TORINO : Casa Broglia
Storia e descrizione del sito:
(Tratto da: AA.VV. Guida Archeologica di Torino, volume II, Gruppo Archeologico Torinese, Torino, 2009, pp.123-124)
La prima testimonianza documentaria dell’esistenza della casa risale al 1323, quando il cittadino torinese Pietro Broglia la registrò al catasto. L’edificio fu rinnovato tra il XV e il XVI secolo, periodo in cui raggiunse una fisionomia simile all’attuale. Il paramento murario in cotto è ornato di fasce modanate nei marcapiano, nelle finestre a croce degli ordini superiori, nelle arcate a sesto ribassato del pianterreno; queste ultime, oggi trasformate in vetrine, un tempo erano probabilmente dotate di apertura “zoppa”, il che consentiva l’esposizione delle merci su un tavolato appoggiato al parapetto. Vi ebbe sede l’albergo della Corona Grossa, ancora esistente nel XIX secolo e risalente perlomeno al XV secolo (quando era detto hospicium signi corone; in questo periodo la struttura comprendeva una parte riservata all’abitazione della famiglia del proprietario, l’albergo vero e proprio, alcune botteghe e altri edifici6. Sul cantone omonimo venivano affissi gli ordini e i bandi cittadini; era anche detto “cantone delle grida”, poiché il banditore leggeva ad alta voce a uso dei molti analfabeti.
La costruzione andò degradandosi durante i secoli XVII e XVIII, seguendo la sorte della maggior parte degli edifici medievali torinesi: i portici furono tamponati, sparirono tamponati, sparirono le crociere dalle finestre, furono rasate le fasce marcapiano, vennero rimodellati gli spazi interni (eliminando così lo schema funzionale e compositivo dell’hospicium) e l’ultimo piano subì ritocchi che causarono la perdita dellefinestre originali. Nel XIX secolo l’edificio, seppure riportasse ancora tracce evidenti del suo antico passato, si trovava in condizioni di scarsa leggibilità.
La casa venne restaurata da Riccardo Brayda a partire dal 1890; le finestre e le arcate dei portici vennero ripristinate, i marcapiano ricostruiti, le buche pontaie riaperte, mentre le parti mancanti furono reintegrate con «mattoni in cemento convenientemente calcati da quelli ritrovati» e reimpiegando materiale ricavato dall’edificio stesso (per l’esattezza, dalle buche pontaie e dai riempimenti delle antiche finestre). Il paramento murario venne lasciato con i laterizi a vista, com’era nell’uso dei restauratori dell’epoca e come ancora oggi si presenta, sebbene quasi certamente la casa fosse, a suo tempo, intonacata con colori vivaci. Nulla si potè fare per recuperare una pittura già in cattive condizioni di conservazione, probabilmente d’origine quattrocentesca, raffigurante una Madonna, nello smusso d’angolo al primo piano; la cornice in cotto venne comunque ripristinata, così come la vicina campana (in seguito rimossa) che, nei secoli passati, chiamava i fedeli a pregare dinanzi alla sacra immagine, ritenuta miracolosa.
Informazioni:
Via Porta Palatina angolo largo IV Marzo e via Tasso 13. In parte oggi adibita a ristorante, tel. 011.436.55.62
Links:
http://www.archeogat.it/archivio/torinomedievale/percorsoTAPPE/09MONcasabroglia.htm
http://www.museotorino.it/view/s/08ba72446e8848e6823d2980d327177e
Bibliografia:
AA.VV. Guida Archeologica di Torino, volume II, Gruppo Archeologico Torinese, Torino, 2009, pp.123-124
Fonti:
Fotografie GAT.
Data compilazione scheda:
20 novembre 2003 – scheda aggiornata a cura dei soci GAT a Ottobre 2009 – febbraio 2014 – maggio 2020
Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Soci – Gruppo Archeologico Torinese