NOVARA : Musei della Canonica del Duomo
Storia del Museo:
Il primo museo ad essere realizzato fu il LAPIDARIO, ad opera del canonico Carlo Francesco Frasconi, che nel 1813 iniziò la raccolta di iscrizioni della città e del territorio. All’epoca, i pezzi vennero incassati sulle pareti del quadriportico del Chiostro. Si espresse così in forma museale un’attenzione antiquaria che aveva permesso, già tra Cinque e Seicento, il recupero di marmi lavorati e figurati dalle demolizioni della basilica extramurana di San Gaudenzio. Nella seconda metà dell’Ottocento, consistenti incrementi del lapidario frasconiano resero necessari riadattamenti espositivi: il museo, costituitisi presso la chiesa di San Michele e poi in locali del municipio, non ebbe grande fortuna finché la Società Storica Novarese, alla fine degli anni Venti del Novecento riuscì a far confluire i materiali a Novara ad arricchire la già prestigiosa raccolta cittadina valorizzata nel chiostro della Canonica di Santa Maria. Per le are di Suno tuttavia divennero sede espositiva i portici est e sud del cortile del Broletto nei cui edifici negli anni Trenta del Novecento, con l’ordinamento proposto da Oreste Scarzello che suggellava in maniera definitiva l’ordinamento delle raccolte epigrafiche, ricche di testimonianze provenienti dalla città e dal territorio novarese, furono allestiti i Civici Musei.
Esigenze di conservazione del materiale lapideo antico hanno determinato l’attuale collocazione dei reperti in un nuovo allestimento al primo piano della manica nord della Canonica, fatta eccezione per i monumentali sarcofagi mantenuti nella loro originaria posizione. Nel 1979, un sopraluogo sullo stato delle stele e delle lapidi aveva suggerito di trasportare il materiale in un luogo più asciutto. Dopo un primo tentativo operato negli anni ’80 del Novecento, si arrivò alla situazione ottimale e definitiva solo nel 1992, quando le Sovrintendenze riunite decisero di collocare l’intera collezione nella manica nord del quadriportico, al primo piano, mantenendo la memoria del primitivo museo con la sostituzione dei pezzi asportati con delle copie in vetroresina. In particolare molti reperti provengono dai resti dell’antica pieve di San Genesio a Suno dove i lavori di demolizione delle strutture romaniche dell’originario edificio ecclesiastico per la realizzazione dell’attuale chiesa di San Genesio permisero il recupero di materiali epigrafici più antichi, d’età romana, inseriti nelle murature come reimpieghi. La distruzione dell’antica pieve pose il problema della valorizzazione della raccolta epigrafica sunese, costituita prevalentemente da are votive la cui concentrazione aveva fatto ipotizzare la presenza nelle vicinanze di un più antico santuario pagano.
Per quanto riguarda il MUSEO DEL TESORO DELLA CATTEDRALE, invece, esso ebbe la sua genesi a partire dagli anni ’60 del ‘900, quando don Angelo Luigi Stoppa cominciò a raccogliere e sistemare opere d’arte sacra disperse nelle varie parrocchie della diocesi, o che prima erano state accolte dai depositi della Cattedrale. Alla morte di don Stoppa, nel 1998, l’Archivista, il dottor Paolo Monticelli, già Direttore della Cappella Strumentale del Duomo di Novara, si adoperò per realizzare un allestimento coerente di tutti questi manufatti, integrandolo con il Museo Lapidario. Dopo un intenso lavoro di ristrutturazione, i Musei della Canonica del Duomo di Novara furono allestiti nell’antico appartamento canonicale, al quale si accede dalla manica nord del Chiostro canonicale, organizzati in un percorso di 11 sale, delle quali l’ultima è costituita dal Lapidario. L’inaugurazione è avvenuta il 14 giugno del 2009
Descrizione del materiale esposto:
MUSEO LAPIDARIO. I materiali sono esposti in sequenze: dalle epigrafi sacre, che costituiscono la parte più consistente della raccolta, alle iscrizioni pubbliche e funerarie. Uno spazio particolare è riservato agli elementi architettonici e ai rilievi frammentari. La cronologia dei materiali si pone tra il I e il VII secolo d.C. con particolari attestazioni nel II secolo.
È da segnalare inoltre la grande stele celtica da San Bernardino di Briona che, nonostante la discussa datazione (fine II o prima metà del I secolo a.C.), fornisce nel testo interessanti indicazioni sull’organizzazione civile e religiosa delle comunità preromane locali. Ancora più antica (III-II secolo a.C.) è la testa da Dulzago, eccezionale esempio di scultura cultuale a tutto tondo derivata da modelli lignei più diffusi presso le popolazioni celtiche. Di un certo interesse anche i pochi rilievi figurati d’età romana, tra cui spicca, per qualità di esecuzione, il famoso rilievo della nave, parte forse di un sarcofago cristiano, e gli esempi di decorazione architettonica del municipio di Novara. Come risultato del lungo dibattito che è stato all’origine delle scelte espositive del nuovo lapidario e nell’intento di non disperdere i segni e l’immagine della prima cultura museale novarese, al trasferimento dei supporti iscritti all’interno della manica nord ha fatto seguito la riproposizione dell’immagine del lapidario ottocentesco attraverso la ricollocazione di calchi distribuiti lungo le pareti nel luogo degli originali. In alcuni casi particolari di lastre incomplete, la realizzazione delle copie si è trasformata in un “restauro del restauro”. La ricollocazione in sito del calco del frammento originale è stata completata con una ripresa della tecnica già adottata dal Fiasconi, riproponendo cioè il testo mancante su un intonaco tinteggiato del colore della pietra originale. Attraverso la duplicazione dei materiali lapidei si è così conservata l’immagine della museografia ottocentesca che conferiva alla disposizione delle evidenze archeologiche anche una finalità di sottolineatura e valorizzazione della componente architettonica del quadriportico della Canonica.
Il MUSEO DEL TESORO DELLA CATTEDRALE propone un percorso che si snoda per 11 sale. Si inizia con i 5 gruppi scultorei in terracotta provenienti dal battistero del duomo, risalenti al XVII secolo; si prosegue con la SALA DELL’AFFRESCO rappresentante il ciclo di Giuditta, attribuito al pittore novarese Bartulonus, circa 1460, che presenta i caratteri del gotico internazionale. Alle pareti della sala sculture di età longobarda, un frammento di ambone e marmi scolpiti della cattedrale romanica. Del XV secolo la statua della Madonna col bambino.
Un prezioso DITTICO EBURNEO del V secolo con due figure a bassorilievo; nella parte interna è scritta la lista dei vescovi sino all’età carolingia e poi la cronotassi dell’episcopato sino alla seconda metà del XII secolo.
Nelle sale successive sono esposti paramenti liturgici, suppellettili, reliquiari e alcune sculture lignee dal XV al XX secolo.
Una collezione numismatica di 217 MONETE dall’età classica a quella moderna. Nel Museo è presente una collezione di REPERTI CERAMICI della Magna Grecia, dei quali non si conosce il contesto di ritrovamento.
I Musei della Canonica del Duomo hanno dedicato un ambiente espositivo anche ad alcuni MANOSCRITTI: codici, miniati secondo lo stile delle varie epoche e scelti tra i più rappresentativi dal punto di vista storico-artistico.
Informazioni:
Chiostro della Canonica del Duomo, Vicolo della Canonica, 9 ; tel. 0321 661635
Links:
http://www.museiduomonovara.it
Bibliografia:
SAPELLI RAGNI M. (a cura di), 2004, Tesori del Piemonte. Il Piemonte degli scavi. Siti e musei di antichità
Fonti:
Per approfondimenti sull’archivio storico diocesano vedi http://www.archiviodiocesanonovara.it
Foto in alto da www.cittaecattedrali.it . Foto in basso da archivio GAT.
Data compilazione scheda:
14/11/2004 –aggiornamento maggio 2014
Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Simona Vigo – G. A. Torinese