Macra (CN) : Cappella di San Salvatore

EsternoAbside

Storia del sito:
La cappella di San Salvatore di Macra è, con la chiesa di San Peyre di Stroppo, una delle più antiche testimonianze architettoniche medievali della valle Maira. Fondata probabilmente dai monaci di Oulx tra il 1120 e il 1142, risulta alla data del 1386 sotto la giurisdizione della Pieve di Santa Maria di Caraglio, sotto l’ordinamento diocesano di Saluzzo.

Descrizione del sito:
La piccola cappella che si affaccia sul torrente Maira conserva all’interno, sulle pareti laterali, importanti affreschi tardo-romanici, tra i pochi e meglio conservati del Cuneese, che rappresentano soggetti della Genesi e altre scene, tra cui la Danza di Salomé, e inoltre affreschi quattrocenteschi nell’abside, con il Cristo benedicente in gloria tra i quattro Evangelisti e i dodici Apostoli, Santa Caterina e Sant’Antonio.

L’aspetto esterno, come in tutti gli edifici sacri più antichi, è molto semplice. I muri di pietra rozzamente squadrata non presentano alcuna decorazione. La facciata è a vela, come il campanile situato in corrispondenza dell’abside, e contribuisce a slanciare la solida architettura romanica. Il portico, sostenuto da due tozze e irregolari colonne, è un’aggiunta di epoca posteriore. L’interno è a navata unica con soffitto a capriate. Il primitivo nucleo della chiesa terminava a circa metà del presbiterio, poco dopo gli affreschi romanici scoperti con la campagna di restauri effettuati dalla Sovrintendenza tra il 1971 e il 1975. Si ritiene che questi affreschi si estendessero anche all’abside (è infatti ancora visibile un frammento decorativo sul frontone dell’arco).

Ma intorno al 1460 vennero sostituiti da un nuovo ciclo pittorico ad opera di un ignoto artista tardo-gotico, che alcuni studiosi avvicinano al Maestro di Lusernetta. La nuova opera rappresenta, nella volta, gli Evangelisti intorno al Cristo Pantocratore e sulle pareti absidali i dodici Apostoli, suddivisi in quattro riquadri scanditi da tre monofore. Ogni soggetto è identificato dal nome scritto in caratteri gotici nel registro inferiore e, in alcuni casi, dal simbolo. Da sinistra si riconoscono Giacomo minore, Taddeo, Simone, il giovane Mattia (che sostituì Giuda Iscariota ed è l’unico ad avere il libro aperto); quindi Andrea con la croce del martirio, Pietro con la chiave, Giovanni e Filippo; infine Matteo, Bartolomeo, che porta il coltello con il quale fu scuoiato, Giuda e Giacomo maggiore, con il bastone da pellegrino e la conchiglia sul cappello. Nella calotta dell’abside i quattro evangelisti (da sinistra: Giovanni, Matteo, Luca e Marco), seduti a coppie in cattedre, si affiancano al Cristo benedicente in mandorla. Sui piedritti dell’arco troviamo altri due affreschi tardo-gotici: a sinistra Santa Caterina, con la ruota dentata del martirio, a destra Sant’Antonio abate, con il bastone a forma di tau. Sul frontone dell’arco è visibile un’Annunciazione, sovrapposta alle decorazioni romaniche.

Ma l’opera di maggior valore e suggestione di San Salvatore è certamente il ciclo di affreschi romanici. Purtroppo nel XVIII secolo, con l’allungamento della navata, si procedette anche all’apertura di due grandi finestre che mutilarono la raffigurazione rendendone problematica l’interpretazione.

Sulla parete di sinistra sono riconoscibili dall’alto Adamo ed Eva, separati dall’albero del bene e del male dal quale spunta il serpente che offre la mela. Inferiormente è rappresentata una battaglia dell’Antico Testamento, con un guerriero a cavallo, soldati armati e un personaggio che sembra suonare un flauto. Il registro più basso non è più leggibile a causa del degrado. Sulla parete di destra è raffigurata in alto una danzatrice, con una veste dalle maniche molto svasate, accompagnata da un citaredo: il soggetto potrebbe riferirsi alla danza di Salomé di fronte al padre Erode. Più in basso potrebbero essere raffigurati Caino e Abele mentre offrono il grano. Quasi illeggibile risulta il velario sottostante.
Si tratta nel complesso di uno dei cicli pittorici di epoca romanica più interessante nell’area del Piemonte meridionale. Gli affreschi sono stati restaurati nel 2019,  vedi qui.

Informazioni:
Sulla strada provinciale 422 che costeggia il torrente Macra, a 2 Km a valle dell’abitato.
UFFICIO TURISTICO I.A.T. VALLE MAIRA  tel. 0171.917080; e-mail: iatvallemaira@virgilio.it.
Visitabile installando l’app:  https://play.google.com/store/apps/details?id=it.cittaecattedrali.chieseaporteaperte&hl=it

Links:
https://www.cittaecattedrali.it

Bibliografia:
GALANTE GARRONE G., Nuovi accertamenti per la pittura in Val Maira, Studi Piemontesi VI –1 , 1977
PEROTTI M., La pittura dei secoli barbari III -Affreschi in s. Salvatore di Macra, “Cuneo provincia granda” XXVII – 3 1978
PEROTTI M., Repertorio dei beni artistici della valle Maira, Ed. Provincia di Cuneo, sd

Fonti:
Testo tratto da schede reperite in loco nel 2004 e realizzate a cura di Espaci Occitan. Vedi anche www.comune.macra.cn.it . Fotografie GAT

Data compilazione scheda:
20/07/2004 – aggiornamento marzo 2014 – maggio 2020

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Mauro Marnetto – G. A. Torinese

XpPantocratore

Danza di Salomè

Eva tentata