TORINO : Templi romani

Descrizione del sito:
Le tracce più note sono quelle provenienti dal Mastio della Cittadella, consistenti in un frammento decorativo a palmette (conservato in un locale del Museo di Artiglieria) ed in un’iscrizione votiva che sembrano attestare il culto di Iside in zona extraurbana; sul suo tempio, secondo la tradizione, sarebbe sorta nel medioevo la Basilica di San Solutore, abbattuta dai francesi nel 1536; l’esistenza e l’importanza di questo culto orientale è peraltro ben noto nel Piemonte romano grazie al santuario isiaco di Industria (Monteu da Po). Altri elementi derivano dalla tradizione ma senza riscontri archeologici: ad esempio l’antica chiesa di Sant’Agnese, oggi della Ss. Trinità, nota sin dal XII sec., si dice fondata sulle rovine di un tempio dedicato a Giunone, così come la chiesa medievale di San Silvestro (ora Santo Spirito), in via Porta Palatina, sarebbe sorta su un precedente tempio pagano dedicato a Diana, come ricorda l’iscrizione frontale del XVII sec. In questo secondo caso si parla della possibilità che la cripta sottostante all’attuale chiesa, trovandosi al livello della strada romana, possa essere identificata con il sacello del tempio; mancano però indagini approfondite in merito. Negli anni ’30 il Bendinelli identificava l’area del duomo, edificio rinascimentale della fine del XV sec. intitolato a S. Giovanni Battista, con l’antico campidoglio della città, evidenziando che la sua realizzazione comportò l’abbattimento di tre antiche chiese preesistenti, a loro volta sorte sul luogo di tre basiliche paleocristiane, affiancate ed intercomunicanti, dedicate a San Salvatore, San Giovanni e Santa Maria de Dompno (probabile corruzione di Santa Maria de Domino). Tale triplice denominazione cristiana richiamerebbe il culto romano della triade capitolina (composta da Giove, Giunone e Minerva), facendo supporre la presenza di un tempio tripartito anteriore all’affermarsi, nel IV sec., del Cristianesimo a Torino e pertanto una scelta non casuale del sito su cui sono sorte le chiese, ma determinata dalla volontà di continuare ad utilizzare il maggior centro di culto cittadino. Valido elemento di confronto, in tal senso, è stato considerato il duomo di Trieste (San Giusto), sorto sul sito del foro romano, per il quale si avrebbe l’analogo caso di una doppia trasformazione, da tempio capitolino a gruppo di tre chiese, poi accorpate in una sola. In realtà questa ipotesi, per quanto suggestiva, è ormai del tutto smentita dagli scavi condotti in tempi recenti nella medesima area, dove si è riscontrata la presenza di edilizia residenziale o commerciale in un arco cronologico compreso tra il I e la metà del II secolo d.C. Successivamente, nella media età imperiale vi sorgono imprecisabili strutture pubbliche che riutilizzano parzialmente le fondazioni dei fabbricati preesistenti.
Il Grazzi ha così sintetizzato la situazione: “in realtà le ipotesi sull’ubicazione dei templi torinesi sono infondate su dati oggettivi… ma la completa scomparsa dei templi pagani deve far ritenere che, in considerazione del perimetro urbano limitato e degli alti costi di edificazione e di pratica cultuale, il loro numero fosse limitato… Dalle iscrizioni possiamo arguire l’esistenza di templi, aree sacre, edicole o statue dedicate a Giove, Giunone, Minerva, Venere Ericina, Apollo, Diana, Mercurio, Mitra, Iside, il Sole, Ercole, Silvano, Igea ed Esculapio, la Fortuna e la Vittoria… (inoltre) vi furono flamini dei divi Augusto, Claudio, Vespasiano, Tito, Drusilla, Faustina Minore”.

Bibliografia:
GRAZZI R., Torino romana, Torino, 1981, pp. 27-28
TORELLI M., Urbanistica e architettura nel Piemonte romano, p. 38, in “Archeologia in Piemonte”, Torino, 1998 – vol. II – “L’età romana”
PANERO E., La Città romana in Piemonte, Cavallermaggiore, 2000, p. 185
GRUPPO ARCHEOLOGICO TORINESE, Guida Archeologica di Torino, Savigliano (CN), 2010, Terza Ediz., 2° vol., pp. 21-22
In “Archeologia a Torino”, Torino, 2003:
MERCANDO L., Il recupero del passato, p.49 e Testimonianze di monumenti perduti, pp.147-148
PEJRANI BARICCO L., L’isolato del complesso episcopale fino all’età longobarda, p. 305.

Data compilazione scheda:
26 febbraio 2002 – aggiornamento marzo 2014

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Marina Luongo – Gruppo Archeologico Torinese