Sant’Ambrogio di Torino (TO) : Resti del Borgo e del Castello
Storia dei siti:
La prima menzione di S. Ambrogio è del 1098, in un documento redatto nei claustra, cioè il complesso degli edifici monastici, dell’abbazia di S. Michele. Un diploma del 1111 dell’imperatore Enrico V cita “la strada pubblica che dalle montagne attraverso il borgo di S. Ambrogio giunge a Roma”: era quindi un insediamento di diretta emanazione e base logistica e amministrativa dell’abbazia.
IL CASTELLO – La prima attestazione scritta del “castello dell’abate clusino nel borgo di S. Ambrogio” risale al 1266, ai tempi dell’abate Decano, ma la sua origine è precedente, come si è rilevato nelle varie fasi edilizie trovate nel corso delle recenti campagne di scavo condotte nell’ambito del cantiere di restauro e di trasformazione del castello in struttura ricettiva.
Il Castello ebbe funzione prevalentemente politico-amministrativa di raccordo tra l’Abbazia, isolata sul monte, e l’area della valle su cui essa esercitava il proprio potere temporale; nel XIII-XIV secolo fu la sede del tribunale dell’abate, vi risiedeva con la scorta armata il vicario che governava per conto dell’Abbazia. A seguito dei gravi danneggiamenti inferti nel 1368 dalle truppe di Filippo d’Acaia, fu riparato e provvisto di caditoie e di una bertesca d’angolo. Dal 1533 al 1559 subì l’occupazione prima degli Spagnoli, poi dei Francesi e infine passò ai Savoia, che lo rinforzarono dotandolo di artiglieria leggera e di un buon numero di soldati. Tra Sei e Settecento fu ridotto allo stato di rudere da guerre e battaglie; divenne cava di materiali da costruzione e fu invaso dalle abitazioni private.
IL BORGO di Sant’Ambrogio, il cui nucleo storico è la piazza IV Novembre, era protetto da un’ampia cinta muraria e da due torri quadrate, dette della dogana e del feudo; la sua posizione lungo la Via Francigena ne facilitò lo sviluppo come centro commerciale: vi abbondavano botteghe, locande e un ospedale per i pellegrini gestito dai monaci dell’abbazia. Il lato occidentale delle mura fu ricostruito dopo le distruzioni degli Inglesi del 1368. Nel corso dei secoli il potere dell’Abbazia si affievolì e il controllo del borgo passò ai Savoia. Tra il XV ed il XVIII secolo il paese fu coinvolto nelle guerre tra i Savoia e la Francia e l’episodio più noto è la battaglia del 10 luglio 1630 tra l’esercito di Carlo Emanuele I e i francesi del duca Montmorency, presso Avigliana.
Descrizione dei siti:
Il comune di Sant’Ambrogio conserva i resti dell’antico borgo medievale: tre case presentano ancora muratura a spina di pesce, poi integrate nella CINTA MURARIA costruita a scopo difensivo con pietre da spacco e laterizi legati con strati di malta; Queste mura formano un quadrilatero irregolare imperniato nell’angolo sud-ovest sulla chiesa di S. Giovanni Vincenzo, mentre una torre cilindrica sorge sull’angolo nord-ovest; le due porte di ingresso si aprivano a cavallo della strada di Francia, asse di attraversamento dell’abitato. All’interno del borgo, in un cortile che si affaccia sulla via centrale, sono visibili i resti di un edificio pubblico con porticato al piano terra, di cui si conservano due arcate, sostenute da un pilastro sormontato da capitello a foglie lisce, e la parete orientale con una bifora decorata a pilastrini e capitelli. La pregevole fattura di qeste strutture fa pensare alla curia o al broletto del borgo.
La TORRE CIVICA risalente al XII secolo circa sorge accanto alla porta nord-est del borgo. A base quadrata, alta circa 15 m, a più piani, terminava con una merlatura in parte ancora visibile.
Dell’antica CHIESA DI SAN GIOVANNI VINCENZO (cui viene attribuita la fondazione della Sacra) non rimane oggi che l’imponente CAMPANILE in pietra in stile romanico, edificato intorno all’XI secolo e successivamente rimaneggiato; il resto dell’edificio è stato infatti ricostruito nel XVIII secolo in stile barocco, su progetto dell’architetto Bernardo Vittone. La torre campanaria presenta una base quadrata e un’elegante bifora con capitello a foglia d’acqua in pietra verde. All’interno un locale con volta a crociera e una scala a chiocciola in pietra.
Nella FRAZIONE SAN PIETRO sorgono i resti dell’antica chiesa omonima, oggi nascosta tra le case e parzialmente inglobata in una costruzione civile: ne restano le tre absidi, che risalirebbero all’ XI secolo e che hanno un’ampiezza di 12 metri.
Descrizione dei ritrovamenti:
CHIESA DI SAN GIOVANNI VINCENZO. L’originaria chiesa del borgo è stata ritrovata durante due interventi archeologici effettuati all’interno della parrocchiale settecentesca e al di sotto della piazza IV Novembre, dove al termine dei lavori è stata riportata sul selciato la pianta dell’edificio antico, disegnata con lastre di pietra. Ruotata di novanta gradi rispetto all’attuale, la prima chiesa si sviluppava in lunghezza per circa 24,80 m ed è ricostruibile nelle forme di una basilica a tre navate, separate da pilastri a sezione rettangolare e concluse da tre absidi semicircolari. La facciata, marcatamente obliqua, prospettava sul sentiero di salita a S. Michele. Il tetto doveva essere a capriate lignee; la mensa dell’altare centrale poggiava su un robusto basamento in muratura. Le caratteristiche planimetriche e di tecnica muraria permettono di attribuire l’origine di questa chiesa all’XI secolo. A partire dal XII secolo le accresciute esigenze pastorali degli abitanti del borgo formatosi intorno al complesso monastico e il trasferimento da Celle a S. Ambrogio delle reliquie di san Giovanni Vincenzo, beato eremita del monte Caprasio, indussero ad ampliare la chiesa con il raddoppio della navata laterale nord, la costruzione di un grande campanile e la creazione di un nuovo e profondo coro. Oltre alla torre campanaria, che alla base costituiva la cappella terminale della navata nord, si è fortunosamente conservato in alzato un tratto della nuova parete settentrionale della chiesa. L’abside del XII secolo è invece riaffiorata all’interno dell’attuale parrocchiale ed è risultata occupata da tombe quasi esclusivamente riservate ai bambini. Questa particolarità farebbe pensare a una devozione popolare che poneva le anime dei piccoli defunti sotto la protezione delle venerate reliquie di san Giovanni Vincenzo, al quale fu attribuito dal suo biografo il miracolo della resurrezione di un bambino e che viene citato come titolare della chiesa nei documenti scritti a partire dal 1233. (Vedi piantina ricostruttiva nell’allegato.)
CASTELLO. Le indagini archeologiche hanno rivelato come l’elemento più antico del castello fosse il torrione circolare costruito direttamente sulla roccia nel punto più elevato del sito, del quale rimangono i primi corsi di fondazione e una piccola parte dell’alzato. Associati alla torre sono alcuni muri realizzati con la tecnica a “spina pesce”, situati subito a nord, verso la zona pianeggiante. In un momento successivo la torre venne circondata da una cinta a pianta quadrangolare, della quale si conservano gli alzati, il portale e le grosse mensole in pietra che reggevano il cammino di ronda. La struttura fu successivamente ampliata verso valle, fino a raddoppiare il suo originario perimetro, e arricchita nel corso dei secoli XIV e XV da elementi costruiti in laterizi, come la bertesca, il torrino circolare nell’angolo sud, e i merli a coda di rondine. (Notizie tratte dal testo in allegato)
Vedi ALLEGATO: sambrogio 2010
Informazioni:
Nel centro storico si trovano i resti del borgo medievale.
Da P.za IV Novembre, a lato della Chiesa parrocchiale, inizia l’antica via (un tempo una mulattiera) tra l’Abbazia di San Michele della Chiusa (vedi scheda) ed il paese di Sant’Ambrogio. Salendo si osservano, sulla destra, i resti del castello Abbaziale; arrivando alla frazione San Pietro, ciò che rimane dell’antica chiesa. Comune, tel. 011 9324411
Links:
https://www.comune.santambrogioditorino.to.it
Fonti:
Fotografia in alto da http://www.torinomedica.com e altri siti; foto in basso (campanile S. Giovanni) dal sito, non più esistente dal 2015, della Provincia di Torino.
Data compilazione scheda:
18/12/2007- aggiornam. 2010 e giugno 2014
Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G.A.Torinese