Garessio (CN) : Torre dei Saraceni
Storia del sito:
Gli imperatori di Bisanzio, in particolare Giustiniano e Costanzo, cercarono di formare una linea difensiva detta “limes” costituita da una serie di torri di avvistamento, poste in Valle Tanaro tutte sulla sponda destra del fiume Tanaro.
I due potenti Stati arabi di Africa e Spagna, seppur ostacolati nella loro espansione dagli eserciti di Carlo Magno e dalle navi di Bisanzio, continuarono sempre a pirateggiare sui mari ed a rapinare sulle coste. Nel golfo francese di Saint Tropez, che si chiamava a quei tempi Fraxinetum Sarracenorum, i Saraceni avevano costituito un punto base per le loro scorrerie che durò dall’890 fino al 980. Da Saint Tropez si spinsero ad Oneglia, Albenga, Genova e, penetrando nell’entroterra, giunsero non solo in Valle Tanaro, ma fino a Mondovì, Borgo San Dalmazzo (Pedona), Acqui e Tortona.
Lungo il torrente Pogliola presso Mondovì il 24 maggio 904 uccisero in combattimento Eilulfo, vescovo di Asti, che marciava contro di loro. Fu in questa occasione che comparvero per la prima volta a Garessio, creando quello spostamento di genti dal piano verso la montagna che, perdurando la minaccia, costituirà la prima base di veri e propri nuclei abitati in aggiunta alle grange benedettine Villarchiosso (Villare clausum), Valdinferno, Porenca, ecc.
Nei passaggi successivi fu assalito il piccolo castello o ricetto del Borgo Ponte di Garessio, fu saccheggiata la chiesa di San Costanzo e distrutto il convento benedettino del Borgo. Per proteggere questa via di penetrazione in Piemonte, nella seconda più numerosa calata del 935, approfittando anche della sempre incerta e disordinata politica italiana, i Saraceni si insediarono in alcuni punti strategici sfruttando le precedenti fortificazioni liguri e le torri di vedetta romane.
Occupata la torre di Barchi, da essa i Saraceni partivano ogni giorno per il saccheggio dei paesi vicini e la cattura di persone da usare come ostaggi o da avviare ai mercati degli schiavi. Il nome stesso Eca Nasagò (frazione di Ormea nei pressi della torre di Barchi), loro centro maggiore di residenza, trae origine da due parole arabe che significano “feroce” e “luogo di battaglia” forse proprio per indicare qualche grave scontro. Conosciamo anche il nome del loro condottiero, detto Sagittus per la sua infallibilità nel tiro con l’arco.
Tra il 975 ed il 980 i nuclei maggiori dei Saraceni vennero fortunatamente liquidati, salvo qualche sparso gruppo dei più agguerriti, posto in luoghi inaccessibili, come la torre di Barchi, che, secondo la tradizione, venne espugnata da un giovane di nome Zitta che assunse il soprannome di Tornatore.
Il GAL (Gruppo Azione Locale) e la Comunità Montana Alta Valle Tanaro nel 1999-2000 hanno restaurato la Torre, fornendola di un sicuro e facile accesso e di illuminazione notturna.
Descrizione del sito:
La Torre è costruita in pietre spaccate legate con calce.
È alta 9 metri e ha forma rotonda con il diametro interno di 3 metri, attualmente è priva di copertura. Anticamente era più alta ed era divisa in tre piani da solai in legno.
Informazioni:
In frazione Barchi. Dalla frazione (m 664), parte la mulattiera che raggiunge una piccolissima baita, da qui un viottolo a sinistra perviene, dopo circa quaranta minuti, in cima al crinale, ove, sopra uno sperone roccioso, a quota m 893, sorge la cosiddetta “Torre dei Saraceni” o di Barchi.
Info presso la Pro Loco di Garessio tel. 0174 81799
Link:
http://www.comune.garessio.cn.it/ComSchedaTem.asp?Id=25407
Bibliografia:
AMEDEO R., Garessio: pagine di storie; girotondo di 22 leggende nostre, Nicola Milano, Milano, 1970
Fonti:
Notizie e fotografia tratte dal sito del Comune.
Data compilazione scheda:
12 settembre 2005 – aggiornamento maggio 2014
Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G. A. Torinese