Morano sul Po (AL) : Necropoli dell’età del Bronzo

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Storia del sito:
Nel febbraio 1994 l’avvio di uno spianamento agricolo all’interno di una risaia in loc. Pobietto di Morano sul Po (AL) portava alla localizzazione di una necropoli dell’età del Bronzo finale con sepolture a cremazione, in parte collocate all’interno di recinti di forma circolare o rettangolare con tumulo terragno. Ad un primo recupero a carattere di urgenza seguiva, a partire dalla primavera 1995, un’indagine archeologica finanziata del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, articolatasi in quattro campagne ed ancora in corso, che ha portato (1998) al recupero di oltre quaranta tombe.

Descrizione del sito:
Il sito, collocato a quota 129 s.l.m. sulla sinistra idrografica del fiume Po, comprende un’area di 14.600 mq, resa piatta e uniforme da duecento anni di coltura a risaie. È ubicato in posizione molto favorevole lungo il Po, non lontano dalla sua confluenza con la Dora Baltea, ed in prossimità dello sbocco in pianura di itinerari terrestri che lungo le valli dello Stura e del Versa lo collegavano alla valle del Tanaro. Inoltre si trovava lungo un importante asse di navigazione fluviale che, a partire dall’XI secolo a.C., collegava l’alto Adriatico, la Pianura Padana e le aree transalpine.

Descrizione dei ritrovamenti:
La necropoli, ad esclusivo rito incineratorio, è caratterizzata dalla presenza di recinti di forma circolare e rettangolare con tumulo terragno. Le dimensioni dei recinti sono variabili e non sembrano in relazione allo stato sociale del defunto. I diametri oscillano tra un massimo di 6 m ad un minimo di 1,7 m. I recinti rettangolari hanno una larghezza compresa tra i 3,2 e i 5,2 m. I pozzetti hanno forma prevalentemente circolare con un diametro compreso tra i 60 e 80 cm e una profondità intorno ai 40-50 cm. Il rito dell’incinerazione è documentato in Piemonte dalla fine della media età del Bronzo (metà XV – metà XIV secolo a.C.) fino alla media età del Ferro (VI-V secolo a.C.), anche se forme di biritualismo compaiono ancora nella fase iniziale, come ad Alba. La cremazione appare comunque precocemente attestata in Piemonte già tra la fine dell’antica e gli inizi della media età del Bronzo, probabilmente con la deposizione dei resti cremati e del corredo direttamente nella fossa o in un contenitore deperibile (Casale Monferrato, loc. Vallare). Talvolta venivano collocati nella sepoltura anche altri recipienti fittili (vasi biconici, scodelle, tazze, bicchieri) forse come offerta o forse come recipiente per le offerte, rinvenuti sia a lato, sia all’interno, sia in appendici del pozzetto. A Pobietto la raccolta dei resti della cremazione sulla pira funebre sembra che si limitasse generalmente ad un recupero di tutti gli elementi scheletrici identificabili, senza la raccolta intenzionale di carboni e ceneri residuali del rogo. Gli elementi del corredo metallico, quasi sempre in stato frammentario e che verosimilmente avevano accompagnato il morto sulla pira funebre, erano stati raccolti e collocati all’interno dell’urna sempre adagiati al di sopra delle ossa, anche nelle deposizioni multiple. Il rituale funerario prevedeva in genere la collocazione sul rogo di prodotti vegetali coltivati (cereali, leguminose) o che crescevano spontaneamente nelle vicinanze dell’insediamento (uva, nocciole), di alimenti preparati con farine (pappe) e di parti di animali, forse talvolta contenuti anche nei recipienti, privi di resti ossei, che si rinvengono nelle sepolture, come sembrerebbe indicare la scodella accessoria della tomba 5/95, che conservava al suo interno diversi piccoli ciottoli, forse serviti a riscaldare il contenuto. Un’ulteriore conferma all’ipotesi dell’esistenza di pratiche connesse al culto dei morti, in cui trovava posto l’offerta di prodotti vegetali, viene dalle numerose fosse rituali rinvenute in tutti i settori della necropoli. II corredo metallico, generalmente in accordo con le determinazioni antropologiche, è costituito da oggetti di abbigliamento (spilloni, fibule), di ornamento (armille, anelli, anelli a spirale, orecchini, elementi di collana, bottoni), di uso personale (amo, ago da cucito) e raramente da armi (punta di lancia), presenti singolarmente o in diverse combinazioni. Nelle tombe maschili compaiono con maggiore frequenza soltanto oggetti di abbigliamento (spilloni, in numero variabile da uno a quattro; fibule ad arco serpeggiante in due pezzi, talvolta con arco rivestito, in un unico esemplare) o di uso personale. Solo raramente ed in numero ridotto sono documentati gli ornamenti, in genere un anello circolare o a spirale. Nelle tombe femminili invece agli oggetti di abbigliamento, solitamente una o due fibule ad arco semplice, si affiancano spesso elementi di ornamento, talvolta anche in numero rilevante; non sembra prevista dal rituale la collocazione di elementi di corredo specifico nelle tombe di bambini, la cui deposizione è attestata a Morano sul Po in due casi, sempre all’interno di sepolture multiple. Tra gli oggetti di uso personale si segnala la presenza di un piccolo ago da cucito di bronzo con salvapunta.

Informazioni:
Loc. Pobietto, il sito non è visitabile.

Bibliografia:
VENTURINO GAMBARI (a cura di), 1999, In riva al fiume Eridano, catalogo della mostra allestita sino al 2007 al Museo Civico di Casale Monferrato VENTURINO GAMBARI, PEROTTO, 1998, Morano Po. Necropoli dell’età del bronzo finale, in QuadAPiem, 14 pp. 211 -212

Fonti:
Articolo tratto dal testo  “In riva al fiume Eridano”,  sopra citato.
Immagini tratte dall’ALLEGATO  La civiltà di Pobietto

Data compilazione scheda:
23 settembre 2003 – aggiorn. maggio 2014

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Federico Vigo – Gruppo Archeologico Torinese

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