NOVARA : Museo Civico Archeologico
Storia del Museo:
Il Museo ebbe origine nel 1874 per volontà della “Società Archeologica per il Museo Patrio”; scioltasi questa nel 1890, i documenti e i reperti raccolti divennero proprietà del Comune che ne curò il riallestimento nel Palazzo del Mercato nel 1910. In seguito, 1’ampliamento delle collezioni indusse al restauro del Broletto (1926-1936) come sede più adeguata e rappresentativa. (Vedi scheda Broletto).
Per accogliere il Museo Civico e la Galleria d’Arte Moderna, donata al Comune nel 1930 da A. Giannoni, si eseguì un restauro generale degli edifici che vennero liberati radicalmente da secolari aggiunte architettoniche, e che furono poi reinterpretati “in stile” con sostanziali integrazioni, come lo scalone d’accesso all’Arengo, talune decorazioni in cotto, le colonnine e i capitelli delle trifore. Il museo fu ristrutturato nel 1980.
Dal 2011, in seguito alla ristrutturazione del Broletto, le collezioni non sono visibili; dovrebbero prossimamente essere musealizzate nel castello di Novara al termine dei lavori di restauro attualmente in corso.
Descrizione delle collezioni:
Le collezioni comprendono suppellettili e reperti diversi ritrovati dagli archeologi locali dell’Ottocento e anfore provenienti da scavi della soprintendenza archeologica in via Cavour nel 1970 . Documentano l’età più antica asce in pietra levigata (Neolitico), pugnali e punte di frecce in selce (Eneolitico), pugnaletti e spilloni (Tarda età del Bronzo), mentre alla fine del XIV e XIII secolo a.C. risalgono le urne cinerarie della Cultura di Canegrate la quale è diffusa in tutta l’area dell’Alto Ticino. Il suo nome deriva dalla località di Canegrate, presso Legnano, dove fu scoperta un importante necropoli. Urne decorate a falsa cordicella, vasi decorati a traslucido, fibule, situle, due elmi, oggetti domestici ed ornamenti testimoniano la Cultura di Golasecca (IX- IV sec. a.C.). Essa è testimoniata, nel Novarese, da centri distribuiti soprattutto nella zona dei laghi e lungo il fiume Ticino che, in questo periodo doveva costituire un importante via di comunicazione. Il periodo celtico (V-I sec. a.C.) è rappresentato da vasi sia lavorati al tornio lento e lisciati a stecca ed altri realizzati al tornio veloce, ben cotti e talora verniciati, sono inoltre visibili morsi per cavalli e lame.
L’agiatezza e lo sviluppo tecnico raggiunti dalle popolazioni novaresi in età romana sono riflessi nei balsamari e bottiglie di vetro colorato, nella ceramica fine da mensa e nei levigati specchi.
Introducono al Medioevo corredi funerari di guerrieri longobardi rinvenuti a Borgovercelli. Da antiche fondazioni religiose cittadine provengono invece le rare sculture preromaniche e romaniche. Degno di nota il Cristo benedicente, già murato nel Castello, di scultore padano del primo Duecento, e i due acroteri in forma di testa virile (1210 – 1220), posti in origine sul colmo del tetto dell’antico Palazzo del Comune.
Fonti:
Foto archivio GAT.
Data compilazione scheda:
12 dicembre 2002 – aggiornamento maggio 2014
Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Carlo Vigo – Gruppo Archeologico Torinese