Trino (VC) : Museo Civico G. Irico

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Storia del Museo:
Questo museo didattico, creato negli anni ’70 da Vittorio Viale, è intitolato al trinese Gian Andrea Irico (1703-1782), arguto letterato e grande storico settecentesco, il quale fu prefetto della Biblioteca Ambrosiana di Milano. Il museo nacque con l’intento di presentare in forma didattica la storia di Trino e del suo territorio.

Descrizione del materiale esposto:
Appena entrati nel museo, sulla parete sinistra, è appesa una carta archeologica della zona nella quale sono evidenziati i siti relativi al territorio. A destra invece vi è la ricostruzione di una tomba a cappuccina e reperti e documentazione fotografica del ponte romano sul Sesia (Motta de’ Conti). Al piano terreno, nelle sale n. 1-3, sono esposti materiali dalla preistoria al medioevo. Di particolare importanza i reperti rinvenuti nelle vicinanze della località Montarolo (Rilievo Isolato di Trino) e all’interno del Bosco della Partecipanza (scavi Fedele). Sono esposti utensili, come percussori e lame datate a 200.000 anni fa, i manufatti più antichi dell’Italia nord-occidentale, e s’inquadrano in un orizzonte del paleolitico antico. Appartengono invece al paleolitico superiore nuclei in selce, grattatoi, lame e raschiatoi. Inoltre durante le ricognizioni nell’area sono venute alla luce asce levigate in pietra verde (neolitico) e un esemplare di ascia martello (eneolitico). Numerose sono le ceramiche con impressioni digitali ad impasto grossolano, caratteristiche del bronzo medio. Sono documentate anche le ceramiche per incinerazione del bronzo finale e numerosi sono i pesi da telaio. Importanti sono i reperti d’età romana: fra questi ricordo un elemento in bronzo a forma di serpente (circa 4 cm), una piccola testa in marmo, ceramica e balsamari da corredi tombali. Sono esposte riproduzioni di documenti, indicanti le vie consolari e alcuni itinerari d’epoca romana e tardo antica, che registravano le distanze e i punti di sosta lungo le vie pubbliche. Uno di questi punti di sosta (mansio) è stato trovato pochi chilometri a nord di Trino (Mansio di Rigomagus vedi scheda) anche se, negli ultimi anni, sono sorti alcuni dubbi sulla destinazione di questo singolare edificio. (vedi scheda) In un angolo è stato ricostruito un pozzo di età tardo-romana (regione Duca). I reperti esposti nelle vetrine provengono da pagus, piccoli insediamenti sparsi nella campagna. Fra questi il Pagus ad Septimum a nord di Trino e Pagus Ricodunum in regione Ricodino a 2 Km dal centro storico in direzione Est. L’alto medioevo è rappresentato dagli scavi eseguiti a San Michele in Insula dalla professoressa Negro Ponzi. (vedi scheda in Archeocarta) Nell’area espositiva lungo la scala vi è la cronistoria di Vittorio Viale (scomparso nel 1977, studioso d’arte e d’archeologia), e il ritratto di Gian Andrea Irico (il più importante studioso del nostro territorio e della nostra storia). Sala n. 4 – Il Medioevo. Esposizione di una serie di riproduzioni dei documenti più significativi che, a partire dal XII secolo, attestano il nome Tridinum, a volte con alcune lievi varianti, come Tridino e Tritinum. È visibile la mappa del Bosco della Partecipanza, la più caratteristica e singolare delle istituzioni trinesi. Sala n. 5 – Gli assedi del ‘600 e la peste. Dedicato agli eventi bellici del ‘600 che videro protagonista la città di Trino, contesa da tre grandi belligeranti: la Spagna, la Francia e i Savoia. Sala n. 6 – Le opere d’Arte Pittorica. Sotto il dominio pacifico e liberale dei Marchesi di Monferrato, fra la seconda metà del 1300 ed il 1500, a Trino si era formato anche un elevato ambiente d’arte e di cultura. Sala n. 7 – Editori e Tipografi trinesi dalle origini al 1500. Due sono le sale che il Museo dedica agli stampatori ed editori trinesi, in cui sono esposti vari esemplari di “incunaboli” e opere “cinquecentine” che videro la luce nel corso del ‘500. Sala n. 8 – Editori e Tipografi trinesi nel 1500. Riproduzione di un’incisione di Giovanni Gastaldo impressa a Venezia nel 1556 da Gabriele Giolito. L’opera rappresenta il Piemonte, la Liguria e parte della Lombardia. Sala n. 9 – Il ‘700 e l’800. Durante questo periodo Trino si ripopola e, grazie ad una vigorosa ripresa edilizia, assume l’aspetto non soltanto di borgo rurale, ma di vera piccola città. Ne sono testimonianza i grandi palazzi innalzati nel ‘700 ed esistenti ancora oggi.

Informazioni:
Il museo è all’interno del Palazzo Paleologo, Piazza Garibaldi, 7. Tel. 0161 829363 – 0161 806011
email: segreteria@tridinum.org

Links:
http://www.tridinum.org/

http://www.comune.trino.vc.it/

Bibliografia:
ANDREOLI, MONTANARI, 1995, Il bosco nel medioevo, Clueb
NEGRO PONZI MANCINI M.M. (a cura di), 1989, S. Michele di Trino, in Studi trinesi n. 8
BORLA S., 1982, Trino dalla Preistoria al Medioevo, Società di storia e archeologia Tridinum
BORLA S., 1980, La mansio di Rigomagus, Trino

Fonti:
Il testo della scheda fu tratto, in parte, nel 2004 dal sito Internet della Provincia di Vercelli.
Fotografie archivio GAT.

Data compilazione scheda:
16 febbraio 2004 – aggiornamento febbraio 2014

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Carlo Vigo – Gruppo Archeologico Torinese

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