TORINO : “Augusta Taurinorum” – il foro romano.
Descrizione del sito e dei ritrovamenti:
Gli studiosi generalmente concordano nel collocare il foro ipoteticamente nell’area attualmente occupata dalle piazze Palazzo di Città e Corpus Domini, vale a dire, secondo i canoni urbanistici delle colonie romane, all’incrocio del Decumanus Maximus (via Garibaldi) con il Cardo Maximus (via Porta Palatina, via S. Tommaso). Si ritiene che non occupasse il centro esatto della pianta romana, ma la metà del quadrante nord-occidentale rivolta verso il centro.
Tale collocazione sembrerebbe comprovata da una serie di indizi, a partire dalla forma rettangolare e non quadrata (di ca. 73 x 80 m invece di 75 m per lato) della prima fila di isolati immediatamente a nord del decumano massimo, tra via S. Domenico, via IV Marzo, Piazza Palazzo di Città, via Garibaldi, via Porta Palatina. Un’anomalia nella maglia regolare di questa zona del centro storico che ha fatto pensare ad una “destinazione speciale” (Grazzi) di quelle insulae, è riportata anche nelle più antiche testimonianze cartografiche, quali le piante della città disegnate nel XVI e XVII sec. da Caracha e Borgonio. Si è pertanto presupposto nell’area uno spazio di vaste dimensioni a destinazione pubblica, corrispondente a 6-8 isolati circa, identificabile con un foro sviluppato in senso est-ovest ed in stretto collegamento con il sistema stradale, in particolare con il decumano massimo, proseguimento urbano della via internazionale delle Gallie. Quanto alla struttura, sembrerebbe trattarsi del tipico foro rettangolare corredato di monumenti sui lati brevi, derivato dallo scenografico modello vitruviano, proprio delle città italiche ma attestato anche nelle colonie galliche. Nella stessa zona si registra il rinvenimento di reperti archeologici sin dalla metà dell’800, dal mosaico di via Berchet, oggi perduto, ai tratti di un muro largo 97 cm in opus listatum all’interno del Cortile del Burro, dentro Palazzo di Città, forse pertinente ad un edificio pubblico di rilievo, ai frammenti di statue bronzee, ritenuti resti di un monumento equestre. Inoltre vi sono probabili riferimenti alla presenza della pavimentazione romana: fino al XVI sec. presso la chiesa di S. Silvestro (ora Corpus Domini e S. Spirito) e nella stessa piazza Palazzo di Città definita, fin dal XIII sec., “forum solatum”. Ad ulteriore conferma dell’ubicazione del foro è stata evidenziata, seppure con qualche riserva, la continuità d’uso della succitata area pubblica sino ad oggi, sotto il profilo politico, amministrativo ed anche commerciale se si considera che per secoli ha ospitato i maggiori mercati della città: quello degli ortaggi (nella piazza delle Erbe, precedente nome della piazza Palazzo di Città) e quello delle granaglie (nella piazza di S. Silvestro, detta proprio del Grano, ora Corpus Domini), quello del burro, che ha dato il nome al cortile già menzionato (nella piazza di S. Benigno, sul sagrato dell’omonima chiesa, ormai scomparsa). È stata altresì ipotizzata l’esistenza di fori minori: interessante, in merito, un riferimento toponomastico, il titolo medievale “de Platea” (oggi “di Piazza”) attribuito alla chiesa di S. Maria, sita nella via omonima, nel quale si può ravvisare la connessione con una vasta area lastricata. A tale indizio si aggiunge il riscontro archeologico, vale a dire i reperti ritrovati, in varie occasioni, tra le vie Bertola, S. Maria, Stampatori e S. Dalmazzo, tra cui statue, un’ara votiva dedicata nel 300 d.C. da Marco Valerio Lisimaco, un titolo onorario del 65 d.C. dedicato a Seneca e un tesoretto formato da diversi tipi di monete, datate a partire dal 261 d.C.
Bibliografia:
GRAZZI R., Torino romana, Torino, 1981, pp. 18-20
TORELLI M., Urbanistica e architettura nel Piemonte romano, in “Archeologia in Piemonte”, Torino, 1998 – vol. II – “L’età romana”, p. 38
PANERO E., La Città romana in Piemonte, Cavallermaggiore, 2000, pp. 180-182
GRUPPO ARCHEOLOGICO TORINESE, Guida Archeologica di Torino, Torino, 1996, Seconda Edizione, p. 35 e pp. 38-39
Data compilazione scheda:
26 febbraio 2002 – aggiornam. maggio 2014
Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Marina Luongo – Gruppo Archeologico Torinese