Caltignaga (NO) : Acquedotto romano

acquedotto_caltignaga

Descrizione del sito e dei ritrovamenti:
Le tracce dell’acquedotto romano di Novaria (Novara) sono visibili nell’area di Caltignaga, a ca. 7 km dalla città, sulla statale N. 229 (antica via Settimia), che porta verso il lago d’Orta e l’Ossola.
Il muro di base che sostiene il canale emerge dall’attuale piano di campagna; la struttura, larga ca. 1,90 m, è in muratura a sacco con paramento in ciottoli e copertura presumibilmente in lastre di pietra; il piano di scorrimento del condotto è realizzato in mattoni sesquipedali, mentre le sponde sono in ciottoli intonacati da calce di vario spessore (maggiore su fondo e angoli per far fronte all’attrito e impedire il deposito di sedimenti).
Per motivi ignoti, forse difensivi, il condotto è stato riempito in tempi posteriori con un getto di malta e ciottoli che fuoriesce dalle dimensioni dello speco.
Probabilmente alimentato dalle acque dell’Agogna, si ritiene che la maggior parte del suo percorso si svolgesse lungo l’attuale strada Caltignaga-Novara e che in prossimità del centro urbano un sistema di condutture su arcate, analogo a quello di Acqui Terme-Aquae Statiellae, gli consentisse di superare i dislivelli del territorio.
Si ipotizza anche che in città l’acqua venisse convogliata in buona parte verso le terme pubbliche, stando al rinvenimento di cospicui resti di strutture, forse pertinenti a più complessi termali, pubblici e privati, quali tubi di piombo, suspensurae inerenti a hypocausta, frammenti marmorei, pavimentazioni musive e tracce di una sala absidata, probabilmente connessa a un calidarium (v. nota).
A tutto questo si aggiungono due documenti epigrafici, attestanti l’uno (del I sec.) il dono e l’altro (di età post-adrianea) il restauro di ambienti termali.
Inoltre, resti di condutture fittili e plumbee, in particolare nei pressi delle mura, testimonierebbero l’esistenza di un sistema fognario a completamento del complesso di approvvigionamento idrico.

Nota: nel mondo romano la tecnica fondamentale di riscaldamento degli ambienti era basato sulla circolazione dell’aria calda sotto i pavimenti, che avveniva appoggiando il piano di calpestio dei pavimenti su pilastrini (suspensurae) in modo da formare un’intercapedine (hypocaustum). Il calidarium era un ambiente termale a temperatura elevata.

Informazioni:
Strada Statale 229 (Novara-Omegna), lungo la sponda nord del canale Maioni, in località Molino di Isarno.

Link:
http://www.comune.caltignaga.no.it/ComSchedaTem.asp?Id=18796

Bibliografia:
E. PANERO, La città romana in Piemonte – Realtà e simbologia della Forma Urbis nella Cisalpina Occidentale, Cavallermaggiore (CN) 2000, pp. 205-207
G. SCALVA, Gli acquedotti, in “Archeologia in Piemonte”, Torino 1998, vol. II, “L’età romana”, p. 96

Fonti:
Notizie e fotografia dal sito sopra indicato.

Data compilazione scheda:
28/01/2007 – aggiornamento marzo 2014

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Marina Luongo – G.A. Torinese