parrocchiale, ricorda la probabile presenza in loco di un presidio militare romano. La concessione della Val Maira al Vescovo di Torino Carlo, fatta dall’imperatore Federico Barbarossa il 26 gennaio 1159, non ebbe conseguenze politiche rilevanti, anche se tale favore si trasformò poi in diritto, divenuto secolare, di riscuotere le decime, e rese di fatto il Marchese di Saluzzo vassallo del Vescovo di Torino. Un fatto determinante per la storia della Valle Maira e di Elva in particolare fu, da circa la metà del sec. XII, la costituzione del Marchesato di Saluzzo (1142 o 1175-1548). La Valle Maira fu inizialmente legata al Marchesato di Busca (1176), ma nel 1209 passò sotto Tommaso I di Saluzzo e divenne parte attiva e dinamica del suo marchesato, pur rimanendo infeudata per molto tempo ai discendenti di Guglielmo e di Enrico di Busca. Dai vari documenti relativi alla Valle Maira, due particolarmente si riferiscono a Elva, che vi compare per la prima volta. Si tratta di due concessioni: la prima risale al 1254, data a Dronero nella chiesa di San Ponzio, e la seconda, del 1264, data a Saluzzo. Verso la fine del 1486 il duca Carlo I di Savoia invade il Marchesato di Saluzzo. Ludovico II, Marchese di Saluzzo, ripara in Francia per chiedere l’aiuto di re Carlo VIII. Alla morte di Carlo I di Savoia la Valle ritorna sotto il dominio del Marchese Ludovico II. Il territorio del Marchesato passa successivamente alla Francia (1548-1601). Le cronache registrano un passaggio di forze ugonotte agli ordini del Maresciallo Roggero di San Lavy, signore di Bellegarde, nell’anno 1578. Con il trattato di Lione (1601), il Marchesato passa definitivamente ai Savoia.

Descrizione del sito:
La data della costruzione è incerta, tuttavia le prime notizie si hanno a partire dal 1355, data a cui forse risale il trasferimento della parrocchia da San Bernardo all’attuale costruzione. Probabilmente in origine la parrocchiale era una semplice cappella; l’attuale struttura è il risultato finale di aggiunte, ampliamenti e modifiche eseguite nel corso del tempo. Aggirando l’edificio da sud e portandosi alla base del campanile, si può osservare l’avanzo murario più antico dell’edificio. Nel XV sec. la chiesa era, molto probabilmente, costituita da un’unica aula con accesso dall’attuale cimitero; successivamente fu allungata e affiancata da altri locali e l’ingresso fu spostato nell’attuale posizione. Il portale di ingresso è ad arco strombato a caratteristiche tardo romaniche, con decorazioni rosse dipinte sulle cornici dell’arco e sulle semicolonne dei piedritti. Le travi d’imposta decorate con “tetes coupées” di uomini e animali, palmette, figurazioni simboliche. Nella lunetta è raffigurata una Madonna in trono con Bambino affiancata da due angeli di un anonimo pittore del XV sec. Murato sullo spigolo sinistro del portico si nota il cippo marmoreo romano (30 cm di altezza e 29 di larghezza) databile al I sec. d.C.. E’ ben visibile la scritta “VICTORIAE AUG VIBIUS CAESTII”. All’interno l’arco trionfale, attraverso il quale si accede al presbiterio, è databile alla fine del XIV sec. – inizio XV. L’arco presenta una decorazione comprendente i simboli degli evangelisti, l’Agnus Dei, San Giorgio e il Drago, i dannati dell’Inferno, la Madonna con Bambino, i simboli dei mesi e piccoli elementi a stella e a ventaglio diffusi nella tradizione lignea e scultorea locale. A sinistra del portale di ingresso si trova l’antica sacrestia, al suo interno vi è posto il fonte battesimale in pietra scolpita, databile alla metà del XV sec. A causa dell’umidità di risalita il fonte battesimale si presenta in uno stato di forte degrado. Sempre a sinistra dell’ingresso scorgiamo un’acquasantiera dei fratelli Zebreri di San Damiano Macra del sec. XV. Al fondo dell’aula un crocifisso ligneo del XV-XVI sec. Gli affreschi del presbiterio sono stati eseguiti in due differenti fasi: quelli della volta sono opera di un pittore di cultura tardo gotica, presumibilmente intorno al 1470, quelle delle pareti sono riconducibili al pittore fiammingo Hans Clemer, noto anche come Maestro di Elva (XV-XVI sec.). Si tratta di un ciclo ad affresco che illustra storie della vita della Vergine e di Cristo, culminando nella scena della Crocifissione che occupa per intero la parete di fondo. Questi affreschi, considerati una delle opere migliori del Maestro e una delle testimonianze più significative dell’arte piemontese di quel periodo, sono stati restaurati nel 1985 ad opera della Soprintendenza ai Beni Artistici.

Informazioni:
Borgata Serre, tel. 0171 900225 oppure 0171 997986

Links:
http://www.ghironda.com/valmaira/rubriche/elvaparr.htm

http://www.comunelva.it

Bibliografia:
DAO E., Elva un paese che era, ed. L’artistica Savigliano
CORDERO M. e CHEGAI M., Valle Maira, ed. Guide dell’Arciere

Fonti:
Fotografie 1, 2, 3 da Wikimedia; n° 4, 5 dal sito del Comune.

Data compilazione scheda:
luglio 2003 – aggiorn. luglio 2014

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Pasquale Spoto – Gruppo Archeologico Torinese

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