Crescentino (VC) : Castello e chiesa di San Genuario

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Storia del sito:
Il territorio di San Genuario, oggi frazione di Crescentino, ebbe grande importanza strategica per la sua posizione di confine tra i possedimenti dei Marchesi di Monferrato e quelli della diocesi vercellese. Gauderio (o Gaudenzio o Gauderi), generale di Ariperto II, sedicesimo re dei Longobardi, secondo un diploma del 9 ottobre 707, fondò un monastero benedettino e ne fu creato abate dal vescovo di Vercelli Emiliano II. Il monastero era intitolato a San Michele di Lucedio e fu il più antico insediamento monastico in quelle terre, seguito dall’abbazia di Santa Maria di Lucedio fondata nel 1123. L’imperatore Lotario I, nell’843, donò all’abbazia il corpo di San Genuario e da allora l’abbazia, con la chiesa ed il villaggio, presero il suo nome.
Dopo diverse controversie con gli abitanti del borgofranco di Crescentino, sorto nella seconda metà del 1200, e le guerre tra guelfi (S. Genuario) e ghibellini (Crescentino), i monaci si ritirarono a Verrua fino al 1364, anno in cui, per mezzo dell’abate Bartolomeo, si riappacificarono con i Crescentinesi. Per intercessione del cugino, l’abate Antonio Tizzoni, Giacomo Tizzoni, conte di Crescentino, il 5 settembre 1419 ottenne da papa Martino V la cessione di metà del territorio di San Genuario a condizione che vi edificasse un castello per la difesa del monastero. L’investitura avvenne il 23 aprile 1422. Il Tizzoni fece costruire il castello, circondato da fossato, probabilmente sulle rovine di un’antica fortezza distrutta nel 1319 da Riccardo Tizzoni e dai Crescentinesi.
La casata Tizzoni dominò fino al 1592, anno in cui il duca Carlo Emanuele I di Savoia ricondusse il feudo in mano regia; nel 1601 il feudo passò alla signoria del procuratore generale Molino di S. Marco, nobile veneziano, poi al marchese Ascanio Bobba; nel 1722 al marchese Morozzo Della Rocca. Agli inizi del XIX secolo i beni del Morozzo, compreso il castello, passarono al banchiere Giani e da questo al cavalier Gonella. Nei primi decenni del 1900 la famiglia Garella, proprietaria del castello, lo adibì a moderna azienda agricola, facendo edificare nel suo ampio cortile alcuni fabbricati tuttora esistenti che mostrano un forte contrasto con il resto del castello. Dopo ulteriori passaggi di proprietà, negli anni 1980 il castello passò all’attuale proprietario. Apparentemente il complesso sembra ben conservato: in passato non deve aver subito gravi attacchi e quindi, a differenza di altri castelli, ha mantenuto praticamente intatta la struttura esterna; la stessa cosa non si può dire della struttura interna. I grandi saloni, sparsi sui tre piani, furono tramezzati per ricavarne delle stanze, adibite, durante la seconda guerra mondiale, ad alloggi per gli sfollati.

Descrizione del sito:
La tenuta agricola, un tempo sede dell’antica abbazia di San Genuario, purtroppo conserva ben poco dell’antico complesso e tutto ciò che è rimasto a testimonianza dell’originaria struttura è stato inglobato all’interno di Cascina Badia.
L’originaria CHIESA abbaziale di San Genuario è stata sostituita dall’attuale chiesa parrocchiale, risalente al XVII secolo, la quale ha comunque conservato abside e campanile della prima chiesa. È un edificio a pianta basilicale a tre navate, con abside e campanile romanici decorati da archetti pensili e dall’alternanza di pietre fluviali e tufacee. L’impianto originario era sicuramente costituito da una navata centrale e due laterali più basse e strette. All’interno gli arredi sono sei-ottocenteschi.
Il CASTELLO è una costruzione fortificata di modeste dimensioni che si presenta come un massiccio parallelepipedo con addossata un’unica torre cilindrica, il tutto coronato da apparato a sporgere.
Su di un muro esterno è ancora distinguibile un’apertura, in seguito murata, molto alta e larga circa un metro, che potrebbe costituire un ingresso. La torre cilindrica, ben conservata, è unita alla rocca da un breve tratto di cortina e presenta una ininterrotta serie di beccatelli. I merli della torre sono stati murati e il camminamento che unisce la rocca alla torre è stato tramezzato. In un cascinale all’esterno del castello, su di una parete, si può vedere un affresco ormai quasi completamente rovinato da alcune finestre aperte successivamente. L’affresco è stato fissato, il tetto del castello rifatto e i solai, che stavano crollando, sono stati restaurati.

Descrizione dei ritrovamenti:
L’antichità del luogo sarebbe attestata dalle sei pietre miliari che erano sul sagrato della chiesa, oggi conservate al Museo Leone di Vercelli. Sulla porta d’entrata della fortificazione, inoltre, è murato un frammento di lapide romana in cui sono leggibili, con ottima grafia, le lettere “AULIO”.

Informazioni:
Il castello è di proprietà privata, non visitabile. La chiesa è aperta la domenica mattina per le funzioni. Info Comune di Crescentino, tel. 800546171

Links:
http://www.comune.crescentino.vc.it

http://www.archeovercelli.it/fortifah.html

Fonti:
Notizie tratte dai siti sopra indicati.
Immagine in alto da http://commons.wikimedia.org/wiki/
La foto della chiesa da http://it.wikipedia.org

Data compilazione scheda:
17/2/2007 -aggiornamento febbraio 2014

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – Gruppo Archeologico Torinese

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