Caluso (TO) : Porta Crealis e “Castlas”
Storia dei siti:
La PORTA CREALIS o DELLA FRETA (“LE PURTASSE”) è la porta a levante, unica superstite delle quattro che consentivano l’accesso al borgo medievale, risalente al XII secolo. Poiché risulta che nel 1224 Guido di Biandrate abbia fatto costruire la “Rocca o Castellazzo”, si pensa che abbia, nella stessa occasione, restaurato e reso funzionale anche la cerchia di mura e le porte. Filippo d’Acaja, che nel 1316 acquistò dai Biandrate il feudo di Caluso permutandolo con i feudi di Corio e Rocca, nel 1324 fece costruire, tutto intorno al borgo, seguendo in parte il primitivo tracciato, un poderoso circuito di mura costeggiato da un profondo fossato e modificò le porte (probabilmente al suo intervento è dovuta la parte gotica delle medesime), munendole di ponte levatoio. L’arco romanico innalzato agli inizi del 1300, è citato nel “De Bello Canapiciano” da Pietro Azario, vissuto nel sec. XVI e cronista del suo tempo. L’imponente opera venne costruita secondo il progetto e sotto la direzione di Martino di Agliè, architetto ed esperto di fortificazioni, cui si deve anche il castello di Malgrate di Rivarolo.
L’ultimo restauro risale al 1976, quando il passaggio di un autocarro causò ingenti danni e il Comune provvide ai lavori per ripristinare l’aspetto originale. Le restanti tre porte sono andate tutte distrutte, in occasioni ed epoche diverse; l’ultima, la porta Faniania all’imbocco di via Guala, venne abbattuta verso la metà del 1800 per consentire l’ampliamento e la sistemazione della piazza Ubertini.
IL CASTELLAZZO (“CASTLASS”), anticamente dipendente dal vescovo di Ivrea, passò a Guido di Biandrate nel 1224. La struttura fortificata, menzionata come castellacium in un atto del 1257 fu poi trasformata in castrum secondo quanto indicato in un altro del 1297; non si tratta di un vero e proprio castello, come quello della vicina Mazzè, ma piuttosto di una costruzione militare edificata per controllare le strade che si sviluppavano ai piedi della collina e che portavano a Ivrea e a Vische verso il Vercellese
Nel 1316 Filippo d’Acaja subentrò al Biandrate nel possesso del feudo di Caluso e, nel 1324, fece di Caluso un importante caposaldo del partito guelfo in Canavese. Anche il castellazzo venne rafforzato, tanto da potervi alloggiare una guarnigione di 200 soldati, fatta venire appositamente da Ivrea.
Nelle guerre tra guelfi e ghibellini Caluso giocò un ruolo di primo piano; con la sua poderosa roccaforte e le robuste mura, era una spina nel fianco di Giovanni II Paleologo marchese del Monferrato, ghibellino, impegnato in una lunga e sanguinosa guerra (detta del Canavese) contro Giacomo d’Acaja, figlio di Filippo. Giovanni II tentò più volte di espugnare Caluso, inviando i suoi mercenari guidati da Facino Cane e dal Malerba, ma vi fu sempre respinto. Nel giugno del 1349 (la data più accreditata), dopo vari tentativi, alla testa delle sue truppe e accompagnato da suo cugino Ottone di Brunswick, riuscì ad entrare nel borgo e a porre l’assedio alla rocca. Caluso diventò feudo di Ottone di Brunswick, a cui Giovanni II l’aveva assegnato. Nel 1376 passò ai Valperga di Rivara, che poi presero il nome di Valperga di Caluso, che lo mantennero fino al 1537, anno in cui si insediarono gli Spagnoli, comandati dal generale Cesare Maggi, che smantellò il castellazzo temendo che cadesse in mano ai francesi. Da allora la struttura non venne più riedificata.
Nel 1951 il Comune di Caluso divenne proprietario dei resti del castlas, avendolo acquistato dai Mattirolo, eredi degli Spurgazzi. Iniziò un periodo di totale abbandono e ben presto tutta l’area si ricoprì di una fitta vegetazione selvatica. Nel 1980 furono compiuti lavori di disboscamento e di consolidamento del muraglione di Ponente.
Storia e descrizione dei siti:
LA PORTA CREALIS è una costruzione in laterizio e pietra, ad arco ogivale verso l’interno, e ad arco a tutto sesto verso l’esterno. Nella porta sono ancora visibili gli anelli in cui scorrevano i tiranti del ponte levatoio.
Del “CASTLAS” rimangono resti delle mura, un tempo alte circa dieci metri.
Sullo spiazzo antistante la rocca vi sono i ruderi del coro dell’ANTICA CHIESA DI SAN CALOCERO, la primitiva parrocchia di Caluso, risalente agli ultimi anni del XII secolo; menzionata in una bolla del 18 giugno 1177 di papa Alessandro III. La stessa chiesa venne citata da papa Innocenzo III, in una bolla datata 4 gennaio 1204. La chiesa, ancora esistente nel 1522, anche se in disuso, crollò definitivamente nel 1880.
Informazioni:
La porta Crealis o Della Freta, è in via Diaz 7, nei pressi della chiesa Parrocchiale.
Da Piazza Ubertini, a lato del Palazzo Civico, vi è una stradina che porta in località Castello sulla cima della collina che sovrasta l’abitato, il Colle di san Calocero o Monte Rotondo, ove sono i ruderi del “castlas”.
Links:
http://www.youtube.com/watch?v=LFRTl_7fyuc
Fonti:
Fotografia in alto da www.localport.it, in basso fotografie GAT.
Data compilazione scheda:
13/03/2006 – aggiornam. giugno 2014
Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G.A.Torinese