Suno (NO) : Antica pieve di San Genesio e lapidi romane

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Storia del sito:
I numerosi ritrovamenti del periodo romano; i recenti scavi presso la cascina Rinalda (dove è stato scoperto un piccolo insediamento rustico del I sec. d.C.), i ritrovamenti in occasione della costruzione del metanodotto lasciano testimonianze che Suno fosse abitato fin dal periodo del Bronzo e fosse un importante centro in età romana sulla strada Suno – Cressa. Attorno alla chiesa di San Genesio furono ritrovate numerose are e cippi votivi, testimonianza quindi di un santuario rurale di venerazione polivalente che venne sostituito, in periodo cristiano, da un santuario rurale, al quale si sovrappose la pieve intitolata al martire del IV sec. san Genesio.
La chiesa, già menzionata come capo pieve, con fonte battesimale, nell’XI secolo, viene di nuovo ricordata nel 1132 in una bolla di Innocenzo II e poi ancora nelle “Consignationes” del 1347. Purtroppo la zona, conosciuta come prato degli Ariani, era ricca d’acqua (come testimonia la radice del termine, indeuropeo “ar” che significa acqua) e questo ha comportato un veloce degrado degli arredi e della struttura architettonica. Il vescovo Bascapè durante la visita pastorale del 1595 la descrive “…di struttura antica, a tre navi con pavimento adatto, ma solo nella nave centrale, mentre nelle altre è rustico…”. La facciata è corredata di tre porte, in corrispondenza di ogni navata, quattro sono le finestre; che in seguito agli ordini vescovili dovranno essere chiuse, ad eccezione di una. L’orientamento nella chiesa originaria era ovest-est, a tre navate absidate, preceduta da un portico che le collegava all’ottagonale battistero dedicato a San Giovanni. Risulta ancora, che la navata centrale era divisa dalle laterali da grossi pilastri e, nel coro, proprio dietro l’altare maggiore, vi era la tomba che raccoglieva le reliquie di San Genesio. Dalla descrizione del vescovo Speciano il campanile appare “de novo aedificatum” (presumibilmente soprelevato). Un portico, ricoperto da coppi e sorretto da colonne in serizzo (pietra granitica) era antistante la facciata, attiguo il battistero di San Giovanni, descritto come ampio e rotondo, raggiungibile attraverso tre gradini in discesa e coperto da un ciborio piramidato, demolito nel 1840 perchè ormai fatiscente.
La chiesa subì i primi interventi già alla fine del Cinquecento e nei primi anni del Settecento venne profondamente mutilata. Nel 1843 venne demolita la facciata ed il coro; le navate vennero ridotte ad una e venne cambiato l’orientamento, ora nord-sud.
La torre campanaria, che non cambiò mai posizione, a sezione quadrata, fu rialzata nel XIII e XV sec. e venne gravemente dannggiata da un fulmine nel 2012.

Descrizione del sito:
L’antica parrocchiale e pieve di San Genesio (conosciuta dai sunesi anche come chiesa del diavolo) si presenta oggi in precarie condizioni strutturali. É a navata unica, ampia, con un presbiterio profondo, in cui si apre una piccola sacrestia. All’esterno, sul fianco sud, è ancor oggi visibile un tratto di muratura decorato con archetti pensili a gruppi di due, scandito da lesene. La muratura dell’edificio è piuttosto irregolare ed è composta da ciottoli e frammenti di mattoni disposti in corsi orizzontali, con piccoli tratti a spina di pesce. La critica, considerando ciò che resta dell’apparato murario, data l’edificio alla prima metà dell’XI secolo.
All’interno della chiesa rimane l’affresco -in precario stato di conservazione- di un anonimo locale, datato 1475 e già fatto restaurare nel 1856, posto nell’altare della Madonna raffigurante la Vergine in trono col Bambino tra san Genesio, san Michele che trafigge una serpe ed un Santo (poco riconoscibile, forse Bernardo) che scaccia il diavolo. Sotto l’affresco vi è la tomba della famiglia Della Porta. Un altro affresco, settecentesco, copre la volta della navata maggiore.

Descrizione dei ritrovamenti:
Le iscrizioni risalgono al II sec. d.C. e testimoniano la presenza di nomi romani appartenenti alla famiglia Libia, Terenzia, Giulia e Valeria frammisti a nomi e cognomi di origine indigena. Le are avevano una forma a cippo quadrilatero lungo circa 0,80 cm, largo 0,45 e spesso 0,30 solitamente di marmo o di serizzo. Queste ultime, per la caratteristica di essere facilmente sfaldabili, riportano solo dediche; invece quelle in marmo sono elegantemente decorate con festoni, fogliami a voluta, rappresentanti a volte il rito sacrificale od i simboli di esso (coppa e patera) con incise a bei caratteri le dediche. Per lo più da esse si deduce il rito ed il culto a Giove, Ercole, Mercurio e una rara dedica alle Matrone.
Il Comune di Suno conserva nell’atrio del palazzo comunale una bella ed elegante ara alta cm 60, larga e profonda cm 27, rinvenuta nel 1866 fra le fondamenta del coro della chiesa di San Genesio. Ai lati mostra scolpiti in rilievo un vaso e dall’altro una patera. Dalla lettura che ne fece lo storico Momnsen, la scritta è: “HERCVLI BRAVNTUS PRIMIGEN VALE”, infranta nella parte inferiore che lascia incompleto il cognome indigeno Braunto, che fece un sacrificio ed eresse un’ara ad Ercole per la sua guarigione.

Luogo di custodia dei materiali:
Le are ed i cippi rinvenuti nella zona della pieve di san Genesio e nel territorio di Suno furono in parte salvate dalla distruzione perché utilizzate come materiale di recupero per la costruzione del campanile e della chiesa, oppure perché incastrate nel muro del castello, oppure utilizzate per la chiesa di san Michele. Tutto questo materiale costituì un primo nucleo del Museo Patrio di Suno, costituitosi nella seconda metà dell’Ottocento. I reperti, in seguito, vennero collocati nel Museo Lapidario del Broletto di Novara e restaurati nel 1996.

Informazioni:
La chiesa si trova alla periferia del paese e precisamente lungo la strada che collega il centro abitato con il comune di Vaprio D’Agogna.  Comune, tel. 0322 885511 o Parrocchia, tel. 0322 85154 oppure 0322 85021

Links:
http://www.ssno.it/html/arno/aromnov73.htm

https://comune.suno.novara.it

https://www.turismonovara.it/it/ArteStoriaScheda?Id=19

Fonti:
Notizie e fotografie tratte nel 2007 dai siti sopra indicati e da http://www.veveri.it/guida/suno.htm
Foto in altro prima del crollo del campanile.

Data compilazione scheda:
26/12/2007 – aggiornam. maggio 2014

 Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G.A.Torinese

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