torre medievale
Denice (AL) : Torre medievale
Storia e descrizione del sito:
Al centro dell’abitato si erge una torre alta 29 metri, che domina la vallata.
La torre, a pianta circa quadrata (5,28 x 5,25 m), sorge sul rialzo di terreno intorno al quale si sviluppò il centro storico dell’abitato.
Fu costruita nel tardo Duecento dai Marchesi del Carretto di stirpe Aleramica.
La sommità della Torre è ornata da tre file di archetti a sesto acuto, alternati da cornici a dente di sega; l’ingresso originale è ad arco acuto con architrave.
Dalla sommità, a cui è possibile accedere mediante scala interna con cento gradini, la vista domina l’abitato e la Valle Bormida.
Informazioni:
Uscita da Roccaverano (AT), pochi chilometri dopo, si incontra Denice, inserito tra Langhe e Monferrato, in provincia di Alessandria.
Per prenotare una visita rivolgersi al Comune https://www.comune.denice.al.it/it-it/vivere-il-comune/cosa-vedere/torre-1691-1-c35858e3e8b8fdaa8d0f81f308007efe#accesso
Fonti:
Foto in alto dal sito del Comune; foto in basso da https://www.unionemontanasuoldaleramo.it/ubicazione/torre-di-denice/
Data compilazione scheda:
24 aprile 2025
Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G.A.Torinese
Olmo Gentile (AT) : Torre medievale
Storia e descrizione del sito:
Il nome deriva dalla tradizione medioevale di piantare presso i luoghi di culto e i castelli un “olmo”, simbolo di carità, giustizia e protezione cui si unì l’aggettivo “gentile” per la collina sulla quale sorgeva il borgo, collocato su un dolce pendio.
Il borgo rurale ospita tutt’oggi antiche case e cascine del XV e XVI secolo che costituiscono il nucleo primitivo dell’insediamento; lungo queste terre si aprivano le vie del sale e delle acciughe.
I primi documenti storici ufficiali risalgono al 1142 anno nel quale il comune passò al marchesato di Cortemilia dopo la morte di Bonifacio del Vasto; nel XIII secolo divenne feudo dei Del Carretto e successivamente della famiglia Scarampi finché nel XVI secolo divenne un marchesato di alterne famiglie.
Durante la guerra per la successione del Monferrato, Olmo fu invasa dagli spagnoli; nel XVIII secolo Vittorio Amedeo III di Savoia investì il nobile Pier Francesco Borea del titolo di marchese di Olmo.
Il Castello è formato dalla torre e dall’edificio residenziale che risale al 1681 secolo e fu fatto costruire dal vescovo di Acqui, Gozzani; infatti per la sua ubicazione e bellezza paesaggistica, Olmo Gentile è stato a lungo dimora di villeggiatura dei vescovi acquesi. Attualmente il castello è in ristrutturazione.
La torre a base quadrata in pietra arenaria risale invece al XII secolo; è particolarmente bella e caratterizzata dalla presenza in sommità di beccatelli, gli elementi architettonici usati per sostenere parti sporgenti di un edificio, probabilmente vi era un ballatoio.
Sulle pareti vi sono feritoie e finestre rettangolari.
Informazioni:
Via Piave, 1. Proprietà privata, non accessibile.
https://comune.olmogentile.at.it/Guidaalpaese?IDPagina=36005&IDCat=5629#Descrizione
Fonti:
Immagine in alto da Wikimedia; in basso dal sito sopra indicato www.restauroeconservazione.info.
Data compilazione scheda:
18 aprile 2025
Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G.A.Torinese
Castelletto d’Erro (AL) : Torre medievale
Storia e descrizione del sito:
La torre a base quadrata è del XIII secolo e apparteneva al castello, edificato per il controllo della sottostante via Emilia Scauri, che sorse in età medioevale dopo l’esodo della popolazione del vicino Vicus Falmencianus. La popolazione si sistemò nel “castrum novum” detto poi Castelletto. Il determinante è il nome del torrente Erro.
Nel 1169 alcuni abitanti di Castelletto donarono il castello e la città con tutte le pertinenze ad Alessandria (Moriondo 1789-90, vol. 1, col. 68, n. 52); dal documento non risultano né il motivo né se gli otto donatori operino in qualità di rappresentanti della collettività.
Durante il Trecento Castelletto risulta infeudata ai marchesi di Monferrato dal vescovo, sebbene la città e il castello siano spesso occupati da altri signori locali in lotta con quest’ultimo, e nel Medioevo fu possesso dei Rocchetta Palafea, poi degli Asinari e dei Del Carretto.
Del complesso fortificato, già da tempo diroccato nel XIX secolo, oltre alla torre, si sono conservati qualche resto di mura e torrette laterali rotonde utilizzate per scopi militari. Vedi da foto aerea di Google maps, a destra.
La torre presenta un classico coronamento sommitale ad archetti ciechi, monofore all’ultimo piano e la porta di ingresso sopraelevata, cui si accede attraverso una recente scala metallica a chiocciola; all’interno vi sono scale di legno. Dal prato circostante si gode di un ampio panorama su tutto l’Acquese.
Informazioni:
Isolata su un poggio in Regione Moglie. Accesso libero.
Links:
https://comune.castellettoderro.al.it/Luoghi?ID=3204
https://www.archiviocasalis.it/localized-install/biblio/alessandria/castelletto-derro
Fonti:
Immagine in alto da https://www.settimanalelancora.it/
Data compilazione scheda:
17 aprile 2025
Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G.A.Torinese
Cassinasco (AT) : Torre medievale
Storia del sito:
Centro dei Liguri, poi dei Romani dei Longobardi , subì invasioni saracene. Nell’Alto Medioevo il paese si sviluppò e acquistò il suo attuale profilo, crescendo intorno all’originario villaggio di Sant’Ilario; il feudo fu proprietà del marchese Aleramo del Monferrato, che l’ottenne da Ottone I nel 967. A questi fu tolto dagli Alessandrini, poi passò in mano agli Astigiani alleati con i Genovesi, i quali nel 1227, in base il trattato di Milano, furono costretti a restituirlo ad Alessandria alleata con Alba e Tortona.
Un tempo il castello di Cassinasco con la sua torre doveva avere estrema importanza strategica in quanto dominava la via che dalla valle del Belbo immetteva in quella della Bormida; qui si dipartivano i bivi delle piste medioevali di collegamento con Rocchetta Palafea, Loazzolo, Bubbio e Canelli, il cui tracciato è in gran parte ricalcato dalle strade odierne.
Nel 1615, l’esercito del Duca di Savoia, durante la guerra di successione del Monferrato, passava da Cassinasco e fu attaccato dagli abitanti del luogo che uccisero alcuni soldati dell’avanguardia; il villaggio fu saccheggiato e bruciato dai Francesi, alleati dei Savoia, che si trovavano nelle fila del loro esercito. La furia militare portò all’abbattimento del castello, di cui pare che siano rimaste – oltre alla torre – solo alcune lunghe gallerie sotterranee, in gran parte franate o chiuse volontariamente. La torre, sottoposta a un fittissimo bombardamento riportò uno squarcio ancora ben visibile.
Dopo la distruzione del villaggio e del castello, il paese divenne possesso dei Savoia che lo infeudarono ai Galvagno di Bubbio (1767) e ai Falletti di Barolo.
Descrizione del sito:
La torre, situata su un poggio, si presume sia stata eretta in epoca bizantina – longobarda, come altre presenti nella zona. Presenta pianta quadrata (come quella di Cavatore, Terzo e Olmo Gentile) con una struttura molto massiccia, alta e realizzata con una pregevole pietra squadrata.
Sul lato nord e sud sono presenti tracce di costruzioni addossate e ammorsate nella struttura, segno evidente della simultanea realizzazione, si può ipotizzare, di una piccola edificazione a castello.
La torre medioevale recentemente restaurata e dotata di scala interna metallica a chiocciola, con ballatoio a circa 20 metri di altezza.
Il Comune ha predisposto un belvedere dal quale si possono ammirare la cerchia delle Alpi con il Monviso isolato sullo sfondo, e più ravvicinate le valli Belbo e Bormida.
La realizzazione di un’area verde, ha permesso di far rivivere l’intera parte alta del paese, che resta tuttora il centro della vita sociale di Cassinasco. Proprio di fronte all’altura già fortificata si trova la parrocchiale dedicata a Sant’Ilario.
Informazioni:
Via Umberto I, 11.
Links:
https://www.comune.cassinasco.at.it/it/page/34882
Fonti:
Parte del testo e immagini dal sito sopra indicato e da Wikimedia.
Data compilazione scheda:
16 aprile 2025
Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G.A.Torinese
San Giorgio Scarampi (AT) : Torre medievale
Storia e descrizione del sito:
Il Comune, durante il Medioevo, fu feudo di Asti, quest’area fu territorio di incursioni saracene e longobarde dopo la decadenza dell’impero romano e successivamente fu caratterizzato da vari passaggi feudali di famiglie imparentate tra loro. Una data significativa è quella del 1323 quando la famiglia Asinari di Asti pose inizio ai lavori della costruzione del castello come si legge sulla lapide posta sopra la porta d’ingresso della torre.
Il nome di San Giorgio probabilmente è legato alla Chiesa Parrocchiale; il determinante “Scarampi”, aggiunto nel 1518, fa riferimento alla potente famiglia astigiana di banchieri che dal 1337 fu proprietaria della Marca di Cortemilia e feudataria della località. Dopo ulteriori passaggi feudali, il paese passò nel 1708 alla famiglia Savoia unendo la sua storia a quella del territorio circostante.
La torre medievale, collocata su un leggero promontorio, è un edificio difensivo a pianta quadrata, con sei piani alcuni dei quali costituiti da volte a botte e altri da solai originariamente in legno.
L’ingresso era al terzo piano dov’era ubicata la cucina servita da una cisterna; in questa stanza rimangono tracce di un lavandino e di un camino. Gli interni erano illuminati da feritoie nei piani bassi e da finestrelle in quelli superiori; la copertura a terrazza era in origine caratterizzata da merlature e conserva tre file di archetti pensili.
L’ingresso era a 5,5 m da terra e vi si accedeva attraverso un ballatoio in legno al quale era appoggiata una scala oppure attraverso un ponte collegato all’adiacente cinta muraria.
Informazioni:
All’interno dell’abitato, Via Brofferio, 18. Sempre visibile esternamente.
Fonti:
Parte del testo dal sito sopra indicato. Immagini da Wikimedia.
Data compilazione scheda:
15 aprile 2025
Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G.A.Torinese
Cartosio (AL) : Torre medievale
Storia e descrizione del sito:
In epoca romana Cartosio era il luogo di partenza dell’acquedotto che, attraverso le acque dell’Erro, giungeva ad Acqui dopo circa 14 Km di punti sotterranei e costruzioni ad arco vedi scheda.
Dagli archivi storici si sa che il comune rimase di proprietà della chiesa acquese fino al XIV secolo; nel 1382 Amedeo VI di Savoia investì l’astigiano Antonio Asinari ed i suoi figli di numerosi feudi tra i quali anche Cartosio con annessi castelli ville e relative pertinenze territoriali. Gli Asinari, con l’acquisizione del feudo di Cartosio, riuscirono ad acquisire forti guadagni sia attraverso il pagamento dei dazi doganali sia per la posizione strategica tra la riviera ligure e la pianura padana (attraverso la valle dell’Erro).
L’antica Cartosio era circondata da mura difensive ed era suddiviso in due parti quella abitativa e quella comunale comprendente il castello, varie torri e la zona amministrativa. Il castello, del quale non si hanno documentazioni per stabilirne l’origine, delimitava il borgo; se ne parla per la prima volta in occasione dell’investitura degli Asinari, ai quali si deve la sua ricostruzione nel XVII secolo.
Nel Novecento gli ultimi ruderi sono stati distrutti, oggi rimane soltanto la torre di avvistamento eretta tra il XII ed il XIII secolo, costruita con arenaria locale in conci squadrati, è alta 22 metri ed ha una pianta rettangolare. È costituita da 7 piani con 3 solai in legno e con una volta a botte in pietra posta a circa 11 metri di altezza; nella parte bassa era collocata la prigione, accessibile attualmente attraverso una botola. Al di sotto di tale ambiente era ubicata una grande cisterna per la raccolta di acqua; il quarto piano era un magazzino per le scorte alimentari, il quinto era destinato a cucina e mensa ed il sesto era il dormitorio della guarnigione caratterizzato da un camino e da un lavabo in pietra. All’ultimo piano sono venuti alla luce dei fori dove con tutta probabilità era posizionata la trave che sorreggeva la carrucola per prendere l’acqua del pozzo. Alla torre si accedeva dalla parte del castello attraverso un ponte levatoio che poggiava sul castello e l’apertura posta a più di 11 metri dal suolo.
Intorno agli anni Novanta del XX secolo la torre è stata oggetto di un primo intervento di restauro a cui ha fatto seguito un secondo intervento nel 2007-13 durante il quale è stato reso accessibile il terrazzo sommitale che è stato pavimentato con pietra di langa.
Informazioni:
Piazza Umberto Terracini, 2. Sempre visibile.
Link:
https://www.unionemontanasuoldaleramo.it/ubicazione/la-torre-di-cartosio/
Fonti:
Testo e immagini tratte dal sito www.unionemontanasuoldaleramo.it
Data compilazione scheda:
14 aprile 2025
Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G.A.Torinese