Morozzo (CN) : Santuario del Brichetto o Santa Maria di Castro Murato
Storia del sito:
Morozzo è ritenuto essere uno dei paesi più antichi del Monregalese: nel XVIII secolo vennero alla luce una cima di colonna quadrata di marmo; un mattone romano del 96 d.C. e una lapide longobarda con vipera scolpita. Le prime notizie certe risalgono al X secolo quando i signori del luogo, i Morozzo, passarono il feudo ai conti di Bredolo, dopo il matrimonio di Sibilla di Morozzo con Coboldo di Bredolo. Nel 1041 l’imperatore Enrico III lo diede al vescovo di Asti, successivamente il feudo ritornò ai Morozzo, ma nel 1240 questi dovettero assoggettarsi ai comuni di Cuneo e Mondovì. Nel 1319 Morozzo passò ai Ceva e quindi a Galeazzo Visconti, che nel 1387 lo affidò in dote alla figlia Valentina. Prima della fine del secolo ritornò ai Ceva, i quali lo tennero fino al 1536, allorquando passò al Marchesato di Saluzzo. Carlo Emanuele I lo infeudò nel 1620 alla famiglia Pallavicino-Ceva; nel 1628 ritornò ai Morozzo.
La Chiesa di Santa Maria viene chiamata anche “Chiesa del Castro (Castello) Murato”, poiché anticamente esisteva su questa collina un castello fortificato, sorto nella tarda romanità a controllare le vie del sale che passavano nella sottostante valle. Dopo il Mille il castello fu dimora di una parte delle nobili famiglie abitanti allora in Morozzo e venne citato in vari documenti che parlano di un “castellum” o “castro murato” o “castro episcopi”.
La chiesa viene ripetutamente ricordata in documenti del XII e XIII secolo. Nel 1173 vi venne sottoscritto l’atto di fondazione della Certosa di Pesio; nel 1240 vi fu stipulata una tregua nelle guerre tra Mondovì e Cuneo.
Nel 1249 il castello e la chiesa vennero distrutte dalle truppe di Mondovì. Nella sua configurazione attuale non sono rimasti elementi che riportino al momento della prima citazione storica.
La chiesa venne ricostruita verso la metà del XV secolo: aveva navata unica, presbiterio rialzato e coperto con volta a botte, il resto era coperto da tetto a capriate. In seguito l’edificio venne ampliato e modificato: nel 1771 vi fu aggiunta una sacrestia semicircolare, che esternamente appare come un’abside; fu costruita la volta a vela sulla navata, divisa da tre archi trasversali ribassati. Nel 1826 si prolungò la navata di una campata e la facciata venne rifatta in forme neogotiche.
La chiesa, nella volta e nelle pareti del presbiterio, conserva affreschi che, come informa una iscrizione a caratteri gotici, sono stati dipinti in onore della Madonna dal pittore Giovanni Mazzucco e conclusi il 30 luglio 1491. Il ciclo di affreschi sulla vita della Madonna, probabilmente il più completo che si conosca nella regione, è stato recentemente restaurato.
Descrizione del sito:
Resti di MURA, del periodo tra il II-IV secolo e l’età longobarda, si ritrovano nella parte alta del Brichetto, costruite in ciottoli di fiume posti a spina di pesce.
La facciata della chiesa di Santa Maria, in cotto, ha un portale in stile neogotico con decorazioni in terracotta, due finestrelle (di cui una cieca) e un rosone svasato; la sommità del frontone è ornata da un campaniletto e due pinnacoli; sulla parete sud sono murate alcune lapidi che ricordano i fasti di varie epoche; sulla parete nord si notano ancora i segni di un ampliamento.
L’interno ha una unica navata divisa in tre campate, delle quali la centrale è la più grande; le pareti laterali sono tappezzate da ex voto.
Gli AFFRESCHI del Mazzucco raccontano la vita di Maria in 18 riquadri che rivelano uno stile alquanto popolare, ma ricco di particolari realistici nell’abbigliamento e negli attrezzi, tuttavia concentrato sulla eloquenza dei volti e dei gesti, dei quali traspare il candore, l’ingenuità, la religiosa pietà tipici della figura mariana. Gli episodi si snodano su un ricco sfondo di paesaggi montani popolati da animali e di città merlate, da scene di lavoro agricolo e di vita quotidiana. Sono da ricordare i riquadri che raffigurano l’incontro di sant’Anna e san Gioacchino, la natività di Maria, lo sposalizio, la nascita di Gesù, l’adorazione dei Magi, la fuga in Egitto.
Sulla parete dietro l’altare, al centro, una Madonna che ha una rosa in mano e tiene ritto sulle ginocchia il Bambino che gioca con un uccellino; ai lati, entro nicchie irte di guglie e pinnacoli, due coppie di Santi, (s. Pietro da Verona e s. Bartolomeo; sant’Agata e un santo cavaliere in abiti di corte); alle estremità l’Arcangelo Gabriele e l’Annunciata. Nella lunetta sovrastate è raffigurata l’incoronazione di Maria con alla sinistra s. Pietro e s. Paolo e a destra s. Giovanni Battista e s. Giovanni evangelista. La Gerusalemme Celeste è raffigurata sulla volta a botte: da un lato san Michele è a capo di una schiera di santi ecclesiastici, dall’altro lato una Vergine apre il corteo delle Sante e del popolo.
Sulle pareti laterali un sant’Antonio abate, san Sebastiano e, tra due Madonne col Bambino, il beato Guglielmo Fenoglio, certosino di Casotto.
Informazioni:
A sud dell’abitato, su un piccolo poggio (in piemontese “bric”). Parrocchia di Morozzo, tel. 0171 772712
Link:
http://www.youtube.com/watch?v=1J0zZwXQrkk (video sugli affreschi)
Bibliografia:
BERTONE L:, Arte nel Monregalese, L’Artistica Editrice, Savigliano CN, 2002
Fonti:
Fotografia 2 tratta nel 2014 dal sito, non più esistente nel 2020, www.onlussanpioquinto.org, foto 3 da http://www.viaggispirituali.it
Data compilazione scheda:
10/05/2007 – aggiornamento marzo 2014 – maggio 2020
Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – Gruppo Archeologico Torinese