Villanova d’Asti (AT) : Castello di Corveglia

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Storia del sito:
La prima menzione della chiesa di Corveglia risale al 1153, anno in cui il marchese Maginfredo di Romagnano fa un’ampia donazione di beni situati a Pancalieri “alla chiesa di san Giacomo dell’ospedale di Corveglia” («ecclesie S. Iacobi ospitalis de Curte Vetula»). Sorta presumibilmente durante la prima metà del XII secolo come canonica agostiniana in un’area di scarso popolamento, identificabile con un’antica corte donata nel 1001 da Ottone III a San Salvatore di Pavia, Corveglia deve il suo sviluppo alla collocazione presso la strada di collegamento Asti-Torino, in funzione della quale venne fondato il suo ospedale. L’insediamento è quindi in origine una corte agricola gestita da religiosi e pertanto le architetture maggiori dell’insediamento dovevano essere di carattere monastico. Il centro curtense controlla un vasto territorio agricolo ed è sufficientemente ricco da permettersi edifici di alto livello qualitativo (vedi campanile). Benché dal 1154 chiesa ed ospedale appaiano dipendere dalla diocesi di Asti, sappiamo da documenti di pochi decenni più tardi che da Corveglia dipendevano numerose chiese situate nella diocesi di Torino (Santa Maria di Lombriasco, poi ceduta ai Romagnano che intendevano fondarvi un ospedale, nel 1173, san Pietro di Carmagnola, Santa Maria di Cereaglio presso Poirino, San Martino di Cavallermaggiore, Santa Maria di Revigliasco, un ospedale a Chieri e Santa Maria di Rivetta presso Poirino) fatto questo che provocò liti secolari con il vescovo torinese che nel 1183 riconobbe tuttavia a Corveglia le sue dipendenze, contro il pagamento di un censo annuo. Ricca e potente grazie anche alle donazioni di facoltose famiglie astigiane (attestate nel 1193 e nel 1206) la canonica, formata da un preposito e da una decina di canonici estendeva la sua influenza nella diocesi di Asti, fino alla chiesa suburbana di santa Margherita dei Quattro Ponti a cui era annesso un ospedale: nel 1279 infatti il preposito di Corveglia Guido ne nominava il rettore. Nel XIII secolo Corveglia è un priorato con le caratteristiche proprie di un centro agricolo di pertinenza vescovile; non diventerà però un villaggio seguendo l’evoluzione della maggior parte dei recinti castellani sopravvissuti al Medioevo, perché nel 1248 si inserisce come nuovo centro politico e territoriale la Villanova astense che polarizzerà lo sviluppo dell’altopiano.
Nel corso del Duecento probabilmente la canonica era stata fortificata, il campanile doveva fungere da torre e le altre costruzioni chiesa o monastero erano scomparse, spogliate per la costruzione del ‘castello’. Il ‘castello’ ha solo funzioni di controllo del feudo pertinente e quindi prevalentemente agricole; a differenza di altre signorie rurale coeve il diritto di imporre tasse e i poteri giurisdizionali dei signori sono relativi solo alle persone risiedenti nella proprietà. La sua decadenza come canonica si ebbe nel secolo successivo ed è attestata da una rinuncia al proprio incarico fatta nel 1321 dal preposito Leone di Solaro a causa delle precarie condizioni economiche della chiesa. Verso il 1370 un canonico di nome Clemente Ferrari (o di Ferrere) pensò di rimediare alle difficoltà economiche della chiesa trasformandola in un covo di briganti: dopo alcuni colpi fortunati la chiesa-fortezza fu espugnata dai Riccio che, ucciso il Ferrari, se ne impadronirono. Pare che solo dopo quarant’anni i Riccio si preoccupassero di legittimare la loro occupazione, ottenendo in feudo dal Papa, come autorità superiore al vescovo di Asti nella proprietà del castello, costruzioni e beni della canonica agostiniana. Nel 1443 infatti il Papa riconosceva che il castello in antico era appartenuto al priorato di San Giacomo, ma essendo ormai quasi del tutto distrutta la chiesa, lo concedeva in feudo ad Andrione Riccio a patto che la facesse restaurare. Ma prima del 1473 contro i Riccio mosse lite il preposito di Corveglia sostenendo che il castello con il suo ricetto continuavano ad essere di pertinenza della prevostura: la questione venne risolta con un formale riconoscimento da parte dei feudatari, tenuti al pagamento di un censo annuo all’ospedale di San Giacomo di Pinerolo, dove si erano probabilmente ritirati i superstiti canonici di Corveglia (censo ancora in vigore nel 1721). Tale accomodamento, che consentì ai Riccio nel 1473 di vendere castello e feudo ai Villa “con il consenso del vescovo di Asti e del preposito di Corveglia”, pare altresì denunciare il definitivo abbandono della canonica.
Un secolo dopo durante le visite pastorali del vescovo Della Rovere del 1570-1580 la chiesa appariva diroccata ed adibita al ricovero del fieno, ma tra il 1580 e il 1585, in ottemperanza ai decreti vescovili, pare sia stata interamente ricostruita ad opera dei signori del castello (il conte Amedeo Ponte) e degli uomini di Corveglia.
Con il disfacimento del feudo ed il frazionamento di proprietà si conclude la degenerazione dell’edificio in cascina. Dopo anni di degrado, è stato attuato un intervento di recupero e restauro degli edifici.

Descrizione del sito:
L’edificio è costituito dall’aggregazione al più antico campanile, a base quadrata,  di due corpi a manica semplice e pianta rettangolare su schema a ‘L’. Il corpo maggiore è disposto con l’asse longitudinale in direzione nord-sud e si sviluppa come il minore in tre livelli fuori terra. Il campanile-torre è l’elemento più antico, ascrivibile a fine XII- inizio XIII secolo. La pianta quadrata misura circa cinque metri di lato e si elevava in origine per circa 18 metri. Le membrature sono in buon laterizio cotto, ordito con regolarità. Gli spazi interni, un unico vano per livello, sono scanditi all’esterno dagli elementi decorativi. Si leggono attualmente sei livelli; i primi due, dal basso, sono voltati rispettivamente con volta a crociera e a botte a tutto sesto; gli orizzontamenti successivi erano in struttura lignea e sono in parte o completamente crollati. La decorazione dei fronti è costituita da una sequenza di monofore, bifore, trifore, una su ciascun lato con capitelli in arenaria decorati con motivi floreali semplici ed eleganti, su colonnine con piede pure in arenaria. I marcapiano sono costituiti da una serie di archetti pensili su peduccio, sovrastati da un bordo a dentelli orizzontali. La parte sommitale del campanile è in parte crollata. Il corpo principale (lato ovest) misura una ventina di metri di lunghezza ed è articolato su tre livelli.
L’intera struttura è realizzata in laterizio ad eccezione di capitelli, peducci d’imposta e conci di chiave, che sono in arenaria. Numerose le aperture fenestrate in gran parte ascrivibili alle riconversioni barocche e recenti. Sono originali la porta di mezzeria del fronte ovest con arco acuto decorato in bicromia da conci in cotto ed in arenaria (dotata all’interno delle scanalature per la grata a scorrimento verticale) due piccole arcere a destra della stessa ed un’elegante bifora sul fronte nord, ornata da conci in cotto sagomato. Il corpo Est ha subito le maggiori trasformazioni. A sud-ovest del castello, indicata da un piccolo arco che regge una campanella, sorge la cappella del borgo: un edificio ad una sola navata con abside semicircolare. L’aula, rettangolare, è voltata con una coppia di crociere impostate sui muri d’ambito.

Informazioni:
Borgo Corveglia, 86. Sulla statale che collega Poirino con Villanova d’Asti. Il campanile, il castello e l’omonimo borgo sono posti sul margine del terrazzo morfologico che segna il confine occidentale del territorio astigiano. Proprietà privata, adibita ad agriturismo. Tel. 0141 948407

Link:
http://www.castellodicorveglia.it/index.php

Bibliografia:
PITTARELLO L. (a cura di), 1984, Le chiese romaniche delle campagne astigiane, Asti, pp. 202-210
BORDONE R., CARPIGNANO G. (a cura di), 2001, La Prevostura di Corveglia. Passato e futuro di un monumento astigiano, Provincia di Asti, Asti

Fonti:
Fotografie dal sito sopra indicato.

Data compilazione scheda:
10 maggio 2004 – aggiornam. luglio 2014

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Mauro Marnetto – Gruppo Archeologico Torinese

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