Montiglio Monferrato (AT) : Castello e cappella di Sant’Andrea
Storia del sito:
Il borgo di Montiglio nel medioevo fece parte del Comitato del Monferrato e dal 935 al 961 ne fu signore il marchese Berengario che sarebbe poi divenuto re d’Italia. Il castello si erge imponente su un’altura dominando le colline circostanti e a questa posizione probabilmente deve anche la sua denominazione (montellus). Nel 1164 Federico Barbarossa conferì a Guglielmo di Monferrato l’autorità sull’intera valle Versa e quindi l’alta signoria su Montiglio. Da questo momento in poi il borgo e il suo castello divennero teatro degli scontri tra il libero comune di Asti e il marchesato del Monferrato. La lunga guerra (1191-1206) tra le due fazioni si concluse con la vittoria degli astigiani ma il castello di Montiglio rimase al marchesato, e ne seguì le vicende fino alla sua annessione nel 1707, con la pace di Utrecht, ai possedimenti sabaudi. Nel 1305 il castello, originario del XII secolo, fu completamente distrutto e tutto il borgo venne ricostruito nel corso del XV secolo. In origine fu un fortilizio ed in seguito allargato per racchiudere edifici autonomi ognuno destinato ad una famiglia di nobili, riunitesi in un “consortile” rappresentante un’entità giuridica ed economica di maggiore rilevanza. Inizialmente organizzato su tre livelli e difeso da una robusta cinta muraria costruita nel 1481 per ordine del marchese Guglielmo VIII, il castello subì nel XVIII secolo notevoli interventi di ricostruzione: vennero costruiti uno scalone, un elegante salone a pianta ellittica detto “Sala della musica”, un terrazzo sovrastato da una torre e un portico che si apre sul giardino, dove si trova un labirinto disegnato con siepi di alloro e di bosso.
Nel 1869 viene rinnovato il titolo di marchese di Montiglio a Paolo Giovanni Della Rovere, condiviso con i Cocconito. Agli inizi del Novecento il castello fu messo in vendita e acquisito da Walter Levi che iniziò i primi lavori di ristrutturazione. Nel 1997 gli attuali proprietari continuarono i lavori di restauro.
Descrizione del sito:
Il CASTELLO è caratterizzato dalla torre a tre piani che poggia su tre ordini di terrazze e termina con un alto muro di cinta che circonda l’intero maniero. L’edificio oggi, a pianta lineare a “L” irregolare e allungata, è la parte residua di una struttura più complessa che originariamente aveva pianta a “U” e comprendeva un dongione al centro e un avancorpo che si espandeva davanti al ponte per sfruttare al meglio le caratteristiche difensive. I bastioni sono invece opera del XVI secolo.
Una porta ad arco acuto introduce alla “sala delle bifore e del camino”, costituita da due volte a crociera costolonate e archi ad ogiva; caratteristica di questa stanza sono le finestre a bifora strombate, ornate dalla tipica bicromia di cotto e arenaria con colonnine centrali in pietra, da cui è possibile ammirare il panorama delle colline monferrine. La “camera del marchese Borsarelli” presenta arredi d’epoca ed una teca con reperti medievali. La “biblioteca” un tempo custodiva il prezioso fondo archivistico, ora depositato nell’Archivio di Stato di Asti; la “sala della musica”, decorata con motivi neoclassici, fu così chiamata in memoria di Bonifacio I, grande mecenate, che ospitò a Montiglio il celebre trovatore Rambaldo di Vasqueiras. Per i sotterranei, sotterranei Montiglio.pdf
All’ interno del parco del castello sorge la trecentesca CAPPELLA DI SANT’ANDREA che contiene affreschi del “Maestro di Montiglio” (che lavorò anche a Vezzolano) risalenti al 1340 circa: non è nota la data di costruzione di questo edificio, né degli affreschi anche se un documento del 1349 attesta già l’esistenza della cappella. La muratura esterna della parte inferiore della facciata, a larghi conci, costituirebbe la base romanica della chiesa. La facciata dell’attuale ingresso è anonima, con file orizzontali di blocchi squadrati di arenaria nella parte bassa sino all’architrave della stretta porta d’ingresso; più in alto la muratura è costituita pressoché totalmente da mattoni in laterizio. Non sono presenti finestre o fregi. Il coronamento è semplice, e probabilmente frutto di una restaurazione. Si accede alla porta salendo una scala in pietra di 12 gradini. L’abside è rettangolare e presenta due lunghe monofore. Il lato sud presenta una grossa arcata nella zona absidale, poggiata su due colonne in arenaria e laterizio, che è chiusa da una moderna vetrata. Secondo recenti studi recenti si ipotizza che la chiesa fosse stata collegata direttamente al Castello e che l’ingresso in origine fosse proprio attraverso questo arco, mentre la odierna porta e la finestra che le era stata sovrapposta (rimangono tracce all’interno) furono aperte in epoca decisamente successiva, tagliando irreparabilmente il ciclo di affreschi trecenteschi. Si ipotizza che il corpo di fabbrica trecentesco in cui sono gli affreschi sia un’aggiunta o una modifica ad una costruzione preesistente.
Gli AFFRESCHI si susseguono in un andamento “a nastro continuo”, su due ordini, e rappresentano l’intera vita di Cristo. Nell’ordine superiore: l’Annunciazione e la Natività, quindi l’Adorazione dei Magi, un decoro, la strage degli Innocenti, la fuga in Egitto, infine Gesù che insegna nel Tempio. Nel secondo ordine: la Domenica delle Palme, l’Ultima Cena, il Tradimento di Giuda, il Processo, la Salita al Calvario, la Crocifissione, la Deposizione e la scena del “Noli me tangere” con il bellissimo profilo della Maddalena. Al di sotto del ciclo della Passione si snoda la raffigurazione di un velario di stoffa rossa, fissata a tratti alla parete mediante chiodi (decorazione ancora rintracciabile al di sotto della Crocifissione).
Il cattivo stato di conservazione degli affreschi è dovuto all’intonaco sovrapposto durante l’epidemia di peste del ‘600. La superficie delle pareti venne graffiata e martellata, così da far meglio aderire la calce e lì gli affreschi rimasero fino al 1931-3, quando per caso, l’allora marchese Ignazio Borsarelli di Rifreddo scoprì alcune parti delle antiche pitture. Il principale intervento di restauro ebbe inizio nel 1984. La pavimentazione absidale, rialzata rispetto al resto del pavimento, conserva, oltre ad un altare in pietra, le lapidi del marchese Borsarelli, del figlio Luigi e delle vittime della pestilenza. All’interno vi sono anche due semicolonne con capitelli scolpiti.
Informazioni:
Piazza Umberto I, 5 . Il castello e la cappella sono di proprietà privata. Tel. 0141 994907
Links:
http://www.comune.montigliomonferrato.at.it/Home/Guida-al-paese?IDDettaglio=32846
Bibliografia:
Bordone R., Da Asti tutt’intorno, Torino, 1978
Mandrino R., Montiglio, nello spazio, nel tempo, nella storia, Asti, 1989
Fonti:
Fotografia in alto da http://www.monferrato.net; foto n° 2 dal sito del Comune; fotografie 3, 4, 5 GAT.
Data compilazione scheda:
08/01/2009 – aggiornam. luglio 2014
Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G.A.Torinese