Bagnolo Piemonte (CN) : Castello Malingri
Storia del sito.
Le prime notizie storiche su Bagnolo compaiono a partire dal secolo XI.
La costruzione del Castello è probabilmente anteriore al mille. I più antichi Signori di Bagnolo furono gli Albertini o Albertenghi che nel 1200 vendettero il Castello di Racconigi alla Marchesa Adelaide di Susa. Nel 1219 il borgo di Bagnolo fu distrutto, per vendetta dai vercellesi; allora era popoloso e sorgeva, da antica data, alle falde del Castello che lo proteggeva e si estendeva nei prati sottostanti ed era fortemente difeso dal torrente e da palizzate, là dove tuttora sorge il Palazzo Malingri. Invece nella località dove si trova l’attuale concentrico di Bagnolo esisteva un potente convento con giurisdizione ecclesiastica e sovranità feudale dei Canonici di Oulx. Il 17 luglio 1496 i Canonici vendettero, con il consenso ducale, i loro diritti feudali ad Antonio Malingri, Signore di Saint Genix e di Bagnolo, che investì suo fratello Giovanni del benefizio ecclesiastico, nominandolo Priore della Chiesa parrocchiale di S. Pietro.
La storia del Palazzo e del Castello è legata in buona parte a quella del borgo. Nel 1293 si stabilì di trasferire il borgo dalle falde del Castello verso il piano, presso il convento di S. Pietro, ma tale trasferimento non si eseguì perché questo luogo era reputato insicuro e non protetto dal Castello. Nel 1338 Giacomo d’Acaja intimò di nuovo la discesa a S. Pietro, ma neppure allora i Bagnolesi obbedirono, cosicché nel 1400 Amedeo d’Acaja, proibì ogni attività lavorativa nell’antica borgata ai piedi del Castello. La discesa al piano ebbe inizio solo nel XVI secolo, sotto l’energica ingiunzione del Duca Emanuele Filiberto e del suo feudatario Malingri, che acquistò i territori dell’antico borgo. Bagnolo, che rappresentava una importante postazione di controllo della strada tra Saluzzo e Pinerolo, nei secoli seguenti seguì le fortune della Casa Savoia. Nella guerra per la signoria del marchesato di Saluzzo, nel secolo XVI, il Castello venne in parte demolito dai Francesi. Mentre il Castello-forte e le mura conservano ancora i caratteri alto-medioevali, quali apparivano nell’iconografia sette-ottocentesca, sono invece scomparse quasi del tutto le tracce dell’Antico Borgo, e il “Castello Piano” (fino al 1400 integrato nel Borgo) ha subito trasformazioni nel sei-settecento fino ad assumere l’attuale aspetto e prendendo la denominazione di “Palazzo” (vedi scheda). Il castello era costituito in principio da un corpo principale a un piano e dalla torre, legati fra loro da un passaggio aereo in legno. Alla fine del ‘300 fu costruita la torre delle scale ed eseguito l’affresco della Dama sul portale d’ingresso. Nei secoli successivi, forse intorno al 1500, fu sopraelevato fino all’attuale ultimo piano e ornato di merlature ghibelline (di cui si vedono ancora tracce all’interno della sala centrale) e del cammino di ronda in pietra, e al piano terra fu rinforzato con imponenti “barbacani” (mura in pietra che si allargano verso il basso). Il castello, cessata la funzione militare e difensiva, fu usato come edificio rurale. Non si sa esattamente in quale epoca fu coperto da tetto in lose di pietra e furono aggiunti i fabbricati rurali (cascine e mulini idraulici). Tutti questi edifici in pietra sono stati recuperati e restaurati dall’attuale proprietario, mantenendone le caratteristiche e ove possibile le destinazioni. Oggi questa è una delle poche fortezze medievali del Piemonte ad avere conservato le sue originali caratteristiche. Le prime notizie storiche su Bagnolo compaiono a partire dal secolo XI. La costruzione del Castello é probabilmente anteriore al mille. I più antichi Signori di Bagnolo furono gli Albertini o Albertenghi che nel 1200 vendettero il Castello di Racconigi alla Marchesa Adelaide di Susa. Nel 1219 il borgo di Bagnolo fu distrutto, per vendetta dai vercellesi; allora era popoloso e sorgeva, da antica data, alle falde del Castello che lo proteggeva e si estendeva nei prati sottostanti detti “Pradoni” e “Prati Cesarèi” ed era fortemente difeso dal torrente e da palizzate, là dove tuttora sorge la casa di abitazione (Palazzo) dei Malingri. Invece nella località dove si trova l’attuale concentrico di Bagnolo esisteva un potente convento con giurisdizione ecclesiastica e sovranità feudale dei Canonici di Oulx.
Il 17 luglio 1496 i Canonici vendettero, con il consenso ducale, i loro diritti feudali ad Antonio Malingri, Signore di Saint Genix e di Bagnolo, che investì suo fratello Giovanni del benefizio ecclesiastico, nominandolo Priore della Chiesa parrocchiale di S. Pietro, patronato confermato poi da Papa Giulio II nel 1512.
Nel 1293 si stabilì di trasferire il borgo dalle falde del Castello verso il piano, presso il convento di S. Pietro, ma tale trasferimento non si eseguì perché questo luogo era infatti reputato insicuro e non protetto dal Castello. Il 29 ottobre 1338 Giacomo d’Acaja intimò di nuovo la discesa a S. Pietro, ma neppure allora i Bagnolesi obbedirono, cosicchè nel 1400 Amedeo d’Acaja, proibì ogni attività lavorativa nell’antica borgata ai piedi del Castello. La discesa al piano ebbe inizio solo nel XVI secolo, sotto l’energica ingiunzione del Duca Emanuele Filiberto e del suo feudatario Malingri che acquistò i territori dell’antico borgo.
Bagnolo, che rappresentava una importante postazione di controllo della strada tra Saluzzo e Pinerolo, nei secoli seguenti seguì le fortune della Casa Savoia.
Nella guerra per la signoria del marchesato di Saluzzo, nel secolo XVI, il Castello venne demolito in parte dai Francesi.
Mentre il Castello-forte e le mura conservano ancora i caratteri alto-medioevali, quali apparivano nell’iconografia sette-ottocentesca, sono invece scomparse quasi del tutto le tracce dell’Antico Borgo, il “Castello Piano”, (fino al 1400 integrato nel Borgo) ha subito trasformazioni nel sei-settecento fino ad assumere l’attuale aspetto e prendendo la denominazione di “Palazzo”.
Il castello, luogo di difesa sin dai primi secoli degli anni mille era costituito in principio da un corpo principale ad un piano e dalla torre legate fra loro da un passaggio aereo in legno Alla fine del ‘300 fu costruita la torre delle scale ed eseguito l’affresco della Dama sul portale d’ingresso. Nei secoli successivi, forse intorno al 1500, fu sopraelevato fino all’attuale ultimo piano ed ornato di merlature ghibelline (di cui si vedono ancora tracce all’interno della sala centrale), del cammino di ronda in pietra e al piano terra rinforzato con imponenti “barbacani” (mura in pietra che si allargano verso il basso). Il castello, cessata la funzione militare e difensiva, fu usato come edificio rurale. Non si sa esattamente in quale epoca il castello fu coperto da tetto in lose di pietra e furono aggiunti i fabbricati rurali. Solo recentemente gli attuali proprietari discendenti dei Malingri hanno iniziato un restauro ripristinando il tetto, i pavimenti e i serramenti. Oggi una delle poche fortezze medievali del Piemonte ad avere conservato le sue originali caratteristiche.
Descrizione del sito:
Tre ordini di mura di difesa circondavano il Castello: il primo al piano della corte interna; il secondo, di cui restano vestigia a nord verso il bosco; il terzo di cui rimane un tratto che termina con un portone ad arco a fianco della Cappella dell’Immacolata (1700) e che si pensa arrivasse a racchiudere con una torre di guardia l’attuale cascina Castellino, molto più in basso.
Notevole la torre cilindrica che contiene la scala, opera di grande maestria costruttiva: edificata in pietra, sale a spirale attorno ad un pilastro centrale di mattoni sistemati a formare una colonna dal diametro di circa 90 cm. In origine la torre era staccata dal corpo principale merlato: sono ancora visibili all’ultimo piano i merli ghibellini ora integrati nella muratura.
Il piccolo portale d’ingresso della torre è di legno ed è sormontato da un affresco, recentemente restaurato, di non certa identificazione, realizzato probabilmente alla fine del 1300. Si notano in alto, a destra e a sinistra, i due stemmi Savoia e Acaja che la dama tiene sollevati con le mani aperte; lo è stile simile a quello degli affreschi del Castello di Manta e simboleggia probabilmente una unione matrimoniale od una alleanza fra le due casate. Lo stemma dei Malingri e dei Costa della Trinità e decorazioni simboliche (come il nodo Savoia e rami di alloro) fanno da cornice. La dama è seduta su un grande cuscino, ha un abito semplice con manto e un cappello con velo.
Informazioni:
Sulla cima del colle, Via Palazzi. L’edificio è di proprietà privata; e-mail: mail@castellodibagnolo.it, tel. 0175.391394, 335.5244080
Links:
https://www.castellodibagnolo.it/castello-malingri-bagnolo/
http://www.comune.bagnolo.cn.it/index.php/la-storia
Fonti:
Fotografie tratte dai siti indicati.
Data compilazione scheda:
28/09/2007 – revisione febbraio 2014
Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – G.A.Torinese