Pombia (NO) : Oratorio di San Martino
Storia del sito:
Viene menzionata per la prima volta nell’anno 1048 e faceva parte del Convento dei SS. Graziano e Felino di Arona, ma la sua edificazione è precedente e risale al X-XI secolo.
Nell’anno 1758, durante la visita del vescovo Balbis Bertone, la chiesa viene trovata mal ridotta e, da quel momento, ne viene dichiarata la sospensione dal culto.
Successivamente diventa privata e viene trasformata in cantina (1785).
Descrizione del sito:
L’oratorio di S. Martino è un edificio di piccole dimensioni, diviso in tre navate, le due laterali molto piccole. Da un documento del 1112 pare esistessero anche tre absidi semicircolari, di cui si è conservata solo quella centrale, e un chiostro sul lato nord, di cui non rimane nulla.
La facciata, trasformata nel corso degli anni, è a salienti e dell’antica decorazione si notano due coppie di archetti pensili larghi e profondi, forse due piccole finestre. Una scala in muratura nella parte destra della facciata permette di salire al piano superiore, che serviva da fienile.
Le navate sono divise da pilastri in muratura e supporti monolitici che reggono archi a sesto ribassato. La seconda colonna a sinistra è formata da un monolito ricavato da una costruzione funeraria romana; su di esso sono visibili alcune lettere (probabilmente del II sec.) e tre boccali di vino, ciascuno di diversa capacità, che rappresentano antiche misure utilizzate nel Novarese.
Nel catino absidale e nelle pareti sono rimasti intonaci affrescati a più strati.
La navata centrale venne divisa in due piani da una soletta in ferro e laterizio, costruita tra fine 1800 e inizi 1900. Attualmente la soletta è stata eliminata e continuano i lavori di restauro.
Descrizione dei ritrovamenti:
Nell’edificio sono reimpiegati diversi frammenti di materiale da costruzione di epoca romana: nelle murature si riscontra la presenza di frammenti di tubature in terracotta (fistulae), così come nel tetto dell’abside sono riutilizzati tegoloni; un ulteriore frammento di cippo in granito è, poi, inserito in un muro della vicina abitazione. Nel cortile della cascina, era impiegato come abbeveratoio per il bestiame un sarcofago rettangolare in granito,privo di coperchio. Questo presenta un’iscrizione funeraria poco leggibile, priva di cornice, di cui è ancora leggibile il nome del defunto, un Crispinus Crescens vissuto per dieci anni.
Una delle brevi colonne che delimitano la navata sinistra poggia su una stele funeraria in calcare di età romana, oggi imbiancata e lacunosa nella porzione sinistra e nella parte superiore. La lastra, del tipo ad edicola, presenta sui lati una decorazione a pilastri, nella fascia inferiore tre tazze cilindriche con manico (modioli, misure di capacità) ed in quella superiore tre lettere finali di tre righe (F F F), ognuna delle quali doveva contenere solo un nome di defunto con il relativo patronimico. Sia stele funeraria che sarcofago sono verosimilmente provenienti da una necropoli non meglio identificabile, ma che si doveva estendere nei campi circostanti l’edificio. L’ipotesi è suffragata dal rinvenimento di tombe a inumazione di epoca tardoantica e altomedievale.
Informazioni:
All’interno di una proprietà privata. Via XXV Aprile. Tel. 0321 95220
Links:
http://www.ssno.it/html/arno/aromnov65.htm
Fonti:
Notizie e foto ricavate nel 2005 dal sito del comune di Pombia e dai siti sopra indicati.
Foto in basso di Roberto Bellosta da http://www.panoramio.com/photo/113623
Data compilazione scheda:
14/11/2005 – aggiornamento maggio 2014
Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G. A. Torinese