Bardonecchia (TO) : Campanile della Chiesa di Sant’Ippolito
Storia del sito:
Il campanile è l’unica parte conservata della chiesa precedente all’attuale chiesa di San Ippolito. La chiesa era dedicata a Santa Maria e crollò a causa del cedimento del terreno. Sull’etimologia del nome Bardonecchia, si possono formulare molte ipotesi, il nome antico era Diovia, oppidum Liguriae (la citazione è dell’Anonimo Ravennate). Quello moderno, attestato fin dal IX secolo, pare di matrice longobarda. Questa spiegazione sembra avere una conferma nel suffisso -iscus utilizzato anche in latino, con un aggancio al germanico -isk. La denominazione Bardisca viene scritta nel diploma dell’imperatore Ottone III nell’anno 1001; viene anche citata Bardonisca nel Chronicon Novalicense dell’anno 1050. Il nome ha molte interpretazioni ipotetiche e una di queste risulta abbastanza prosaica, dal francese Bardot (o Bard) che può essere tradotto in ‘mulo’ o ‘sella’; tutto ciò deriverebbe dal commercio e dal transito delle merci attraverso il valico, e dal passaggio obbligato in Bardonecchia. Lo studioso Paul Louis Rosset scrive che il toponimo Bard ha chiaramente una radice celtica, che sta a significare ‘altura’ o ‘baluardo’. La storia di Bardonecchia si può definire leggendaria. Le prime notizie storicamente certe che riguardano tutta la vallata di Susa sono risalenti al 58 a.C. e riguardano il passaggio delle legioni romane di Cesare che miravano alla conquista delle Gallie. La capitale del regno valsusino era Susa e il suo re era Donno. Suo figlio Cozio si alleò con i Romani nel 9 a.C. per evitare che il suo regno fosse ridotto a provincia, evitando inoltre che le sue tribù venissero assoggettate ai Romani. Tra queste tribù vi erano i Belaci, abitanti di Bardonecchia e di Beaulard. Con l’avvento di Nerone il regno venne comunque aggregato all’impero e ridotto a provincia con la reggenza di un prefetto. In seguito avvenne l’evangelizzazione della valle, che ebbe il suo picco più alto nell’VIII secolo con la fondazione di Novalesa, sotto la cui giurisdizione passò Bardonecchia. Alla fine delle invasioni effettuate dai Barbari, si formò una sorta di unione, con il patrocinio dei Franchi, tra le vallate della Dora e dell’Are (Moriana e Savoia). Questo sodalizio apparentemente fittizio, venne distrutto, condividendo la sorte di Nuova Lesa, a causa delle frequenti incursioni dei Saraceni. Con la cacciata dei Saraceni da parte di Arduino il Glabro, in Bardonecchia troviamo Vitbaldo, capostipite della famiglia dei visconti di Bardonnèche, il cui stemma fa parte tuttora dello stemma comunale, composto da due sbarre intrecciate e fermate da chiodi, con il motto: Tutum Forti Praesidium Virtus
Descrizione del sito:
Il campanile insiste sul lato sinistro dell’attuale chiesa parrocchiale dedicata a Sant’Ippolito. Lo stile del campanile è chiaramente romanico; la cella campanaria e i tre piani sottostanti hanno una bifora per ogni lato, con archi a tutto sesto e colonna centrale in pietra; il capitello è a stampella. La chiesa possiede anche un altro campanile, ottocentesco, avente la base quadrata e terminazione a cupolino cosiddetto ‘a cipolla’.
Informazioni:
Parrocchia tel. 0122 99047
Links:
http://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_Sant%27Ippolito_%28Bardonecchia%29
Fonti:
Fotografia tratta nel 2014 da www.provincia.torino.gov.it, sito non più esistente nel 2020.
Data compilazione scheda:
28 Febbraio 2004 – aggiornam. giugno 2014
Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Valter Bonello – Gruppo Archeologico Torinese