Susa (TO) : Cattedrale di San Giusto
Storia del sito:
La chiesa venne edificata fuori le mura da Olderico Manfredi, probabilmente a partire dal 1011, e fu consacrata nel 1027. Dal 1029 al 1581 fu affidata ai Benedettini; nel 1583 nel monastero sopraggiunsero i canonici Lateranensi, nel 1749 San Giusto venne trasformata in canonica regolare a cui erano associati i canonici della chiesa di Santa Maria Maggiore. Nel 1772 una bolla papale trasformò i canonici in preti secolari e San Giusto divenne cattedrale.
Nel XII secolo la chiesa venne prolungata in avanti di una campata, incorporando parte delle mura e, nell’angolo sinistro, una delle torri romane della porta detta “Savoia” o “del Paradiso”. Alla fine del XII o nel XIII secolo venne voltata la parte anteriore della navata maggiore; nel XIV e XV secolo venne voltato il resto della navata e ricostruita l’abside maggiore; nel XVIII venne costruito il corridoio dietro l’abside e nel XIX secolo le cappelle laterali. Nei secoli vennero più volte rifatti il pavimento e gli altari. Delle strutture del convento annesso alla chiesa non è rimasta traccia.
Nel 1863-65 avvenne il rifacimento della decorazione interna progettata dall’arch. Edoardo Mella.
I restauri del 1985-2000 hanno permesso di precisare la varie fasi costruttive dell’edificio e riconoscere l’edificio originale (blu nella piantina) a tre navate con cinque absidi coperte da soffitti lignei.
Descrizione del sito:
Il CAMPANILE è alto m 51, di stile romanico, appartiene alla prima fase della chiesa; costruito in pietra, a base quadrata, si addossa alla navata laterale destra, circa alla metà, ma ne rimane staccato. Rinforzato agli angoli da contrafforti costruiti nel Settecento per consolidarlo, presenta sei piani separati da archetti pensili a tutto sesto; nei tre piani inferiori reca delle monofore e feritoie, nei piani superiori bifore, trifore e quadrifore i cui archi a doppia ghiera poggiano su capitelli a stampella. Il campanile termina con strutture gotiche realizzate dopo il 1481: una slanciata cuspide ottagonale fra quattro alti pinnacoli in cotto ricoperti di lamiera; fra quest’ultimi corre una balaustra traforata in cotto con doccioni in pietra.
Il locale al piano terra del campanile, che è voltato a crociera con costoloni, presenta AFFRESCHI datati al terzo decennio del secolo XI, frammentati per cadute di intonaco: nella parete meridionale un velario che reca, nei riquadri inferiori di ogni drappo, tracciati a monocromo, le figure di animali fantastici e simboli; nella parete occidentale il velario prosegue con figure mutile di animali e uomini; nella parete settentrionale una bella figura di guerriero a vivi colori, con baffi, cotta ed elmo a punta.
ESTERNO della Cattedrale. La facciata, addossata alla torre romana, ha un semplice portale ed è conclusa da archetti e pinnacoli. Il fianco destro, meridionale, sotto gli archetti dell’ordine inferiore presenta un bel fregio romanico con animali e due figure di santi, risalente alla prima fase costruttiva. Dei due portali, quello dietro il campanile, ha la lunetta affrescata con la Crocifissione, databile tra il 1125 e il 1130. A destra, inseriti in una cornice dipinta, l’affresco che raffigura due angeli che reggono le insegne del cardinale Guglielmo d’Estouteville, realizzati negli anni compresi tra il 1457 e il 1483. Nell’arco a carena rovesciata, che sormonta la porta d’ingresso del Battistero, è dipinto l’ingresso di Cristo a Gerusalemme, opera che risale agli anni compresi tra il 1483 e il 1490.
Il portale laterale esterno è databile alla fine del XVII secolo, formato da pannelli rettangolari riccamente scolpiti.
Nella parte posteriore della chiesa vi sono l’abside gotica semicircolare e l’alzata della navata mediana, coronata da archetti intrecciati e sormontata da un piccolo campanile gotico, detto “dei canonici”, con due piani di monofore e che termina con una alta cuspide.
L’INTERNO ha forma di croce latina, con tre navate e un transetto. Le tre navate sono separate da pilastri di forma irregolare, con evidente derivazione della forma a T primitiva, che nei primi due poteva anche essere cruciforme; sui pilastri si impostano archi longitudinali a tutto sesto senza capitello delle navate laterali; la navata centrale ha volte a sesto acuto.
Nel fianco sinistro della navata si aprono cinque cappelle con altari barocchi, come nel braccio sinistro del transetto e nella navata. La navata destra ha la medesima copertura di quella sinistra; termina con presbiterio voltato a crociera ed abside rettangolare voltata a botte con cupolino. Due cappelle sono ricavate di fianco al campanile; una coperta da volta retta da arconi, l’altra costituita da un solo nicchione arcato.
In prossimità del transetto destro restano parti della cappella di san Mauro, ricordata nel 1443, poi eliminata, con affreschi con storie benedettine che risalgono all’inizio del XII secolo. Nel sottarco della cappella sono state ritrovati gli affreschi di teste di profeti di fattura quattrocentesca.
Presso l’altare delle reliquie, nel transetto a destra, è conservato un trittico, databile agli anni 1490-1500, proveniente dalla certosa di Banda, presso Villarfocchiardo. Il dipinto rappresenta al centro la Madonna col Bambino, ai lati i santi certosini Ugo di Lincoln e Ugo di Grenoble, sul coronamento l’Eterno benedicente. Tra i dipinti collocati in sacrestia e nella sala capitolare si segnalano il “polittico di san Nicola”, dipinto su legno della fine del XV secolo, e la “Natività”, opera di Defendente Ferrari, databile verso il 1518. Nella cappella delle reliquie sono stati ritrovati resti di decorazione ad affresco risalente al XIV secolo e, al di sotto, tracce di un velario risalente alla decorazione precedente. Tracce di pitture trecentesche con motivi cosmateschi sono state recuperate nella navata centrale. Dalle indagini archeologiche sono stati recuperati centinaia di frammenti di intonaco affrescato, con ornamentazioni geometriche, qualche lettera e parti di figure.
Nel sottotetto del battistero, difficilmente accessibile, sono stati studiati i resti di pitture romaniche (secondo quarto del secolo XI) rappresentanti gli apostoli seduti a gruppi di tre intervallati da una figura in piedi, di cui resta solo la parte inferiore.
L’ALTARE della cattedrale di Susa, collocato ora nella sala capitolare, reca la firma di Pietro da Lione (“Petrus lugdunensis me fecit”), ed è databile agli anni 1220-1230. È dubbia la provenienza di questo splendido altare, in marmo cipollino di Susa; forse era l’antico altare maggiore, sostituito da quello odierno nel 1724 o forse proviene dall’antica chiesa di Santa Maria Maggiore.
Capitelli in pietra scolpiti del XIV secolo, con figure umane grottesche e con decorazione di tipo corinzio, si trovano sulla porta principale, su alcune colonne del transetto, del presbiterio e dell’abside. La grandiosa Vasca battesimale trecentesca, collocata nel Battistero presso l’attuale ingresso laterale della chiesa, è scavata in un solo blocco di marmo verde di Foresto e ha forma ottagonale.
Il CORO LIGNEO, che è costituito da 18 stalli maggiori addossati all’abside e da solo alcuni degli stalli minori originari (alcune fiancate sono state adattate ad inginocchiatoio), si dice provenga dalla chiesa di Santa Maria Maggiore di Susa chiusa al culto nel 1749 ed è un esemplare rarissimo dell’arte dell’intaglio ligneo del terzo decennio del XIV secolo circa; l’autore fu verosimilmente un maestro oltrealpino. Si tratta del più antico insieme di stalli superstite nel Piemonte occidentale, uno dei più antichi dell’Europa medioevale e presenta un ricco repertorio iconografico.
Un leggio ligneo presenta una decorazione ricca e fantasiosa, ma di minore qualità esecutiva rispetto al coro. Le quattro facce del mobile sono intagliate con monofore, archi moreschi, gigli di Francia, scene di caccia con animali in fuga. L’esecuzione, databile alla fine del XV secolo, si deve ad una maestranza locale.
Addossata alla parete della navata destra vi è una statua lignea rivestita con una vernice bronzea, databile intorno al 1520, che si credeva rappresentasse la marchesa Adelaide di Susa, ma la tipologia iconografica è però quella della Maddalena e forse faceva parte di un gruppo scultoreo del Calvario. Addossati ai pilastri della terza cappella a sinistra figurano due statue lignee della fine del XVII secolo, san Michele e a destra un angelo custode. Nella VI cappella a sinistra, altre tre statue in legno databili tra la fine del XVII secolo e l’inizio del successivo. Nella sacrestia un Crocifisso del 1520.
Descrizione dei ritrovamenti:
Scavi archeologici del 1900 sulla piazza antistante la chiesa rilevarono strutture romane; altre, assieme a resti altomedievali del XIII sino al XVII, furono ritrovate durante gli scavi del 1985 e del 1993. In corrispondenza della navata sinistra, si vede chiaramente ancora un tratto della struttura romana in un’intercapedine del muro di facciata.
Informazioni:
Tel. 0122 622053
Links:
http://www.cittadisusa.it/ComSchedaTem.asp?Id=1700
http://www.archivoltogallery.com/photogallery/susa/chiese/Sangiusto/index.asp
http://it.wikipedia.org/wiki/Cattedrale_di_San_Giusto_%28Susa%29
Bibliografia:
AA VV, La Basilica di San Giusto: la memoria millenaria della Cattedrale segusina, atti del Convegno 21/10/2000, Ed. Graffio, Bussoleno TO, 2002
AA.VV., Il Tesoro della cattedrale di San Giusto, – Ormae editrice s.r.l., CLUT s.c.r.l.
Fonti:
Foto in alto da Wikipedia; piantina tratta nel 2014 dal sito, non più attivo nel 2020 www.amicicastellosusa.it; fotografie dal sito del Comune.
Data compilazione scheda:
21/02/2008 – aggiornam. luglio 2014 – maggio 2020
Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G.A.Torinese