Pecetto di Valenza (AL) : resti romani e medievali

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Storia e descrizione del sito:
Pecetto è l’antica Pecetum Valentinum di origine romana. Gli scavi archeologici ne hanno confermato l’importanza. In località Pellizzari anni or sono è stato ritrovato a discreta profondità il selciato di una strada romana, diramazione forse della via Giulia che da Asti portava a Valenza. Scavi recenti hanno accertato la presenza di un insediamento rurale di notevoli dimensioni risalente al I – II secolo, di cui rimangono le fondazioni e frammenti di intonaci dipinti. A sud-ovest di questo impianto è emerso un sepolcreto tardoantico, databile tra il V e il VII secolo.
Dei secoli successivi all’età romana ben poco si conosce con certezza e per quanto si riferisce al periodo precedente il Mille, vi sono documentate testimonianze di insediamenti longobardi. Di grande interesse storico sono le tombe rinvenute durante lavori agricoli: si tratta di sepolture in laterizio di recupero da precedenti strutture romane, raggruppate in necropoli e disposte secondo uno schema ben preciso. Verso il Mille, quando gli Aleramici fondarono la marca del Monferrato, fu compreso anche Pecetto nel feudo del potente marchesato.
Si sa per che l’Imperatore Enrico IV nel 1063 lo donò al vescovo di Vercelli, che lo cedette in feudo ai marchesi di Occimiano. Nel 1064 Pecetto era una cittadella circondata da una corona di mura, che raddoppiava all’altezza della rocca, punto più elevato, adibito a fortezza e osservatorio. Il castello viene citato in una bolla dell’aprile 1223 con la quale Federico II, imperatore e re di Sicilia, concede privilegi a Guglielmo di Monferrato. Nella seconda metà del XIII secolo le lotte violente tra guelfi e ghibellini sconvolgevano l’Italia, le rappresaglie si susseguivano e i passaggi da signoria a signoria si successero improvvisi. Il marchese del Monferrato nel 1289 si era impadronito di Alessandria e Tortona, i Visconti, patroni dei ghibellini, cercarono di paralizzarne il potere ma egli riuscì a occupare nuovamente Pecetto, Valenza e poi Casale.
Durante la guerra franco-spagnola, nel giorno del Corpus Domini del 1557, il castello venne distrutto, come risulta da documenti conservati nell’archivio parrocchiale. Oggi rimangono solo le fondazioni di una torre di guardia che, dopo un pregevole lavoro di consolidamento e di messa in sicurezza, sono ridiventate fruibili. Vi si accede da una scala che parte sul retro del Municipio e lassù si può godere del piccolo orto botanico di specie vegetali autoctone e piante officinali, oppure della base per astrofili che vi è stata allestita.

Luogo di custodia dei materiali:
Alcuni reperti sono esposti al Museo di Antichità (Archeologico) di Torino.

Informazioni:
Nella parte alta dell’abitato, nei pressi del Municipio e delle scuole.  Comune tel. 0131 940121

Link:
http://www.comune.pecettodivalenza.al.it/

Fonti:
Notizie e fotografia dal sito del Comune.

Data compilazione scheda:
29/11/2011 – revisione febbraio 2014

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G.A.Torinese