San Mauro Torinese (TO) : Chiesa di S. Maria in Pulcherada

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Storia del sito:
Nel 1420 la denominazione ufficiale della località nota come Pulchra Rada, che significa “bella spiaggia, porto (sul fiume Po)”, divenne “San Mauro”, in onore del Santo abate benedettino che, diretto in Francia, sostò presso l’abbazia nel VI secolo. L’attuale denominazione “San Mauro Torinese” risale al 1862.
L’abbazia benedettina sorse su un preesistente insediamento romano risalente al periodo di fondazione di Augusta Taurinorum (Torino) intorno all’VIII – IX secolo e divenne il nucleo centrale del primo centro abitato che si costituì intorno ad essa: a capo della comunità vi era l’abate che amministrava la vita religiosa e civile locale. ll primo documento che menziona l’Abbazia di Pulcherada è il diploma, in data 4 maggio 991, di fondazione del monastero benedettino di Spigno, ad opera di Anselmo I marchese di Saluzzo, e da esso risulterebbe che l’Abbazia di Pulcherada era stata precedentemente distrutta da “uomini cattivi” (i “Saraceni”), i quali nel 937, nel 951 e nel 954, scendendo dalla Valsusa, fecero incursioni nel Torinese, saccheggiando Susa e Torino e distruggendo l’antico monastero, coi suoi castelli di Pulcherada, Matingo, Albareto e Sambuceto (Sambuy). L’abbazia fu ricostruita in più fasi, sia su impulso del marchese Anselmo, che nel 991 la cita nel diploma ricordato, sia nei secoli undicesimo e dodicesimo. Il complesso subì rimaneggiamenti nei secoli tredicesimo e quattordicesimo. L’antico monastero medievale si estendeva sull’area ora occupata dagli attuali palazzo del municipio, giardino parrocchiale e chiesa di Santa Maria. Il monastero comprendeva nel suo recinto giardini, un mulino, un forno e attività artigianali varie. Intorno alla metà del 1500 la chiesa dell’abbazia si presentava ancora a tre navate. Nelle absidi delle navate laterali vi erano due cappelle, una delle quali dedicata alla Madonna.
A causa della posizione di confine tra Marchesato del Monferrato e Ducato di Savoia, i continui scontri armati tra le due casate provocarono un’inarrestabile decadenza e, nel 1474, l’abbazia venne soppressa e trasformata in “commenda”. Successivamente la chiesa cadde in stato di forte degrado, tanto che nel 1665 l’Abate Commendatario Petrino Aghemio, canonico della chiesa metropolitana di Torino, modificò radicalmente la forma primitiva della chiesa, rimpicciolendola e cancellando l’impianto basilicale della chiesa abbaziale, sopprimendo le due navate laterali. La navata destra fu distrutta per metà, mentre quella sinistra fu ridotta a corridoio. I due absidi terminali, con le loro finestrelle, furono conservati. Una di queste forma la cosiddetta sacrestia vecchia, mentre l’altra costituisce l’attuale sacrestia. Furono aperte grandi finestre rettangolari e fu costruito il voltone attuale, basso e pesante. Furono inoltre costruite le due attuali cappelle, una dedicata alla Madonna e l’altra a San Carlo. L’antica facciata medievale fu coperta dall’attuale facciata, che di pregevole ha soltanto il portale. Il campanile del XIII secolo, già mancante della cuspide terminale, non subì modifiche.
Il 20 giugno 1800 il Piemonte fu annesso da Napoleone alla Francia. Ciò comportò la confisca dei beni dell’Abbazia di Pulcherada: le cascine di Pescarito e della Braida e il palazzo abbaziale (l’attuale municipio) furono venduti. Ormai dipendente dall’Abbazia di S. Quintino di Spigno, l’abbazia di Pulcherada fu soppressa nel 1803 e la chiesa venne declassata a parrocchiale, i suoi beni confiscati e messi in vendita. Nel 1813 il prevosto dell’epoca, Bertoldo, sostituì l’altare di legno con uno in mattoni e marmo. Per far posto al nuovo altare fu abbassato il pavimento del presbiterio di quasi un metro, distruggendo la vecchia cripta medievale, dove si seppellivano i monaci, che fu riempita di macerie. In quella occasione fu anche realizzata l’attuale sacrestia nuova.
Della chiesa abbaziale primitiva, in origine dedicata a San Mauro ed ora a Santa Maria, rimangono pochi ma significativi resti: oltre al campanile protogotico (della prima metà del sec. XIII) e a una porzione della navata sinistra (sec. XI), si conserva l’interessante e antica abside centrale, costruita anche con mattoni romani.

Descrizione del sito:
L’attuale FACCIATA della chiesa è quella che risulta dopo i restauri del 1927, quando venne demolita quella del 1665. Durante i lavori tornò alla luce l’antica facciata romanica in pietre e mattoni, che presentava due finestre ogivali nelle parti laterali e una rotonda nel centro, con due lesene che si innalzavano per tutta la lunghezza della facciata. La vecchia facciata medievale fu tuttavia nuovamente coperta con una nuova e semplice facciata ad intonaco, che conserva tracce dell’antico nelle lesene e nelle finestre.
L’ABSIDE ROMANICA. Si rinvengono due fasi costruttive: la prima, forse carolingia, nella struttura muraria e nelle ampie finestre arcuate, e la seconda, della fine del secolo X, nelle lesene applicate e nella cornice di fornici a nicchie. Il muro esterno curvilineo dell’abside è diviso in sei campi da lesene, che nella loro parte inferiore, mediante risega, presentano maggior spessore. Sotto la cornice, formata da mattoni tagliati di sbieco, si aprono fornici o nicchie, tre per ogni campo limitato dalle lesene. Caratteristiche sono poi le grandi finestre arcate senza strombatura laterale, con armille di mattoni romani, che conferiscono alla parte inferiore dell’abside l’aspetto di una costruzione di epoca imperiale romana.
L’attuale sacrestia occupa ciò che rimane della navatella laterale sinistra, distrutta nel 1665 a seguito della trasformazione della chiesa voluta dall’abate Aghemio. Nel piccolo abside terminale si notano ancora alcune finestre a strombatura ed i muri perimetrali di grande spessore della chiesa.
IL CAMPANILE, alto e possente, è sproporzionato alla facciata della chiesa e alle esigenze di culto. Si ipotizza pertanto che esso sia stato eretto soprattutto con finalità belliche. Osservando la tessitura muraria si nota una fascia in cui il campanile romanico fu innestato sugli antichi ruderi del campanile distrutto dai Saraceni. La vecchia muratura è facilmente individuabile poiché più irregolare e ricca di grosse pietre. Sono particolarmente interessanti le decorazioni in mattoni che ne delimitano i piani ed il cornicione sommitale. L’arco di accesso all’originario monastero sostiene ora, a ridosso del campanile, una parte dell’edificio dell’attuale casa parrocchiale. Ai lati dell’arco, quasi nascosti nell’intonaco, si intravvedono i cardini del portone che un tempo separava il perimetro abbaziale dal centro abitato. Nelle pareti sono aperte alte monofore affiancate. Le cappelle interne sono del XVII secolo, altri arredi del XIX.

Descrizione dei ritrovamenti:
Nel Febbraio 2011, nel corso di restauri e scavi archeologici, sono state identificate diverse tombe con sepolture maschili longobarde; una cripta sotto l’abside; resti dell’antico monastero e, sotto uno stato di ridipinture del 1667 e del 1927, l’AFFRESCO del Cristo Pantocratore risalente a circa 900 anni fa, con una veste porpora entro una mandorla fra schiere di angeli: una scoperta di eccezionale valore.

Per aprofondire vedi allegato: Pulcherda-Storia-e-ciclo-pittorico_comune-sanmauro

Informazioni:
Tra via Municipio e via Matteotti. Parrocchia tel. 011 8221000

Link :
http://www.comune.sanmaurotorinese.to.it

http://www.areeprotettepotorinese.it/pun-dettaglio.php?id=993

http://www.consorziosanluca.eu/il-consorzio/portfolio/item/41-santa-maria-di-pulcherada.html

Bibliografia:
La chiesa di Santa Maria di Pulcherada in San Mauro Torinese / Ricerca storico-bibliografica ed elaborazione testi di Bruno Fattori ; revisione testi e coordinamento grafico di Marisa Gilla ; foto a cura del gruppo fotoamatori AVIS San Mauro : Lorella Bai … [et al.! ; disegni di Lorella Bai e Marisa Gilla, San Mauro : AVIS_Comunale di San Mauro, stampa 1991.
Chiapasco E.; Garelli S., L’Abbazia di Pulcherada in San Mauro Torinese: rilievo e indagini della Cappella della Madonnina. Rel. De Bernardi, Mauro and Chiabrando, Filiberto and Volinia, Monica. Politecnico di Torino, 2. Facoltà di Architettura, Corso di Laurea in Architettura (Restauro e Valorizzazione), 2010
Pantò G.; Bedini E., San Mauro Torinese – chiesa di Santa Maria in Pulcherada – Resti di età altomedievale, Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte, 21 , 2006, pp. 280-83

Fonti:
Notizie dal sito al n° 2. Fotografie da http://it.wikipedia.org/wiki/File:Santa_Maria_di_Pulcherada.jpg. Foto n°3  da http://www.ilgiornaledellarte.com/articoli/2011/3/107064.html

Data compilazione scheda:
21 dicembre 2011 – aggiornam. giugno 2014

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G.A.Torinese

SMauroPulcheCampanile-800

SMAUROCristo-www.ilgiornaledellarte.com