VERCELLI : Museo Camillo Leone

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Storia del Museo:
Il Museo Leone fu aperto al pubblico nel 1910 a cura dell’Istituto di Belle Arti, erede della ricca collezione d’oggetti antichi e delle proprietà immobiliari del notaio Camillo Leone.
Presenta collezioni di carattere storico-archeologico, oltre ad una preziosa sezione d’arte decorativa.
Il museo ha sede in due distinti edifici storici, la cinquecentesca Casa Alciati e il barocco Palazzo Langosco, collegati nel 1939 da una manica di raccordo. Le collezioni archeologiche e di storia antica vercellese sono esposte nelle tredici sale al piano terreno della Casa Alciati. L’allestimento, curato da Vittorio Viale nel 1939, è stato conservato ad esempio della museografia d’epoca fascista. Ricostruisce, attraverso oggetti e documenti, la storia di Vercelli dalla Preistoria al Risorgimento.
All’interno dei saloni di Palazzo Langosco trovano invece spazio le sezioni dedicate alle arti minori.
Nella galleria, a lato del giardino, è esposto un piccolo saggio della ricca collezione d’incunaboli e cinquecentine raccolta dal Leone, tra i quali spiccano alcune edizioni di stampatori d’origine vercellese e trinese.
L’ingresso del museo è collocato nella cinquecentesca Casa Alciati, antica residenza di una nobile famiglia vercellese. Gli ambienti sono decorati con affreschi parietali del primo Cinquecento d’artista piemontese. La presenza di fregi a “grottesche”, i soggetti mitologici tratti dal repertorio figurativo classico e l’uso di fondali prospettici mettono in evidenza la forte influenza della coeva pittura romana.

Descrizione del materiale esposto:
Nelle sale la storia archeologica si sviluppa lungo un suggestivo percorso che inizia dalla Preistoria: dai reperti del periodo Paleolitico, Neolitico, dell’età del Bronzo e del Fer­ro si risale a una preziosa raccolta di antiche ceramiche provenienti dalla Magna Grecia.
Questa sezione annovera la presenza di vasi messapici a motivi vegetali stilizzati (V-IV secolo a.C.), vasi di “Gnathia” con decori sopradipinti su fondo nero (IV-III secolo a.C.) e vasi apuli a figure rosse (IV-III secolo a.C.).
Il Museo Leone espone un raro esempio di antica iscrizione bilingue: una lastra di pietra su cui sono incise dodici righe di testo, otto in lingua latina e quattro in lingua gallica (leponzia). Il testo recita: “Confine del campo che ha donato Arcisio Argantocomatereco, comune agli dei e agli uomini, così come quattro pietre l’hanno definito”. L’iscrizione ci racconta di un’area sacra tipicamente celtica, definita da quattro lati, donata da un privato cittadino, probabilmente un magistrato locale. L’epigrafe risale al I secolo a.C. e fu ritrovata presso le rive del fiume Sesia.
Di particolare rilievo sono i reperti di epoca romana, quasi tutti rinvenuti durante scavi condotti a Vercelli nella seconda metà dell’Ottocento. Si tratta di epigrafi, sarcofagi, anfore, bronzi, vetri, risalenti al I e II secolo d.C.: si trovano esposti in una grande sala a forma di aula basilicale romana. Nelle sale successive trovano posto opere d’epoca medie­vale, alcune di grande interesse come i frammenti di pavi­mento musivo dell’antica chiesa di Santa Maria Maggiore (XI secolo) e una serie di sculture che facevano parte del pulpito della cattedrale di Vercelli e forse opera dell’Antela­mi.
Nelle sale settecentesche, al primo piano di Palazzo Langosco, sono invece ospitate le collezioni d’arti minori: maioliche e porcellane di manifatture italiane del XV e XVI secolo, antichi vetri veneziani, armi, peltri e ferri battuti, bronzi rinascimentali. In questo settore spiccano alcuni oggetti di particolare rarità, come un prezioso cofanetto con medaglioni in smalti di Limoges del XIII secolo, appartenuto al cardinale Guala Bicchieri (1160-1227), una serie di lamine rina­scimentali dorate e argentate con figure allegoriche incise, un cofano ottagonale con decorazioni in avorio, forse pro­dotto nella bottega degli Embriaghi. Analogo per fattura e datazione al cofanetto esposto nel Museo Leone è quello recentemente acquistato dalla Regione Piemonte e dalla Città di Torino, e destinato alle collezioni del Museo d’Arte Antica di Torino. Il cardinale Guala Bicchieri fu un insigne giurista e, nel­le vesti di legato papale, partecipò ad importanti missioni di­plomatiche in tutta Europa. Fu reggente del trono inglese dal 1216 al 1218 ed ebbe parte rilevante nella ratificazione della Magna Charta. Nel 1219 diede l’avvio al cantiere del­la Basilica di Sant’Andrea a Vercelli, chiamandovi a lavora­re artisti francesi e nordici, le cui opere trasformarono la città in una sorta di capitale gotica, influenzando profon­damente la produzione artistica locale.

Informazioni:
Tel. 0161.253204; uffici: Via San Michele 21 , Tel/Fax 0161.253204 – 266429   mail:  museoleone@tiscali.it

Link:
http://www.museoleone.it/

Bibliografia:
ROSSO Anna Maria (a cura di),Guida al Museo Camillo Leone – Vercelli, Whitelight, Vercelli, 2008
MALGORA S., La collezione egizia, Museo Camillo Leone Vercelli, Interlinea Edizioni 2011
SAPELLI RAGNI M. (a cura di), Il Piemonte degli scavi. Siti e musei di antichità, vol. n. 12 della collana Tesori del Piemonte, Torino, 2004, pp. 191-194
MERCANDO L. (a cura di), Archeologia in Piemonte, Allemandi, Torino, 1998

Fonti:
Il testo è tratto da SAPELLI RAGNI M. (a cura di), Il Piemonte degli scavi. Siti e musei di antichità, citato sopra. Fotografie tratte nel 2004 dal sito del museo.

Data ultima verifica sul campo:
18/12/2004 – 24 /1/ 2010

Data compilazione scheda:
18/12/2004 – aggiornamento febbraio 2014

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Simona Vigo – G. A. Torinese

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