Lesegno – Prata (CN) : Cappella di San Nazario

lesegnoNazario

Storia del sito:
Per la storia di Lesegno vedi scheda sulla Cappella di Santa Maria.
Si presume risalga alla prima decade del secolo XI poiché una cappella dedicata a san Lazzaro è menzionata in un documento del 1013 nel quale il marchese di Susa, Olderico Manfredi, vendette il castello di Lesegno con le sue pertinenze, un ampio tenimento e due cappelle, dedicate l’una a S. Maria e l’altra a S. Lazzaro (“cum tenimento, foxato circumdato, et capellas duos foris eodem castro recenter edificatas, in nomine Sanctae Mariae et Sanctii Lazarii”), al prete Alfredo o Sigifredo. In alcuni testi è anche denominata cappella di San Nazario, nome con cui è nota oggi.
La Cappella è stata recentemente restaurata grazie al contributo dell’ “Associazione Lesegno vive”. All’interno vi sono pregevoli affreschi, ben conservati, risalenti al XV secolo

Descrizione del sito:
La cappella ha pianta rettangolare e abside cilindrica, una semplice facciata a capanna chiusa tra due contrafforti angolari, una finestra cruciforme con un larga cornice in rilievo sopra la porta centinata. A destra rimangono tracce di una antica pittura con l’Annunciazione.
Le pareti interne furono quasi completamente affrescate tra il XV e il XVI secolo, ma nel 1730 la chiesa venne ampiamente ristrutturata: si alzarono le pareti, si costruì la volta, si imbiancò l’interno, rovinando gran parte degli affreschi.
Meglio conservato sulla parete sinistra un affresco del 1500 con la Madonna in trono tra san Lazzaro/Nazario e san Sabastiano; proseguendo verso l’abside si trovano quattro riquadri contigui con cornici bicrome che ritraggono san Giovanni Battista con la tunica di pelliccia; santa Caterina d’Alessandria con la ruota del martirio e dall’aspetto raffinato e prezioso, su fondo dorato; san Giacomo Maggiore con il bordone e ritratto frontalmente in modo rigido, all’interno di una struttura di cornici in prospettiva; san Martino di Tours con il mantello tagliato, in elegante foggia di cavaliere medievale. Già attribuiti ad artisti diversi, vengono fatti risalire agli anni 1470-80.
Successivamente altri tre riquadri in compromesse condizioni conservative, che raffigurano la Madonna col Bambino, accanto ad una struttura fortificata; due Santi, di cui uno che calpesta un drago, e uno reggente un libro; e una Crocifissione tra due santi, con il Cristo dal volto sofferente con un santo monaco vestito di bianco con folta barba, e un abate con un libro nella mano sinistra. L’attenta individuazione psicologica rivela l’alta qualità delle maestranze la cui attività è riferibile al contesto elegante del gotico internazionale del primo quarto del XV secolo.
Sulla parete destra, partendo dalla zona absidale, sono raffigurati tre riquadri contigui entro cornici bicrome, due dei quali ascrivibili alla stessa mano dei tre precedentemente descritti e alla raffinatezza del gotico internazionale del primo quarto del Quattrocento, con un Santo martire in abiti cortesi e con ricercata acconciatura, che regge un libro, forse san Nazario, accompagnato da una iscrizione, la cui ambiguità di interpretazione non ne permette però una univoca individuazione del nome; santa Lucia che sostiene il vassoio con i bulbi oculari, di fattura sicuramente più popolaresca; e san Bartolomeo con il coltello strumento del suo martirio e il libro. A seguire sono affrescate, entro cornici con motivi fitomorfi, due scene contigue, la Natività, l’Adorazione dei Magi, con la Madonna assisa su una sella di cavallo. Opere attribuibili ad una bottega locale della fine del Quattrocento. La parete absidale presenta estese lacune di pellicola pittorica che permettono però di distinguere una originaria decorazione articolata in due fasce sovrapposte: una inferiore con un finto velario rosso profilato di pelliccia bianca su fondo blu, e una superiore con una teoria di tondi con busti, oltre che motivi decorativi delle monofore. La base del catino absidale mostra scarsi lacerti di pittura che permettono di individuare artigli di animali, fiamme e figurette nude uscenti da una tomba, e quindi di ipotizzare la loro appartenenza alla rappresentazione di un Giudizio Universale. La realizzazione dell’intera decorazione presbiteriale viene collocata entro la metà del Quattrocento.

Informazioni:
La cappella di S. Nazario (o Lazzaro) si trova lungo la SS. n. 28, poco prima della frazione Prata di Lesegno. Contattare numeri indicati sul sito del Comune (Parrocchia di Lesegno tel. 0174.77036)

Links:
http://www.comune.lesegno.cn.it

http://www.sebastianus.org/san-nazario-a-lesegno-prata/

Bibliografia:
RAINERI G., Antichi affreschi del Monregalese, vol.II, Rotary Club Mondovì, Mondovì CN, 1979
BERTONE L., Arte nel Monregalese, L’Artistica Editrice, Savigliano CN, 2002
La cappella di San Nazario, Associazione Lesegno Vive, Lesegno 2011

Fonti:
Parte del testo e fotografie tratte dal sito www.sebastianus.org sopra indicato, dove vi sono molte immagini degli affreschi. Foto in alto da www.vallinrete.org

Data compilazione scheda:
06/02/2006 – aggiorn. marzo 2014

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – Gruppo Archeologico Torinese

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