TORINO : Teatro Romano

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Storia e descrizione del sito:
I ruderi furono rinvenuti nel 1899, in occasione dello scavo per la fondazione della Manica Lunga di Palazzo Reale. Con l’intervento del D’Andrade i resti furono lasciati in vista, in parte a cielo aperto ed in parte nelle cantine della nuova ala. Il teatro occupava un’insula periferica di circa 76 m di lato, posta a ridosso del taglio a petto dell’angolo nord-est delle mura ed affacciata sul declivio della Dora, al limite dell’abitato. La scelta di una posizione marginale, in prossimità delle mura e della Porta Palatina, si giustificherebbe da una parte con la necessità di agevolare l’afflusso di spettatori provenienti anche dalle zone rurali circostanti la città, dall’altra con la volontà di far risaltare visivamente l’imponente mole del teatro, la cui altezza superava i 20 m, sul profilo urbano, connettendola inoltre ad altri edifici dotati di valore monumentale e simbolico, quali le torri della porta urbica. L’impianto originario coincide con la prima edificazione della città (inizio I sec. d.C.); è inizialmente provvisto di cavea lignea su sostruzioni in muratura e, caso eccezionale nella tradizione architettonica romana ad esclusione di auditoria ed odea, racchiuso entro un recinto quadrangolare, in modo da consentirne l’inserimento nella maglia ortogonale urbana. Questa fase costruttiva corrisponde alla prima delle tre principali, che risultano, dai dati di scavo, intervallate da distruzioni a seguito di incendi. Gli avvenimenti militari del 69 nell’ambito della guerra civile tra Otone e Vitellio, ed in particolare dello scontro tra soldati romani ed ausiliari batavi di stanza a Torino, sono stati messi in relazione con il primo di tali incendi. È tra il II ed il III sec. d.C. che si completa l’evoluzione da una struttura relativamente ridotta e semplice ad un’altra caratterizzata da ragguardevoli dimensioni, complessità progettuale e ricercatezza tecnica: il teatro viene integralmente trasformato: aumentata la capienza (per un totale di circa 3.500 spettatori) e potenziato l’apparato scenico, arriva a sconfinare sulle strade limitrofe e a ridosso delle mura settentrionali, rendendo necessaria una revisione globale del disegno urbano nel settore nordorientale della città. Gli attuali resti evidenziano un edificio realizzato in pietra gneissica valsusina, comune a Torino, e con una tecnica muraria simile a quella della cinta urbana, a fasce di concreto separate da doppie cordonature laterizie. Un ampio quadriportico post scaenam si estendeva dal teatro al lato settentrionale della cinta ed un capiente ambulacro anulare, scandito da grandi pilastri, definiva il perimetro esterno della cavea. Questa, del diametro di 70 m, aveva gradinate lapidee suddivise in quattro settori da scalette radiali; tre parodoi (due corridoi laterali ed uno centrale) collegavano l’orchestra, del diametro di 28 m e pavimentata in marmo, con l’esterno. Lesene ornamentali in marmo bianco rivestivano anche il pulpito, che era profondo 6 m, lungo 44 m e provvisto di pozzetti a sezione quadrata per la manovra del sipario; la scaenae frons rettilinea appariva movimentata da sei nicchie rettangolari e da porte, tre delle quali fiancheggiate da colonne. Si ha inoltre testimonianza di pitture parietali policrome, ormai perdute e di datazione controversa, relative alla porticus post scaenam; sembra consistessero in uno zoccolo nero, con cesti di fogliame verde scuro ed uccelli in volo, sormontato da una zona parietale a fondo rosso; fasce divisorie verticali e decorazioni con anfore e candelabri dovevano completare l’insieme. I costanti interventi volti a modificare ed ampliare la struttura sono stati interpretati come una diretta prova del valore architettonico del teatro in quanto veicolo di immagine per la città, ma anche dell’importanza e della frequenza degli spettacoli teatrali, soprattutto nelle popolari forme del mimo e della pantomima, e, conseguentemente, del livello di prosperità raggiunto da Augusta Taurinorum in età imperiale.


Links:
http://www.museotorino.it/view/s/c3f850cfc60f4925a5da97cb3cad8720

http://www.archeogat.it/archivio/torinomedievale/percorsoTAPPE/06MONteatroromano.htm

Bibliografia:
L. PAPOTTI, Alle origini del linguaggio rappresentato, in Teatri Greci e Romani, S. Paloma, Roma, 1994, vol. III, pp. 73-74
L. PAPOTTI, Strutture per spettacolo del Piemonte romano, in Archeologia in Piemonte, Torino, 1998, vol. II – L’età romana, pp. 101-118
R. GRAZZI, Torino romana, Torino, 1981, pp. 33-38; 84-85
S. FINOCCHI, I nuovi scavi del teatro romano di Torino, in Atti SPABA 1962-1963, p. 142 segg.

Fonti:
Fotografia GAT.

Data compilazione scheda:
28 novembre 2000 – aggiorn. maggio 2014

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Marina Luongo – Gruppo Archeologico Torinese